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Magnifico nordest – Il mondo dell’hard

La sera dopo, al suo ritorno a casa, Luca restò sbalordito.
In tavola non c’era la solita pastasciutta scotta, con un po’ di pomodoro, ma c’era, in bella vista, due bei piatti di carne, con svariati contorni e una bottiglia di barbera d.o.c.
Andò a lavarsi velocemente, pensando che quello era il modo che Stefania aveva trovato per fare la pace.
C’era il problema di dove diavolo era andata a procurarsi i soldi per la spesa, ma Luca pensò ad un ulteriore prestito, di nascosto, da parte del padre di lei.
Ritenne fosse meglio non fare domande, anche per evitare ulteriori probabilissimi litigi.
Sapeva che non era in buoni rapporti con il padre, e che comunque questi era l’unico ancora in grado di allungarle qualche centomila. Se era arrivata a ciò, aveva dovuto costarle molto, e quindi, meglio tacere e far finta di niente…
Stefania comunque, era ridiventata dolcissima.
Piroettava in cucina come un uccellino, con una premura da novella sposa.
Luca sentì che finalmente, dopo alcuni giorni problematici, le cose stavano ritornando alla normalità.
Bastava un po’ di denaro, nient’altro, e Stefania ritornava la dolce moglie di sempre, pronta, simpatica, sorridente e calda.
Alla sera, appena dopo mangiato, corsero a letto e fecero l’amore appassionatamente.
Luca pensò che la mancanza di cazzo a Stefania aveva in fondo fatto bene. Era da tempo che non la trovava così calda e sensuale.
Soldi, soldi, soltanto soldi, e scomparivano tutti i problemi.
Stefania dal canto suo, era serena.
Quello che era successo lo aveva praticamente cancellato dalla memoria.
Quel milione e mezzo, le avrebbe consentito di arrivare agiatamente fino al giorno 10.
Avrebbe potuto comprarsi i cosmetici che gli mancavano, fare la spesa senza stare lì a fare continuamente i conti, ed avrebbe potuto programmare un buonissimo fine settimana.
Il fine settimana arrivò e passò velocissimo, con i due che sembravano andare d’amore e d’accordo.
Fu un bellissimo fine settimana, in compagnia di Clarissa e le altre ragazze della palestra, con tutti i ragazzi “fotocopia” – come li chiamava Luca -, dove finalmente, non fecero nessun tipo di risparmio.
Luca si ripromise comunque, che mai più si sarebbe piegato a prostituirsi. Era stata una necessità dovuta al momento, una necessità che mai più avrebbe dovuto succedere.
Stefania dal resto, fece lo stesso ragionamento. Per nulla al mondo avrebbe rifatto una simile esperienza.
Nel giro di pochi giorni aveva tradito ben tre volte suo marito.
Tutto sommato le era andata bene, e il feeling con Luca non ne aveva risentito.
La vita continuò per un periodo a non subire contraccolpi, e tutto sembrava andare nei migliori dei modi.
Il conto in banca continuava comunque ad essere in rosso, sebbene Luca lavorasse di più, e nonostante i tentativi di risparmio di Stefania.
Nessuno dei due voleva ripetere le esperienze passate, ma l’imprevisto era nell’aria.
Un giovedì sera, all’uscita della palestra, Jury fermò Stefania bloccandola fortemente per un polso, e l’avvisò che un ragazzo voleva parlargli.
Stefania si divincolò dalla stretta al polso di Jury, e s’infilò negli spogliatoi.
All’uscita però, una Saab era parcheggiata con le portiere aperte, ed un ragazzo gli si fece incontro.
Lo riconobbe; era uno di quelli che l’avevano scopata in gruppo.
Era ben vestito, e si notava lontano un chilometro che era ben fornito di grana.
Stefania cercò di evitarlo, ma lui la inseguì fin dentro il bar, dove l’attendevano le amiche.
Trovò divertente il plateale corteggiamento che quel ragazzo, di cui lei non conosceva il nome, la ossessionava.
