Sono trascorsi solo pochi giorni da quel fine settimana, ma ne sento ancora i postumi e non solo quelli fisici.
Questo week-end mi ha in qualche modo segnato. Ho scoperto in Massimo una dolcezza inaspettata che ha minato la mia vivace baldanza.
E’ stato strano concedersi a lui in quel modo, trovare in lui un partner ineccepibile e fantasioso.
Non mi ero mai data fino a quel punto, mai accettato regole che mi ponessero al di "sotto" di un uomo.
La parola "padrone" l’ho digerita malissimo e Massimo lo sa perfettamente. Inizio a credere che non voglia solo il mio corpo, o i nostri incontri clandestini, ma anche entrare nella mia mente, nella mia anima.
Altri ci hanno provato e hanno fallito miseramente. Lui ha imboccato una strada che nessuno aveva mai fatto e la cosa, se da un lato mi piace, da un altro mi preoccupa
Di Massimo mi ha subito colpito la spumeggiante vitalità. Quella giocosa energia che lo avvolge, che permea tutto ciò che fa.
Non è uno stupido bambinone troppo cresciuto, come a volte lo chiamo, per stuzzicarlo. Ha un gusto per la vita che denota una forte sensibilità e maturità nell’affrontarla, ma sa anche prendersi quelle soddisfazioni che la rendono unica.
Entrambi viviamo le emozioni intensamente, godendo fino in fondo ciò che esse ci danno, è stato questo ciò che ci ha avvicinato e ora ci unisce.
Ma lui sta andando oltre.
Mentre passeggio sulle lastre grigie del Corso, mi massaggio un polso distrattamente! Ogni volta che mi metto un braccialetto ricordo quelle polsiere di cuoio nero e un fremito mi attraversa.
Alzo gli occhi e incrocio gli sguardi maschili che da sempre mi seguono.
Una volta una mia amica mi affermò che gli uomini "sentono" la mia sensualità: quel misto di donna/bambina, la malizia della prima, l’ingenuità della seconda.
Oggi, nella maturità degli anni, l’elemento femminile è più marcata e vivo la sensualità che mi caratterizza, a volte in maniera selvaggia.
Forse si "sente", o forse semplicemente sono guardata perché piacevole: non so dirlo e in fondo, non mi interessa.
Mi piacerebbe saperlo invece da Massimo e chissà, forse un giorno troverò il coraggio di sentire cosa pensa di me.
Per ora, non me la sento di farmi analizzare, di farmi sondare da quei magnetici occhi neri.
L’ ho scoperto a volte a fissarmi e mi sono sentita attraversata dal suo sguardo.
Più evito di far venire alla luce certi aspetti del mio animo, più lui si accanisce a metterli a nudo.
Non voglio che sia così! Non ancora…non so se lo voglio con lui…
Abbiamo una buona intesa sessuale, le nostre fantasie si rincorrono, si intrecciano, si uniscono e divagano ognuna per conto suo, per poi placarsi l’una nell’altro.
E’ eccitante, è elettrizzante, non ho mai avuto un0intesa così forte…ma l’anima, no, quella la voglio fuori da tutto questo.
Massimo ha delle responsabilità che lo allontanano da me. Viceversa panche io ho la mia vita: ambienti distanti e ben distinti.
Sono entrata nella sua vita come "una" donna e quel ruolo mi piace. Solo quello.
Niente amore che porta a legami pesanti come catene.
Oddio! Mi torna in mente il suono delle leggere catene che mi sfioravano il ventre…da un polso all’altro!
Riuscirò a togliermi questa strana eccitazione di dosso?
La baita è stato il luogo di partenza di questa avventura.
Volevo sesso e l’ ho trovato.
Volevo un uomo interessante ed eccolo lì.
La sua cultura, il suo parlare calmo e tranquillo, con gli occhi brillanti di vita, ha catturato la mia curiosità, io che la contrario sono in perenne effervescenza, che parlo a ruota libera.
