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La vergine mora dell’isola

Quello che ho deciso di raccontarvi è una storia vera.
Sono stato mandato per lavoro su un’isola del tirreno.
è l’inizio di luglio di quest’anno e sull’isola arrivano fighe di ogni genere.
Cavallone bionde e more con tette da favola e culi da infarto.
Ma le solite antipaticone da spiaggia che se la tirano pensando di averla solo loro.
Le immagino nelle posizioni più porche ma nel profondo spero che se la passino con sonori ditalini per quanto sono stronze.
Insomma, l’isola si anima di belle donne e li, tra le tante, le altre che incontro lei.
È sera e sto passeggiando lungo il molo e la vedo.
I suoi occhi scuri profondi lunghi capelli mori e soprattutto due grandi meloni.
Mi fanno impazzire le grandi tette da leccare che ti eccitano e fanno eccitare.
C’è uno sguardo d’intesa che parte dai suoi caldi occhi.
La perdo tra le stradine dell’isola. Devo assolutamente rivederla.
I giorni seguenti passano cercandola in giro: per le strade del centro, sulla spiaggia.
Nulla, non c’è.
Il ricordo dei suoi capelli, dei suoi occhi e soprattutto dei suoi grandi seni mi sprona alla ricerca.
E finalmente eccola, è lei che stavolta mi viene incontro.
È di nuovo sera sulla banchina del porto.
La presentazione di rito.
Si chiama Enza, ha 20 anni e da vicino è ancora più bona di quello che sembrava.
I suoi occhi lucidi e soprattutto la conferma di ciò che avevo intravisto: i maestosi seni.
Lo sguardo è tra il felice e l’arrapato represso.
Sai, quella che soffre di cazzo-carenza ma che l’educazione, le condizioni di vita le fanno considerare il sesso solo tabù.
Il suo sguardo è comunque penetrante, che invoglia a sua volta a penetrare(! ).
I suoi discorsi da verginella divagano sui soliti argomenti: cosa fai come va, ecc. e così termina la serata ed è ora di rientrare.
Naturalmente mi offro di accompagnarla a casa.
Il discorso continua e naturalmente approfitto per abbracciarla.
Il suo corpo parla da solo e dice il contrario delle sue parole.
Un leggero tremolio, la pelle d’oca mi annunciano il momento propizio per attaccarla.
Ci dobbiamo salutare così le mie labbra si avvicinano alle sue in cerca della lingua che timida si intreccia con la mia.
Anche i nostri corpi si toccano e sento per la prima volta le sue morbide pere, il mio cazzo reagisce e sicuramente lei lo sente.
È la prima sera, può bastare e la mando a dormire strappandole la promessa di riverderci.
Passano due giorni e devo tornare sulla terra ferma ma i miei pensieri restano alla mora dell’isola.
Ritorno ed il lavoro scorre veloce nella speranza di poterla rivedere nella pausa del suo lavoro.
Sono le 12. 00 e l’aspetto all’uscita.
Eccola, mi vede con il solito sguardo.
Ci mettiamo all’ombra di un tunnel che conduce
alla spiaggia con i turisti che ogni tanto passano.
L’abbraccio, è un contatto cercato e ricambiato.
Siamo vestiti ma è come se fossimo pelle a pelle.
Le mie labbra sulle sue e la lingua che si fa spazio.
Eccola che ricambia con timidi colpetti.
Le mie mani scendono, sul suo culo che trovo bello morbido, delle giuste misure.
Lei resta immobile, anzi si stringe ancora più a me come a volersi sostenere al mio cazzo già duro.
Ogni tanto passa qualcuno che non fa caso a quello che stiamo facendo.
Le mie mani si fanno più insistenti.
Furtivamente entro nella maglietta, a catturare l’agognato seno.
Sono veramente grandi, come li immaginavo.
Arrivo ai capezzoli che sapientemente maneggiati cominciano a rispondere
indurendosi.
Anche il mio amico laggiù è sempre più duro e preme in mezzo alle sue cosce che rispondo con stringendosi attorno a me.
Smetto per un attimo di tintinnare i capezzoli per controllare se è bagnata.
Attendo che non passi nessuno e la mia mano scende tra le sue cosce. Scosto il bordo della sua gonna a pantalone e mi trovo a stretto contatto con le sue mutandine che sono già calde.
Superata quest’ultima barriera tocco la sua patatina.
Umhhhh un soffocato sospiro esce dalle sue labbra carnose.
Altrettanto carnose ed umide labbra stanno tra le mie dita.
Al tatto una figa perfetta, coperta di irti peli scuri con le labbra scolpite.
Un’ultima carezza tra le sue cosce ed il nostro incontro di mezzogiorno termina.
L’appuntamento è per la sera.
Sono super eccitato.
È rimasta soddisfatta dell’antipasto che gli ho offerto a pranzo, stasera aspetterà con ansia il primo.
La incontro nel solito posto e la invito a passeggiare.
I discorsi che comincia a fare preannunciano una serata in bianco.
Non faremo quello che pensi mi dice.
Il suo sguardo però la tradiva, dai suo occhi traspariva un desiderio represso.
Pian piano la conduco verso il porto, in una zona appartata.
Le parole prima dette diventano inutili.
Il desiderio prende il sopravvento.
Mi appoggio su una roccia e la tiro a me.
Siamo stretti l’uno all’altra, occhi negli occhi, le bocche che si sfiorano e si incontrano in un timido bacio.
La reazione è quella del cazzo che cresce, più duro che mai e lei lo sente.
Allarga le cosce ed ancora vestiti fa su e giù con il bacino aumentando l’erezione di mio fratello.
Si vede che lo fa con poca esperienza però con molta voglia, lo vuole però ha paura.
Mi confessa che è la prima volta che lo fa ed io mi intenerisco.
Voglio farla almeno godere.
Le apro la cerniera dei pantaloni e la mia mano scivola oltre le sue mutandine a toccarle la sua passera.
Chiude gli occhi e stringe le labbra con i denti, è fatta, la fica si bagna.
Ci mettiamo più comodi, continua a strusciarsi sul mio cazzo.
Decido di farglielo sentire meglio e mi abbasso i pantaloni continua il su e giù.
Il ben di Dio che mi aveva attirato e sotto le mie mani.
Avevo già iniziato a giocare con i suoi capezzoli.
Decido di scoprirle per intero.
Sono veramente belle, grandi capezzoli diventati duri per la crescente eccitazione.
Non l’ha mai fatto, non devo impaurirla penso tra me e me ma la voglia è tanta.
Lo tiro fuori e lei continua a massaggiarselo sulle mutandine ma glielo voglio far sentire e così abbasso anche le sue, ora siamo pelle a pelle.
Non lo vuole dentro, mi sta facendo una sega con la fica sempre più bagnata.
Le mie dita scendono a carezzarla, ogni volta un brivido le percorre la schiena.
La mia bocca e sulle sue tette, alterno ciucciate di capezzoli con leggeri colpettini alle grosse areole.
È fantastica, sta appagando quel desiderio represso che traspariva nei suoi occhi.
Sono felice di godere e di far godere.
L’andirivieni sul mio cazzo le sta facendo scoprire le meraviglie del sesso.
Dopo un po’ viene e mi stringe a se.
Il mio cazzo ancora duro vicino alle sue labbra porto la sua mano sul mio uccello ed accenno una sega.
Lei impacciata continua mentre venendo lecco per l’ultima volta quelle stupende tette.
Peccato che il giorno dopo ho dovuto lasciare l’isola. FINE

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