Le amiche, vedendo quelle “manovre”, fatte di sguardi, di ammiccamenti, di plateali sorrisi, cominciarono a scherzare su ed a prenderla in giro.
Clarissa, la più pettegola come sempre, conosceva quel giovane:
“E’ Antonio Torrisi. Figlio del Torrisi che ha i marmi… Pieno di soldi.
Il padre esporta in mezza Europa i manufatti di marmo, e lui non smuove chiodo.
Ultimamente dicono che traffichi in cinema pornografici”.
Stefania non ci fece caso. Era lusingata da tutti quei sguardi, quei sorrisi, quegli ammiccamenti che la facevano sentire, dopo tanto tempo, al centro dell’attenzione.
Era da tempo che non si sentiva così corteggiata, ed alla fine, accettò un invito, fatto con un cenno della testa, di avvicinarsi al banco, per bere qualcosa.
Era bello Antonio.
Biondo, ben pettinato, ben curato, con i muscoli appena appena accennati.
Era abile con le parole e con i soldi.
In breve, aveva ordinato un’infinità di alcolici, per lei e per le sua amiche.
Stefania fu ammaliata dal fare sicuro e signorile di Antonio. Che diversità da Luca!
Quando le propose di accompagnarla a casa, non pensò minimamente alla possibilità di rifiutare, e sebbene la sua casa non distasse più di 500 metri dal bar, si ritrovò a bordo della Saab.
L’alcool, la fatica della palestra ed il fascino di Antonio si mescolarono assieme, e si trovò avvinghiata a lui, a poche decine di metri da casa.
Antonio la baciò appassionatamente, mentre con la mano risaliva da sotto la tuta verso i piccoli seni.
In breve il sedile della Saab fu reclinato, come furono tolti i calzoni e le mutande.
Era da tempo che non faceva una sveltina in auto.
Antonio le venne in figa velocemente, forse vittima anche lui dei troppi alcolici bevuti.
Stefania si rivestì velocemente, preoccupata ora, che qualcuno potesse notarla.
Stava per scendere, quando Antonio la bloccò:
“Stefy, sei una gran donna. Calda, bella, passionale… Potrei farti entrare nel mondo dello spettacolo. Cosa ne dici?”
Stefania lo guardò stupita.
Che proposta era quella?
Cosa intendeva con “il mondo dello spettacolo?”
Scappò a casa, ma prendendo le chiavi di casa, si accorse che in mano aveva un biglietto da visita.
Restò ferma ad osservarlo, ed il primo gesto d’istinto fu quello di gettarlo via, ma invece, meccanicamente, forse per non gettarlo per terra, lo infilò nella borsetta.
Entrò in casa.
Luca era già a letto che dormiva, ma appena lei si infilò sotto le coperte, sentì il corpo di lui avvicinarsi, e lentamente se lo ritrovò sopra di lei, che, già con il cazzo duro, cercava di penetrarla:
“Ti aspettavo amore…”
Stefania non ebbe difficoltà a ricevere quel secondo cazzo in figa.
Il fatto di aver appena scopato con uno sconosciuto, rendeva la cosa molto più eccitante.
Luca non trovò strano che Stefania fosse così umida e pronta. Stefania era sempre stata così calda, anche se la dose di umori che poteva toccare era stranamente grande.
La scopò regolarmente, da buon marito, per poi accasciarsi di fianco e chiudere gli occhi.
Stefania, ancora a gambe aperte, con la figa inzuppata nuovamente da nuova sborra, tornò a pensare ad Antonio ed alla sua proposta.
Il fatto di essere stata corteggiata davanti alle sue amiche, l’aveva lusingata parecchio, e continuò a fantasticare, e senza accorgersene, tornò a toccarsi con la mano la figa.
Alla mattina, il pensiero di quanto accaduto la sera precedente, era attenuato dai soliti problemi sul posto di lavoro.
Tutto sembrava andare normalmente, ma accadde l’imprevedibile.
Pietro, il dirigente, la convocò in ufficio, e gli diede la ferrale notizia, che il lavoro in orario diurno, era notevolmente calato, ragion per cui, doveva cominciare a lavorare negli orari notturni.
