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Che pulizie!!!

Da un paio di settimane era stata assunta nella mia ditta una signora per la pulizia degli uffici.
Avrà avuto sui 43 anni, molto carina, bionda, non molto alta ma con un corpicino che riempiva con curve da sballo il suo camice da lavoro ma soprattutto con due tette da fare invidia ad una ventenne.
In quel periodo purtroppo dovevo fermarmi in ufficio sino a tardi per concludere un lavoro urgente; ultimamente Sonia, così si chiama, si fermava più del tempo necessario per pulire il mio ufficio; ho colto al volo il segnale e così, una chiacchiera tira l’altra, ci siamo trovati a fare chiacchiere molto intime: ho notato che ogni volta, prima di andarsene, aveva gli occhietti lucidi segno che le mie parole non gli erano indifferenti.
Purtroppo mi dovetti recare in ufficio anche un sabato pomeriggio; vi trovai Sonia intenta ad ultimare il suo turno di lavoro.
Salutandomi, felicemente sorpresa per la mia presenza, mi accolse subito con battutine del tipo
“troppo lavoro fà male all’uccello”,
“se pensi troppo alle pratiche ti dimentichi come è fatta la figa” e così via …
Purtroppo era talmente urgente il mio lavoro che dovetti mio malgrado sedermi alla scrivania ed iniziare a lavorare.
Dopo meno di mezz’ora vidi arrivare dal corridoio deserto Sonia ‘in abiti civilì: truccata quanto basta, indossava un camicetta di seta nera ed una gonna che a metà coscia lasciava intravedere un paio di calze autoreggenti.
Prima ancora che mi fosse vicina potevo sentire il suo profumo nell’aria.
La prima cosa che notai quando mi fù abbastanza vicina era che non portava il reggiseno e che aveva due capezzoli già belli gonfi e duri; si avvicinò alla scrivania appoggiandosi con i gomiti lasciandomi ad un paio di spanne dal naso, una visuale da sogno della sua scollatura: la visione delle sue bellissime e sode tette mi fece sussultare il cazzo nelle mutande.
Sonia fece il giro della scrivania, mi fece spostare un po’ quindi si sedette davanti a me sulle mie carte, lasciando le gambe
leggermente aperte: sarà stata pura immaginazione ma in quel momento mi sembrò di sentire il profumo di umori vaginali.
Si accorse del rigonfiamento dei pantaloni e così cominciò ad accarezzarmi con i suoi piedi attraverso la stoffa: subito si accorse che oramai avevo un cazzo come un birillo.
Si è messa in ginocchio davanti a me e levandomi i calzoni ha proseguito le sue carezze direttamente sul mio cazzo che aveva una cappella talmente infuocata …
Con un veloce movimento si liberò dei suoi vestiti e rimase solo con le autoreggenti ed una mutandina di pizzo nero decisamente fradicia di umori.
Ci sdraiammo sulla mia scrivania e ci legammo in un forsennato 69; non riuscivo con la lingua a tenerle pulita la sua meravigliosa figa, godeva infatti come una matta, aveva un orgasmo dietro l’altro.
Dopo una buona oretta di reciproche leccate finalmente ho goduto anch’io facendo quasi soffocare Sonia per la copiosa sborrata che gli ho scaricato in gola.
Entrambi esausti, siamo rimasti così con i nostri sessi nella bocca dell’altro per qualche minuto, il tempo di farmi tornare il cazzo duro grazie alle leccate di Sonia (che intanto mi aveva anche infilato due dita nel culo).
Quando il cazzo fu duro al punto giusto Sonia me lo prese in mano e se lo portò direttamente nella sua calda figa cominciando una furiosa cavalcata; ogni suo movimento faceva ballare le sue bellissime tette; venne tre volte con il mio cazzo duro in pancia; avevo le palle che mi facevano male per lo sforzo di non godere.
Ogni volta che si alzava sul mio cazzo, sembrava volesse farlo uscire dalla sua figa inondata dalle sue godute, invece faceva arrivare le sue piccole labbra fino alla cappella e poi si ributtava tutto dentro.
Non seppi resistere più e le venni dentro; potevo sentire come era piena ad ogni movimento; si alzò dal mio cazzo e si sedette con la figa sopra la mia faccia: mi disse
“adesso vediamo se anche tu sei bravo nelle pulizie: leccami via tutto il seme che ho dentro”, costringendomi a leccarle tutta la figa: oltre alla mia precedente sborrata le leccai anche altre due sue godute che il mio giochino di lingua riuscì a procurarle.
Il lunedì successivo il mio capo si incazzò per il lavoro non finito, dicendomi che avrei dovuto lavorare sino a sera tardi per tutta la settimana ma io non mi lamentai affatto: quella settimana Sonia faceva il turno serale … FINE

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