La prima volta che vidi Valeria, non vi notai alcunchè di particolare, anzi per essere sincero la trovai piuttosto bruttina. Non particolarmente alta, apparentemente esile, con un viso abbastanza insignificante e quell’aria da ragazzina. Il suo carattere aperto e la sua simpatia non riuscivano a destare in me, abituato a donne sempre molto belle, un particolare interesse e la trattai come una qualunque collega di lavoro.
Con il progredire della primavera ed il progressivo ambientarsi lei lentamente incominciò a mutare modo di vestire, dagli austeri completi o le saltuarie tenute sportive jeans e maglione, passò gradatamente a più spigliate e svolazzanti gonne, a T shirt e camicette aderenti, e fu così che scoprii che Valeria, anche se non si poteva considerare una bella donna, possedeva un corpo decisamente interessante.
Le gonne sempre più leggere e corte incominciarono a rivelare le sue splendide gambe. Un giorno la vidi in mensa, mi dava le spalle aveva una cortissima gonna bianca aderente che mostrava gran parte delle sue belle cosce e le fasciava perfettamente il culetto mettendo in evidenza le natiche rotonde, perfette e sode.
Non l’avevo riconosciuta e da buon cacciatore fiutata la possibile preda mi avvicinai con l’intenzione d’abbordarla. Mi costò un grande sforzo mascherare le mie reazioni quando la riconobbi. Dapprima provai una naturale ma ingiustificata delusione, ma subito dopo incominciai a guardarla con occhi diversi. Si era vero, il suo volto era piuttosto bruttino, ma tutto il resto era da favola. Ad esempio non mi ero mai accorto delle perfette forme e dimensioni dei suoi seni, che sobbalzavano ad ogni suo movimento sotto la camicetta con giovanile elasticità.
Un brusco cambiamento di atteggiamento sarebbe risultato sospetto, quindi fui costretto a prendere le cose con molta calma, non dare nell’occhio è sempre la prima regola quando si cerca di abbordare qualcuna sul posto di lavoro.
Il mio paziente lavoro venne ripagato mesi dopo, quando riuscii a strapparle un si ad un mio invito a cena. Il tempo quella sera era brutto e freddo, minacciando continui temporali, lei indossava un leggiero impermeabile per proteggersi. Non dimenticherò mai la faccia del cameriere del ristorante nel quale la portai. Sono un abituè e lui si è ormai abituato a vedermi con le mie conquiste, quella sera quando vide Valeria, assunse un’espressione stupita incredulo del vedermi con una ragazza così bruttina.
Quando però aiutò Valeria a togliersi l’impermeabile e lei ne sgusciò fuori in un meraviglioso abitino giallo pastello, cortissimo ed aderente, con una profonda scollatura dalla quale prorompevano i seni esuberanti, la sua espressione mutò nuovamente e questa volta quando i nostri sguardi s’incontrarono vi lessi nuovamente approvazione e ammirazione.
Valeria era veramente stupenda quella sera, chiacchierammo amabilmente, e verso la fine della cena, grazie anche all’effetto del buon vino bevuto generosamente eravamo entrambi molto allegri e lei mi domandò “Rispondi sinceramente, come mai all’inizio, non mi degnavi neanche di uno sguardo ed adesso mi hai invitata a cena ? ”
“Lo ammetto ” risposi io “Sono stato un superficiale ed uno stupido, credevo tu fossi diversa” risposi un poco imbarazzato “Davvero, e che cosa ti ha fatto cambiare opinione, le mie gambe o il mio seno ? ” m’incalzò lei.
Sapevo benissimo che Valeria era una ragazza molto intelligente così non cercai di bleffare ed alla fine le raccontai persino della volta in mensa quando, credendola una nuova venuta, mi ero avvicinato per abbordarla. “Così quel giorno volevi abbordarmi per portarmi a letto immagino ? ” domandò lei ed io annuii “Allora dal momento che oggi sei finalmente riuscito ad abbordarmi che cosa aspetti a portarmi a letto, la cena è ormai conclusa o mi sbaglio ? ” mi disse con voce calda ed eccitante.
Meno di mezz’ora dopo eravamo nel mio appartamento, ed io la baciavo, accarezzando le sue stupende gambe, tastando le sode natiche, premendo i suoi elastici seni contro il mio petto e lei rispondeva con calore. La sua lingua lottava freneticamente con la mia, i suoi capezzoli s’inturgidivano premendo contro il mio petto.
Mi chinai a baciarle le cosce, risalii e le scostai le mutandine ed emisi un gemito di piacere vedendo la sua stupenda vagina rosea e completamente depilata. Vi immersi la lingua, il suo profumo era dolce ed intenso, la sua pelle calda, gli umori colavano copiosamente ed il clitoride si ergeva eccitato.
Mi alzai e la condussi in camera da letto, ci spogliammo con calma, studiando ogni millimetro dei nostri corpi “Anch’io voglio fare conoscenza con lui” mi sussurrò maliziosa prima di chinarsi ad imboccare il mio cazzo già eretto.
La bocca di Valeria era grande, avevo sempre pensato fosse troppo grande, ma quella sera dovetti ricredermi, le sue morbide labbra si dischiusero, e senza difficoltà avvolsero il mio glande gonfio ed eccitato, la sua tumida lingua iniziò a vellicare dapprima il glande, poi l’asta a mano a mano che lei avanzava facendosi affondare sempre più il cazzo in bocca.