Per Stefania questa notizia fu una mazzata terribile.
Niente più palestra ed incontri con le amiche.
Niente più sabato libero, in quanto la squadra lavorava pure il sabato e la domenica mattina, quando uffici e banche erano chiude.
Era una cosa improponibile per lei. Mai e poi mai avrebbe potuto accettare di perdere il sabato e la domenica!
“Mi dispiace, ma io non ho la minima intenzione di cambiare i miei orari”.
“Cara Stefania, non sei per niente in grado di poter decidere. Lo abbiamo fatto noi per te, e non puoi assolutamente farci niente. O così, oppure puoi benissimo andartene…”
Stefania, colpita in pieno nel suo orgoglio, si girò ed uscì dall’ufficio, e dopo aver preso le sue cose, ritornò a casa.
Trascorse tutto il giorno a casa, senza avere il coraggio di telefonare a Luca.
Come poteva fare ora?
Senza i suoi soldi, la situazione già dura, si sarebbe fatta drammatica.
Uscì a passeggio per rilassarsi e per pensare sul da farsi.
Era disperata, e non bastarono quei pochi acquisti per fargli ritrovare il sorriso.
Nel pomeriggio, mentre tornava a casa ad aspettare Luca, cercava ma non trovava le parole per spiegare quanto accaduto.
Come poteva spiegare che lei rifiutava un lavoro, solo per il fatto di non perdere quelle poche amicizie che, con tanta fatica, si era fatta?
Si fermò davanti alla porta di casa, e rovistando come sempre nella borsetta alla ricerca delle chiavi, si ritrovò in mano il biglietto di visita di Antonio.
Entrò in casa, e meccanicamente formò il numero segnato.
Antonio rispose quasi subito al telefonino:
“Pronto?”
“Ciao Antonio, sono Stefania. Ti ricordi di me?”
“Come potrei dimenticarti facilmente?
Aspettavo una tua chiamata.
Posso esserti utile?”
Stefania restò un attimo in silenzio, quasi temendo il proseguo di quella telefonata:
“Cosa volevi dire, con farmi entrare nel mondo dello spettacolo?”
Antonio rise leggermente, e disse:
“Che con il tuo fisico e con la tua esuberanza, potresti benissimo guadagnare bene…”
“Come?”
“Con foto, oppure con video. Sta a te decidere.
Io ho buoni agganci, sia con delle riviste, sia con importanti produttori di film hard.
Comunque, non è cosa da discutere per telefono.
Cosa ne diresti di una cenetta io e te?”
“No, non esco alla sera se non con mio marito.
Oggi ho perso il lavoro, ed ho bisogno di soldi.
Ci vediamo domani mattina. Ho urgenza di realizzare!”
“Dove possiamo vederci?”
“Ti aspetto davanti alla palestra, domani alle 10.”
“Va bene”.
Stefania riattaccò.
Era decisa a proseguire.
Poteva fare alcuni lavoretti. Un po’ di foto, magari per qualche rivista estera, fin tanto che non trovava un qualche impiego.
A Luca non avrebbe detto nulla.
Sarebbe uscita regolarmente alle 7,30 come tutte le mattine, e sarebbe rientrata alle 17,00, come se nulla fosse cambiato.
Nel giro di due mesi, certamente avrebbe trovato un altro impiego, che le avrebbe consentito di continuare la solita vita, e di raccontare qualche balla a Luca, rimettendo tutto a posto..
Luca non avrebbe mai saputo nulla, se fosse riuscita a guadagnare abbastanza per coprire il buco causato dalla mancanza della sua busta paga!
La mattina dopo, quando Stefania arrivò davanti alla palestra, la Saab di Antonio era già lì.
La accolse con un gran sorriso, e cavallerescamente aprendole la portiera, la fece accomodare.
Non ci furono molte parole o discorsi.
Antonio fece subito capire come stavano le cose:
“Andiamo in uno studio qui vicino.
Scattiamo alcune foto, e se vuoi le facciamo circolare in giro in cerca di qualche fotografo o di qualche rivista che ti richieda.
