Lo sai vero che non lo ritenevo neanche lontanamente possibile. Tu 65 anni e io 35. Io sposato in maniera felice. Io che sono fedele per natura. Non è un mio principio morale. Sono fatto così, mi viene spontaneo. Tu che vivi da sola. Sei in pensione.
E tutto questo va avanti da quattro anni. Mi sono messo davanti al computer a scriverne, per poter tranquillamente ripercorrere questa storia.
Avevi sbagliato numero di telefono. Quando telefoni inizi subito a parlare appena ti rispondono. Lo fai ancora. Eri convinta di telefonare ad un’amica e non capivi cosa ci facesse in casa sua un uomo che non fosse suo marito.
Mi ha colpito subito la tua voce. Di donna matura, molto seria ma dolce. Con un tono fievole. Quando hai capito di aver sbagliato numero, siamo stati ancora dieci minuti a parlare. Sono convinto che non ci si incontra per caso. In quel preciso istante, entrambi dovevamo parlare con uno sconosciuto e ci siamo incontrati. Prima di salutarci, non so perché, ti ho chiesto il tuo numero di telefono e tu me lo hai dettato tranquillamente. Ti ho chiesto se potevo richiamarti. A nessuno dei due è venuto da chiedersi il perché. Ecco. Abbiamo avuto fin da subito una totale fiducia reciproca. E che avevamo voglia di comunicare lo abbiamo scoperto quando ti ho richiamata dopo una settimana. Non capisco ancora perché ti ho chiamata. L’ho fatto. Avanti per mesi a parlare per telefono. A raccontarci di noi. Tu che mi dici che non ti sei mai sposata, che hai fatto un lavoro di dirigente e che non hai mai pensato a farti una famiglia. E dopo qualche mese a iniziare a parlare di sesso. E lo fai in maniera naturale, senza pudori. Mi dici che capita raramente che ti soddisfi da sola. Ma non mi parli mai delle tue esperienze con gli uomini. E poi vuoi sapere di me. E mi viene spontaneo raccontarti tutto. E quel giorno che ti chiedo se e quanto nel nostro rapporto c’è una componente erotica. Non lo so mi dici. Qualche volta, affermi mi sono sentita alterata dopo che avevo parlato con te. Decidiamo, dopo quasi un anno di incontrarci. Per la strada. 5 minuti. Tu hai paura. -“Potrei essere tua madre”. Imbarazzo iniziale. Due baci sulle guance. Non resto deluso. Sei una donna della tua età. Con qualche chilo in più. Un bel viso con occhi azzurri. Un grande seno che si indovina essere un po’ rilassato. Potresti sì essere mia madre o una zia. Ma non ci penso. Abbiamo fatto il primo passo. Continuiamo a sentirci per telefono. Sento istintivamente che ti stai innamorando di me. Dopo un mese vengo a casa tua. Mi accogli sulla porta. Ci abbracciamo un istante. Mi fai sedere e mi offri un caffè. Sei emozionata ed agitata. Continui a muoverti e le parole si sentono smorzate dall’emozione. A d un certo punto ti sono venuto dietro, ti ho appoggiato le mani sui fianchi e ti ho baciata lievemente sul collo.
Hai emesso un gemito fortissimo. Non so ancora perché ho fatto tutto questo. Ti sei girata vero di me, eri rossa in viso, mi hai abbracciato nascondendo la faccia sul mio petto. Quando ti ho accarezzato il seno iniziando a sbottonarti la camicetta, mi hai fermato. Eri ansimante. -“Io vado in camera. Raggiungimi tra qualche minuto”. Io lì ad aspettare. Inebetito. Non capivo bene quello che stava succedendo. Ti raggiungo. La camera era buia. Sono nudo e mi infilo nel letto. Non possiamo vederci. è buio totale. Ti vengo vicino e ti abbraccio. Indossi ancora la sottoveste. Sotto ti indovino nuda. Te la sfilo e scopro con le mani il tuo corpo. Il seno è immenso. Rilassato. Il tuo corpo rispecchia la tua età. Mi eccita accarezzarlo. Stai ansimando come non ho mai sentito nessuna prima. E questo solo per delle carezze e dei baci sul viso e sul collo. Quando sono sceso con le labbra sul seno, hai portato la mia bocca sui capezzoli. Duri e grossi. In quel momento li immaginavo molto scuri. Li ho stretti tra le labbra. Sentivo il tuo respiro. Avevo quasi paura tu ti sentissi male da quanto ansimavi. Dopo neanche un minuto hai iniziato ad avere un leggero orgasmo. Resterai l’unica donna che ho conosciuto che riesce a venire solo con la stimolazione dei capezzoli. Parlavi, gemevi e ansimavi. La mia mano che si sposta sul tuo sesso. Tu che ti chiudi istintivamente. La grande quantità di pelo che immagino scuro. E le tue labbra. Molto grosse. Le apro e trovo subito la clitoride. Nell’istante in cui l’accarezzo ti