Massimo scopa come parla: in un modo lento e sconvolgente che ti arriva dentro. L’orgasmo l’ ho prima mentale e solo dopo fisico.
Lui si gode ogni istante del nostro sesso, come se gustasse una deliziosa pietanza.
Per me è stato scardinante all’inizio, non sono una cui piace aspettare, mai!
Sono per il tutto subito!
Massimo non mi ha dato la possibilità di scelta, non un a via di scampo.Se mi ha lasciato vincere qualche battaglia, la guerra l’ ha sempre avuta in pugno lui.
I primi mesi sono serviti a conoscerci, a studiarci, da vicino e da lontano, come due giocatori che si valutano.Quando ho iniziato ad apprezzare il suo modo di fare sesso, ecco che a mie spese, scopro il suo lato buio, animalesco.
Una doccia gelata non rende l’idea dell’effetto che mi ha fatto trovarmi in balia di un Massimo davvero incazzato.
Mai avrei immaginato una tale violenza dentro un uomo così sensibile e pacifico.
Mai avrei immaginato la sottile linea sadica in un temperamento così dolce.
Mai avrei immaginato che l’istinto del possesso che tengo con difficoltà sotto controllo, fosse tanto spiccato anche in lui.
Se ripenso a quella sera ho tutt’ora i brividi! Credo di aver avuto un orgasmo particolare, sconvolgente, un mix micidiale tra tensione erotica e paura.
Da quel momento le cose tra di noi sono sensibilmente cambiate.
Ohh!…….. lui è sempre allegro e tranquillo, ma è come una colata di magma: fuori è fredda e lenta, sotto bollente ed esplosiva.
Quando sono con lui sono in perenne tensione: una carica d’energia elettrizzante che mi fa sentire viva come non mai.
Non so cosa inventerà, cosa la sua bizzarra fantasia organizzerà per la volta successiva.
Ho lo stomaco contratto per la felicità se penso che tra pochi giorni lo riavrò vicino, prigioniera del mondo incantato che le sue mani mi creano addosso.
Stiamo forzando i limiti, ne siamo coscienti entrambi, ma la sua sensibilità mi dà la sicurezza di affrontarli.
L’altra sera mi ha colpito quando durante il gioco alla sbarra mi ha slegato. Iniziavo davvero a stare male e il gioco si sarebbe fatto un po’ troppo pesante, se fosse continuato.
Invece l’ ha fermato e pilotato verso altre mete di piacere.
Sfilo davanti alle vetrine già vestite dalla moda autunnale: non le vedo.
Negli occhi solo i tuoi occhi, le tue mani, le tue labbra.
Inizio a pensare anche io che una settimana è troppo lunga.
Accidenti! Non voglio sentirmi così!
Mi fermo di fronte ad uno splendido paltò di cashmere nero, penso al calore che emana quella stoffa, sento il tuo corpo nudo che mi abbraccia e mi scalda!
Oggi il mio cervello va a senso unico!
Scuoto la testa, un sorriso segreto mi aleggia sulle labbra mentre immagini indecenti mi riempiono la mente.
Distrattamente riprendo a camminare pensando a sabato, alla cena che hai prenotato in un ristorante sul Garda.
Un brivido d’attesa mi fa tremare.
Ti voglio sconvolgere: indosserò quel tubino nero di seta con uno spacco profondo sul fianco, i sandali di vernice con i tacchi a spillo vertiginosi e raccoglierò i capelli in un nodo sulla nuca.
Femme fatale!
Ti mangerò con gli occhi per tutta la cena.
Ti stuzzicherò, ti provocherò, ti terrò su di giri.
Il cibo ti parrà sciapo e avrai voglia di alzarti e trascinarmi nell’Hotel lì vicino.
Invece mi gusterò lentamente ogni boccone, godendomi il tuo nervosismo. Le tue mani agitate che giocherellano con le posate.
