Una vacanza in Sardegna.
All’epoca la mia donna era Giovanna.
Avevamo affittato un appartamentino in una stupenda località in Sardegna.
Era al primo piano e si affacciava su una piazzetta stupenda.
La sera ci eravamo recati in una discoteca all’aperto godendoci la frescura di una splendida serata di Luglio.
Tra la gente che ballava vi era una tipica bellezza sarda, piccola mora, ben fatta, con una magliettina e un paio di calzoncini cortissimi che lasciava le natiche quasi scoperte.
Ma questo era nulla in confronto al fatto che spesso ballando alzava le gambe e notammo che, avendo il cavallo degli shorts non aderente, le si vedeva completamente la figa, nera e pelosa.
Io non riuscivo a distogliere lo sguardo da quella donna stupenda, mentre Giovanna mi diceva che quella ragazza era nell’appartamento accanto al nostro.
Quando andammo a casa, Giovanna andò subito a letto mentre io, dopo essermi svestito ed indossato un accappatoio, mi sedetti in balcone a gustarmi una birra.
Ad un certo punto udii una voce che chiamava: Gianni.
Era la nostra stupenda vicina che era rimasta fuori casa mentre il suo uomo era chissà dove.
‘Vuole salire da noi ad aspettare? ?
‘Grazie, volentieri.
La feci accomodare sul divanetto del soggiorno e mi sedetti accanto a lei. Si chiamava Paola.
Era un po’ brilla, ed emanava sesso da tutti i pori.
Chiacchierando le posai una mano sulla spalla ed improvvisamente mi prese la testa infilandomi la lingua in bocca quasi violentemente.
Io sentii un brivido tra le gambe e l’accappatoio si aprì facendo uscire il mio uccello già semirigido.
Fu un attimo toccarle la figa mentre lei mi prendeva il cazzo in mano. In quel momento sentimmo qualcuno salire le scale.
Si alzò immediatamente sussurrando:
‘domani alle undici davanti alla discoteca.
Naturalmente ero lì mezzora prima.
Arrivò con una mini e mi fece salire partendo come un razzo.
‘scusa ma qui mi conoscono tutti, andiamo lungo la costa. Ho le chiavi della casa di amici.
I pantaloni mi scoppiavano già gustando quello che sarebbe accaduto.
Era molto pratica e schietta e parlava molto chiaramente.
‘tra poco faremo l’amore, non ho dormito tutta la notte al pensiero.
Devo dirti che quando godo molto svengo, per cui se succede prendimi pure a sberle.
Entrammo in una casetta sulla costa e già nell’ingresso ci abbracciammo giocando con le nostre lingue, cominciando a spogliarci a vicenda.
Lei fece in un attimo dato che aveva solo i calzoncini e la maglietta.
Era una miniatura: tette piccole, culo tondo e sodo ed una figa nera e pelosa.
La leccai a lungo, aveva un sapore selvaggio ed aspro e ad ogni colpo di lingua sul grilletto urlava forte. Poi mi mise in piedi accucciandosi davanti.
Mi succhiava il cazzo mentre con le mani mi accarezzava le palle ed il culo.
‘adesso scopami, ma se svengo non sborrarmi nella figa, non voglio.
‘ma allora cosa devo fare?
‘se svengo schiaffeggiami che riprendiamo subito.
‘ma se non posso nella figa, posso sborrarti nel culo?
No non lo prendo nel culo.
La sbattei con tutta la foga che avevo trattenendomi dal godere.
Ad un certo punto cominciò ad urlare come una pazza
‘Godo, godò e restò immobile sotto di me.
Allora presi a darle degli schiaffetti sul viso senza però sfilare il cazzo dalla stupenda fighetta.
Piano piano cominciò a riprendersi ed ancora prima di svegliarsi del tutto cominciò a muovere il bacino riprendendo la chiavata.
‘Guarda che tra poco sborro, non riesco più a trattenermi.
‘Allora mettimelo in bocca, così faccio colazione.
Le saltai a cavallo delle tette appena in tempo per centrare con lo schizzo la sua bocca spalancata.
Fece proprio una bella colazione.
Restammo un po’ sdraiati a chiacchierare.
‘Il cazzo e la cosa più bella del mondo, però ogni tanto mi piacciono anche le donne.
Ma non faccio le ammucchiate.
Sai la tua donna mi piace molto.
Pensi che ci stia con me?
‘Non saprei, non mi risulta che sia mai stata con altre donne.
‘Allora la inviterò a venire con me sugli scogli a prendere il sole nude e tu non saprai mai se me la sono fatta o no. ”
Tentai di protestare ma non riuscii a convincerla a farmi eventualmente partecipare.
‘No, la figa me la gusto da sola.
Però se non rompi uno di questi giorni ti presento una mia amica di Cagliari che è una sporcacciona e mi ha detto che le piace farsi inculare.
Ma ora torniamo cosi vado ad invitare la tua donna. ”
Un paio di giorni dopo Giovanna ed io eravamo seduti al bar della piazzetta quando ci si avvicina Paola con una bionda sui trantacinque.
Si siedono con noi e ci presenta Giusi.
Mentre Giovanna e Giusi parlano del più e del meno Paola mi sussurra:
‘è quella di cui ti ho parlato..
Le ho raccontato di te.
Ti aspetta stasera sulla spiaggia alle undici vicino al ristorante. ‘
Poi si mise anche lei a parlare con Giovanna.
Notai degli sguardi complici e fui subito convinto che quello che pensavo fosse già avvenuto.
La sera alle undici ero dove concordato.
Era buio pesto e stando in ombra guardavo le luci del ristorante.
C’erano paola e Giusi con i rispettivi uomini che stavano bevendo dei digestivi.
Ad un certo punto Giusi si alzò facendo dei cenni come a dire che doveva andare alla toilette che era staccata dal ristorante nella mia direzione.
Così si inoltrò al buio verso di me non vedendomi finchè non le toccai un braccio:
‘Facciamo presto, ho detto di avere mal di pancia ma non posso star via troppo.
Mi prese per mano e mi portò a pochi metri contro uno scoglio.
‘Paola mi ha detto che scopi in modo stupendo ma che lei non ti vuole dare il culo.
Sai siamo molto amiche e ci scambiamo i favori, così puoi inculare me.
Si era già sfilata la gonna ed era senza slip, mi voltò le spalle ed in piedi si appoggiò alla pietra.
Con una mano mi prese il cazzo in mano portandoselo dietro.
‘Passalo un po’ nella figa così si bagna e poi inculami.
‘Guarda che voglio schizzarti dentro.
‘Per cosa credi che non abbia le mutande? così quando mi cola fuori la sborra non le sporco.
Al massimo mi colerà sulla sedia del ristorante.
Non capivo più niente, due passate nella figa e poi appoggiai la cappella al culo.
Come la cappella fu entrata la porca diede un colpo indietro e si impalò sul cazzo.
‘Dai sbattimi come un cavallo, lo sento tutto nella pancia, riempimi.
Fu una vera sveltina, ma la migliore della mia vita.
Mentre le sborravo nel culo lei godeva dicendo:
‘dai inculami, sborrami, alla faccia di quel cornuto di mio marito che non immagina neanche quanto sua moglie sia troia, lui che non mi ha mai toccato il culo.
Adesso vado a sedermi davanti a lui a far colare la sborra sulla sedia, quel maiale che mi chiava una volta al mese. ‘
Mentre mi baciava in bocca prima di andarsene disse:
‘Paola ha detto di dirti che vuole fare un altro giro con te. Ciao. ‘ FINE