Bianco e nero

Le gambe bianche e lisce, abilmente depilate e cosparse di crema, sono allargate e poggiate sulle staffe in acciaio.
Staffe fredde, immobili, passive, ritte una a fianco all’altra a sostenere i muscoli delle gambe di Giulietta.
La donna se ne sta sdraiata sul lettino. Il suo corpo è bianco, pallido e rilassato, adagiato sul materassino leggermente imbottito e ricoperto da una pelle nera.
Bianco su nero. Contrasti freddi, diversi e opposti tra loro.
La mano di Marcus, nera, calda e grande, scivola lungo la coscia destra della donna che, con gli occhi chiusi, respira lentamente, con la bocca appena socchiusa e il fiato che nell’uscire dalle labbra rosse emette un leggero sibilo.
La mano scorre verso il centro dell’intimità di Giulietta.
Marcus è alto, molto alto e muscoloso. Nudo, davanti alla donna, si gode lo spettacolo.
La vulva è ben visibile e ricca di scorci straordinari.
Marcus la osserva con i suoi bei occhi scuri.
La clitoride di Giulietta è gonfia di sangue ed eretta, se ne sta eccitata ad aspettare un bacio, una leccata, coccole ed attenzioni, per smorzare quella tensione allucinante che arriva fino al ventre.
Le grandi labbra sono scure e depilate. Lisce e morbide, circondano con una cornice di carne la pelle bruna e scura delle piccole labbra che, come porte chiuse, sfoggiano due anelli fissati su di esse.
Poco più in basso si vede l’ano, piccolo, scuro e rugoso.
Giulietta sta aspettando d’esser controllata, ispezionata, posseduta da Marcus, il suo datore di lavoro, il suo ginecologo, il suo amante.
L’uomo osserva, mentre la sua mano lascia l’interno coscia di Giulietta e si dirige lentamente verso il centro del suo ventre.
La mano nera arriva fino all’ombelico e, con l’indice destro, crea dei movimenti circolari attorno ad esso.
Giulietta si tocca i seni. Le sue mani bianche afferrano gli anelli che ha fissato ai capezzoli bruni e turgidi e li tira, allungando, deformando e attizzando le mammelle chiare ed abbondanti.
La donna stringe i muscoli vaginali e anali. Ha voglia di essere posseduta, da almeno un quarto d’ora.
Conosce bene la lunghezza e l’erezione di Marcus. Sa che quel membro scuro e gonfio ogni volta la porta in paradiso, con la foga di un gorilla, con la velocità di un giaguaro e lo sguardo severo di una pantera.
è da parecchio che Marcus scruta il candore del corpo di Giulietta.
Da molto è eccitato, e compiaciuto guarda la donna in quella posizione, in attesa del suo sesso lungo e voglioso.
Marcus lascia l’ombelico di Giulietta e si dedica ai suoi piedi, che freddi se ne stanno sospesi da terra.
La mani nere afferrano la caviglia sinistra, bianca, stretta e liscia.
Solleva leggermente il piede e incomincia a succhiarle l’alluce.
Le labbra dell’uomo, carnose e scure, racchiudono in loro il candore del dito con l’unghia laccata di rosso.
Giulietta non ne può più. I seni, tirati e mossi con frenesia attraverso gli anelli in oro, fissati ai capezzoli, la eccitano tantissimo e nel percepire il calore della bocca di Marcus che le succhia l’alluce come un lattante, trema di desiderio.
– Vieni… ti prego fammi tua… ti prego… – la donna chiede con insistenza.
Marcus sorride. Anch’egli la desidera. Desidera entrare nel pertugio caldo e umido che la donna ha, dietro alle piccole labbra chiuse, appiccicate e morbide.
Le dà un’ultima succhiata al dito, poi lascia la caviglia e le sue mani si dirigono verso la vulva in fermento.
Le sue dita afferrano gli anelli in oro e grazie ad essi, con un movimento deciso, allontana le piccole labbra ed apre le porte per scrutare l’infinito che proteggono con gelosia.
– Ah… vieni Marcus… ti prego basta guardarmi… prendimi ora… – la donna esclama a bocca aperta.
Gli occhi dell’uomo vedono ora il rossore dell’orifizio vaginale. La carne rossa è lucida e da essa esce la linfa bianca e saporita.
Si china e affonda la sua lingua tra gli umori di Giulietta che, eccitatissima, in uno straziante groviglio di emozioni, sensazioni e desideri, grida, invocando la possessione, la foga del suo amante.
