L’estate scorsa andai in vacanza con una mia compagna di scuola, con il suo ragazzo ed altri amici.
Lei mi piaceva molto e sicuramente lo sapeva.
Un pomeriggio mentre il suo ragazzo e i miei amici erano in spiaggia lei mi venne vicino nel divano, indossava un costume che lasciava intravedere ogni sua forma.
La guardai eccitato e cominciai a baciarla (lei stranamente non oppose resistenza eppure la consideravo una ragazza fedele), con le mani iniziai ad accarezzargli il collo, poi lentamente scesi verso i suoi seni.
Gli levai il costume lasciando nude le sue tettine.
Con le mani giocherellavo con il suoi capezzoli irrigiditi.
Le baciai il collo e scesi fino al suo seno.
Iniziai a mordicchiargli i capezzoli facendoli diventare ancora più duri.
Con una mano intanto, risalii tutto il corso della sua gamba, dal polpaccio all’interno del ginocchio, sull’interno della coscia fino all’attaccatura degli slip e la sfiorai, sentii qualche cosa di caldo, sentii che era umida.
Staccai la bocca da quelle meravigliose montagne e lentamente gli tolsi gli slip bagnati dai suoi umori.
Con la mano andai ad accarezzargli le labbra della fichetta. Introdussi prima un dito e poi un altro e cominciai a muoverli prima lentamente e poi con ritmo frenetico fino a farla venire.
Decise che ora toccava a lei divertirsi con il mio affare.
Mi fece sdraiare nel divano, mi aprii i pantaloni e lo afferrò.
Iniziò a toccarne la punta con le dita e continuò ad esplorarlo con entrambe le mani.
Stavo per scoppiare quando con la lingua iniziò a leccarmi le palle poi salì fino alla punta e se lo pose in bocca.
Ebbi un orgasmo incredibile e gli sborrai in pieno volto.
Restammo entrambi a riposare per alcuni minuti trascorsi i quali vidi che aveva iniziato a masturbarsi osservando la mia asta ancora semi rigida.
Capii che non era ancora soddisfatta e così dopo avergli aperto le gambe cominciai a leccargli lentamente tutto il taglio indugiando quando arrivai al clitoride.
Lei con le mani mi spingeva dentro di se come se volesse far entrare tutta la testa.
Smisi contro il suo volere per riprendere un po’ fiato e quando vidi che il mio cazzo era ridiventato bello duro glielo introdussi dentro.
Godo ancora al pensiero di aver trafitto quella fichetta vergine. Inizialmente cominciò a gridare dal dolore, in quanto era la sua prima volta, ma poi il dolore si trasformò in piacere.
Quando fui sul punto di venire lo estrassi e la pregai di mettersi a 90.
Puntai il cazzo verso lo stretto buco del suo culetto e dopo aver dato alcuni colpi di reni cominciò a penetrare. In breve tempo raggiunsi l’orgasmo e gli sborrai proprio dentro il culetto.
Per alcuni giorni, in seguito a questo episodio, non abbiamo più potuto restare da soli ma una sera durante una festa in spiaggia la vidi passeggiare da sola in riva al mare, aveva un vestitino molto attillato da urlo.
Mi avvicinai lentamente notando con interesse che nel suo vestito non c’erano i tipici segni della biancheria intima.
Le chiesi come mai non era alla festa con il suo ragazzo.
Mi rispose che l’aveva lasciato perché si era resa che in fondo non l’amava.
Camminammo ancora un po’ poi si fermò e mi chiese se volevo rifarlo.
Io accettai e lei cominciò a spogliarmi, strinse il mio affare tra le sue manine iniziando ad agitarlo su e giù; io intanto mi stavo occupando del suo vestito.
Quando lo tolsi vidi, come già avevo immaginato, che non portava la biancheria intima.
Iniziai a penetrare con le dita nella sua fichetta già tutta bagnata.
In seguito convinsi a tuffarsi in acqua dove cominciai a strofinare il mio cazzo tra le labbra della sua gattina ricoperta di folti riccioli biondi.
Lei venne in questa posizione più volte dopo di che sfinita ritornò nel bagna asciuga dove venni a cavalcioni delle sue tette. FINE