“Germana senti, ho affittato una baita in montagna nella quale pensavo di trascorrere le vacanze di fine anno, nel fine settimana potresti aiutarmi a rimetterla in ordine ? ” le aveva chiesto Giulio, “Naturalmente ti pagherei le ore di straordinario” aveva aggiunto e Germana aveva accettato “Visto che il viaggio è molto lungo, e la baita ha più stanze, ci fermeremo la il sabato notte, nulla in contrario ? ” aveva domandato e Germana aveva risposto di no.
Giulio era il suo attuale datore di lavoro, Germana gli faceva da colf durante la settimana, era giovane, intelligente simpatico, e Germana si trovava bene con lui, lo considerava quasi un figlio, ed in effetti avrebbe potuto esserlo, visto che germana aveva da poco passato i quaranta e lui i 25.
Il sabato mattina presto lui passò a prenderla presto e con la sua macchina, percorsero i quasi duecento chilometri che li separavano dalla località in cui Giulio aveva affittato la baita. Quando entrarono, Germana guardò rapidamente la situazione e commentò “Non mi sembra sia messa tanto male, pensavo peggio.
Durante tutta la giornata, lei si diede da fare, mentre lui l’aiutava nei lavori più pesanti, e faceva la spola in paese per prendere ciò che le necessitava. La sera visto che lei aveva lavorato tutto il giorno, lui si offrì di fare da mangiare, Germana accettò, e fu gradevolmente sorpresa dalla qualità della sua cucina.
Dopo cena si rilassarono un poco, e lui parlò allegramente con lei che si trattenne un poco più delle sue abitudini. Si sentiva a suo agio con quel giovane educato e gentile, accettò persino di sorseggiare un liquore che lui le offrì, cosa che faceva molto di rado.
Erano passate da poco le 22 quando Germana si ritirò, si sentiva molto stanca ed assonnata “Sarà stato il viaggio pensò, si spogliò e si mise nel letto addormentandosi quasi subito.
Sì svegliò con la testa pesante, la bocca secca, si sforzò di scuotersi, ma subito si rese conto che vi era qualche cosa di strano, non riusciva a muoversi, con fatica aprì gli occhi, nella stanza vi era solo una strana luce soffusa, si accorse di non essere nel letto, ma su di un tavolaccio, le braccia sopra la testa, legate, le gambe distese anch’esse saldamente bloccate, e con orrore si accorse anche di essere nuda.
L’adrenalina di quella scoperta, le rischiarò la mente e la vista, e fu allora che si accorse di non essere sola nella stanza, con lei vi erano due uomini, li fissò spaventata. Indossavano un cappuccio nero, e solo degli slip neri, uno era più alto e muscoloso, l’altro più basso e grassottello “Chi siete, cosa volete….. Giulio aiuto.. “” gridò Germana terrorizzata l’uomo grassottello le si avvicinò e la colpì in viso con uno schiaffo sonoro “Zitta puttana, è inutile che gridi ” disse dopo averla colpita.
Poi rivolse la sua attenzione al corpo di Germana. Malgrado i 43 anni Germana era ancora una donna piacente, non bellissima, ma con un corpo ancora tonico. La mano dell’uomo si posò sui seni grandi e morbidi ma non cascanti, le strizzò dolorosamente i capezzoli e Germana urlò “Lasciami bastardo” disse, ma l’uomo sghignazzò incurante, la sua mano scese sul ventre piatto di germana, si spinse al soffice e biondo vello pubico.
La donna si dibattè nel vano tentativo di sottrarsi, le pesnati dita dell’uomo le sschiacciarono rudemente il clitoride, poi con decisione affondarono nella sua vagina e lei urlò nuovamente. “Che bella figona larga, chissà quanti cazzi ha preso questa troia” sghignazzò l’uomo continuando ad affondare le dita nel ventre di Germana. Poi si chinò e Germana sentì la sua bocca su di lei. Impotente smise di dibattersi ed iniziò a piangere sommessamente.
Dopo un poco l’uomo si alzò ed anche l’altro si avvicinò a Gerrmana, “Brava, vedo che ti sei resa conto che è inutile ribellarti, a noi non piacciono le donne ribelli, ma dolci e sottomesse” disse, e Germana trasalì riconoscendo la voce di Giulio “Giulio sei tu, ma perché, cos’è questa storia” disse di scatto, l’uomo non rispose, ma la sua mano le afferrò un capezzolo, Germana lanciò un urlo “Qui, non c’è nessun Giulio, ci sono solo due padroni ed una lurida puttana, d’ora in avanti ti rivolgerai a chiamandoci padrone” disse, poi le strizzò nuovamente il capezzolo più a lungo di prima “Capito ? ” le domandò e singhiozzando, Germana annuì e rispose “Si padrone”.
