I viaggi in treno solitamente mi sono noiosi e doverci stare per ben 8 ore addirittura lo trovo odioso. Essere in giro per lavoro non m’è mai piaciuto. Salgo così sul treno con la pena in cuore sapendo già cosa mi aspetta. Mi sono comperato un paio di giornali ed un libro che proverò a leggere per far passare il tempo. Gli scompartimenti sono quasi tutti vuoti e così m’accomodo in uno qualsiasi, vicino al finestrino. Appoggio la mia borsa sulla rete, metto le sigarette ed i giornali sul tavolino di fronte a me e mi accomodo. Sulla banchina la gente va e viene, alcuni corrono, altri si stanno semplicemente salutando. Apro il giornale e guardo distrattamente i titoli. La porta dello scompartimento si apre “Posso? ” è una ragazza, zaino in spalla e un sorriso splendido, capelli rossi come il fuoco incorniciano il suo viso e i suoi occhi azzurri risaltano come diamanti. “Certo, è tutto libero” rispondo e spero dentro di me che sia una buona compagnia. “Ci aspetta un lungo viaggio, vai anche tu a xxxx? ” mi chiede mentre si toglie lo zaino dalle spalle. “Si, ben 8 ore e 40 minuti di viaggi, sperando non ci siano ritardi” le rispondo e mi alzo per aiutarla a mettere lo zaino sulla reticella. è alta come me, vestita con un paio di jeans ed una maglietta bianca. Ha un bel corpicino. Si siede di fronte a me e anche lei guarda fuori dal finestrino. “Quanta gente parte ed arriva in questa città. Sei di Milano tu? ” “Si” le rispondo “ci abito ormai da 20anni, e tu, di dove sei? ” “Sono semplicemente cittadina del mondo, sempre in giro. I miei sono di Firenze ed ogni tanto torno lì e mi ci fermo qualche giorno ma adoro viaggiare” “Conosci qualcuno a xxxx? Io ci vado per lavoro. ” “Si, c’è una mia compagna d’università, starò da lei qualche giorno” Ha un viso angelico ed ogni sua parola è accompagnata da un lieve sorriso. Il capostazione fischia ed il treno comincia a muoversi. “Ti spiace se mi cambio? ” mi dice alzandosi. “Ma figurati, fai pure” Prende il suo zaino e tira fuori una maglietta ed una gonna. Continuo a guardare fuori ma la vedo nel riflesso del vetro. Si toglie la maglietta, un sottile reggiseno copre il suo seno minuto, poi si toglie i jeans e si infila la gonna. Le mutandine nere risaltano sulla sua pelle chiara. “Ecco, così sono più comoda. A proposito, io sono Anna, e tu? ” mi chiede mentre torna a sedersi. “Giuseppe. Scusa ma non ho potuto fare a meno di guardarti, sei molto bella”. Rimaniamo un po’ in silenzio. Ho aperto il giornale e lo sfoglio distrattamente. Lei legge un libro, non vedo il titolo. Prendo il mio e lo apro. “Ti piace Pasolini? ” mi chiede. “Si, non avevo ancora letto Petrolio ed allora ho pensato di portarlo in viaggio con me”.
“Anche a me piace molto, Petrolio non l’ho ancora letto neppure io, ma tutti gli altri li ho letteralmente divorati”. “Sei sposato? ” “Io? ” rispondo con aria stupita “eh, insomma, sposato e divorziato, diciamo libero” “Ed hai bambini? ” “No, per mia fortuna. E tu? Sei fidanzata? ” “Ma no, figurati, con la vita che faccio chi vuoi che mi accetti. Non riesco a stare ferma in un luogo che pochi giorni e poi via, sempre verso nuove strade” La prima cosa che mi viene da pensare è di chiederle “E il sesso, con chi lo fai? ” ma ritengo opportuno non fare domande idiote. “Ti spiace se mi stendo un po’ ” “Fai pure, è tutto libero”. E si stende appoggiando la testa al bracciolo della poltrona. Chiude gli occhi e n’approfitto per osservarla. è davvero carina, le lunghe gambe accavallate sembrano fatte apposta per essere baciate. S’intravedono le mutandine e rimango qualche minuto ad osservarle.
