Ed arrivò la fine della vacanza !!!
Era l’ultimo giorno, il mattino dopo, chi prima e chi dopo, saremmo tutti, o quasi, saliti sulle nostre auto per tornare con malinconia a casa ed alla solita routine.
Si poteva notare fin dal primo pomeriggio l’aria dimessa di molti villeggianti, gli uomini che controllavano le auto e le portavano a far benzine, le donne che iniziavano a riempire le valigie, i bambini che iniziavano a riporre i loro giocattoli, i patiti della tintarella che cercavano di approfittare dell’ultimo raggio di sole che in città non avrebbero più visto e, soprattutto, i single che avevano fatto conquiste che cercavano l’ultimo pressing per cercare di “concludere” in maniera positiva con le loro conquiste.
Anche io avevo pensato bene di iniziare a caricare in auto una parte dei bagagli. La mia auto era parcheggiata accanto ad una Volvo SW bordeaux. Mentre ero preso dal mio lavoro si avvicinò la tipa della camera 49 con due valigie evidentemente pesanti. Dato che avevo finito mi proposi di darle una mano e lei mi ringraziò con un bel sorriso.
Iniziammo a chiacchierare e finalmente, l’ultimo giorno di vacanza, riuscii a sapere il suo nome, si chiamava Paola (per il racconto, in realtà è un altro). Parlammo del più e del meno concordando sul fatto che una sola settimana di villeggiatura in un anno è veramente poco e vola subito. Poi il discorso passò su come intendevamo passare l’ultima serata per renderla indimenticabile. Colsi la palla al balzo e le suggerii che mi sarebbe piaciuto fare qualcosa di trasgressivo (insomma ci provavo) ma lei, che forse aveva capito dove volevo andare a parare, mi fece un sorriso e mi assicurò che per la serata aveva già un programmino stuzzicante (parola che accompagnata da un cenno di intesa mi fece capire quali erano le sue effettive speranze) con un suo amico …
Un po’ dispiaciuto per la risposta, in fondo era dal pompino del primo giorno (vedi il racconto “La camera 49”) che avrei desiderato approfondire meglio il discorso, finimmo le operazioni di carico della sua auto e ci lasciammo.
Io dopo un po’ mi recai in spiaggia e rividi Paola, ero particolarmente incuriosito dal discorso precedente e volli cercare di capire chi fosse il suo uomo della serata. La vidi come il solito parlare con gli animatori del villaggio ma non mi sembrava che qualcuno di loro potesse attrarre in maniera particolare le sue attenzioni, poi si fermò a chiacchierare con la sua amica Elena ed il marito Matteo (vedi il racconto “Nuotata nella baia lontana”), ma non c’era niente di nuovo. Arrivai a pensare che il fortunato poteva essere non un ospite del villaggio ma un abitante del paese che magari aveva conosciuto uscendo, ma in realtà non avevo proprio alcuna idea e la cosa mi incuriosì molto.
Arrivò così la sera e dopo le solite premiazioni dell’ultima giornata in villaggio iniziò la musica, fu solo allora che vidi Paola ma era da sola, o meglio era ancora con Elena e Matteo. Fu allora che sospettai che la serata “stuzzicante” di cui mi aveva parlato poteva essere una serata a tre con i suoi due amici, beato Matteo ….
Si fece mezzanotte e con mia moglie decidemmo di ritirarci in camera per riposare visto che volevamo partire presto la mattina successiva. In realtà di sonno non ne avevo proprio allora ci sedemmo un po’ fuori alla verandina quando vedemmo arrivare Paola con la figlia. Era visibilmente agitata, entrò in camera e lasciò la porta aperta, vedemmo la figlia entrare in bagno e lei che si avvicinò alla porta della camera accanto, quella della madre. Iniziò a bussare ma non rispondeva nessuno. A questo punto perse la pazienza, rientrò in camera chiamando la figlia che era in pigiama ed insieme andarono verso l’ingresso posteriore della camera della madre. Non le potevamo più vedere ma sentivamo nitidamente che Paola si stava lamentando di avere un impegno e che non poteva perdere tempo.
Infatti, subito dopo sentimmo un rumore di scooter che si avvicinava e con grande sorpresa vedemmo il bagnino del villaggio !!!
Paola allora piantò la figlia dicendo di non muoversi di lì, salì sul motorino eccitata come una adolescente al primo appuntamento, e sparì veloce col suo uomo. Figuratevi che tanto doveva essere eccitata che non si accorse neanche di aver lasciato aperta la porta e con la chiave appesa !!!
