La provocazione

Era da tempo che la mia segretaria, ridendo e scherzando, continuava a provocarmi.
Non la considero una bella donna, ma è sicuramente molto appariscente e provoca una carica erotica non indifferente.
Lei è infelicemente sposata ed io felicemente fidanzato.
Abbiamo un buon rapporto di amicizia, ma spesso le sue scene di gelosia mi lasciavano imbarazzato.
La desideravo, ma ero riuscito sempre a mettere un limite a questo gioco per evitare guai peggiori.
Una mattina arrivai in ufficio e prima di uscire per la nostra settimanale missione a Milano restai un po’ a chiacchierare con lei nel suo ufficio.
In realtà fu lei a chiamarmi per un finto problema, solo per vedere la mia reazione al suo abbigliamento, provocante come non mai.
Indossava un abito bianco molto corto e mentre gli sedevo di fronte lei spinse la sedia indietro.
Era impossibile non vedere ciò che voleva mostrare.
Le cosce erano leggermente, e volutamente, aperte in modo da mostrare le sue mutandine.
Iniziò a parlare dei problemi che aveva con il marito, ma io non riuscii ad ascoltarla perché attratto da quella visione.
Eravamo li e chiunque passasse non poteva accorgersi di quello che stava succedendo.
Avevo provato più di una volta ad avere un rapporto con lei, ma tutti i tentativi rimasero solo chiacchiere e gioco.
Dopo un buon quarto d’ora lei fece ‘fintà di essersi accorta che la stavo guardando tra le cosce e pur rimanendo in quella posizione incroociò le gambe.
Ritornò la mia attenzione sulle sue parole, ed il fatto che volle la mia attenzione significava solo che riteneva importante quello che mi stava dicendo e che voleva sentire un mio parere e consiglio.
So che lei tiene molto a questo.
La cosa prosegui in taxi e poi arrivammo al lavoro.
Ci dividemmo i compiti e ci siamo dati l’appuntamento per il pranzo, come spesso accadeva.
Fortunatamente la giornata era tranquilla, perché io avevo sempre nella mente quella visione e la voglia di entrare dentro di lei si fece sempre più forte.
Non vedevo l’ora di pranzare, credendo che non succedesse nulla, come nelle altre volte.
A pranzo andammo in un posto ‘insolitò, distante e nascosto, da quelli solitamente frequentati dai nostri colleghi.
Lei iniziò a farmi domande sulla mia ragazza e come procedevano le cose a livello sessuale.
Fortunatamente le cose procedevano bene, avevo trovato una ragazza senza grandi inibizioni ed eravamo entrambe soddisfatti dalle nostre prestazioni.
Iniziai a scherzare con T. sul fatto che mi sembrava una bacchettona, pur avendo un aspetto da mangia-uomini.
Iniziai a scherzare sul fatto che pur apparendo come esibizionista alla fine aveva paura di mostrare la sua vera natura da porcellona.
Scherzavo su questo, ma la stavo in realtà provocando, sfidando, fino a vedere il suo punto di ‘cedimentò.
Lei chiaramente negò tutte le mie provocazioni e questo fu il segno che avevo fatto centro.
Le dissi che se si sentiva così libera di sbattermela in faccia, nel suo ufficio, non avrebbe avuto problemi a seguirmi nel bagno degli uomini e farmi un pompino da ricordare per il resto della vita.
La sfida ormai era iniziata.
Dopo il caffè mi alzai e andai nel bagno, ma in quel momento non pensavo che a fare i miei bisogni.
Entrai nel bagno e non feci in tempo ad aprire la porta che mi sentii spinto dentro.
La porta si chiuse e vidi le sue mani che rapidamente mi stavano aprendo la patta.
Lui era ancora addormentato, quando lo sentii entrare nella sua bocca e strofinarsi tra le sue labbra.
Rapidamente si svegliò e quando raggiunse il massimo, cominciai a scoparla in bocca.
Lei non fece alcuna opposizione.
Le mie anche strofinavano il suo viso e i miei colpi si fecero più intensi.
Stavo per godere e le venni in bocca.
Lei bevve e continuò a succhiare ancora un po’.
Alla fine lei si alzò e ci baciammo. Iniziai ad accarezzarla tra le cosce, ma lei mi fermò, dicendo che non c’era più tempo per fare altro.
Sorridendo usci dal bagno.
Quell’incredibile pompino mi lasciò desideroso entrare dentro di lei, ma per questo dovetti attendere solo il giorno seguente.
Passammo la giornata a scriverci messaggi di quando era stato bello tutto questo e che avevo voglia di scoparla.
Non volevo che quello che era successo nel bagno del bar, che quella sua bocca vogliosa, fosse il nostro unico ricordo.
Il giorno dopo lei si presentò al lavoro in modo indisponente, nei miei confronti, e se la tirava una casino. FINE

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