Silvia andava spesso dal commercialista.
Normalmente stava fuori sede tutta la giornata dato che le cose da esaminare con lui erano complicate.
Io lo conoscevo personalmente, era anziano ed ero sicuro che non potesse attirare minimamente le fantasie di Silvia.
Un giorno, per caso, sono in piazza Castello, sono le dieci di mattina, e con grande sorpresa vedo la mia donna seduta ad un caffè.
Telefono al suo ufficio chiedendo di lei:
“Non c’è è dal commercialista e non rientra”.
Penso che abbia voluto fare un giorno di festa.
Torno a sbirciare nel bar e noto che si guarda intorno squadrando le persone che vanno e vengono.
Ad un certo punto la vedo che punta un giovanotto prestante.
Lo fissa spudoratamente negli occhi, fino a che lui non le rivolge la parola, poi gli fa cenno di sedersi.
La svergognata accavalla le gambe facendo aprire lo spacco della gonna e mostrando una coscia.
è chiaro a tutti i presenti a cosa punta.
Figuriamoci il suo interlocutore.
Vedo che lui paga ed escono insieme.
Credo di sapere cosa succederà, salto in macchina e volo a casa come un razzo.
Nascondo la macchina poco lontano e corro dentro.
Ho i minuti contati, penso.
In casa abbiamo un impianto con apparecchi telefonici intercomunicanti in quasi tutte le stanze, compreso uno studio in taverna.
Li programmo in modo che tutti trasmettano in viva voce e quello in taverna riceva, e poi aspetto.
Si apre la porta e sento i due entrare chiacchierando.
“Siediti sul divano, ti porto da bere.
“Ma tu vai sempre a rimorchiare nei bar?
“Non sempre, oggi ho detto che andavo dal commercialista, ma non avevo voglia. Mi sono però venute altre voglie..
“E tuo marito?
“è al lavoro, sa che sono un po’ porca ma questo non lo immagina..
Per un po’ non sento altro che fruscii di abiti, ma conoscendo il tipo so che l’audio non mancherà.
Infatti cominciano i gemiti ed i sospiri.
La vaccona parla volentieri e si eccita con le parolacce.
“Che bel cazzone grosso.. mi piace tanto menartelo.. piano con le dita nella figa, muovile piano.. bello.
“Sei una figona stupenda, ho avuto proprio fortuna ad incontrarti.
“Si dimmelo, che ti piaccio, dimmi tutto quello che vuoi, mi arrapa..
Sei una troiona, cazzo come succhi, continua così non fermarti.
“Infilami un dito anche nel culo, dai.
“Si ti chiavo e ti inculo con la stessa mano, accidenti come ce l’hai aperto. Scommetto che lo prendi spesso nel culo, vero..
“Siii mi piace tanto, forse lo do anche a te se mi fai arrapare, parlami.
“Succhia, puttana, leccami la cappella e i coglioni, fammi sborrare, intanto ti preparo il culo con le dita.
Io, in taverna ero arrapato come una bestia e mentre sentivo i due porci mi stavo menando il cazzo.
“Adesso chiavami come si chiavano le puttane, dai.
“Si tieni tutto il cazzone grosso nella figa. senti che bei colpi..
“Mi piace, sbattimi forte, se mi fai godere mi faccio inculare.
“Tieni troia, il cazzone che ti sfonda, godi porca lavami il cazzo.
“Godo, godo, mamma mia godo..
Silenzio per qualche istante, mentre il mio cazzo schizza sul pavimento.
“Adesso girati che..
“Aspetta che mi allargo le chiappe con le mani..
Adesso, spingi la punta.. ecco è dentro aspetta un attimo.. adesso spingilo tutto fino ai coglioni.
Si sente un urlo.
“Cazzo.. è grosso, comincia a muoverlo, inculami..
Adesso più forte, riempimi, dimmi che sono una troia.. ti prego..
“Certo che sei una troia, una vacca, una puttana..
“No puttana no, non mi paghi mica, anche se mi arrapa l’idea..
“Allora, puttana, se lavori bene ti pagherò, vuoi?
“Siii, mi fai impazzire, chiavami il culo, sfondami, riempimi di cazzo e di sborra..
Vacca, vacca, puttana sto per sborrare, ti sborro nel culo..
“Si, la sento che mi schizza nell’intestino, dammela tutta la tua sborra..
Di nuovo un attimo di silenzio.
“Adesso, puttana, mi pulisci il cazzo con la bocca..
“Ma.. non vedi che è sporco di..
“Fallo, troia, sei una puttana che deve fare quello che chiede il cliente che paga.
Sento un rumore che conosco bene: la bocca di Silvia che succhia rumorosamente il cazzo.
“Così, così, strizzalo con la mano e bevi le ultime gocce e poi puliscilo bene.
“Adesso mi paghi?
“Si tieni, credo che il tuo culo possa valere 100 mila lire.
Dopo poco se ne vanno e, preparandomi ad uscire anch’io vado in soggiorno: sul divano c’è una macchia di bagnato che so benissimo cosa è.
Torno in ufficio e poco dopo mi telefona Silvia.
“Ciao, sono in giro, ero dal commercialista ma ho finito presto. In una svendita ho trovato della biancheria stupenda.
Vorrei inaugurarla stasera, hai voglia di andare nel locale di Franco e Tina?
“Va bene, allora passa da me che ceniamo fuori.
Mi viene a prendere, tutta euforica, felice.
(lo so io, razza di troia, perchè sei felice).
Ceniamo in un nuovo ristorante ed alle 10 entriamo nel locale.
Quella puttanona… ha dato appuntamento qui a quello che la ha inculata oggi, lui è gia qui.
Faccio finta di nulla e i due maiali fanno finta di non conoscersi.
Dopo un po’ cominciamo a giocare con una altra coppia e mentre sto chiavando una fighetta stretta e piacevole, Silvia in ginocchio spompina il marito di lei.
Allungo una mano sul didietro della mia donna: il buco del culo è spalancato come una caverna.
L’uomo di prima si siede a fianco a quello col cazzo nella bocca di Silvia, e tira fuori un coso grosso e duro.
Silvia comincia a spompinare a turno tutti e due con rumori osceni di risucchio.
Non me ne frega un cazzo, io continuo la mia favolosa chiavata.
La vacca salta a cavallo del cazzo del marito e si allarga inequivocabilmente le chiappe: il cazzone appare immediatamente dietro di lei ed entra come nel burro.
Comincia un concerto di mugolii, strilli, parolacce.
Quella sotto di me comincia a godere come una forsennata, mentre la chiavo si sgrilletta con una mano e con l’altra strizza una tetta a Silvia.
Questa salta tra i due come indemoniata.
“Riempitemi bastardi, figli di troia, fatemi godere.
Quello dietro la pompa con una foga spaventosa, sembra che la sfondi. Finiamo tutti insieme con un ululato collettivo, nell’aria c’è un fortissimo odore di figa e sborra.
Silvia va alla toilette.
Dopo poco vado anch’io, ma dalla porta vedo Silvia che riceve inequivocabilmente del denaro dall’uomo col cazzone.
“Grazie, mi hai fatto godere in modo duplice, col tuo cazzo e con i soldi.
Vuol dire che comprerò un cappello nuovo a mio marito, ne ha proprio bisogno.
(Si con i buchi per le corna! ) FINE