Io e mia moglie ci guardammo indecisi sul da farsi, fortunatamente a breve arrivò la madre di Paola a cui la nipote corse incontro, approfittammo allora per chiamarle per far chiudere la porta e ritirare la chiave, chissà come avrebbe fatto Paola al rientro …
Andammo a dormire ma io con in mente il viaggio di ritorno non dormivo profondamente. E verso le quattro sentii chiaramente un rumore di passi pesanti vicino la camera, poi sentii un colpo secco su una porta e dei gemiti, cercai di concentrarmi e mi accorsi che erano dei singhiozzi di pianto, allora decisi di alzarmi per vedere chi era: era Paola !!
Era seduta per terra e piangeva, vicino a lei non c’era nessuno. Allora in silenzio sgattaiolai fuori dalla camera e la raggiunsi.
Era pallida, in lacrime, malconcia, sfinita, e puzzava pure anche se non capivo di cosa. Si era gettata a terra davanti alla porta della sua camera e si copriva il volto con le mani. Mi avvicinai pian piano e la chiamai: “Paola … Paola … c’è qualche problema ? ? ”
Lei all’inizio non mi sentì, poi alzò la testa mentre io la raggiungevo e l’abbracciavo: “Paola, ma cosa ti è successo ? ? ”
Ed allora scoppiò a piangere e si abbracciò al mio collo. Passammo in quel modo circa 10 minuti. Io le accarezzavo i capelli per calmarla e quando vidi che si riprendeva l’assicurai sulla chiave della camera raccontandole che l’aveva la madre. Fu allora che mi chiese di aiutarla ad alzarsi e di accompagnarla sul retro della stanza. Lì ci sedemmo e mi invitò a non lasciarla subito da sola, allora io le chiesi se parlare di quel che le era accaduto potesse servire.
Lei mi lanciò uno sguardo da cerbiatta impaurita (tutto il contrario della donna sicura di sé che era al solito), prese una profonda boccata d’aria e disse: “Va bene, ti racconterò tutto perché non riesco a tenermelo dentro … quel bastardo, quel figlio di puttana … ”
“A chi ti riferisci ? ? ? Al bagnino ? ? Ti ho vista andare via con lui … ” dissi io.
“Sì, stasera è l’ultima sera e volevo divertirmi. Stamattina ne parlavo con Elena al Beach Bar ed accanto a noi c’era lo stronzo (il bagnino N. d. A. ), lui ha ascoltato, o meglio, ha origliato le confidenze che ci facevamo da donna a donna. Dopo aver sentito abbastanza si è fatto notare e con la sua sfrontatezza cafonesca ha proposto un diversivo per la serata. Praticamente aveva assicurato a me ed Elena che c’era un posto vicino all’isolotto di Cirella dove si poteva tranquillamente fare i bagni di luna completamente nudi, in parole povere conosceva una caletta isolata dove si poteva stare nudi e scopare senza disturbo immersi in un paesaggio stupendo. Io ed Elena non lo cacammo neppure di striscio visto che avevamo in mente un programmino niente male con due fusti del Camping accanto. Solo che nel pomeriggio Elena li ha incontrati e si è messa ad amoreggiare con quello che avrebbe dovuto essere mio. La cosa mi ha così indispettita che le ho mandato a monte tutta la serata, a meno che poi non sia andata a scopare con entrambi, ed era troppo tardi per organizzare qualcosa di diverso, allora sono andato dallo stronzo e gli ho chiesto se l’invito per la sera era ancora valido. Lui ha prontamente ribadito l’offerta e ci siamo dati appuntamento davanti alla mia camera a mezzanotte. Lo so che non è bellissimo, ma sono adulta e vaccinata e non me ne frega niente del giudizio degli altri, l’ultima sera di vacanza volevo scopare con uno nuovo prima di rientrare e darla ai soliti amici ! ”
Il modo in cui si esprimeva mi lasciò interdetto (in fondo ci conoscevamo da poco), ma capii che era così arrabbiata che era un modo per sfogarsi anche quello.