Ci vorrà tempo e denaro.”
“Non ho né tempo né denaro…”
“Possiamo fare qualche video amatoriale.
Conosco dei produttori che pagano bene e sull’unghia”.
“Non voglio fare del porno…”
“Cara mia, cosa vorresti fare? Un film con Tinto Brass?
Sai tempo e denaro e che gavetta dovrai fare per entrare solo come comparsa in qualche cinemino di terza categoria?
Credo che farai bene e subito, nel mondo del porno, ma se vuoi provare qualche altra strada, liberissima di farlo… Ma se vuoi qualche milione subito, anche stasera… devi farti scopare davanti alla telecamera”.
“Quanto si guadagnerebbe…?”
“Dipende. Adesso andiamo da un mio amico. Applica un tariffario preciso.
Una scopata con un uomo con la mascherina vale x lire. Senza mascherina xx lire, e così via, fino alla gang bang, che ti farebbe fruttare alcuni milioncini…
I film particolari poi, ti farebbero ingrossare il conto in banca.”
Stefania restò zitta, impietrita e pensierosa, ma non chiese di scendere, ed Antonio arrivò poco dopo davanti ad un negozio di foto, posto lungo la statale, fuori città, in direzione della zona industriale.
Aspettò silenziosa in macchina, fin quando Antonio, dal negozio, non le fece segno di scendere e di entrare.
Dal negozio entrarono poi direttamente in un appartamento.
Il fotografo era un ragazzo sui 30 anni, con i capelli lunghi e ricci, che si muoveva sicuro di se, per niente imbarazzato, anzi, estremamente simpatico e cordiale.
Stefania sorrideva tranquillamente, mentre sentiva i due che parlottavano sui vari servizi che lei poteva svolgere.
Antonio continuava a decantarne la bellezza, mentre il fotografo annuiva silenziosamente, finché:
“Scusami, ma ti potresti spogliare?”
Stefania trasalì. Sapeva che doveva farlo, ma ora lì, che era arrivato il momento, fu presa dal panico.
Si guardò attorno, e vide quella camera, trasformata in uno squallido studio fotografico, con un grande letto matrimoniale, un sacco di luci, ed alcune macchine da presa già sistemate sui cavalletti.
“Scusami Stefania. Giorgio vorrebbe vedere come sei fatta… Che ne diresti di fare un paio di riprese, per vedere la tua naturalezza?”
Stefania guardò Giorgio. Non si erano nemmeno presentati, e già le aveva chiesto di spogliarsi.
“Ma io… Filmarmi?… No, no… Aspettate….”
“Che cazzo Stefania! Sapevi benissimo cosa dovevi fare! Come puoi pretendere di sfondare se non ci dai l’opportunità di vedere come te la cavi davanti alla telecamera?”
“Io non ho ancora deciso… Potremmo fare delle foto…”
“Sì, potresti fare delle foto, ma come ti ho spiegato, ci vorranno mesi prima di trovare qualcuno interessato a te.
Lo sai che siamo pieni di ragazze che si fanno fotografare nude!
Se faccio un fischio, si presentano a decine di ragazze con le tette di fuori!
Devi fare dei films, e devono essere pornografici!
Sappiamo benissimo cara Stefania, come te la cavi…
Quello che oggi è ricercato, è la brava ragazza che scopa amatorialmente!
Se tu ti fidi, noi ti faremo prendere dei bei milioni!”
Stefania cadde a sedere sul letto, accavallò le lunghe ed esili gambe, e sparò uno dei suoi migliori sorrisi:
“Cosa dovrei fare?”
Cominciava a farsene una ragione, ed a ritrovare la sua grinta.
Milioni era la parola che maggiormente l’attirava.
Fu Giorgio ora a proseguire il discorso, mentre cominciava a caricare i vari apparecchi:
“Adesso dovresti spogliarti, e farci vedere come ti muovi.
Dovrai dimostrarci la tua abilità di eccitare, usando quello che vuoi.
Dalle mani, ai vibratori. Dai cazzi di plastica a quelli veri. Basta che tu ci dici quello che vuoi.
