Era un venerdì pomeriggio, ero stato a fare visita a qualche cliente, nella zona di Pavia, terminato il lavoro ho detto: perché non andare a trovare le mie amiche, Manuela e Marika, le avrebbe senz’altro fatto piacere, detto fatto in dieci minuti ero sotto il portone, ho citofonato,
chi è?
sono Cristian,
il portone si è aperto, sono salito al terzo piano e ho suonato, ad aprire è venuta una stupenda ragazza di colore, ciao, io sono Guendi, sono una ragazza alla pari di Manù e Mari, andati al mare da genitori fino a lunedì, se vuoi telefonare io avere numero di mare, la ragazza parlava un Italiano comprensibilissimo, aveva 18 anni ed era al 5° anno di liceo scientifico, era molto bella occhi neri profondi, capelli corti ricci ricci, con i tacchi, era più alta di me, un fisico straordinario, una pelle vellutata e lucida, quando l’ho vista mi è andato il sangue alla testa, ero rimasto incantato, in quel periodo conoscevo solo donne di una bellezza travolgente, da buon osservatore, ave vo già guardato tutto quello che mi piaceva di lei, stava facendo il numero,
Manuela ciao, io sono Guendi, qui a casa c’è il tuo amico Cristian, io passo a te, ciao.
Manuela, come stai ok, mi fa piacere, i tuoi come stanno, sono contento, Marika, ah è andata a Milano dai suoi, anche lei rientra lunedì ok, senti Manù se non è un disturbo, io mi riposerei questa notte qui a Pavia, domani ti raggiungo al mare, devo vedere dei clienti, (balle dovevo andare a trovare mia moglie e i miei due figli) ma alla sera possiamo vederci sul molo, poi andiamo a fare il bagno, di sera è una cosa bellissima, ti chiamo quando arrivo, va bene, d’accordo, come, Guendi, be, io spero sappia badare a se stessa, ok ciao ciao un bacione. Allora tu dormire qui stanotte, si perché ti dà fastidio, no, io avere paura di notte da sola, il palazzo essere vuoto, se hai bisogno non sai come fare, non ti preoccupare bella gioia, ci sono io a proteggerti dai lupi, era una ragazza molto solare, era molto discreta, però parlava in continuazione, vestiva un curioso pantaloncino tutto sfraggettato, sembrava un gonnellino, aveva una magliettina attillata, il suo seno molto vistoso, metteva in evidenza i capezzoli prorompenti, insomma una bimba tutta da scoprire, entrai nel bagno e mi feci una bella doccia, lei stava preparando la cena e non voleva essere disturbata, io fare una cena che a te piace vedrai, e io dissi: mi raccomando però niente polverina, penso l’ultima parola non l’aveva afferrata, dopo la doccia guardai un poco il telegiornale, più che altro per sapere del traffico del sabato sulle strade del mare, poi ho spento perché d’estate ti fanno rivedere tutte cose fatte è rifatte. Guendi era pronta con la cena, perché ho sentito chiamare Cris, lei mi chiamava Crismi piace di più diceva, in Somalia i nomi vengono accorciati, è molto più pratico quando chiami, io mi chiamo Guendalina, ma i miei genitori chiamano Guendi, aveva cucinato un insieme di verdure, con un pizzico di riso il tutto molto piccante, a base di peperoncino, poi una bruschetta con tanto aglio, a me piaceva tantissimo, da bere birra gelatissima per smorzare il peperoncino, avevo lo stomaco in fiamme continuavo a bere birra, dopo cena ero pieno di birra, peperoncino e bruschetta, in un attimo ero addormentato in poltrona nel salotto, dopo un’oretta aprii gli occhi e vidi Guendi, che era in ginocchio davanti a me, con le mani e la testa appoggiate alle mie ginocchia, che dormiva anche lei, continuai a dare la sensazione che stessi dormendo, la sua mano posava proprio sul mio pisello, che pian piano si stava irrigidendo, ancora un attimo ed era pronto, lei di questo si era accorta, allora ha tirato giù la cerniera e con dolcezza lo ha cominciato prima a baciare, poi a succhiare era diventata la padrona del vapore, sembrava stesse leccando un ghiaccio lo al limone, quando lo vide bello dritto si tolse il pantaloncino, poi la magliettina ed anche lo scippino, si sdraiò sul divano davanti a me completamente