Lei riprese: “A mezzanotte è venuto a prendermi col motorino, poi siamo andati sulla spiaggia a prendere una barca e siamo così arrivati sull’isolotto. Il posto era veramente stupendo, poi la luna piena che si specchiava nell’acqua ed il suono ritmico delle onde che si infrangevano sugli scogli … una cosa molto romantica. E già lì ha dimostrato la sua cafonaggine, io era in completa ammirazione dell’ambiante e lui si era già spogliato completamente e mi metteva le mani addosso. Gli ho detto di calmarsi un pochino e lui non l’ha presa tanto bene, allora ho proposto un bagno nudi ed allora si è calmato e si è tuffato. Io mi sono spogliata e l’ho raggiunto, devo dire che è un cafone ma è dotato di un bel fisico e di un cazzo niente male, saranno stati almeno 25 cm. In acqua lui si muove meglio di me allora ne ha approfittato subito, mi ha raggiunta e dopo avermi afferrata saldamente mi ha cacciato la lingua in bocca mentre sentivo la sua asta dura che si strofinava in tutta la sua lunghezza sulle labbra della mia fica massaggiandomi anche il clitoride. Devo dire che i suoi modi mi infastidivano ma la voglia di fare pazzie era tanta ed il massaggio sulla fica iniziava ad eccitarmi per cui iniziai a sciogliermi. Mi aggrappai a lui e cingendogli i fianchi con le cosce cercai di facilitare la penetrazione. Allora lui mi ha bloccato dicendomi che non era il posto adatto quello e che preferiva andare sulla spiaggia. Ci staccammo ed io arrivata sul bagnasciuga mi gettai a terra, ma a lui non andava bene neanche lì, ha preteso che raggiungessimo il punto più alto ed illuminato della spiaggia. La cosa mi era sembrata strana e forse già da lì avrei dovuto capire che c’era qualcosa sotto. Ingenuamente ma indispettita lo raggiunsi, appena gli fui accanto mi stavo stendendo su un asciugamano ma lui prendendomi per i capelli mi ha infilato il cazzo in bocca ordinandomi di succhiare e chiamandomi troia. Lì per lì pensai che amava fare del sesso con violenza e, purché non avesse esagerato, potevo anche starci. Allora iniziai a leccargli l’uccello per tutta la sua lunghezza, era salato ma caldissimo, poi inizia a massaggiargli le palle con la lingua e contemporaneamente lo masturbavo. Sentivo che la cosa gli stava facendo effetto, infatti, i suoi coglioni diventavano sempre più gonfi e duri. Avrei voluto tanto fammi schizzare in gola, sentire il gusto della sua sborra calda e densa sulla lingua e sul palato, raccogliere le ultime gocce con le dita per poi leccarmele avidamente, ma volevo godere anche io per cui decisi che era giunto il momento di farmi infilzare da quel palo rovente.
Lo feci sdraiare e gli sono salita sopra a smorzacandela. L’ho sentito salire in fica fino a toccarmi l’utero, credevo di impazzire. Ho preso a muovermi sempre più velocemente mentre lo stronzo se ne stava tranquillamente sdraiato sotto di me, solo ogni tanto allungava le mani per tirarmi i capezzoli, mi faceva male ma la goduria era nettamente superiore. Ero così eccitata che ho goduto dopo poco. Dopo l’orgasmo ho sentito venire meno le forze e mi sono accasciata sul suo petto. Lui ha approfittato del momento e si è sfilato da sotto e senza alcun preavviso si è posizionato dietro di me. L’ho sentito sputare, poi le sue dita tozze ed umide sono corse sul mio sfintere. Mi ha anche infilato un dito in culo. Non che sia vergine ma il suo modo di fare mi dava fastidio per cui ho cercato di protestare. Lui per tutta risposta mi messo il dito estratto dal mio culo, e non pulitissimo, in bocca e mi ha detto di stare zitta. Poi mi ha spinta col petto a terra lasciandomi col culo in aria e senza difese. Difatti prima si è abbassato per un altro sputo e poi brutalmente mi ha impalata con quel suo uccellone in calore. Ti assicuro che non sono vergine da lì (ed io in mente rivedevo la scena con il maestro di tennis) ma non ero pronta ad una tale brutalità, infatti l’ho sentito penetrare per tutta la lunghezza con un dolore enorme. Sembrava come se mi avesse infilzato un cazzo di carta vetrata bollente. Ho iniziato ad urlare ed ho provato a divincolarmi in tutti i modi. Nel dimenarmi devo avergli fatto male perché lui ad un certo punto si è spazientito e gridando che era ora di finirla e che era il momento di divertirsi veramente.
A questo punto capii molte cose. Dagli scogli lì vicini uscirono altre due persone. Ecco perché aveva rifiutato il rapporto in mare ed a preteso che andassimo proprio in quel punto, il bastardo voleva esibirsi davanti i suoi amici.
All’apparire di quegli uomini fui colta dal terrore, mi sono divincolata dal bastardo e sono scappata, però dopo pochi metri i due nuovi arrivati mi hanno immobilizzata e ridendo mi hanno portata di nuovo al centro della spiaggia.
Lì il bagnino bastardo mi ha presa a schiaffi e mi ha minacciata se non avessi obbedito a lui ed ai suoi amici.
Dopodiché mi hanno fatta inginocchiare e mi hanno costretta a spompinare i loro tre cazzi. Ne prendevo uno in bocca, anzi me lo ficcavano in gola fino quasi a farmi soffocare, e con le mani masturbavo altri due. Ogni due tre minuti poi si cambiavano di posizione. Inizialmente non collaboravo ma le loro minacce mi fecero cambiare idea. Poi in mente mi venne l’idea che prima avrebbero finito e prima mi avrebbero lasciato … o almeno lo speravo.
