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Mariangela

Voglio raccontare come ho cominciato ad ammalarmi di sesso (ammalarmi nel senso buono del termine, non ho mai fatto niente di male).
Quindi vi racconto una storia che mi è accaduta qualche anno fa: abitavo in una palazzina signorile con la mia famiglia, la finestra della mia cameretta si affacciava su un cortile interno, e la finestra di fronte alla mia era di una famiglia normale come la nostra composta da genitori ed una ragazza della apparente età di diciotto venti anni.
Io insegnavo scienze un liceo della città, e Mariangela (così si chiamava) era venuta a saperlo da poco.
Loro infatti erano arrivati nel condominio da non più di un anno. Mariangela era carinissima, classico fisico acerbo da ragazzina nel fiore degli anni, sguardo luminoso e sorriso accattivante.
Una sera, mentre mi vestivo per andare a prendere la mia ragazza, guardando dalla finestra vedo che lei mi saluta e chiude la finestra.
Dopo poco, forse era chiusa male, questa si riapre, proprio mentre Mariangela si stava infilando le mutandine.
Mi dava le spalle, e inchinandosi mi ha mostrato uno spettacolo posteriore che vi lascio solo immaginare.
Tra l’altro ha indugiato parecchio in quella posizione, tanto che per circa un minuto ho potuto ammirare il suo delizioso buchino (che poi avrei imparato a conoscere bene) e le sue fantastiche grandi labbra.
Si è quindi girata verso di me (lei non mi vedeva perché ero dietro la tenda già con l’arnese in mano) ed ha cominciato a spalmarsi una creme sulle tette.
Come potete immaginare non ho tardato a scaricare sulla tenda una quantità enorme di sborra.
Dopo quella volta scene simili si sono ripetute con una certa frequenza, condite anche da masturbazioni violente di Mariangela che non disdegnava l’uso di qualunque oggetto potesse per lei sostituire un bel cazzo.
Ho subito cominciato a pensare che la sua non fosse distrazione, ma io avevo almeno dieci anni più di lei e la vedevo come una innocente creatura ancora non avvezza al sesso.
Al di fuori di quello i nostri rapporti continuavano ad essere quelli di buon vicinato, ci si incontrava in ascensore o per la strada e si discorreva del più e del meno sempre con grandi sorrisi e simpatia!
. Certo, io quando la incontravo faticavo a nascondere la mia eccitazione, ma lei più tardi mi ha confessato che, dopo doveva correre in bagno per pulirsi le mutande o per masturbarsi velocemente.
Un’estate ero solo in casa perché i miei erano partiti per le vacanze (evidentemente lei controllava i movimenti di casa mia), suonano al campanello ed era lei.
Mariangela, coperta solo da una arrapantissima magliettina bianca a vestitino (faceva un gran caldo), che mi chiede se per favore posso aiutarla a risolvere un problema con l’anta dell’armadio di camera sua che si era incastrata.
Solo al vederla la mia erezione è stata violentissima e credo che lei se ne sia accorta.
Comunque mi presto al gioco e vado nel suo appartamento, dove scopro che, guardacaso, anche i suoi non ci sono.
La porta dell’armadio era effettivamente incastrata, e lei non mi ha mai detto come avesse fatto.
Comincio a cercare di aprirla, e iniziamo a parlare di tante cose.
Lei, che sino ad allora mi aveva sempre chiamato Professore e mi aveva sempre dato del lei, è passata a chiamarmi per nome a darmi del tu.
Mentre lavoravo si è seduta sul letto , e, facendo finta di non accorgersene, ha fatto salire la magliettina sino a scoprire la splendida fighetta.
Quando mi sono girato verso di lei, il mio sguardo è ovviamente stato calamitato da quel bellissimo triangolino, lei ha anche fatto finta di vergognarsi e di scusarsi.
Insomma, dopo pochi minuti ero inginocchiato tra le sue cosce e le leccavo avidamente la figa.
Subito dopo ho anche cominciato a leccarle il buco del culo ed ad infilarci dentro un dito, dovevate vedere come mugolava.
Mi sospingeva la testa con forza e mi invogliava a leccare e a chiavarla col dito sempre più forte, dopo poco le ho infilato in culo il manico del cacciavite e lei mi diceva: – no ti prego, penserai che sono una troia, ahhhh, continua più forte – e non mi faceva allontanare.
Sono riuscito ad alzarmi per spogliarmi solo dopo il suo primo devastante orgasmo, lei è rimasta ansimante con le gambe fuori dal letto ed a pancia in alto, io immediatamente approfittando dei suoi umori e della mia saliva nel suo buco di dietro, l’ho inculata.
Lo facevo con tenerezza, mentre lei, forse per via della sua irruenza giovanile, pretendeva che lo facessi con forza, quasi con violenza.
Per la verità non mi era ancora capitato di vedere un donna godere col culo, be, lei lo ha fatto, e mi ha detto che anche per lei era la prima volta.
Quel giorno non l’ho scopata perché avevo paura che potesse restare incinta, ma dopo pochi giorni si è convinta a prendere la pillola.
Ma ritornando alla prima volta, dopo averle goduto nel culo (abbiamo goduto insieme) ho sfilato il cazzo ancora durissimo, e glielo ho sbattuto in bocca, questa volta senza troppi complimenti, proprio come voleva lei.
Mi ha fatto un pompino stupendo, tanto che ancora oggi le dico che non è mai più
riuscita a farmene altri così.
Ho concluso quindi leccandole con ingordigia le bellissime tette acerbe mentre lei mi massaggiava il cazzo ed io le infilavo un bel cetriolo alternativamente avanti e dietro.
Notare che il cetriolo era sotto il cuscino, già pronto per l’uso.

P. S. con Mariangela ci vediamo ancora per fare sesso sfrenato, ma non stiamo insieme, e lei mi giura che non ha mai preso altri cazzi oltre al mio.. FINE

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Luce bassa, notte fonda, qualche rumore in strada, sono davanti al pc pronto a scrivere il mio racconto erotico. L'immaginazione parte e così anche le dita sulla tastiera. Digita, digita e così viene fuori il racconto, erotico, sexy e colorato dalla tua mente.

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