Se ne vale la pena, ti potranno far fare un filmatino appena possibile.
Le tariffe sono in questo foglio qui.” e gli consegnò un foglio fotocopiato.
Era uno squallido tariffario, nel quale erano segnate tutte le prestazioni possibili.
Stefania, sempre sorridendo, denotando però un certo imbarazzo, lesse attentamente tutto quanto.
Si partiva dall’esibizione con un vibratore, si finiva con scene di pissing o sadomaso, il tutto con una cifra a fianco.
Era un semplice listino prezzi, tipo quelle che si trovano nelle pizzerie, ed ogni prestazione era tariffata.
Giorgio si sedette su uno sgabello, con carta e penne, e richiamata l’attenzione di Stefania, disse:
“Dobbiamo compilare il questionario per il mio archivio. Come ti chiami?”
“Stefania”.
“Anni?”
“Ventidue”.
“Telefono?”
E gli diede il numero del cellulare.
“Sposata?”
“Sì”
“Prima volta che fai hard?”
“Sì”
“Ora ti farò una lista di scene che potranno esserti richieste. Dimmi quelle che rifiuti.”
“Va bene”.
“Sesso con più uomini?”
“Sì”
“Fino a che numero?”
“Facciamo quattro? Va bene?”
“Aspetta… Non metterci limite” aggiunse Antonio, con un sorriso ironico.
“Anale?”
“Sì”
“Con donne?”
“Non ho mai provato… Penso di sì”
“Sadomaso soft?”
“Non lo so… Mettiamo di sì”
“Sadomaso hard?”
“Ho visto che pagate molto bene questa prestazione… Possiamo provare.”
“Animali?”
“No.”
“Pissing?”
“Per il momento no… Vedremo.”
“Uomini di colore?”
“Dicono che hanno un bell’arnese… Voglio prima vedere.
Ne ho provato uno, ed non è stata una grand’esperienza…”
“Vuoi usare la mascherina? Il prezzo è quasi dimezzato se la usi…”
“Ho paura che mi riconoscano…”
“Non ti preoccupare. Basta combinarti un po’ i capelli, due belle calcomanie, e sembrerai un’altra…”
Stefania era stupita di come stava comportandosi. Si era anche eccitata nel rispondere a quelle domande, così fredde e personali. La figa era già bagnata.
Il sentirsi lì, a rispondere a quelle domande, come fosse stata una merce od una bestia, che la portavano ad immaginarsi a svolgere quelle scene, l’aveva eccitata.
“Ti droghi, prendi pasticche o altri medicinali?”
“No, assolutamente no”.
“Tuo marito potrebbe prendere parte al film?”
“Mio marito non deve saperne niente!”
“Bene, abbiamo finito… Puoi cominciare” ed accese le luci attorno al grande letto.
Stefania osservò Giorgio, che con un fare estremamente naturale si era posto dietro ad una macchina da presa.
Sorrise all’obiettivo, e senza che nessuno le disse nulla, cominciò a sbottonarsi il bel tailleur rosa che indossava.
Lentamente, sempre sorridendo provocantemente, sbottonò la giacca.
Rimasta con il solo reggiseno, cominciò ad accarezzarsi i seni, sedendosi a gambe larghe sul letto.
Divaricò maggiormente le gambe, mostrando le piccole mutandine di pizzo.
Si girò, mettendosi alla pecorina, e lentamente si tolse la gonna, mettendo in mostra il suo magnifico culo.
Maliardamente, cominciò a passare le dita tra le due natiche, scostando le mutandine e dilatando leggermente il buco.
Si rigirò, e con una maestria degna di una vecchia baldracca, si tolse lentamente la mutandine, avendo l’accortezza di impiegarci quel tanto di tempo, da far strabuzzare gli occhi ad Antonio, che era fermo, appoggiato al muro.
Ora indossava solo il reggiseno, le autoreggenti color pelle e le scarpe.
Si muoveva sinuosamente, ed ora si stava titillando la figa, emettendo dei piccoli gemiti.
