Carmela e Simona, si recarono nella scuola dei loro figli più grandicelli, chiamati dai professori esasperati dalla vivacità dei due monelli, che avevano poca voglia di studiare e molta di rompere i coglioni a insegnanti e compagni.
Il professor De Rossi preside della scuola conosceva già le due donne, e tutte le volte che aveva avuto modo di parlarci il cazzo gli si era indurito, le due giovani mammine erano veramente delle belle fregne, entrambe alte, una magra Carmela, l’altra più in carne Simona, tutt’due troie, adesso l’anziano insegnante cè l’aveva davanti, nell’orario scolastico erano chiusi nella stanza dei professori oltre a loro c’era anche il professore di educazione fisica Semeraro, anche lui a cazzo duro alla presenza delle due sorcone .
Il preside indicò alle due di sedersi, e poi cominciò l’abituale conversazione tra professore e genitori, i ragazzi sono inteliggenti ma non si applicano ecc.
Semeraro in tuta ginnica mostrava senza vergogna la sua erezione, che le due donne guardavano eccitate.
Intanto il preside continuava a tirare virtualmente le orecchie alle due mammine, dicendogli di essere più dure con i loro figli, e viziarli di meno. Le due trucidone si guardarono e sorrisero, i loro figli erano due viziati, loro due viziose.
Vedendole sorridere il Preside un po’ incazzato disse. – Altrimenti sarò costretto a sospenderli per un po’.
Le zoccole smisero di sorridere.
Al che intervenne Semeraro. – Sù via preside non gli pare di esagerare, sono due bambini un po’ vivaci, sono sicuro che queste due giovani mammine, parleranno con loro, e gli faranno capire come comportarsi a scuola, vero?
– Ma certo. – Risposero in coro le due.
Poi Carmela continuò rivolgendosi alla sua amica seduta di fianco. – Simona perchè non fai vedere la sorca ai professori, l’aprezzeranno di sicuro.
Simona si alzò dalla sedia, tra le due era l’unica che indossava la gonna, l’alzò mostrando la fregna pelosa ai due professori, dicendo. – S’e vi diamo la fregna e il culo, sarete un po’ più indulgenti coi nostri ragazzi.
– Ma certo, vero preside? – Disse il professore di fisica avvicinandosi a Carmela ancora seduta che si ritrovò a ciucciargli il cazzo.
L’altro professore perdendo la sua abituale compostezza allungando un braccio sopra la scrivania infilò una mano tra le coscie di Simona, che gentilmente gli offriva la fregna.
Le due ninfomani, avevano la situazione in pugno, Simona sorrise quando vide l’anziano professore scavalcare agilmente la scrivania e tirarsi fuori il cazzo. La prese per le natiche attirandola verso di sè.
– Bella puttanona mia, vieni qui, fammi mettere il cazzo nella fregna e tuo figlio lo faccio laureare direttamente. – Disse l’uomo mentre infilava l’arnese in quella zozza mammina insieme alla faccia tra le tettone.
Intanto Carmela sbocchinava l’altro professore da far suo, l’insegnante sentiva l’uccello affogare nella bocca umida e calda, la mano era corsa alle tettine e ne stringeva una che ci stava tutta nel palmo della mano dicendo. – Ahhhh che bocchinara che sei siiii.
– Ummh, cel’hai bello duro tesoro, pronto per fottermi. – Disse Carmela, alzandosi e sbottonandosi i pantaloni che tirò giù fino alle ginocchia poi si sedette di nuovo e s’è li fece sfilare dall’uomo, che una volta tolti di mezzo gli strappò il perizoma la fece mettere a pecorina sopra la scrivania vicino all’altra coppia che scopava.
– Tieni puttana, senti che cazzo, senti come mè l’hai fatto intostare. – Disse il prof di fisica, infilandogli il cazzo nella fregna e cominciando a scoparla tenendola per i fianchi, il gusto che provava era amplificato quando affondava dal contatto con le belle chiappe sode della troia.
Intanto Simona gemeva senza ritegno, il vecchio prof gli stava stantuffando il cazzo nella sorca in modo violento, l’uomo sudava e sbuffava, tanto che la troia preoccupata sperava che non gli prendesse un colpo.
Carmela a pecorina, godette scuotendo il culo, guardò l’uomo e gli disse. – Rompimi il culo porco, la fregna e soddisfatta, adesso sfondami il culo.