L’uomo le accarezzo dolcemente il seno quasi a ricompensarla di quel gesto di umiltà “Brava, così va bene, c’è qualche cosa che posso fare per te, hai bisogno di qualche cosa ? ” le domandò con voce dolce , Germana annuì “Ho sete, potrei avere dell’acqua padrone ? ” domandò, umile e sottomessa “La puttana ha sete, bene, allora ci penso io” disse l’uomo grassottello.
Si allontanò un attimo e tornò da Germana, aveva una strana imbracatura nelle mani, le sollevò la testa, e gliela infilò, Germana si ritrovò con la bocca spalancata, impossibilitata a chiuderla, lui agganciò la testa al bancone, tramite l’imbracatura, Germana cercò di muoversi e dibattersi, spaventata dalla piega che stava prendendo la situazione.
Vide l’uomo grassottello slacciare la cerniera che chiudeva anteriormente gli slip, il suo membro semieccitato saltò fuori sobbalzando nell’aria l’uomo lo prese in mano e le si avvicinò “Hai sete puttana, ed allora bevi, bevi quanto vuoi” disse sghignazzando, e le puntò il membro verso il viso. Inorridita Germana vide i muscholi del ventre contrarsi, e pochi istanti dopo venne investita da un potente getto d’urina.
La colpì in viso, le inzuppò i capelli, poi mentre Germana chiudeva gli occhi per proteggersi e cercava disperatamente di voltare la testa, l’uomo diresse il getto verso la sua bocca centrandola. Mezza soffocata, tossendo furiosamente, Germana fu costretta ad ingoiare il caldo e puzzolente liquido, per non morire soffocata.
Sentì poi una mano che le asciugava il viso con uno straccio, sentì che le liberavano la testa “Devi scusarlo, il miuo amico è un po grossolano nei suoi scherzi” le disse ironicamente l’uomo che lei credeva fosse Giulio.
Germana era ancora scossa dagli accessi di tosse e non rispose, le mani dei due incominciarono a scorrere sul suo corpo, “Adesso ti slegheremo, non cercare di ribellarti o fuggire” le disse il presunto Giulio, “Farai la brava ? ” domandò e lei annuì. La slegarono, la fecero alzare e la spostarono. Nella stanza vi era un altro attrezzo, una spegie di gogna, Germana venne sistemata e bloccata. Era in piedi, piegata in avanti, con la testa e le braccia bloccate, uno dei due uomini si accosciò e le bloccò anche le caviglie, bloccandole le gambe divaricate
Il presunto Giulio si portò davanti a lei, accarezzandole dolcemente il viso “Il mio amico gradirebbe molto che tu gli succhiassi il cazzo” disse mettendola alla prova. Germana restò un attimo in silenzio, poi all’improvviso urlò, mentre il secondo uomo la sculacciava con violenza. “Allora puttana, vuoi succhiare il cazzo al mio amico ? ” tornò a domandare l’uomo “Certo padrone” si affrettò a dire Germana, per evitare un’altra punizione.
L’uomo grassottello corse eccitato davanti a lei, brandendo il cazzo e spingendolo verso la sua bocca “Lecca puttana, caccia fuori quella tua bella lingua” le disse allegro, e Germana, protese la lingua iniziando a vellicargli il glande.
Poiché Germana non poteva muoversi, l’uomo si spostava per consentire alla lingua di lei di raggiungere i punti che desiderava, si alzò sulla punta dei piedi per farsi leccare e succhiare lo scroto peloso. Emanava un odore forte e penetrante, ma Germana continuava per paura di reazioni violente dei due uomini.
Poi l’uomo le affondò il cazzo in bocca iniziando a chiavarla li, “Attenta ai denti troia, se mi fai male la pagherai” ruggì mentre le affondava profondamente il cazzo in gola. Anche l’altro maschio si unì, e Germana si ritrovò a leccare e succhiare entrambi, il cazzo dell’uomo più giovane era decisamente più grande, e quando le affondava in gola, lei veniva scossa da colpi di tosse.
L’uomo più piccolo e grasso si allontanò e si portò alle sue spalle “Adesso me la chiavo” lo sentì dire, poi sentì il bruciore dovuto al cazzo che le affondava nella vagina non lubrificata e gemette soffocata dall’altro cazzo che le stantufava in bocca.
Le sue chiappe rotonde ed ancora sode, venivano percosse con furia dal pube del maschio che la scopava e risuonavano oscenamente i seni sobbalzavano mentre il suo corpo era scosso dai colpi “Capo, la puttana si sta eccitando, vuoi sentire come si bagna la sua ficona” disse l’uomo che la scopava “Dopo magari” rispose quello che la chiavava in bocca.