Giorgio, senza neppure spegnere la telecamera, prese da un cassetto un cazzo di gomma, lo cosparse di gel, poi glielo buttò nel letto.
Stefania lo prese, e dopo averlo osservato, se lo sbatté senza tante moine in figa.
Si girò, mettendosi sulle ginocchia, e fece vedere come lo faceva entrare fino in fondo, gemendo, e gustandosi quel momento.
Stava godendo. Si stava esibendo davanti ad una telecamera con un cazzo finto, e stava godendo, ed il tutto era ampiamente dimostrato dall’enorme quantità di umori, che oramai luccicavano sotto i riflettori.
Si sfilò il cazzo. Sempre restando a carponi, lo appoggiò sull’ano, che era lubrificato dai suoi stessi umori, e lentamente se lo spinse dentro.
Cominciò addirittura a gridare e a muoversi tutta.
Con una mano spingeva il cazzo in culo, con l’altra si massaggiava la figa, sostenendo il corpo con il viso, che era appoggiato sul materasso.
Antonio era stupefatto da quella scena.
Il viso di Stefania stava trasformandosi dal piacere.
L’andatura del cazzo aumentò, aumentando la misura che entrava nello stretto orifizio, e come aumentarono i gridolini di piacere, fin quando Stefania cadde supina sul letto, e stette immobile, ancora con il cazzo infilato in culo.
Giorgio continuò per un attimo ancora la ripresa, poi bloccò la telecamera, si alzò e disse sottovoce, affinché solo Antonio sentisse:
“Questa qui è proprio una porca… Farà strada… Abbiamo per le mani un capitale…”
I due erano eccitatissimi. Stefania aveva superato l’esame a pieni voti.
In breve le furono addosso.
Stefania si trovò travolta da quei due uomini, che eccitati, ora la tenevano ferma e tentavano di penetrarla in due.
Non riuscì nemmeno ad opporre resistenza, o ad alzarsi da quella posizione a carponi. Gli sfilarono il cazzo finto dal culo, e subito Giorgio le infilò il suo, mentre Antonio, davanti a lei, le stava sbattendo il cazzo sulla faccia.
Si attaccò a quel cazzo avidamente, ancora alle prese con quella strana eccitazione dovuta alla situazione.
Se li scopò tutti e due, facendoli venire in brevissimo tempo, per poi, godere di quella visione, di due uomini sfiniti ai suoi lati.
Ora si sentiva ancora desiderata, bella e ricercata…
Si fece una doccia, e quando uscì, i due la stavano aspettando, con un grande sorriso sulle labbra:
“Senti Stefania. Il provino è andato così bene, che se te la senti, domani stesso potremmo farti fare il primo ciack.
Ho già telefonato ad un noto regista hard, che sta girando proprio fuori città, e mi ha dato la sua disponibilità.
Si tratta di un regista affermato, il che vuol dire maggior guadagno.
Vuole solo sapere fino a che punto vuoi spingerti…”
Stefania, sorrise, e rispose con un candore unico:
“Ho bisogno di soldi. Ho bisogno di racimolare un buon gruzzoletto, fintanto che non trovo un posto di lavoro.
Facciamo un patto. Io vengo con voi, faccio il film, mi pagate, e di sovrappiù mi cercate un posto di lavoro che non sia di merda.”
I due si guardarono negli occhi:
“Stefania, il posto te lo troveremo senz’altro… Ma tu domani, quel signore, devi stupirlo!
Se riusciamo ad entrare nel suo entourage, siamo sistemati tutti e due, mentre tu potresti diventare una stella del mondo hard!”
“Vi sbagliate. Appena trovo quel posto che cerco, io vi mollo, e ritorno ad essere una brava mogliettina…”
Si infilò le scarpe, si alzò, e con naturalezza chiese: “Mi riaccompagnate a casa?”
Antonio le aprì la porta, e dopo che fu uscita sussurrò a Giorgio:
“Brava mogliettina? E’ una vacca… Questa è una miniera d’oro!”
“Senti, la tengo io nel mio studio… Le do io il lavoro!” propose Giorgio, visibilmente eccitato dalla cosa.