Dopo poco anche i miei occhi si chiudono e mi appisolo accompagnato dal rumore del treno che corre veloce. Una voce mi fa aprire gli occhi: è Anna che parla nel sonno. Sto in ascolto. “No, lo sai che non lo voglio. Sono solo tua. Sara, si, baciami” Oddio, forse Sara è l’amica che l’aspetta a xxxx. Una ragazza lesbica forse. Ora le gambe non sono più accavallate ma giacciono stese sul sedile l’una a fianco dell’altra. Ha due mani splendide, candide e con lunghe dita affusolate e rimango ad ammirarle. Si muove, sposta una mano sulla sua pancia e mette l’altra sotto la sua testa, lo spostamento di una gamba lascia ora completamente scoperte le mutandine. Le osservo, s’intravedono i peli della sua fighettina che immagino dolce e piccola. Che splendida visione, vorrei rimanesse così fino alla fine del viaggio. Mormora ancora qualcosa e si sposta ancora, allarga le gambe e posso vedere un ciuffo di peli spuntare dall’orlo delle mutandine. La scena mi eccita e rimango immobile a godere dello spettacolo. Muove lievemente la mano sulla sua pancia, sembra che si accarezzi con la punta delle dita. “Si, baciami” sussurra mentre i movimenti si fanno più decisi. Mi accorgo che chiunque passa potrebbe vederla e allora decido di chiudere le tendine, voglio che lo spettacolo sia solo per me. La sua mano scende, scavalca la corta gonna e comincia a toccare le cosce. Sfiora le mutandine e la vedo fremere mentre emette un sospiro. Ha dentro la sua mano il suo pube e la muove piano, in su ed in giù, immagino la suo clitoride che si eccita per quella carezza e vorrei essere io a fargliela. Allarga le dita ad incorniciare la sua fighetta. Il mio cazzo comincia a dar segni d’indurimento e devo spostarmi per metterlo a suo agio ma decido di lasciarlo nei pantaloni. Ora si accarezza senza più nessun tentennamento e muove i suoi fianchi e spinge avanti ed indietro il suo pube. Le parole che sta dicendo mi risultano incomprensibili e i miei occhi sono ormai incollati lì, tra le sue cosce. Si muove piano e mi sembra addirittura di intravedere l’umido del suo piacere che trasuda dalle mutandine. Ne sento quasi il profumo. Sposta l’orlo delle mutandine e due dita entrano ad accarezzare la sua fessura. Ormai dalla sua bocca non escono che fiochi lamenti. Avrei voglia di prendere in mano il mio cazzo e di dargli ristoro. Con la punta delle dita percorre tutta la sua fighettina, si ferma un po’ sulla clitoride, l’accarezza per poi tornare giù ed immagino entri dentro e si riempia d’umori. D’un tratto comincia a muoversi più in fretta, la sua mano si fa decisa e corre dentro e fuori, il suo copro quasi sobbalza sulla poltrona e gemiti di piacere escono dalle sue labbra socchiuse. Penso si stia svegliando. Socchiudo gli occhi e faccio finta di dormire pur continuando ad osservarla. Infatti si sveglia e salta in piedi e mi guarda. Forse vuole accertarsi che io dorma. “Giuseppe, stai dormendo? ” mi chiede ed io faccio finta di svegliarmi proprio in quel momento. “Come? Cosa? Ah, scusa, si”. Sembra tranquilla ora, si risiede di fronte a me con un’aria quasi triste. “Cosa c’è” chiedo “Qualcosa che non va? ” “No, ho fatto solo un…sogno. Davvero dormivi? ” Non riuscii a mentirle: “No, ti ho vista e ti ho sentita. Ma non credo tu debba ne scusarti ne vergognarti. Ti devo confessare che osservarti mi ha eccitato” Rimase un attimo in silenzio, con lo sguardo basso. “Mi faresti un piacere? ” “Certamente” mi affrettai a rispondere. “Mi piacerebbe fare la stessa cosa, osservarti e guardarti mentre ti masturbi” Rimasi di sasso di fronte a tale richiesta. “Come scusa? ” chiesi tra l’incredulo ed il divertito. “Si, ho voglia