Sorrido ed entro in un negozio di lingerie dove ho adocchiato uno string che mi piace e che mi metterò sabato: pizzo nero e tulle, splendido!
Il ristorante è favoloso.
Mi guardo intorno compiaciuta della tua scelta. Un leggero pensiero molesto interrompe la mia soddisfazione: "Quante altre avrai portato qui?" mi mordicchio le labbra e cerco di superare la sorpresa e il disagio di un simile ragionamento.
Sento i tuoi occhi che mi "bucano" le spalle lasciate abbondantemente scoperte dalla profonda scollatura. Sorrido pensando alla faccia che hai fatto quando sono scesa dal taxi: ti ho sorpreso questo è sicuro!
Mi è pure parso di vederti in dubbio se entrare al ristorante o andare subito al motel!
Me l’hai sussurrato anche nell’orecchio, dopo un rapido morso sulla mia nuca scoperta. Siamo comunque entrati.
Il locale è illuminato da luci soffuse e ogni tavolo ha il suo separé, un paravento di seta dipinta in stile Liberty. Una lampada dai vetri colorati troneggia sul tavolo con una corona di cristallini sfavillanti che le pendono intorno.
E’ molto elegante e raffinato.
Un cameriere ci accompagna al nostro tavolo e mentre passiamo alcune teste si girano a guardarci.
Mi sento osservata, il mio abbigliamento è una dichiarazione d’intenti evidente come un manifesto.
L’ ho scelto di proposito perché so che effetto produce.
E’ quello che voglio. Ti voglio fa impazzire!
Tu sei premuroso come sempre: mi aiuti a sedermi, galante come un uomo del secolo scorso.
Mi piace questo tuo modo di coccolarmi, sai essere tenero e dolcissimo, quando vuoi!
La tua voce pacata e profonda, mi racconta la settimana appena trascorsa: appunti di viaggio di una vita passata tra lavoro e famiglia, ad osservare persone e fatti che ti vivono intorno.
Ne sono affascinata, hai un modo di vedere le cose più comuni e banali che va al di là della prima occhiata distratta.
Mi rilasso al suono della tua voce. Le strane ansie circa le tue intenzioni, che nei giorni scorsi mi hanno agitato, si placano e la voglia di farti impazzire fa sì che metta in atto il mi piano di seduzione.
Arrivano le prime pietanze e iniziamo a mangiare. Sono silenziosa, mi piace ascoltarti, ti pianto negli occhi i miei, leggermente socchiusi, felini e
languidi. Rallento di proposito i miei gesti; mi porto il cibo alla bocca, lo avvolgo con le labbra ben truccate e lo faccio scomparire quasi risucchiandolo.
Passo la lingua sulle labbra come a togliere qualche briciola invisibile.
Stai fissando la mia bocca, hai pure smesso di parlare.
Segui ogni mio gesto: alzi gli occhi e le tue sopracciglia si uniscono in una linea scura
– Stronza!- mi sibili con gli occhi che brillano vivaci – se continui così non arrivi al dessert!- minacci, ma so che non lo farai. Gongolo
Soddisfatta: stasera niente lacci, stasera sesso sfrenato e libero!
Mio malgrado resto vittima dell’atmosfera erotica che ho creato.
Una tensione nervosa mi prende dalla stomaco fino al pube, facendo salire vertiginosamente la mia libidine. Mi agito sulla sedia mentre il mio string diventa più umido.
La cena prosegue con calma, tra chiacchiere leggere e discorsi blandi. Nessuno dei due ha la mente concentrata per qualcosa di più impegnativo.
Il cameriere sollecito, appare ogni tanto e versa il vino nei nostri calici.
Mentre riempie il tuo, sfilo il piede dal sandalo e te lo struscio sulla coscia, in alto fino all’inguine. Hai un sobbalzo per la sorpresa e così pure il cameriere che per poco non rovescia il vino del bicchiere.
Ti scusi inventando una banalità e lui fa altrettanto.