Il gioco si protrasse a lungo, i due si diedero il cambio più e più volte, ed infine il piccoletto le venne nel ventre contraendosi e mugolando, lo sperma le schizzò violento nell’utero, in lunghe e calde zaffate.
“Adesso si che è bella bagnata” ridacchiò l’uomo soddisfatto e si portò a farsi leccare e ripulire il cazzo dalla lingua di Germana. “Sarà meglio darle una ripulita” si unì il presunto Giulio, si portò alle sue spalle e la penetrò, la scopò con furia sino a che non esplose scaricandole a sua volta il suo sperma nel ventre. E dopo rimase dentro di lei ed ad un tratto, inorridita Germana sentì che lui le scaricava nell’utero un caldo fiotto d’urina.
Il liquido le sferzava le pareti interne, scendeva lungo la vagina ostruita dal cazzo ancora semirigido, e fuoriusciva dalla vagina colandole lungo le coscie giù lungo le gambe sino alle caviglie.
La lasciarono dolente e piangente e si allontanarono a lungo. Poi tornarono, la staccarono dalla gogna, e la portarono nuovamente al tavolaccio. Questa volta non la legarono come la prima volta, ma la forzarono a ripiegarsi su se stessa, come una contorsionista. Le braccia passavano sopra alle gambe, ripiegate all’indietro verso la testa e Germana si ritrovò oscenamente aperta agli sguardi ed alle carezze dei due maschi.
Il piccoletto, prese a schiaffeggiarle leggermente la vagina ridacchiando “Cristo capo, questa troia ha una ficca così larga che mi viene voglia d’infilarci un braccio” disse e senza attendere la risposta del capo, iniziò a penetrarla, con le dita. Lo fece con decisione e violenza, e Germana urlò di dolore “Sarà meglio che tu la lubrifich un poco, altrimenti non ci riuscirai mai” disse il presunto Giulio, e gli passò un tubetto, l’uomo si spalmò il gel lubrificante sulla mano, poi riprese a lavorare sul sesso di Germana e lentamente, inesorabilmente le affondò l’intera tozza mano nella vagina dilatandola all’inverosimile.
Continuò a lungo nel gioco e mentre la donna gemeva ed urlava sotto le dolorose fitte che lui gli provocava, l’altro le strusciava il cazzo nuovamente eccitato sul volto. “: Capo sfondale il culo mentre io la scopo con la mano” disse il piccoletto, Germana guardò il presunto Giulio e vide che prendeva il tubetto spostandosi a lubrificarle lo sfintere. Urlò quando lui vi affondò le dita, poi l’uomo salì sul tavolaccio, e con un solo potente colpo fece scomparire il membro nel culo di Germana.
Ormai i gemiti di Germana erano continuì, mentre i due uomini la straziavano nella sua intimità, “Succhia e stai un po zitta troia” disse e le infilò il cazzo in bocca soffocandola. Anche questa volta, i due continuarono a lungo, poi, si diedero il campio. Il capo, le avvicinò il glande al viso, puzzava orribilmente. Germana serrò le labbra e lui la fissò sorridendo. Quando l’uomo grassottello con violenza inaudita, le affondò il cazzo nel culo, Germana non riuscì a trattenersi ed urlò spalancando la bocca e il capo ne approfittò per affondarle il cazzo in bocca. “Succhia e stai attenta a non mordere troia” le disse con voce selvaggia.
Germana si rassegnò e succhiò trattenendo i conati di vomito. Il supplizio non si protrasse a lungo, e ben presto l’uomo piccolo e grassottello venne riempendole l’intestino di sperma, imitato dal capo che le scaricò nella bocca il suo abbondante carico di sperma, costringendola ad ingoiare.
L’abbandonarono sul tavolaccio e si accasciarono poco distante. Dopo alcuni minuti, il piccoletto si alzò “Capo è stato fantastico, ora io vado, alla troia pensi tu? ” domandò e il capo annuì “Stai tranquillo, vai pure la sistemo io” rispose.
Rimasero soli, l’uomo si avvicinò a Germana, lentamente si sfilò la maschera e la donna potè vedere davanti a se il bel volto di Giulio “Tanto ora non ha più alcuna importanza vero, il gioco è finito” le disse. Poi all’improvviso si chinò baciandola mentre le mani slacciavano i ganci che la tenevano bloccata nell’oscena posizione. Si staccò dalle labbra di lei e l’aiutò a distendere, poi le prese il volto tra le mani “Allora Germana, ti è piaciuto” e la donna guardò teneramente in viso il suo giovane e perverso amante “Tremendo, è stato tremendo ma meraviglioso, promettimi che lo rifaremo, promettimelo” gli disse poi con forza………. FINE