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In treno

Uscivo con Nathalie. Ci adoravamo e ritengo anche che ci amassimo. Eravamo romantici e soprattutto… quasi del tutto platonici, ma ripetevo a me stesso:
“è così che dev’essere tra due fidanzati, è normale… “. Mi ritenevo al di sopra di tutte quelle persone che non parlavano che delle loro esperienze sessuali, delle loro conquiste sempre eroticamente appaganti. Ma poi ho vissuto qualcosa di particolare.
Prendevo il treno, per recarmi al matrimonio di mio fratello. Ero contento di rivedere tutta la parentela al completo e così, carico di bagagli, salgo sul vagone per occupare il mio posto in cuccetta. Eh sì, era un treno di notte. Salendo mi rendo conto che un uomo, all’ingresso del vagone, fumava una sigaretta, guardandomi con insistenza. Non lo degno che di un mezzo sguardo, desideroso di sistemare quanto prima i miei bagagli. Arrivo dinanzi al mio scompartimento: che palle! Sono alloggiato assieme ad una famiglia: i due genitori e tre bambini litigiosi. La notte sarà lunga… Sistemo lo stesso le mie cose e ritorno nel corridoio, attendendo che il treno inizi la sua corsa.
Dall’altra parte del corridoio, l’uomo di prima era sempre lì. Lo guardo distrattamente. D’altezza media, capelli completamente rasati, occhi profondi dai quali traspare una vena di malinconia, doveva avere trent’anni. Mi guarda… Devo averlo colpito! Mi era già capitato di essere insidiato da una persona del mio stesso sesso, ma anche stavolta decido di non far nulla per provocare quest’uomo. Non vorrei potesse credere che io risponda ai suoi sguardi. Decido di contemplare un paesaggio che si distingue difficilmente nel buio di una notte sempre più profonda. Ma non sono neanche motivato a rientrare nello scompartimento, gli urli dei bambini non sono per nulla invitanti, spingendomi a gustare la calma del corridoio.
Mi accorgo, d’un tratto, che il corridoio è deserto, a parte me e l’uomo sulla trentina all’altro capo del vagone. è da tanto ormai che ha finito di fumare, ma rimane lì e mi fissa. Sento in fondo d’essere eccitato da questa situazione. Che cosa sto facendo! Io, fidanzato, mentre vado al matrimonio di mio fratello, resto lì, ben sapendo per certo di alimentare il desiderio di un uomo!
Il mio cuore batte e non sapendo cosa fare, lo guardo. Lui mi si avvicina con calma, silenzioso. Ha le mani nelle tasche dei jeans. Si appoggia al muro a due metri da me, guardandomi negli occhi. è là! Noto il movimento della sua mano che si agita all’interno della tasca… Non riesco a reprimere un sorriso, dovuto all’aspetto irreale della situazione. Capisce che mi sono accorto delle manovre della mano nella tasca. Ha un’erezione… e si vede tutta!
Mi sento paralizzato, non faccio nulla. Ogni tanto sorrido. Devo sembrare imbranato ed impaurito! Si guarda attorno, si avvicina e mi mette la mano tra le gambe. Indietreggio un secondo, per riflesso, ma lo lascio fare, facendogli capire che in fondo anch’io non sono meno eccitato di lui. Sempre senza proferire parola, si allontana, rientra nel suo scompartimento, lasciando la porta socchiusa. Che fare? Seguirlo? Che pazzia!
Sempre ripetendo a me stesso che sarebbe il caso di andare a dormire e di pensare ad altro, mi dirigo come un automa verso quello scompartimento.
Entro. è là. Mi aspetta. è solo! è su di me, mi passa la mano tra le gambe, massaggiandomi il pene attraverso la stoffa dei pantaloni. Faccio lo stesso. Sbottona il pantalone, lo abbassa, s’inginocchia e gioca col mio uccello attraverso le mutande. Ho il cuore in gola.
Abbassa i boxer, si allontana un poco e contempla la mia intimità. Sorride. Si avvicina e lo prende in bocca. Hum… Sì! Mi sento al settimo cielo! è la prima volta che ricevo quest’attenzione e la trovo fantastica. M’impugna i glutei, leccandomi avidamente il cazzo. Sento d’essere prossimo a venire.
Senza parlare, respingo la sua testa ed egli comprende che anch’io voglio fare lo stesso.
Gli sbottono avidamente la patta e gli abbasso i jeans. I suoi slip sono deformati da un’erezione prossima a strappare il tessuto. Faccio scivolare la mia mano sotto la stoffa. è la prima volta che tocco il sesso di un uomo. Provo una voglia folle di prenderlo in bocca. Mi siedo sul sedile, avvicino il viso al suo uccello turgido e cerco di gustarlo, giocando con la bocca chiusa su tutta quella lunghezza calda! Deve apprezzare i miei sforzi a giudicare dai sospiri che emette. Cerco, allora, di sforzare al massimo la bocca e di ingoiarlo il più profondamente possibile, tutto d’un colpo. Temo di vomitare quando il suo glande forza la mia gola.
Sento il suo gusto di maschio. Un sapore particolare ma piacevole! Mi applico, cercando di rifare quanto lui mi aveva fatto qualche minuto prima.
Capisco che sta per venire. Mi allontana, mi si siede affianco, si sporge e riprende il mio uccello in bocca. Io gli accarezzo il suo. La sua mano si avventura sui miei testicoli, scivolando lungo il solco formato dai glutei, mi accarezza l’ano. è troppo. Un’indescrivibile sensazione di voluttà mi rapisce. Il mio corpo si tende. Egli mi trattiene con forza e, malgrado i miei tentativi di respingerlo per non eiaculargli in bocca, resiste. Non ne posso più. Ah! Gli vengo in gola. Schizzo dopo schizzo, provando un piacere mai conosciuto prima. La mia mano è impiastricciata del suo seme.
è a quel punto che comprendo la gravità del mio atto! Sempre senza parlare, mi rivesto ed esco, un sorriso come unico saluto. Rientrai nel mio scompartimento: tutti dormivano. Mi coricai. Non lo rividi che la mattina seguente, al momento di scendere dal treno. Mi guardò senza proferire parola.
Durante il matrimonio di mio fratello, ripensai a quell’uomo, non riuscendo a capacitarmi di come avessi potuto farlo ! Da allora, n’è passata d’acqua sotto i ponti, ma altre storie mi coinvolsero… FINE

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