Mi scappa una risatina e sono fulminata da due occhi roventi come brace.
Il cameriere intuisce qualcosa, probabilmente l’elettricità tra noi è alta al punto che la sente anche un estraneo.
Nascondo un sorriso dietro il candido tovagliolo. Di nuovo soli, faccio per ritirare il piede, ma non tanto velocemente quanto il tuo braccio, che mi afferra la caviglia in una morsa feroce. Ho le caviglie così sottili che me le puoi chiudere tra due dita come i polsi. Un suono di protesta mi si strozza in gola. Gli occhi mi si spalancano anche perché per poco non cado dalla sedia nel cercare di liberarmi. Un sorriso diabolico ti stira le labbra mentre mi carezzi con il pollice la caviglia. Un brivido mi scuote e sento le guance che si scaldano. Abbasso gli occhi sentendo di essere arrossita…
– Sei un enigma mia cara – mi dici sottovoce – finché conduci tu il gioco dai delle regole, poche per la verità, ma a cui mi devo adeguare.. Se il gioco lo decido io, e cambio le regole, t’irrigidisci – scuoti la testa fingendo una certa disapprovazione
– mmmmm…così non va……. –
Ritiro il piede, finalmente libero, con gli occhi che brillano di divertita giocosità.
– sei il solito esagerato! – ribatto mentre riprendo il controllo della situazione. – mi piace sorprenderti – dico sorseggiando il vino, fissandoti da sopra l’orlo del bicchiere
-Mi sta bene, purché tu mi permetta di fare altrettanto! – proponi serafico
Il cameriere riappare togliendomi l’imbarazzo della risposta.
Appena se ne va ti frughi in tasca e tiri fuori una scatolina rossa, senza marchio, del tutto anonima. La osservo e poi fisso te, interrogandoti con gli occhi. Li vedo cupi e sfavillanti, in quel modo che ho cominciato a conoscere e temere…. Rabbrividisco perché so che lì dentro c’è la tua ultima fantasia….
Mi agito inquieta ed evito il tuo sguardo.
Ti sento ridere sottovoce.
– Dove è finita la mia audace compagna di giochi?- mi sfidi prendendomi la mano lasciata inerte sulla tovaglia
– ma non sei curiosa? – insisti con voce roca. Scrollo le spalle e prendo la scatolina. E’ leggerissima
– Non è un orologio – sussurro e tu ridi divertito
-NO! non è uno swacth. Anche se potrei regalartelo la prossima volta, così arriveresti puntale ogni tanto! –
Rigiro la scatolina tra le mani, tergiverso
– sì lo so che non sono mai in orario, ma sono fatta così, da sempre!- ridacchio dicendo cose stupide perché sono tesissima.
Ci fissiamo in silenzio. La scatolina è tra noi, una bomba ad orologeria, lo
sento.
Arriccio le labbra e sfaccio il fiocchettino dorato che la chiude.
Il cuore batte a mille.
Alzo il coperchio ed ecco che in mezzo a varie pieghe di raso chiaro spicca un oggetto scuro. Non è grande, ma lì per lì non capisco cosa sia. Pare un cono di gomma. Lo prendo con cautela e lo osservo perplessa. Alzo gli occhi e ti trovo a fissarmi, il mento appoggiato alle mani incrociate. Non batti ciglio.
Inizio a preoccuparmi. Sotto vedo un foglietto: sono le istruzioni. Sono in inglese, ma non ho problemi con quella lingua e con un’occhiata afferro al volo cosa sto toccando: un dildo, un dilatatore anale.
La sorsata di vino appena presa, non riesce a scendermi in gola, stretta in una morsa d’apprensione.
Con lentezza ripongo l’oggetto e chiudo la scatola.
Respiro a fondo e infine ti guardo
– sei pazzo??!! Ringrazia dio che non te l’ho tirato in faccia! – sibilo con furia appena trattenuta.