“Aspetta.. Non correre… Dobbiamo gestirla bene.
Se questa trova lavoro, ci molla e per noi è finita.
Tu puoi darle il posto, per toglierla dall’ufficio di collocamento ed impedirle di girare in giro a fabbriche. Vacca com’è, non le sarebbe difficile trovare chi le offre un lavoro, magari in cambio di qualche scopata… Qui in torno, ci sono centinaia di uomini che sarebbero in grado di mantenerla, solo per la sua figa!
Tu la assumi, ma a poche centinaia di migliaia di lire, in modo tale da costringerla a continuare a farsi filmare ed a lavorare per noi.
Io fingerò di darmi da fare, ma il posto NON DOBBIAMO trovarglielo, altrimenti addio Stefania!”
Giorgio annuì, dopodiché Antonio seguì Stefania, e la riaccompagnò a casa.
Stefania entrò in casa contenta e raggiante.
I complimenti che aveva ricevuto l’avevano fatta praticamente rinascere.
Stranamente non provava imbarazzo o timore per quei continui tradimenti.
Da fidanzati, lo tradiva regolarmente, ma da sposata si era proposta di non tradirlo, e la cosa aveva funzionato per ben 2 anni!
In fin dei conti, aveva sposato Luca, cioè quel bravo ragazzo che non faceva mai domande, e che regolarmente credeva a tutto quello che lei diceva.
Era un puro Luca.
Era sicurissima del suo amore, e della cieca fiducia che riponeva Luca in lei.
Negli anni di fidanzamento, lei lo aveva praticamente modellato alle sue esigenze.
Mai un no, mai un rimprovero, mai un sospetto.
Era certamente l’uomo da sposare, e difatti, l’aveva sposato.
Lei era la tigre, lui il lupacchiotto premuroso e protettivo.
Era consapevole che Luca avrebbe aperto gli occhi solamente davanti all’evidenza, ma che una simile situazione lo avrebbe praticamente schiantato.
In fondo lo sapeva, Luca era un debole…
Certamente questa faccenda non sarebbe potuta durare per molto tempo; doveva fare tutto con attenzione, ma era abbastanza tranquilla per il fatto che mai Luca aveva avuto un sospetto, quindi come poteva accorgersi che stava entrando, per pochissimi giorni, nel mondo dell’hard?
Eppoi, era convinta che un film sarebbe bastato.
Avrebbe guadagnato quei tre – quattro milioni sufficienti a ripinguare per due mesi il loro conto corrente, dopodiché, tutto sarebbe tornato alla normalità.
Era certa che sarebbe stata in grado di manovrare lei i fili della situazione, ed avrebbe costretto quei due, a trovarle un buon posto di lavoro.
Si vedeva già chissà, magari commessa, oppure segretaria di qualche pezzo grosso.
Antonio doveva necessariamente conoscere qualcuno, e non avrebbe tardato a trovarle un buon posto!
Poi avrebbe lasciato quel mondo perverso e depravato.
Quel mondo comunque, la aveva fatta godere in modo pazzesco davanti alla telecamera inaspettatamente.
Si era esibita, e non si era affatto vergognata. Anzi, il sapere di essere ripresa, l’aveva eccitata maggiormente.
Il vedere poi quei due uomini saltarle addosso, nonostante ne avessero viste molte altre di ragazze esibirsi, la riempiva d’orgoglio.
Stava diventando ancora una preda ambita… Era da tempo che non si sentiva così adulata.
Quei due si sarebbero prostrati ai suoi piedi, se solo lo avesse preteso.
Altro che Jury e le sue luride 180.000 lire!
Come era caduta in basso, ma ora stava rialzando la testa, e la sua figa sarebbe ridiventata cosa pregiata… e costosa!

FINE

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Luce bassa, notte fonda, qualche rumore in strada, sono davanti al pc pronto a scrivere il mio racconto erotico. L'immaginazione parte e così anche le dita sulla tastiera. Digita, digita e così viene fuori il racconto, erotico, sexy e colorato dalla tua mente.

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