Christine si girava e rigirava nel letto… Non riusciva a prender sonno quella notte, era agitata, eccitata, irrequieta, non sapeva neanche lei come mai forse il caldo torrido.
L’avesse avuto lì a fianco a lei come di solito avrebbe potuto facilmente liberarsi di quelle sensazioni che ben conosceva. Aveva una voglia matta di far l’amore, di esser posseduta, di sentirlo in suo potere… sognava di avere il suo membro in bocca, ma le sue labbra non trovavano nient’altro che il cuscino, uno stupido, gonfio e insulso cuscino. Buttò via le lenzuola e si strappò letteralmente il pigiama di dosso. Oltretutto faceva un caldo assurdo per essere il 26 di ottobre, e la cosa non la aiutava di certo… Le goccioline di sudore che le imperlavano il corpo aumentavano, e non sapeva se era il calore di fuori o quello che provava dentro di sè a generarle… Di schiena, si prese i seni tra le mani e cominciò a martoriarseli in ogni modo; stringeva e lasciava le mammelle con tutta la mano, prendeva tra le dita i capezzoli e li tirava, li premeva, li girava, finchè non furono duri come ciottoli di fiume. La schiena si alzava ed abbassava, provocando lo strusciare del suo bel sedere… bel sedere… che vanesia che era… sul lenzuolo bagnato dal sudore e dalla voglia… Portò le mani sul pube alla fine e premette, iniziò a girare vorticosamente in mezzo alle sue cosce, ma non faceva che peggiorare la situazione… Non voleva masturbarsi, maledizione, voleva un uomo quella notte…
Si alzò di scatto, e tutta gocciolante corse al computer… si sedette nuda di fronte a quello, lo accese e aspettò pazientemente le nuvolette del sistema… pazientemente… ora era umida anche la sedia… apriva e chiudeva la gambe come una matta… Si collegò… almeno lui c’era… Ho voglia di far l’amore, di essere scopata, e lui non c’è Vuoi che venga lì? – le rispose Corri…
Ci avrebbe messo un po’ ad arrivare, lo sapeva, ma non si doveva preoccupare, aveva le chiavi di casa, gliele aveva date in un momento di lucida follia, col patto che le usasse solo quando lei gli dava il via libera. Andò in bagno a fare una doccia, l’unica attività che potesse toglierla da quello stato. Apri l’acqua e fece un salto indietro, era gelida… ma forse era quello che le ci voleva… mise sotto il getto un piede ma non resistette… perchè soffrire, pensò, ed usò il miscelatore fino ad ottenere una temperatura accettabile. Si infilò di getto sotto il getto tiepido, l’acqua le appiccicò i capelli alle spalle, e le tolse buona parte della tensione che l’aveva torturata fino a quel momento… Chiuse gli occhi e si abbandonò alle sensazioni… l’acqua dal volto le scendeva sulle spalle, sui seni, le rinfrescava i capezzoli, le solleticava la schiena… percorreva il solco delle natiche e le raffreddava il sesso… almeno all’esterno… Prese a sbattere piano i piedi, come fanno i bambini, nella pozza d’acqua che si formava sul piatto della doccia… Così presa non si accorse dell’ingresso di Luca, ne che l’aveva sentita in bagno… la prima cosa che sentì di lui furono le sue mani che le comprimevano i seni… e le dimensioni del pene che le premeva tra le natiche… Fece per dire qualcosa, ma lui le portò un dito sulle labbra, e rimase in silenzio e ad occhi chiusi… Luca prese del bagno schiuma dalla confezione che era nella doccia, e rimanendo dietro di lei prese ad insaponarle il collo e il petto… l’aroma fruttato del bagno li avvolse presto in una nuvola di sensi inebriati… sentiva le sue mani massaggiarle i seni con perizia… in circoli sempre più stretti, che si concludevano con due o tre giri sulle larghe areole, con una rapidissima toccata e fuga dai suoi capezzoli scuri… Passò poi ad insaponarle il ventre… le fece il solletico frugandole l’ombelico… si piegò poco in avanti, e Luca approfittò di quel movimento per far accomodare il membro più in basso, in modo che finì a sollecitarle direttamente il sesso, tenendole le labbra leggermente divaricate in un modo che le sembrò semplicemente divino, e che le strappò un gemito, ed un brivido di calore che le percorse tutto il corpo nella direzione dell’acqua… Luca prese un altro po’ di sapone e posizionò le mani sul suo mente di Venere… la peluria bionda si riempì di schiuma, Christine aprì un po di più le cosce e lasciò che le mani di lui guadagnassero la strada verso il suo frutto più bello, la fragolina, così la chiamava lui, che le ornava il culmine della vulva, la più bella clitoride che avesse mai visto, le aveva detto una volta, sconfiggendola un altra volta sul piano della vanità… La cosa curiosa era che in quella posizione, ogni tanto le mani di lui che la accarezzavano, finivano a toccare la punta del suo pene… questo scattava verso l’alto… e lei ci guadagnava…
Era la tortura più dolce che avesse mai subito… ad un certo punto però non ne poteva più, portò la mano tra le cosce, e spinse il pene verso l’alto… voleva sentirsi tutta aperta… Luca capì, chiuse l’acqua, la girò verso di se e la baciò, intensamente, mentre lei tenendolo stretto a sè lo portava verso il letto… erano tutti e due bagnati e gocciolanti… la fece mettere a quattro zampe sul letto ed iniziò ad entrare dentro di lei dal di dietro… dava colpi leggeri col pene, aprendola pian piano… ad ogni colpo gocce d’acqua le si staccavano dalle mammelle e dal sesso e cadevano sul lenzuolo sotto di lei.
Con un colpo più forte entrò fino in fondo, la prese per i fianchi e cominciò ad andare su e giù… Christine si sentiva impazzire dal piacere… se non avesse avuto timore di mettere a repentaglio quella loro magnifica postura, avrebbe avuto voglia di strizzarsi le tette e torturarsi i capezzoli come prima… buffo, lui le sbatteva con forza il pene in vagina e lei sentiva i suoi seni rispondere per primi ai colpi… dondolavano, si urtavano uno con l’altro… Luca si fermò, uscì da lei, la mise supina e rientrò in lei, in un colpo solo stavolta, per quanto era fradicio il suo sesso… le sembrava di essere addirittura liquida tra le cosce… di essere meno materiale… In quella posizione ai suoi seni pensava lui… amava da morire i seni delle donne Luca, quelli di Christine erano senza dubbio tra i suoi preferiti… diceva che erano dolci come il miele che talvolta secernevano per il piacere… li baciava, li succhiava, li stringeva e li lasciava mentre continuava a entrare e uscire da lei… Vennero assieme, come raramente succedeva, e fu un liquefarsi l’uno nell’altra…. onde di acqua, di latte e di miele si infransero sulle sue pareti, ricoprirono il pene di Luca che faceva da frangiflutti… gli disse di uscire subito, di salire su di lei e prese a succhiarlo con voluttà, a succhiare quel liquido divino che li aveva fatti una cosa sola… Poi Luca si gettò sul letto accanto a lei, se la strinse accanto… e sorrise quando lei gli disse che forse ora avrebbero dovuto farsi una doccia.. FINE