Sorridi lentamente e moduli un fischio sommesso
– Anna sei bellissima!! Fuoco e fiamme – esclami – e pare pure che te la sia presa davvero!-
– Massimo sei un vero stronzo! – ribatto stringendo i pugni – Smetti di minacciarmi con questi giochetti! Ma credi davvero che sia così masochista?Una cosa sono le nostri serate, un conto è..è .. – balbetto…
-…..essere sodomizzata? – concludi tu sempre con quell’odioso sorriso gaudente
-Anna, tesoro, io non ti minaccio! Non lo farei mai! La mia è una promessa! -dichiari con un tono tranquillo che mi fa uscire dai gangheri
– Chiamo un taxi e vaffanculo! – ti rispondo furibonda, mandando al diavolo le buone maniere.
Scuoti la testa, quasi con paternalismo, ma mi afferri il polso in una morsa dolorosa quando provo ad alzarmi.
– Calmati! Falla finita! – mi dici a bassa voce e il tuo non è un consiglio, è un ordine – non lo faremo stasera, né domani. Sarà qualcosa che ti chiederò quando sarà il momento… Voglio una verginità che ancora non hai dato a nessuno- dici come se fosse una spiegazione logica.
-SEI PAZZO!- ripeto con affanno, ma con voce bassissima
-Si! Sono pazzo di te e per questo lo pretendo! –
Sei serio adesso, non ridi, né sorridi. Sono agitatissima, un nodo mi strozza la gola. M’impongo di calmarmi, in fondo so che ti piace bluffare e tenermi sulla corda, penso che se non è una cosa che vuoi stasera, forse ce la faccio a dissuaderti da quest’assurda idea.
Arriva il dessert, mi liberi la mano ma mi è passata la fame.
Sento lo stomaco contratto dolorosamente..
Tu invece, quale goloso che sei, approfitti pure del mio.
– Ma dove metti tutto? – ti chiedo ogni volta che finiamo un pasto – sei senza fine!! –
– Il cibo e il sesso sono due cose per cui trovo sempre spazio e tempo – mi rispondi lappando l’ultimo cucchiaino del dolce, sorridendomi sornione.
Prendiamo il caffè in un clima strano: io sono ancora sbalordita dalle tue fantasie; tu che non vedi l’ora di andare via.
Finalmente fuori dal locale, mi passi una mano sul fianco, mentre ci avviamo alla macchina. Rabbrividisco nell’aria fresca e tu premuroso, mi massaggi la schiena scoperta, allungando la mano anche dentro la scollatura. Non protesto e lascio correre, godendomi il calore della tua mano che è scesa fin sopra il mio sedere.
Il parcheggio è poco illuminato, ma pieno di macchine perché siamo tra i primi a lasciare il ristorante.
Affretti il passo per aprire gli sportelli. Abbassi i finestrini. Mi avvicino, ma la mia portiera è saldamente chiusa. Mi abbasso e, dal finestrino aperto, te lo dico.
Tu scendi e vieni dalla mia parte per provare ad aprirlo. Una coppia ci passa davanti, ci guarda e prosegue verso la sua vettura poco distante da lì.
Nel frattempo tu pigi il pulsante della serratura, ma lo sportello rimane chiuso. Siamo incastrati tra la tua macchina e l’altra parcheggiata di fianco, molto vicino.
-prova a fare scattare di nuovo il telecomando… – mi consigli
Storgo un po’ la bocca e m’infilo dentro dal finestrino, allungandomi fino ad afferrare le chiavi inserite nel cruscotto.
All’improvviso sento le tue mani afferrarmi i fianchi. Per la sorpresa grido e provo a tirarmi indietro da questa scomoda posizione. Mi hai bloccato in un precario equilibrio, a malapena tocco i piedi a terra, e non riesco ad uscirne.
Rapidamente mi alzi il vestito e scosti il filo dello string.
Una vampata di calore mi sale dal basso ventre fino a farmi scottare le guance – sei pazzo! – esclamo mentre mi sento rimescolare il sangue.