nuda, era bellissima, si toccava il seno, giocherellava con i grossi capezzoli, con le gambe aperte vedevo la sua passera scura, ma nell’interno le labbra piccole erano di un piacevole rosa, con le dita appoggiate al clitoride, cominciò il massaggio era stupendo da vedere, il mio cazzo era li a farsi guardare, duro e grosso come una pannocchia, con la coda dell’occhio sbirciavo lei che continuava a masturbarsi con gli occhi chiusi, stava cominciando a godere, si capiva perché faticava a trattenere i gemiti, mi sollevai di scatto, non fece in tempo ad accorgersi, l’uccello penetrò dentro di lei senza avere il tempo di dire una parola, un sogno raggiunsi l’orgasmo insieme a lei, una goduria straordinaria le chiesi perché, si era comportata così mi rispose: che lei prende l’iniziativa tutte le volte che vuol fare l’amore, questa maniera diceva io godere di più, anzi molto di più, io mi misi a ridere, probabilmente Manuela e Marika, non le avevano detto niente di me, non sapeva nulla della mia lingua meglio così, la discrezione era sorprendente, Guendi doveva scoprire tutto da sola, in quell’istante mi venne in mente la nutella. Comunque dopo una bella doccia, bisognava andare a dormire, la ragazza andò nella camera degli ospiti, io invece in quella matrimoniale di Manuela, avevo regolato al minimo l’aria condizionata, avevo in dosso lo slip perché dormire nudo, non mi è mai piaciuto di notte sento freddo alla pancia, nel dormiveglia guardavo il lucernaio, dal quale filtrava un filo di luce, perciò mi accorsi che Guendi era entrata in camera, in un attimo me la trovai in piedi davanti al letto, si vedeva a malapena un minuscolo scippino bianco, oltre ai suoi denti bianchissimi e agli occhi luminosissimi, poi tutto nero con voce tre mula mi disse:
Cris ho paura, fammi dormire con te, naturalmente non glielo feci ripetere la seconda volta, mi spostai e lei si mise al mio fianco, emanava un profumo esotico, che mi fece pensare a cose meravigliose, mi girai verso di lei era troppo bel la, si tolse il minuscolo scippino, era la prima volta che abbracciavo una ragazza di colore, aveva labbra rosse morbide, denti che mentre la baciavo sembravano delle lampadine accese, un corpo da favola era deliziosa soltanto il palpare, mi eccitava da impazzire, era tutta bagnata, i suoi umori uniti al suo profumo, creavano un alone inebriante, ed intanto che le ciucciavo il suo bel seno, mi era venuta sopra, come se mi stesse cavalcalcan do era seduta sopra il mio pisello, che in mezzo alla sua calda passera diventava sempre più duro, avevo voglia di prenderla da capo a piedi, con una mano accesi la lampada che era sul comodino, volevo guardare la sua bellezza nei particolari, farle sentire la mia lingua dentro la sua bella patata, farle sentire la mia staffa in tutto il suo bel culo, si perchè aveva un culo tutto da esplorare, il suo profumo era estasiante, ormai il desiderio era di avere tutto di lei, con le mani sui glutei la feci risalire, mi portai con la bocca sulla sua fighina, mi domandò cosa stessi facendo, nessuno le aveva fatto provare, certe sensazioni, presi a succhiarle il clitoride, si contorceva dal piacere, con il pollice entrai nel suo culetto, ormai era in delirio urlava e si dimenava come un serpente, io ci davo dentro la mia lingua si muoveva, automaticamente lei con in mano il suo seno, si pizzicava i capezzoli a farsi male, gridava di un godere incontenibile, cinque minuti di orgasmo senza interruzione, poi l’urlo finale mi fermò con la testa, la spostai indietro, la sollevai un po’ e il mio stantuffo entrò tutto nel suo bel culone, le piaceva da morire gridava di gioia,
dai Cris tutto, Cris, dammelo tutto dentro, sborrami dentro, tutto dai fammi vennnire ancora una volta lo voglio, dai ammmmoore, fammi godeeeere ancora dai vennnnnngo vennnnngo, ammmore tutto in fica, dai dammelo e lo infilai nella sua figa, che era un lago di sborra, sembrava una selvaggia, gridava come se fosse in preda ad un malore.