Il viso scuro, come scolpito nell’ebano, si poggia sul ventre candido di Giulietta e, con golosa passione, inizia a saggiarlo con la sua morbida lingua.
– Basta… ti prego… prendimi… – la donna implora in uno stato d’ansia.
Marcus si sofferma ancora per un attimo a giocare con gli anelli. Apre e chiude, avvicina e allontana le piccole labbra che si lasciano agitare come fazzoletti al vento.
Poi, con un colpo deciso, il suo membro varca le porte del piacere, della brama carnale che in un attimo ti catapulta in un altro mondo.
Entrambi sussultano con soddisfazione, consapevoli che quello è solo l’inizio del loro piacere.
Mentre l’uomo, con la foga di un gorilla, possiede la sua femmina, i suoi pollici rimangono incollati agli anelli, per tenere ben aperte le piccole labbra.
Marcus osserva le espressioni del viso di Giulietta che, sdraiata con gli occhi chiusi e le mani ad agitare i seni molli e abbondanti, si gode ogni centimetro della sua possessione, urlando ad ogni colpo inflittole.
L’uomo la osserva con lo sguardo severo di una pantera e ne gode ogni sussulto ed ogni sua smorfia, in preda ormai a quel crescente piacere che in entrambi si fa sentire come il bollire dell’acqua in una pentola sul fuoco.
Giulietta gode, raggiungendo presto un orgasmo violento, e scoppia in un urlo acuto mentre dal suo sesso, schizzante di umori, esce ogni suo più intimo sapore e profumo.
Marcus, con la velocità di un giaguaro, la fa godere ogni volta in questo modo, tra il bianco delle pareti del suo studio ed il nero di un arredamento moderno.
Anche l’uomo sta per raggiungere l’orgasmo. Sente che il suo sesso sta per scoppiare. Esce dal pertugio ormai saziato.
Si guarda il pene. è ritto e pulsa. Ma si è fermato appena in tempo. Anche se una goccia bianca è ben visibile sul suo glande che, scuro e lucido, se ne sta in bella vista davanti
all’orifizio vaginale di Giulietta.
La donna è soddisfatta, ma ha in sé ancora molte voglie da soddisfare. La sua clitoride è gonfia e piena di sensazioni erotiche.
Marcus lo sa bene. Ormai conosce Giulietta e le sue voglie insaziabili.
Con il sesso fremente, si avvicina nuovamente alla vulva della donna. Dalla bocca di Marcus esce la lingua rossa e calda che si posa dolcemente sul pene atrofizzato di Giulietta.
Marcus sa bene che basta qualche passata di lingua per far sì che la sua femmina goda anche con quel curioso lembo di tessuto riccamente innervato, che in pompa magna sta aspettando la sua parte di piacere.
Giulietta è felice e si gode la lingua del suo uomo. Sorride ed ora sembra persino più buona con le proprie mammelle.
Si massaggia i seni, ne coccola la pelle morbida e ne sfiora i capezzoli con il mignolo.
Intanto il naso di Marcus annusa il profumo di vulva e la sua bocca assapora il gusto acre dei suoi umori.
Percepisce sulla punta della lingua quel piccolo bottone duro e ormai scoperto dall’avaro lembo di pelle.
Ne percepisce ogni minimo sussulto e sa che, tra non molto, Giulietta s’agiterà, posando le sue mani bianche sulla sua testa e schiacciandolo con forza contro la clitoride.
Ed infatti Giulietta non si fa attendere. Afferra la testa di Marcus e, mentre il suo busto freme, dondolandosi a destra e a sinistra, preme con forza la nuca contro quel suo piacere erotico quasi del tutto soddisfatto.
Bianco su nero. Il contrasto del candore delle mani di Giulietta, posate sui capelli crespi e neri dell’uomo è simile a quello che c’è tra il suo corpo pallido in movimento ed il materassino nero del lettino medico.
Bianco su nero, come il viso di Giulietta che, ora scesa dal lettino, si dimena davanti al sesso gonfio e caldo che l’uomo stringe nella grande mano nera.
Pochi energici movimenti e l’uomo schizza il seme bianco sulla lingua rossa della donna, acquattata davanti a lui.
Giulietta accoglie il seme di Marcus sul pavimento nero dello studio medico di suo marito, pensando già a domani, quando cercheranno ancora lo stesso piacere… con la stessa foga di un gorilla, la stessa velocità di un giaguaro e lo stesso sguardo severo di una pantera FINE

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