Il professore di fisica, era giovane e prestante non ebbe nessuna difficolta ad accontentare la madre di uno dei suoi alunni, sfilò il cazzo viscido dalla fregna bagnata dai succhi dell’orgasmo per spingerlo nel buco del culo rotto e accogliente della porca piegata davanti a lui, dicendo. – Hooo, madonna chee culoooohhh sfondato.
Anche Simona in piedi con le mani dell’uomo che gli artigliavano le chiappe e il cazzo che senza tregua la scopava, ebbe il suo bell’orgasmo.
Il preside rosso in faccia, con voce roca disse. – Finalmente sei venuta bagasciaaah, adesso tocca a me, preparati sto per… per… inondarti la fregnaaahh. – E così fu, l’anziano scopatore riempì la fregna della giovane mammina di tanta di quella sborra che la maggior parte colò fuori dalla sorca tra le coscie di Simona.
L’uomo soddisfatto cadde a peso morto sopra una sedia. Carmela intanto gemeva forte un’altro orgasmo, accompagnando la sborrata del suo inculatore che continuava a pompare la rotta in culo finche il suo cazzo non perse consistenza.
La campanella della ricreazione suonò proprio mentre le due vacche spompinavano i due prof, nella speranza che il cazzo gli si drizzasse di nuovo, avevano cambiato i partner, Simona c’era quasi riuscita a farlo drizzare all’uomo più giovane, Carmela non aveva speranza con l’altro il suo cazzo non dava più segni di vita. Dovettero lasciar perdere, il vociare dei bambini che si rivarsavano nei corridoi e l’imminente arrivo degli altri insegnanti consigliava prudenza, il perizoma stracciato di Carmela venne gettato nel cestino dei rifiuti sotto delle cartacce.
E infatti dopo un minuto gli insegnanti entrarono nella stanza, ma ciò che videro erano due normali mamme sedute che parlavano con i professori dei problemi riguardanti i loro figli, ignari dell’ammucchiata indecente che c’era stata tra i loro colleghi e quelle due mangiacazzi.
– Il preside s’alzo, salutò le zoccole dicendogli. – La settimana prossima abbiamo organizzato una recita, spero che verrete.
-Ma certo non mancheremmo per niente al mondo. – Disse Simona.
Il cazzo dei prof, ebbero uno spasmo, la troia aveva risposto in un modo che lasciava aperta la speranza ai due d’affondare il cazzo di nuovo nelle fregne sfondata delle due zoccole, magari scambiandosele.
i due prof salutarono ancora le due trucide madri, rassicurandole sul trattamento che avrebbero avuto i loro figli da oggi in poi.
Le due zoccole senza mutande incrociarono i loro bambini nel cortile che mangiavano la merendina, in tasca ne avevano altre rubate o tolte con la forza agli altri bambini, le vacche li sgridarono, ma non servì a nulla dopotutto quelle creature erano letterarmente due figli di puttana.
Alla recita partecipavano come attori anche i figli delle ninfomani, che si recarono alla scuola con i rispettivi mariti e figli più piccoli nei passegini, con disappunto dei professori che credevano di non poter più scopare e inculare le due baldracche, non avevano idea che le due non avevano problemi a trovare una scusa per mollare i bambini ai mariti e andare a farsi fottere.
E cosi fecero, la recita si teneva nella palestra, dopo che ebbero preso posto, Carmela guardò Simona gli fece l’occhiolino e disse. – Andiamo Simona?
– Dove andate? -Chiese il marito.
– Dobbiamo aiutare i ragazzi a cambiarsi. – Disse Simona ed era vero.
– Ma dopo tornate qui? – Domandò il marito di Simona.
– No rimaniamo dietro il palco, cosi vogliono gli insegnanti. – Disse Carmela.
Le due troie andarono dietro il palco, fecero le brave mammina aiutarono i loro pargoli a cambiarsi e a ripassare la parte, nessuno degli altri genitori e degli insegnanti sospettavano minimamente la voglia che gli infiammava la fregna.
La recita cominciò. Sia davanti che dietro il palco l’attenzione di tutti era rivolta ai piccoli attori, tranne il professore di ginnastica, che andò dietro le maiale che ridevano, e gli tastò ad entrambe contemporaneamente il culo.