Le tue dita mi frugano dentro, mi sento un oggetto ma non importa..se sei tu che mi usi: che pazzia sto pensando?
-sei già fradicia – mi grugnisci dietro mentre con una mossa fluida e decisa mi scivoli dentro sbattendomi come un forsennato, seguendo il ritmo della tua passione.
I fari di una macchina c’illuminano per un istante. Mi sento morire dalla vergogna, ma ammetto che mi eccita l’audacia della situazione.
Il tuo orgasmo arriva fin troppo presto, violento quanto l’urgenza che ti ha spinto a prendermi qui, in questo modo assurdo.
Sento il tuo sperma esplodermi dentro, colarmi caldo sulle cosce mentre esci, mi sistemi lo string e il vestito.
Provo a muovermi, ho la nausea e una rabbia sorda che mi cresce dentro per il mancato appagamento.
Lo sportello si apre adesso senza problemi, ti lancio un’occhiata di fuoco e tu sorridi innocentemente, per niente colpevole del sabotaggio. Ti allunghi e mi baci con trasporto.
Rabbrividisco mio malgrado sotto le tue labbra: con te sono davvero senza speranza!
– Stanotte ti faccio morire! – mi sussurri
Accendi il motore e via.
– Sei il solito stronzo! – borbotto, ma con minore acredine di quello che avrei voluto.
So che l’hotel è lì vicino, ma tu invece di prendere la strada principale, ne prendi una laterale, stretta e buia. Ti guardo per capire, ma tu guidi silenzioso e non ti volti verso di me.
Qualche istante dopo sento la tua mano che mi carezza la coscia, scoperta dal profondo spacco laterale.
L’afferro e l’allontano bruscamente, per risposta tu me la schiaffeggi e la rimetti sulla mia gamba.
– smetti e sfilati lo string! – mi dici con voce roca
– DAI! Max! – Sbuffo piuttosto irritata – Stiamo andando all’hotel! Che ti prende stasera? –
Non mi ascolti e infili la mano sotto il velo di pizzo dello string. Ho un sussulto tanto sono già eccitata. Inizi a carezzarmi e mi tendo per le violente sensazioni che mi fai provare. – Ti piace eh? – mi stuzzichi morbido come il velluto
Mi mordo le labbra dal piacere che sto di nuovo provando.
Ad un tratto ti fermi con uno stridio di freni, lancio un mezzo grido per lo spavento, fai una rapida conversione ad U e torni indietro, riprendendo a carezzarmi come prima.
Sto impazzendo!
Le luci della città si avvicinano e non voglio trovarmi in mezzo al traffico in queste condizioni. Lo intuisci e rallenti, da dispettoso quale sei, i movimenti,. Mi abbassi il sedile e mi manca il fiato per la sorpresa di sentirmi andare giù, ormai sono preda di sensazioni forti e mi gira la testa. La tua mano passa sopra la mia faccia sfiorandola appena. Le dita seguono il contorno delle mie labbra e s’infilano dolcemente nella bocca umida e bollente.
Istintivamente le succhio con la disperazione e la frenesia dei movimenti che precedono il culmine del godimento. Finalmente la tua mano scende di nuovo e questa volta mi fa esplodere in mille lampi di luce. Ho difficoltà a respirare tanto è l’emozione tirata fino allo spasmo. Socchiudo gli occhi languidamente, assaporando quel torpore che segue il piacere…e che mi lascia dolcemente morbida anche dentro…
I lampioni scorrono veloci al mio fianco, ma non m’interessa dove siamo, adesso. Allungo la mano e ti sfioro il viso, tu mi baci il palmo in un gesto carico d’erotismo.
L’hotel ci appare con la sua insegna gialla nella notte.
Due minuti per sbrigare le formalità e via di corsa su per le scale: in tutto questo tempo le tue mani non mi hanno mai abbandonato un momento.