di vederti” e me lo disse guardandomi fisso negli occhi, con l’aria sicura quasi ad ordinarmelo. Si alzò, sfilo le sue mutandine e si sedette di fronte a me, apri le gambe e finalmente potei vedere la sua fighettina , passo la sua mano sopra, le aprì le labbra. “Dai, voglio godere ancora ma guardandoti”. Mi sentivo impacciato; il mio cazzo era ancora duro. Mi alzai e mi slacciai i pantaloni. Abbassai gli slip e mi risedetti. Ora eravamo ambedue con il sesso tra le mani. La mia mano scorreva sul mio cazzo con lievi carezze mentre le sue dita giocavano dentro la sua fighettina. Presi le sue mutandine e guardandola negli occhi le annusai, il profumo del suo sesso fece sussultare il mio cazzo. Le passai sul mio cazzo. L’eccitazione aveva reso la mia cappella lucida e viola. “Tocchiamoci a vicenda” le proposi. Lei non rispose, venne a sedersi al mio fianco e sentii la sua mano prendere il posto della mia. “Posso baciarlo? ” mi chiese. “Se tu mi farai baciare la tua” risposi al colmo dell’eccitazione. La sua bocca scese e con delicatezza riempi il mio cazzo di baci. La sua fighettina era davvero stretta ma lucida d’umori. Mi stesi sulla poltrona e lei fu subito sopra di me; continuava a baciarmi il cazzo mentre io leccavo la sua fighettina e bevevo i suoi umori. “Succhiamelo un pochino” le dissi. “Non l’ho mai fatto” ma subito sentii le sue labbra avvolgere la mia cappella. La mia lingua si muoveva sempre più in fretta tra le labbra della sua fighettina e la clitoride che sembrava un piccolo cazzo. Gliela succhia nella speranza che lei continuasse a farlo a me. La sentii fremere, i suoi fianchi cominciarono a muoversi sempre più freneticamente e sentivo la sua clitoride sbattere contro il mio mento, contro il mio naso. Ansimava e mugolava. La sua bocca continuava a succhiare il mio cazzo che ormai era pronto per il finale. Mentre lei schiacciava la sua figa sulla mia bocca esplosi in una sborrata carica di piacere. Lo tenne in bocca quasi ad assaporarne ogni sussulto, ogni brivido. Avevo la faccia coperta dai suoi umori e nell’aria ormai non si sentiva che profumo di sesso. Si sedette al mio fianco e cominciò a leccarmi la faccia. La sua lingua lambiva i suoi umori e lei sembrava letteralmente beata. Gli occhi chiusi, stringeva la mia testa tra le sue mani e mi leccava e mi baciava. Andammo in bagno a lavarci, ci ritrovammo seduti ai nostri posti e si sentiva chiaramente nell’aria il disagio. “Spero ti sia piaciuto. Davvero era la prima volta? ” “Si, davvero, sono lesbica e non sono mai stata con uomini. è la prima volta che sento il sapore del piacere di un uomo, la prima volta che ne tocco uno”. “Così sei ancora vergine? ” “Si” mi rispose ed abbassò lo sguardo. “Non ci trovo nulla di male sai, ognuno della sua sessualità fa ciò che vuole” cercai di rassicurarla. Il silenzio scese nuovamente tra di noi. Appoggiò la testa all’indietro e chiuse gli occhi. Non sapevo come dirglielo ma volevo lei sapesse che mi avrebbe fatto piacere essere il suo primo uomo. La guardavo, le labbra carnose sembravano chiedere baci. “No” disse quasi mi avesse letto nel pensiero, “credo non sia ancora arrivato il momento”. Il resto del viaggio fu coperto di silenzio. Ogni tanto la guardavo e lei mi guardava, qualche sorriso. Scese dal treno insieme a me, mi abbracciò e ci baciammo a lungo. “Ciao” mi disse “Spero di rivederti” “Ciao” risposi tristemente “ti penserò spesso”. Si voltò e con passi lenti usci dalla stazione. Rimasi a lungo a pensarla, la splendida Anna era entrata nella mia vita e nei miei ricordi e non ne sarebbe mai più uscita. FINE
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