– Ohh, pensavamo che vi foste dimenticati. – Disse Simona con un dito nel culo.
– Nient’affatto, seguitemi nell’aula dei vostri figli, puttane c’è una bella sorpresa.
Incuriosite le due zoccole aspettarono un po’ e poi andarono ; entrarono nell’aula in penombra grazie alle tapparelle abbassate quasi del tutto, accesero la luce e si trovarono al cospetto oltre agli insegnanti che già l’avevano chiavate, altri due professori dei figli, quello d’italiano e quello di matematica.
– Che vi avevo detto cari colleghi, le mamme dei due scassacazzi sono due succhia cazzi, visto che non possiamo punire loro puniremo quelle troie delle loro mammine. – Disse il preside, vestito elegantemente ma con l’uccello fuori dai pantaloni.
Simona e Carmela si guardarono e si passarono la lingua tra le labbra, le fregne gia eccitate presero fuoco dalla voglia, gli insegnanti dei figli stavano per riempirle di sborra.
Sedetevi al primo banco puttane. – Ordinò autoritario il preside.
Il preside si sedette alla cattedra, gli altri nei banchi dietro le due zoccole.
– Adesso faccio l’appello. – Cominciò il vecchio prof. – Rottainculo Carmela.
– Presente.
– Svuotapalle Simona.
-Presente.
– Oggi interroghiamo, cominciamo con la matematica, venga professore. – Disse il preside serio.
Il professore di matematica s’alzò e si misè vicino alla lavagna, e chiamò. – Svuotapalle Simona, vieni alla lavagna.
Simona andò sculettando, la recita che gli avevano organizzato quella banda di maialoni era meglio dell’altra che si svolgeva in palestra.
-Prendi il gesso e scrivi, s’è prendi un cazzo in culo, uno in fregna e l’altro in bocca quanti cazzi fanno?
Simona sbagliò apposta la cifra, e scrisse cinque.
Il prof s’incazzò. – Ma sei proprio una bagascia, come fai a sbagliare un problema così semplice, eppure sui cazzi dovresti sapere tutto .
– E perchè penso sempre al cazzo, professore non riesco a concentrarmi. – Si giustificò Simona facendo il muso da bambina che contrastava con il suo bel fisico da donna fatta.
– Io non sò più cosa fare con questa mignotta, preside. – Disse l’insegnante.
– Bisogna punirla ecco cosa dobbiamo fare. – Disse alzandosi dalla cattedra il preside, battendosi il palmo della mano con una bacchetta.
Simona rimase in piedi, l’uomo gli alzò la gonna con la bacchetta scoprendogli la sorca pelosa.
– Non porti mai le mutandine a quanto vedo?
– Mi danno fastidio.
– Mettiti a pecorina appoggiata alla cattedra, verso i tuoi compagni, puttana.
Simona esegui, Carmela e gli altri insegnanti avevano la visione piena del culo di Simona coperto dalla gonna. Con la bacchetta il preside l’alzo scoprendo le natiche e la fregna in cui si poteva notare una brillante eccitazione.
Carmela seduta al banco troppo piccolo per lei si era portata una mano tra le coscie, il preside la vide e vibrò una bacchettata sul banco. – Tieni le mani in vista troia -La rimproverò.
Poi con la solita bacchetta alzò di nuovo la gonna alla zoccola piegata sopra la cattedra. – Mi aiuti collega, apra le chiappe a questa donna oscena, facciamo vedere a tutti come diventano i buchi di una donna quando vengono utilizzati troppo spesso.
L’uomo prese le natiche di Simona e le allargò, il buco del culo sfondatissimo e dilatato venne alla luce, e le labbra della fregna si scostarono schiudendosi appiccicose di secrezioni.
Sentendosi tutta aperta e grondante, Simona chiese. – Scopatemi vi prego, mettemi il cazzo dove volete ma infilatelo, dai.
Il vecchio insegnante, diede un colpetto con la bacchetta tra le la labbra della fregna congestionata, Simona emise un gemito lascivo.
-Non parlare zoccola. – Poi rivolgendosi all’uomo che la teneva aperta e che guardava con occhi pieni di voglia quei deliziosi buchi. – Tu continua a tenerla così.
– Adesso Sentiamo come s’è la cava l’altra zoccola con l’italiano.