Allora inizia a succhiare i cazzi con tutto il mio impegno, li ingoiavo e li slinguavo in tutta la loro lunghezza come la migliore delle pompinare. Infatti la loro reazione non tardò. Prima il più giovane dei quattro venne tra le mie labbra schizzandomi di sperma il volto ed i capelli. Quei porci poi raccolsero la sborra del loro amico con le dita e mi costrinsero a leccarla tutta. Dopo quella prima sborrata gli altri, forse per paura di venire subito anch’essi decisero che era l’ora di iniziare a chiavarmi.
Il bagnino si è sdraiato a terra e mi ha costretta ad impalarmi alla sua nerchia pulsante ed ormai al limiti per la precedente inculata. Mi lo sono sprofondato in fica ed ho iniziato a dimenarmi per farlo venire subito ma lui capendo che non aveva molto da resistere mi ha bloccata e fatta piegare in avanti per permettere ad uno dei suoi amici di entrarmi in culo. Per fortuna il cazzo di questo era più piccolo del suo ed il mio culo poté accoglierlo senza grosso sforzo. Il terzo, quello che era già venuto, mi si parò davanti chiedendomi di continuare il lavoro di bocca sul suo cazzo floscio per farglielo ritornare duro.
Ero piena in tutti i buchi e questo non mi dava la possibilità di muovermi per cui a dettare i tempi della chiavata erano i tre uomini che così potevano rallentare il ritmo per prolungare il piacere. A dire il vero così piena iniziavo pure a godere come una porca.
Il primo a venire è stato il bagnino. è venuto urlando e lanciando schizzi di sborra che sembravano volermi sfondare l’utero. A quel punto quello che stavo spompinando, il cui cazzo avevo fatto raddrizzare, si è seduto per terra. Gli altri due mi hanno liberata e fatta sedere sul cazzo del loro amico. Questa situazione di “libertà” è durata poco perché subito quello che era prima nel mio culo mi è entrato in fica mentre ora era il bagnino a richiedere l’intervento della mia lingua per raddrizzare il suo bastone.
Insomma in due ore saranno entrati ed usciti non so quante volte nei miei buchi riempendomi fica, gola ed intestino di sperma. Alla fine erano esausti ed anche io. Loro saranno venuti 3-4 volte a testa, ed io pur incazzata ero venuta non so quante volte. Quando pensavo fosse tutto finito mi hanno detto che era l’ora di lavarmi, io pensavo intendessero lasciarmi andare a sciacquarmi in mare invece i tre si sono alzati e messisi attorno a me ha iniziato a pisciarmi addosso (ed allora io capii cos’era quell’odore sgradevole che l’avvolgeva).
Il bastardo mi ha pure costretta ad aprire la bocca e fare una sorsata del suo liquido caldo. Poi mentre loro si sono tuffati in acqua a me l’hanno impedito.
Mi hanno costretta a vestirmi e mi hanno riaccompagnata a riva dove i due che non conoscevo hanno preso subito il largo mentre il bagnino mi ha riaccompagnata fuori l’albergo non smettendo mai di darmi della puttana e vantandosi che era un superuomo e che io con lui avevo goduto come non mai. Ed io ero costretta a dargli ragione.
Dopo che mi ha lasciata mi sono sentita venire meno ed a tentoni sono arrivata fino a qui dove mi hai trovata tu.
Ecco, ora sai tutto”
Avevo ascoltato tutto il racconto senza interromperla e lei aveva raccontato tutto senza soste e guardando fisso verso l’orizzonte, come se il parlare servisse a lei per ricordare l’accaduto e non per informare me.
Solo al termine della sua storia aprii bocca: “Hai intenzione di denunciarli ? ”
“E chi ? ? ” disse lei nervosamente. “Due non li conosco e neanche li riconoscerei, il bagnino poi avrebbe gioco facile a dimostrare che ero consenziente, no meglio evitare. ”
Seguirono pochi minuti di silenzio in cui si guardava attorno nervosamente, poi riprese: “E poi ti ripeto che a pensarci bene è piaciuto anche a me. Non era la prima volta che scopavo con più uomini contemporaneamente ed anche stavolta avrei accettato molto volentieri la cosa. La cosa che non accetto è che mi sia stata imposta. Sono adulta ed abbastanza disinibita per accettare di praticare sesso in tutti i modi, ma impormelo in quel modo non mi va giù. Però credo che la cosa migliore sia farmi una doccia per togliermi questo odore di fogna dovuto alla sborra ed all’urina che mi si è asciugata addosso e dimenticare tutto. Ti ringrazio per essermi stata ad ascoltare. ”
E così dicendo si alzò e si avvicinò alla camera della madre dove, sotto un asciugamano steso ad asciugare, prese la chiave della sua camera nella quale entrò senza dire più nulla.
E così mi lasciò da solo, col sonno che mi era del tutto passato e con il cazzo duro perché, dopotutto, il suo racconto era proprio eccitante !!!! FINE