Le sue mani mi accarezzavano dolcemente i coglioni, il glande giunse a sbattere contro il suo palato ma venne abilmente dirottato verso la gola dove riprese ad avanzare inesorabile, sino a che non fui completamente scomparso in lei.
Valeria mi riservava sempre nuove sorprese, e si rivelò una fantastica pompinara. La rovescia sotto di me e mi allacciai in un 69, e lei si lasciò chiavare dolcemente in bocca mentre io la leccavo appassionatamente e la portavo lentamente ma inesorabilmente verso l’orgasmo.
Un suono gutturale sgorgò dalla sua gola oscenamente ingombra per il mio cazzo che le affondava in bocca, il suono si protrasse a lungo, mentre il suo corpo vibrava sotto di me travolto dalle piacevoli fitte dell’orgasmo. Mi rigirai ed affondai il mio bastone di carne nella stretta ma ben lubrificata vagina mentre lei ancora vibrava per l’orgasmo.
Mi chinai a succhiare avidamente i grossi ma rosei capezzoli ormai durissimi per l’eccitazione e lei mi passò le cosce intorno alla vita aiutandomi a scivolare in lei. Il suo pube prese ad assecondare il mio ed ben presto il ritmo dell’amplesso divenne frenetico “Sborra Franco, sborrami dentro” gemette lei esaltata mentre con le mani mi afferrava le natiche e mi aiutava ad accentuare ancor più il ritmo. Io finalmente esplosi in lei allagandola e lei reagì alle calde sferzate di sperma con un nuovo travolgente orgasmo.
Mi abbandonai ansante al suo fianco “No sari mica già stanco, si dicono cose fantastiche di te non mi vorrai deludere” mi stuzzicò lei “Anche noi super eroi abbiamo bisogno di qualche attimo di recupero” scherzai io “Ed io come ti sono sembrata ? ” mi domandò con finto pudore “Una bomba” la gratificai con tutta sincerità Lei mi baciò, poi prese a scivolare sul mio corpo sino a che i suoi sodissimi seni non presero a strisciare sul mio cazzo ancora flaccido. “Tu rilassati, questo è un discorso a due tra me e lui” ridacchiò.
Mi abbandonai, mentre sentivo l’erezione incominciare lentamente a riprendere, dopo aver usato abilmente le sue tette rispese un fantastico gioco di lingua, mi succhiò a lungo i coglioni, e quando fui nuovamente e prepotentemente eccitato si spinse perversamente in giù arrivando a solleticarmi l’ano con la tumida lingua mentre la piccola mano masturbava la mia asta tesa. Provai una sensazione perversa e piacevolissima che mi fece mugolare di piacere.
“Non mi hai detto nulla a riguardo del mio culo. Ti piacciono le mie gambe, adori le mie tette, ma che ne pensi del mio sederino ? ” disse sollevando leggermente la testa ed interrompendo per un attimo il gioco. Subito si riabbassò e riprese a stuzzicarmi l’ano con la veloce lingua. Mi sottrassi e la misi sul letto a pancia in sotto, la sculacciai scherzosamente, prendendo poi a baciarle calorosamente le perfette natiche mentre le mie mani la palpavano con decisione.
Lavorai abile ed esperto, mi spinsi a leccarle la vagina, mentre con la mano le accarezzavo il clitoride, poi quando lei incominciò a scaldarsi, la mia lingua scivolò nel profondo solco delle natiche e lambì lo sfintere che si contrasse. Vi giocai a lungo poi presi a tentare di penetrarla con la lingua, ben presto sostituita da un dito, mentre un altro le penetrava la vagina nuovamente bagnatissima.
La masturbai a lungo, con dita esperte, la eccitai più volte al limite dell’orgasmo per poi ricacciarla indietro e riprendere il gioco, sino a che lei m’implorò “Basta ti prego, mettimelo nel culo ora, lo voglio…. ” , l’accontentai, le salii sopra e strisciai il cazzo tra le sode natiche, lo umetti di saliva poi l’appoggiai allo sfintere e spinsi con decisione. Emise un leggero gemito di sofferenza mentre il mio glande le dilatava lo sfintere, poi scivolai in lei sempre più profondamente e i suoi gemiti si tramutarono in piacere.
Quando giunsi con il pube a contatto con le natiche vellutate, mi girai, rovesciandola su di un fianco e le feci girare il busto in modo da poter succhiare il duro capezzolo mentre l’inculavo con lentezza e potenza. Le mie dita le solleticavano il clitoride, mentre ad ogni colpo le sue natiche sobbalzavano e risuonavano oscenamente.
Dopo un po presi a giocare sfilando completamente il cazzo dal suo culo, ammirando l’osceno spettacolo del suo sfintere dilatato che si contraeva prima di tornare a violarlo accolto dai suoi caldi incitamenti.
Il suo culo era caldissimo, si contraeva ritmicamente intorno al mio cazzo massaggiandomelo deliziosamente, ed io dovetti sforzarmi per non venire troppo presto. Dopo aver goduto per l’ennesima volta, Valeria si staccò da me con un guizzo e io la guardai esterrefatto mentre si chinava su di me ed accoglieva in bocca il mio cazzo appena uscito dal suo delizioso culetto. Mi abbandonai all’indietro mentre la sua mano prendeva frenetica a masturbarmi e la sua lingua non smetteva un’istante di lambire il mio glande che ben presto esplose allagandole la bocca di caldo sperma che lei bevve golosamente mugolando di piacere.
Mi credevo un’esperto di donne, ma con Valeria la prima volta che la vidi presi un immenso abbaglio…… FINE