Abbracciati ci fermiamo al nostro pianerottolo. La chiave luccica tra le tue mani. Ridacchiando cerchiamo la porta della camera e ci catapultiamo dentro.
Con frenesia mi abbassi le spalline e il vestito scivola alle mie caviglie con un soffio leggero. Resto quasi nuda davanti a te che ti bei del mio corpo, assaporando con gli occhi ciò che sai appartenerti. Mi fissi il seno abbondante e per me è come sentire la tue mani che mi palpano. Ho un brivido d’eccitazione. Mi baci dappertutto, mi afferri i seni che scompaiono tra le tue mani che paiono plasmarli, me li stringi, me li succhi e me li mordi. Un calore bruciante mi nasce dentro mentre le tue mani scorrono su di me, dandomi emozioni che mi fanno impazzire…ogni volta penso che più là di così non si può andare e tu ogni volta mi fai scoprire quanto sbaglio! …ma ora voglio essere io a condurre il gioco!Lo hai fatto per tutta la sera, ora guido io!
Ti allontano un pò, ti fermi e mi fissi perplesso. Sorrido melliflua e lentamente anche le tue labbra si distendono in un serafico sorriso d’intesa.
Ti passo le mani dietro il collo e ti tiro costringendoti a piegarti verso di me. Ti bacio passando la lingua sui tuoi denti e sulle pareti della bocca. Deliziosi brividi mi attraversano. Questo brusco cambiamento di situazione, ti ha accesso ancora di più d’eccitazione, te lo leggo negli occhi, incupiti dalla passione.
Ti aderisco al corpo e scivolo alle tue spalle senza mai staccarmi da te e nel farlo ti faccio scivolare la giacca, che vola da qualche parte nella stanza..
Ti abbraccio da dietro, le mie mani slacciano i bottoni uno ad uno e s’infilano sotto la seta della camicia, carezzandoti la pelle caldissima. Mugoli la tua urgenza, ma dovrai aspettare, mio caro!
Sorrido divertita dal mio potere su di te, che ora sei teso come una corda di violino.
La tua pelle calda scorre sotto i miei polpastrelli come l’avorio dei tasti per il pianista. Rabbrividisci, tra le mie braccia.
Faccio volare la camicia e bacio la tua larga schiena morbida e già leggermente velata di sudore.
Annuso il tuo odore muschiato che si mescola al profumo e che mi fa impazzire. Passo le labbra dietro un orecchio, la punta della lingua ne segue il contorno, stuzzicandolo.
Ti mordo un bicipite con un po’ d’energia e la tua protesta arriva puntuale, seguita da minacce che mi fanno eccitare maggiormente.
E’ bello vederti e sentirti in balia delle mie voglie, è eccitante per me il senso di potere che provo.
Faccio scendere lentamente le mani sul tuo stomaco fino alla cintura.
Entro maliziosamente dentro il tuo giro vita dei tuoi pantaloni.Ti agiti nella speranza che scenda velocemente verso il basso.
Torno davanti a te.
Ti fisso a lungo senza parlare, senza fare niente.
Leggo la tua urgenza che si specchia nella mia, ma voglio rimandarla ancora un po’…
Lentamente appiccicandomi a te, scendo sinuosa, strusciandomi al tuo corpo. La tua erezione preme.
Le mani scorrono sul tuo corpo, sento la brusca differenza tra la sericità della tua pelle e quella ruvida e pungente della lana.
I polpastrelli percepiscono..la mente sente.
Ti afferro i glutei con violenza, mentre la mia bocca passa sopra la tua erezione che forza contro la stoffa dei pantaloni, cercando la liberazione.
Vado su e giù, seguendone la lunghezza, stringendo e rilasciando i glutei in un ritmo che ricorda i tuoi affondi. Mi assecondi oscillando e mugolando.
Sento le tue gambe che tremano…e mi sento felice.
Sono accoccolata ai tuoi piedi adesso, le mani scendono fino alle caviglie, sciolgono i lacci delle tue eleganti scarpe.
