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Cecilia…

Mi chiamo Cecilia ho 19 anni e sono vergine, da un anno sto con Marcello, un bravo ragazzo all’antica che ci tiene molto alle tradizioni e che mi ha fatto giurare di arrivare vergine al matrimonio. Io credo proprio di amarlo e fino a
che non ho incontrato Roberto avevo pensato di accontentarlo, nonostante i normali “pruriti” di una diciannovenne.
Con Marcello siamo sempre arrivati alla soglia fatidica con ripetute “sedute” di petting ma sul più bello lui si era sempre fermato… purtroppo.
Il mio incontro con Roberto risale a circa sei mesi fa, l’ho conosciuto in palestra, anzi lui è il mio istruttore di arrampicata sportiva, sport al quale mi sono avvicinata perché amo particolarmente la montagna.
L’arrampicata sportiva (non il free-climbing) è uno sport che ha preso piede negli ultimi tempi e che si è diffuso grazie al fiorire di palestre attrezzate con pareti artificiali, e io mi sono subito interessata quando nella palestra dove facevo body-building hanno installato queste fatidiche pareti attrezzate; l’istruttore quando gli avevo manifestato l’intenzione di iscrivermi mi aveva preso in parola e la volta successiva si avvicinò a me accompagnato da un tipo di corporatura esile ma con l’aria di essere solido come il marmo, con due occhi azzurro cielo, capelli biondi e un sorriso disarmante.
“Cecilia, voglio presentarti Roberto l’istruttore di arrampicata” mi disse.
“Caio Cecilia “disse tendendomi la mano “Pietro (l’istruttore di body-building) mi ha detto che saresti interessata al corso”
“Si, mi piacerebbe” dissi fissandolo negli occhi azzurri
“Se per te va bene possiamo iniziare subito” disse
“OK” dissi e mi avviai verso la parete con lui
Cominciò quindi con la teoria spicciola, mi illustrò il modo di fare i nodi sulla corda, mi fece vedere l’attrezzatura e dopo un’ora di conversazione mi guardò e disse “allora, proviamo? ”
Io lo guardai stralunata e dissi
“Adesso? Ma io non l’ho mai fatto, non so come fare”
“Non ti preoccupare faremo qualcosa di tranquillo e facile e io ti aiuterò” quindi prese un imbragatura e me la porse.
Non sapevo da che parte incominciare e lui si offrì di aiutarmi, mi fece infilare le gambe nelle staffe di supporto e mi allacciò la cintura e mi disse
“tutto OK? ”
“Mi stringono un po’ le staffe sulle cosce”
Lui si inginocchiò e si mise a regolarle e nel fare questo dovette passare più volte all’interno delle mie cosce strofinando il dorso della mano sulla mia passerina.
Ad ogni tocco trasalivo ma lui sembrava non farci caso e alla fine mi legò alla corda e mi fece salire sulle prime prese.
Procedevo prudentemente ed arrivata ad un’altezza di circa due metri mi avventurai su un passaggio particolarmente difficile per una principiante e rischiavo di cadere quando sentii la sua mano appoggiarsi solidamente al mio sedere per sostenermi e lui dal basso mi diceva
“prendi con la mano sinistra quella presa, poi sposta il piede sull’altra”
Io non capivo più nulla e alla fine caddi rimanendo appesa alla corda di sostegno.
Lui si avvicinò sorridendo e mi disse “come inizio va bene lo stesso, vedrai che col tempo migliorerai”
La sera quando mi stesi sul letto e continuai a pensare alle sue mani e mi sditalinai violentemente raggiungendo in breve un orgasmo travolgente.
Nei mesi seguenti le lezioni proseguirono, diventai bravina e mi presi una solenne cotta per Roberto, lui sembrava non dimostrare niente nei miei confronti ma i suoi palpeggiamenti si facevano di volta in volta meno casuali.
La svolta avvenne una domenica mattina quando lui con la scusa di perfezionare la tecnica mi invitò in palestra dato che si era fatto dare le chiavi da Pietro.

Arrivai verso le 9. 30 e lui si stava allenando in parete con addosso solo i pantaloncini, quando mi vide scese e mi salutò con un bacio sulla guancia e mi disse
“ti devo confessare che mi sono preso una cotta per te, spero che non te la prenderai ”
Io lo guardai e gli dissi “non avrei mai sperato di sentirti dire questo” e lo bacia sulla bocca.
Lui mi sollevò con le braccia e mi depose su un materassino e incominciò a baciarmi sul collo sfregandosi il pacco sul mio inguine.
In breve mi ritrovai nuda con il suo maestoso uccello in mano al quale facevo una lentissima sega, lui ansimava e mi titillava i capezzoli pizzicandoli leggermente.
Si accucciò quindi fra le mie gambe e cominciò a leccare la mia fessurina fermandosi sulla clitoride facendomi perdere il lume della ragione.
Continuò per alcuni minuti e io gli venni in bocca scaricandogli una quantità di umori come non ne avevo mai prodotto neanche con Marcello.
Marcello !! Già, me ne ero dimenticata, il mio futuro marito. Ignorai il pensiero e mi dedicai al maschio che mi stava eccitando come non mi era mai capitato.
Lui intanto stava cercando di infilare un dito nella mia fichetta ma si fermo quando vide un’ombra di dolore passare nei miei occhi.
“Sono vergine” dissi “ma te la voglio dare lo stesso”
“Sarò delicatissimo ” e detto questo si alzò e si avviò verso l’armadietto dei medicinali e ritornò con un vasetto di crema bianca che era usata per i massaggi.
Prese un po’ di crema e me la mise sulle dita chiedendomi di spalmargliela sul cazzo mentre lui con l’altra mano aveva cominciato a ungere la mia vulva per bene.
Al termine dell’operazione mi fece sdraiare mi sollevò le gambe verso l’alto e puntò la cappella sul mio pertugio spingendo dolcemente provocandomi un po’ di fastidio.
Lui si fermò e mi guardò scrutandomi e io in tutta risposta gli afferrai i fianchi e lo tirai verso di me facendolo entrare di colpo fino in fondo.
Rimasi senza fiato per il dolore improvviso ma non mi ritrassi, lui rimase fermò per un attimo poi cominciò a pomparmi lentamente fino a portarmi ad un orgasmo devastante che mi lasciò senza fiato ed anche lui venne inondandomi la fica del suo caldo sperma.
Quando mi alzai ed andai a lavarmi nel bagno delle ragazze un rivoletto di sangue misto a sperma scorreva sulle mie cosce ma io mi sentivo felice come non lo ero mai stata.
Ero finalmente una donna…
Marcello lo lascia la sera stessa e tra qualche mese sposerò Roberto, forse non sopporto le tradizioni… FINE

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Luce bassa, notte fonda, qualche rumore in strada, sono davanti al pc pronto a scrivere il mio racconto erotico. L'immaginazione parte e così anche le dita sulla tastiera. Digita, digita e così viene fuori il racconto, erotico, sexy e colorato dalla tua mente.

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