raggiunge l’orgasmo completo. Sei completamente persa. E io che non smetto di accarezzarti e baciarti. Tu che implori. Sono intensità che ti sembra di non poter sopportare. Il tuo piacere dura qualche minuto. E poi restiamo così. Io disteso al tuo fianco. Con la mano che raccoglie il tuo sesso. E mi senti duro ed eccitato contro la tua coscia. Non osi muoverti né parlare. Ti giro sul fianco e lo infilo per lungo a contatto delle tue labbra. Mi abbracci forte e quelle due parole che ti escono: “Sono vergine”. Rimango stupito. Mi fa quasi paura l’essere stato scelto per ricevere questo dono che forse ti ha impedito di vivere come avresti voluto. Capisco che non sei pronta. Mi dici che vorresti soddisfarmi e mi accorgo che non ha importanza. Che è stato molto bello ugualmente. Rimaniamo tranquilli così. A parlare e sentire la mia erezione che lentamente scompare. Ti senti in colpa. -“Sono vecchia. E non riesco neanche ad essere donna per te”. Ti accarezzo tutta per farti calmare. Poi ti addormenti. Ritorno da te dopo una decina di giorni. Adesso anche tu sei più tranquilla. Vuoi sempre il buio totale in camera. Ti fai spogliare sotto le lenzuola. Sei subito eccitata, la mia bocca sul tuo seno e la mano a sentire il tuo sesso. Ansimi e gemiti. Ti prendo la mano e le faccio sentire la mia erezione. è la prima volta nella tua vita che tocchi un uomo. Ti insegno a muovere la mano dolcemente. Continuo ad accarezzarti. Vieni. Vieni come poche altre. Con grida profonde. Sembra che tu esca dal tuo corpo, che tu raggiunga l’estasi. E neanche dopo alcuni minuti ti sei calmata. Sembra che l’eccitazione non ti finisca mai. Mi distendo su di te. Sento che sei pronta. -“Fai piano. Non farmi male. Voglio diventare donna con te”. Lo senti? è appoggiato all’ingresso della tua femminilità. Spingo. Sei tanto stretta. Probabilmente ti sto facendo male. Ma al tempo stesso lo desideri. Non ti posso guardare sento solo il tuo ansimare. Per entrare in te completamente faccio passare alcuni minuti. Tutto come fosse vissuto al rallentatore. Sono immobile completamente immerso dove nessuno è mai arrivato. Mi stringi con le gambe e con le mani percorri la mia schiena. Quando mi piego a baciarti il seno raggiungi subito l’orgasmo. Ti muovi tutta sotto il mio peso. Il bacino che si muove verso di me. Sei convinta che non debba aver mai fine. Ti porto sopra di me. -“Mi vergogno”. Anche se siamo al buio. Adesso ti senti penetrata completamente. Posso solo immaginarti. In ginocchio sopra di me. Ti accarezzo. è bello e tenero sentire il tuo corpo imperfetto. Stai ancora vivendo un orgasmo che si è placato, ma mai finito del tutto. Dammi il tuo seno. Grande, enorme. I capezzoli duri e completamente esposti che ti fanno male. Fammeli mordere. Li stringo tra i denti mentre tu affondi sempre più il mio sesso dentro il tuo corpo. Per entrambi è finito il momento delle dolcezze. Adesso è solo frenesia. Bocche e mani impazzite che frugano e cercano. Stai venendo. Ti stanno sentendo tutti probabilmente. Una rara eccitazione si impossessa di me. Ti muovo veloce, quasi con violenza. Hai l’orgasmo contagioso. Mi tendo al massimo e poi mi lascio andare al piacere. Hai fatto godere un uomo per la prima volta dentro di te. Adesso ne conservi il suo seme nel tuo intimo più profondo. Sei ansimante sopra di me. Ti serviranno parecchi minuti per ritrovarti. Non abbiamo bisogno di parlare. Adesso è spontaneo illuminare la stanza. Posso vederti nuda. Ogni pudore svanito. E tu curiosa di guardare me. Da quel giorno un lungo periodo di scoperte da parte tua. Piano piano ogni resistenza se ne va. Ci diamo il piacere con la bocca. è stato più difficile per te l’accettare di riceverlo che farlo. Poi ti è piaciuto immensamente e adesso me lo chiedi. Spero però che quel lieve pudore non ti scompaia del tutto. Sono passati alcuni anni. Continuiamo a vederci. Mai troppo spesso. E non ti sento in contraddizione con il resto della mia vita. Anche se a volte capisco che il tuo sentimento è senz’altro maggiore del mio. E questo mi pone dei sensi di colpa. Mi pare di approfittarne. Di certo è che non ti considero un’amante, ma senz’altro la mia migliore amica, alla quale confido praticamente tutto. E ti trovo sempre pronta e ricettiva nei miei riguardi. Il sesso è il punto comune tra i nostri rispettivi sentimenti. Buona giornata Amica – Amante. FINE