Da qualche anno convivevo con Cristina, quaranta anni mora snella piacevole con poco seno ma bel fisico. Il nostro rapporto però era destinato a terminare. Ognuno di noi era sempre indaffarato ed assorto nei propri pensieri. Lei era una donna-in carriera, io un rappresentante di prodotti alimentari. Anche sul piano sessuale la nostra intesa stava lentamente scemando. Avevo pochi amici con cui parlare, e gli unici con cui sfogarmi erano sempre irraggiungibili.
Lei aveva una amica, Anna, con la quale stava ore ed ore al telefono. Subito pensai che Cristina avesse allacciato un rapporto sentimentale con Anna, ma non trovai mai le prove. In casa tenevo la mia piccola collezione di video s/m, che tenevo diligentemente nascosti. Il s/m è stato sempre il mio piccolo mondo dove rifugiarmi nei momenti liberi. A poco a poco la mia relazione con Cristina stava naufragando, forse anche per la sua amicizia con Anna , che io odiavo, per il suo carattere autoritario, Lei era un tipo di donna abbastanza piacevole sui 45 anni bionda molto alta e snella.
Cristina doveva spesso recarsi all’estero per lavoro, quindi qualche volta la accompagnavo all’aeroporto. Capito che lei partì per la Germania e dopo vari giorni di assenza ricevetti una sua telefonata con la quale mi preannuncia il ritorno. Capii ma dalla sua voce che c’era qualche cosa che non quadrava. Mi recai all’aeroporto e la vidi uscire dalla zona passeggeri ben vestita, indossava un vestito scuro, stretto, con una ampia scollatura e calzava delle scarpe nere lucide con
tacco vertiginoso. ( Non avevo mai visto Cristina vestita così, sempre si lamentava di un piccolo tacchettino che le faceva girare la testa e odiava i vestiti stretti).
Appena la vidi ebbi una immediataerezione, quelle scarpe erano fantastiche. Ad ogni suo passo udivo il ticchettio dei tacchi che penetrava nella mia mente facendomi sognare. Mi sarei voluto inginocchiare per baciare i suoi piedi. Ritornato alla realtà incominciai a chiedermi cosa stesse succedendo. Anche Cristina era strana, quasi non mi rivolgeva la parola . Salii nella mia auto e ci dirigemmo verso casa. Durante il tragitto Cristina resto sempre muta, quasi indignata con me. Io . alla guida, ero eccitatissimo, cercavo con la coda dell’occhio destro di guardare le sue gambe. (Non capivo cosa stesse succedendo Cristina non si era mai vestita così per me). Ad un certopunto lei si tolse un scarpa riferendomi che aveva voglia di arrivare presto a casa. Quel lento movimento della sua mano nello sfilare la scarpa, mi fece sobbalzare il cuore, vidi la calza che cingeva il piede e mi spostai verso destra per sperare di assaporare un po’ di odore, che non tardò ad arrivare. Speravo che il viaggio durasse all’infinito, ma subito fui riportato alla realtà dalle parole, decise, di Cristina che mi parlò del nostro rapporto oramai alla fine.
Arrivammo a casa, salimmo le scale ed aprii la porta di casa. Appena dentro notai che le persiane erano chiuse, io le avevo lasciate aperte. Ebbi il terrore che un ladro avesse visitato casa. Dopo qualche secondo di imbarazzo ricevetti una spinta, non da Cristina che era rimasta indietro nelle scale. Scivolai a terra. Di scatto mi voltai per reagire, ma un individuo bendato , che intravedevo nella luce delle scale mi puntava un’arma. Volevo urlare, ma avevo la lingua inchiodata nella gola. L’individuo chiuse la porta ed accese le luci, speravo che Cristina non aprisse la porta, o quanto meno avesse intuito e fosse andata a chiedere aiuto. Una volta soli l’individuo mi gettò delle manette e senza parlare mi fece segno di metterle. Obbediì e le strinsi dietro la schiena. Ero completamente pietrificato. Con grande meraviglia l’individuo aprii la porta ed entrò Cristina. In quei secondi mi sentivo come un drogato che non ha più la dimensione della realtà. L’individuo armato si svestì ed era Anna che baciò Cristina. Anna era vestita con una gonna nera attillata, aveva un reggiseno a balconcinoi lucido che a fatica conteneva i suoi grossi seni. reggicalze rosso e calze a rete con scarpe nere con piccole borchie d’orate con tacco altissimo e sottile, nelle caviglie avevad ei braccialetti d’oro che abbellivano le sue sensuali gambe. Anna e Cristina mi rivolsero la parola dicendo che visto che amavo segretamente il s/m dovevo essere contento di improvvisarmi schiavo. Capiì che Anna e Cristina avevano una relazione e che avevano voglia di farmela pagare. Anna mi prese per i capelli dicendoche mi sarei dovuto occupare dei piedi stanchi di Cristina. Veramente non aspettavo altro. Mi avvicinai rapidamente, da quello posizione potei constatare che Cristina indossava dei reggicalze con calze lavorate e dopo aver sfilato la scarpa con i piedi, iniziai a leccare avidamente tutto il piede, che emanava un forteodore di cuoio e sudore. Tutto ciò mi eccitava da morire, avevo il membro duro da far male. Quell’odore pungente di sudore era un aroma inebriante.
Anna e Cristina non mi degnavano di uno sguardo e parlavano di altre cose, mentre io lappavo centimetro per centimetro del piede in fretta per non perdermi ingurgitarne tutto l’odore. Anna appena notò la mia contentezza mi guardò e disse che uno schiavo deve soffrire e mai deve godere. Prese allora il piede di Cristina ci sputò e mi costrinse a leccarlo. Con una certa riluttanza lo feci, ma sentivo che mi piaceva enormemente lappare un piede sporco e con la saliva di Anna. Improvvisamente mentre mi dedicavo al piede di Cristina, Anna mi disse di fermarmi e di rimanere dritto in ginocchio. Veramente non capivo cosa volesse, ma lei si alzò in piedi si alzò leggermente la gonna e mentre mi avvicinava il suo divino sedere in faccia e mise un peto tremendo, interminabile putrido e scoppiò in una risata. Ebbi quasi subito un piccolo conato di vomito, ma riusciì a contenerlo. Cristina si alzò e spingendo la mia faccia contro il sedere di Anna mi dissedi leccare in profondità. Con riluttanza iniziai a leccare, anche perche non potevo far altro così legato. Il buco del sedere di Anna era largo ma la era aspro e putrido dal peto. Dopo alcuni minuti di pulizia Anna si sedette dicendomi che tutto ciò non era che l’inizio della punizione e che avrei dovuto impararea gioire delle loro costrizioni. Io un po meno convinto dell’inizio annui e mi rimisi a leccare i piedi di Cristina. Stralunato dalla situazione chiesi dell’acqua, avevo la gola secca. Anna allora prese una sua scarpa la posò in terra e piegandosi con il bacino ci pisciò dentro. Fù breve, ma allagò la scarpa. Si avvicinòalla mia bocca e mi invitò a berla al posto dell’acqua. In quel momento capii che ra meglio soffrire la sete e non chiedere mai più nulla. Bevvi mal volentieri, ma alla fine Anna lasciò un po’ di liquido nella scarpa, la calzò di nuovo , la sfilò e mi ordinò di leccare iul piede ben bagnato.. . tanto per gradire.. .. .. questo non fu che l’inizio di una serie di situazioni nelle quali fui coinvolto dalle due donne. FINE