La guardavo era disperata, tanto il piacere che aveva provato ed era finito, sarebbe andata avanti tutta notte, mi disse che non aveva mai provato niente del genere, forse in qualche libro erotico aveva letto di orgasmi così lunghi, disse che il suo ex ragazzo, non le piaceva baciar la figa, le faceva schifo, io dico che era un grande stronzo, non capire un cazzo della vita, lui non è uomo, lui è ancora bambino aggiunse, tu sei uomo meraviglioso, sai come si ama una donna, io sposare uno come te ogni giorno godere come oggi mi piace. Guendi andò in bagno lei doveva fare la pipì, mentre la faceva le misi una mano sotto, mi piaceva sentirla pisciare, le stavo toccando il culo e lei ancora gemeva di piacere, prese il cazzo e lo portò alla bocca, ancora non soddisfatta, me lo succhiò al punto che godevo, ma non c’era più una goccia di sperma, poi se lo passo su tutta la faccia, dovevo fare pipì anch’io, andammo sotto la doccia, una bella rinfrescata feci la pipì , mi sentivo un porco, mentre a lei la trasgressione le piaceva, era tutta felice in un giorno aveva provato, tante cose mai fatte prima nella vita, non è mai abbastanza quello che si sà mi disse. Io invece la pregai di non dire mai a nessuno, quello che c’era stato tra noi e lei me lo giurò, la baciai ancora avevamo, finito la doccia, andammo a letto, lei nella sua camera, io nella mia. Dormì tutta la notte come un angioletto, io dopo tanto strapazzo non riuscivo a chiudere gli occhi, andavo continuamente a guardare lei, era splendida, avevo fatto l’amore per la prima volta, con una meraviglia della natura. La mattina con la mia BMW in due ore ero al mare, come al solito mia moglie, aveva un sacco da fare con i bimbi e non mi voleva tra i piedi, da quando era nato il secondo, tra noi non c’era più intesa, si faceva all’amore si e nò una volta al mese, quando ne aveva voglia lei. Ho parlato con la sessuologa, mi disse: che quando la piccola sarebbe andata all’asilo, tutto sarebbe tornato normale, questo era il motivo scatenante dei miei continui tradimenti, l’aiutai comunque a preparare da mangiare, poi feci una lunga dormita con i bambini, lei andò in spiaggia a fare la solita partitina a carte, quando tornò portai i bambini un po’ al mare, intanto che preparava la cena, poi ci chiamò dalla finestra di casa, che dava proprio sul mare, mia moglie era una brava ragazza, quando ci sposammo aveva 19 anni ed io 24, adesso ne aveva 28 era nel pieno della vita, però con due bambini, ai quali si dedicava con molto piacere, il marito per lei veniva dopo, avevamo finito di cenare, un bacio ai piccoli, un bacio a mia moglie e con la scusa di quattro passi, di corsa a trovare Manuela a Finale, preferivo farmi un bel chilometro a piedi che muovere la macchina, strada facendo col cellulare eravamo d’accordo dove incontrarci, quando fummo a 100 metri, mi venne incontro di corsa, fù un abbraccio favoloso lei si era innamorata di me, mentre ci baciavamo per la strada mi disse:
Cristian, devo dirti una cosa, si cosa, ti amo, ti amo da morire e tu? naturalmente dovetti stare al gioco, e risposi certo amore anch’io tantissimo, ormai era buio andammo verso spiaggia libera, lontano da mia moglie almeno due o tre chilometri, c’era la mezza luna e non c’era nessuno, levai il pantaloncino e la maglietta, lei era già pronta per fare il bagno, le avevo promesso di fare l’amore in mare, per lei era la prima volta, mentre per me era una cosa normale, con mia moglie lo facevo sempre, quando il maschio era a letto col mare a dieci metri da casa, saltavamo dalla finestra e stavamo ore e ore a far l’amore in acqua, una cosa meravigliosa, poi nacque la bambina e da due anni, questa era la prima volta con un’altra donna, eravamo a mezzo busto fuori dall’acqua, lei mi prese in mano l’uccello, aveva una voglia da impazzire, in un attimo era duro come il marmo, le spostai il costume e con quella calma che avevo usato la prima volta, la penetrai con vigore, l’acqua aiutava molto, si mise a cavalcioni con leggeri movimenti, era talmente bello che la lingua che intrecciava la mia, non si fermava un attimo avevo paura della mia schiena, mi stringeva e con le unghia mi faceva male, l’orgasmo fù un sballo per lei, io con quello che avevo fatto con Guendi la sera prima, non riuscivo a godere intanto Manuela stava venendo per la seconda volta, mi concentrai e sborrai insieme a lei, fù un delirio una cosa mai provata, lo tirai fuori e andammo verso riva, l’avevo in mano ancora duro, girai lei verso il mare e lei me lo prese in bocca, me lo avrebbe mangiato da come lo succhiava, fuori dall’acqua era un’altra cosa, difatti in pochi minuti altra sborrata, ingoiò tutto lo sperma e succhiava, non era stanca per niente, quando la fermai era stravolta, non sapeva quello che faceva, era uscita da un meraviglioso sogno.
Ci rivestimmo e pian piano andammo verso la luce, prendemmo un gelato e l’accompagnai verso casa, mi disse: ciao amore ci sentiamo domani buona notte. Dopo un quarto d’ora ero già a casa, mia moglie mi aspettava sveglia, la cosa mi insospettì dissi: amore faccio una doccia e arrivo, andai cucina mi feci una banana e un bicchiere di latte, poi sotto la doccia una bella rinfrescata, una decina di minuti ero a letto, presi io l’iniziativa, aveva voglia di far l’amore, cominciai a baciarla le piaceva più di ogni cosa, quando era giovane bastava che la baciassi e lei godeva, ma allora era una bambina, pensavo io, invece no ancora adesso è così, dopo un po’ sono sceso al seno e poi più giù, ero con la lingua nella sua micia, lei la chiamava così, il mio pisello micio quando raggiunse l’orgasmo, continuai a baciarle la sua bella miciona, ero pazzamente innamorato di lei era bella, quando cominciò a godere la seconda volta, era sfinita le feci sentire con un bacio, il sapore dei suoi umori e ci addormentammo, alle prime luci dell’alba, la vidi che mi stava baciando il micio, mi alzai di colpo e dissi: ma tu non sei igienista? lei mi guardò e mi rispose una volta! Quando ero stupida e andò avanti, mi fece godere con quella passione che solo la persona che ami può mettere quando fà l’amore. Il giorno dopo vidi Manuela, però l’erano venute le sue cose perciò quattro baci un gelato e via da mia moglie, quella sera quando i bambini dormivano, saltammo dalla finestra facemmo l’amore in mare, è stata un’emozione sconvolgente, siamo stati in amplesso per più di un’ora e mezza, lei mi amava come sempre, anche se io facevo il porcello con le altre. Lunedì accompagnai a Pavia Manuela e poi continuai per Milano, il lavoro mi aspettava. FINE