L’insegnante d’italiano andò alla lavagna e chiamò. -Rottainculo Carmela.
– Cosa devo fare professore. – Finalmente era arrivato il suo turno, Carmela aveva la fregna bagnata come la sua amica.
– Scrivi, sono una puttana rotta in culo dieci volte e attenta all’ortografia.
Carmela lo scrisse correttamente.
– Quest’altra troia e stata brava preside merita un premio, vero?
– Umhh, si chi fa bene dev’essere premiato per l’impegno, ci pensi lei collega. – Disse il preside.
Il prof d’italiano tirò fuori il cazzo, fece inginocchiare Carmela che lo prese in bocca.
Simona sempre nella stessa posizione guardava con l’acquolina in bocca l’amica che sbocchinava il cazzo di discrete dimensioni dell’insegnante.
– AAhhh, cari colleghi, mai, e ripetooo mai nella mia vita mi hanno ciucciato il cazzo, come sta facendo questaaah zoccola, ahhhh.
Carmela aveva troppa voglia e si faceva scivolare il cazzo in gola, lo tirava fuori e lo scapellava un po’ e di nuovo lo prendeva in bocca.
– Dannata bocchinaraaahh, io… io… sborroohh.
Carmela ingoio tutto rumorosamente.
– Adesso spogliati e siediti sul tuo banco a gambe aperte. – Gli ordinò il preside mentre Carmela si leccava le labbra.
– Ehm, signor preside, s’è permette io vorrei interrogare di nuovo la signora. – Disse l’insegnante d’italiano che continuava a tenere Simona per le chiappe, l’odore di quei buchi eccitati gli avevano fatto diventare il cazzo duro come un bastone di legno.
– D’accordo faccia pure.
L’uomo si sbottonò di corsa i pantaloni si misè dietro Simona e gli strusciò il cazzo, la fregna della donna sembrava risucchiarlo e la penetrò.
– Finalmenteeehh. – Dissero insieme, lei che lo prendeva, lui che l’infilava.
– Ahhh, siiii dai scopami, cossiiii, siiii. – Mugolava Simona che finalmente sentiva un cazzo entrargli nella fregna.
La recita in palestra continuava, i mariti delle due adultere si stavano divertendo un sacco, ma le mogli di più, per loro il gioco era finito l’eccitazione era al massimo, l’insegnante d’educazione fisica stava leccando la fregna di Carmela a coscie aperte sul banco che casualmente era quello del figlio intanto il preside salito su una sedia gli dava il cazzo da ciucciare.
Simona a pecorina continuava a deliziare l’uomo dietro di lei con la fregna mentre l’insegnante di matematica gli aveva messo il cazzo in bocca, dopo fu un esplosione d’orgasmi le donne vennero riempite di sborra, tutto tranne il vecchio preside fecero il bis inculando a turno le zoccole, che godettero oscenamente, mugolando e sospirando nell’aula dove i loro figli studiano poco ma rompevano tanto il cazzo , il prof di matematica aveva fatto mettere Carmela a pecora davanti alla lavagna gli aveva messo il cazzo nel culo l’aveva pompata e quando dovette sborrare lo fece sopra la lavagna dove c’era ancora scritto, sono una puttana rotta in culo , Carmela cì rimase un po’ male avrebbe preferito quella sborrata nel culo.
Simona era rimasta appoggiata alla cattedra e li aveva continuato a farsi scopare in fregna e in culo.
L’ammucchiata finì tutti i partecipanti erano soddisfatti, era ora che tutti tornassero ai rispettivi ruoli, le troie tornarono dietro il palco, la recita era finita gli insegnanti scherzavano con i genitori, e curiosi vollero vedere e conoscere i mariti delle baldracche che avevano reso quella giornata memorabile, almeno per loro.
L’indomani, gli alunni entrando a scuola, trovarono la scritta sopra la lavagna fatta da Carmela una delle quali sbafata di sborra. L’insegnante all’oscuro che lì c’erano passate le due genitrici ninfomani, diede la colpa ai figli delle due zoccole convinta che fossero stati loro che erano i più indisciplinati della classe, li portò dal preside che ovviamente sapeva chi era stato e si dimostrò molto comprensivo e non li punì, alla prima occasione avrebbe punito a colpi di cazzo nel culo quelle troie delle loro mamme. FINE