Con poca eleganza le scalci lontano, sfilo allora i calzettoni in un’unica lunga carezza. Mi chino a passare la lingua dove poco prima sono passate le mie dita.
Alzo gli occhi e vedo che sei tesissimo.
Torno alla fibbia della cintura, la slaccio, la sfilo e la getto a terra.
Faccio scendere la cerniera scrutando le tue reazioni: hai chiuso gli occhi e gettato la testa indietro, le vene del collo risaltano come corde sotto la pelle sudata.
Una vampata del tuo odore caldo m’investe il viso, mentre mi avvicino, la respiro e mi riempio della fragranza aspra di sesso che emana la tua eccitazione.
Lascio scorrere i pantaloni giù, facendoli scendere lentamente, tenendo i palmi aderenti alle tue gambe.
Risalgo poi lentamente e bacio ogni centimetro della pelle scoperta.
Stai tremando, ma non demordo dal mio intento di farti impazzire.
Lascio una scia umida sulle cosce, passo sull’inguine, senza mai sfiorare il tuo sesso.
Grugnisci qualcosa d’incomprensibile, mi afferri la testa per i capelli, e la spingi verso il tuo pene turgido.
Mi stai facendo male e provo a farti allentare la presa, ma ormai sei troppo eccitato e cerchi lo sfogo a tutta questa carica che ti è montata dentro. Mi costringi ad alzarmi e mi baci con furia, con una smania che mi stordisce.
Sento gli umori scendermi tra le cosce e un indolenzimento artigliarmi il pube.
Ci buttiamo sul letto, spinti entrambi a cercare l’appagamento.
Mi sei dentro subito, come un disperato, il tuo ritmo segue il mio in una danza animalesca e atavica che ci porta indietro nel tempo e nello spazio…non penso a niente solo a quello che provo e a quello che sento. L’eccitazione sale in ondate calde e profonde che mi scuotono. Non c’è un solo millimetro di pelle che non è sensibile al tuo tocco…al contatto con la tua pelle.
E infine quando entrambi saliamo in alto, la gioia è enorme e l’appagamento è totale.
Restiamo abbracciati mentre i nostri respiri tornano lentamente alla normalità, il tuo cuore mi rimbomba nell’orecchio che poggia sul tuo torace.
Ci appisoliamo per un tempo che non saprei…quando mi sveglio allungo la mano e giocherello con i riccioli scuri della tua peluria, mi avvicino ai tuoi capezzoli nascosti in mezzo a quella piccola foresta scura.
Li stuzzico e si ergono dritti e duri.Tu mugugni una protesta emergendo lentamente dal leggero sonno.
So che per te è presto, ma stasera hai un debito con me per lo scherzetto della macchina e, poiché sono vendicativa, questa non te la faccio passare e cerco ogni modo per ripagarti con la stessa moneta.
– Sai, Dolce – mormoro mentre ti bacio il seno – stai diventando un po’ troppo sicuro di me. Non mi piace –
I tuoi occhi si socchiudono e mi cercano, mi frugano dentro in cerca di risposte..
– …è per il regalo? – mi chiedi serio
– Anche! – rispondo contenta di aver attirato la tua attenzione
– Cosa stai cercando di dirmi Anna? – Ti sei seduto sul letto, sei sveglio adesso: mi afferri per le ascelle, mi sollevi e mi porti vicino a te, appoggiato alla testata imbottita del letto.
– Dico che stai andando oltre quello che immaginavo quando abbiamo iniziato… – ti mordicchio un capezzolo ma tu mi blocchi seccamente
– SMETTI! – esclami infastidito – Anna stiamo giocando e questo gioco ti piace…come piace a me! – mi abbracci e mi rotoli sopra bloccandomi sotto di te.
Le tue labbra mi baciano dolcemente…
– Sei irritata che io esca dalle tue aspettative..è questo il problema..vero?-
mi sussurri scaldandomi la guancia col tuo alito.
FINE