Sembrava che le ragazze non aspettassero altro. Dopo che Fabrizio era stato richiamato in sede – del resto quando sei di pronto intervento sai che può succedere – pensavo che nonostante i miei sforzi, il tentativo di una storia a quattro con le mie due ex colleghe sarebbe miseramente naufragato. Ed invece dopo averlo accompagnato alla porta ritornai in sala trovando le ragazze che si stavano spogliando; Edy si era già tolta pantaloni e maglioncino rimanendo in autoreggenti nere e intimo nero mentre Stella in bianco ma coperta da una sottoveste mi guardava fissa con aria sogghignante di sfida. Sinceramente non capivo molto bene quello che stava succedendo, non che mi dispiacesse ma era davvero sbalorditivo; d’accordo, quando eravamo colleghi spesso i nostri discorsi scivolavano sul sesso, ma sempre in terza persona, senza implicazioni fra di noi, magari lasciando trapelare qualche fantasia ma niente di più, ed anche questo invito a cena era nato più per coincidenza – per un ‘do you remember ‘ – che per altro. Oddio le ragazze erano davvero carine e sicuramente qualche volta mi sarò anche masturbato pensando a loro ma quello che stava succedendo era fantascientifico.
‘Allora ? Non dici niente ? ‘ esordì Stella sempre sogghignando. ‘Beh, cosa vuoi che dica ? sono – per usare un eufemismo – molto sorpreso; cos’è, avete deciso di violentarmi ? buttai lì sorridendo. ‘Diciamo che ci sei vicinò fece Edy molto seria mentre si rimetteva le scarpe e piano mi si avvicinava. Mi strinse le braccia al collo guardandomi fisso negli occhi mentre io messele le mani sui fianchi mi piegai per baciarla. Fu un attimo prima di sfiorarle le labbra che una violenta ginocchiata si stampò sulle mie palle facendomi piegare in due. ‘Saì fece Stella avvicinandosi ‘ quando parlavamo di sesso in ufficio noi ci siamo fatte l’idea che tu sia un tipo maso, di quelli che godono quando sono presi a calci e sottomessi solo che se te l’avessimo chiesto non avremmo mai saputo se la tua risposta sarebbe stata sincera o meno, così, vista l’occasione della cena abbiamo deciso di verificarlo dal vivo, abbiamo indossato il nostro intimo migliore, una nostra amica ha fatto in modo di avere un’opportuna urgenza per toglierci Fabri dai piedi ed adesso, con un bel gioco di parole nei piedi ci sei tu. Che ne dici ? ‘. Io, a terra supino con le mani a stringere lo scroto non credevo alle mie orecchie.
Io che tenevo come una reliquia ‘Venere in pelliccià del sommo Leopold, che mi eccitavo quando vedevo una donna togliersi con nonchalance una scarpa facendola dondolare sulla punta del piede, che videoregistravo tutti gli spezzoni dei film dove una donna prendeva a calci un uomo ( mitica Sharon in ‘Atto di forzà che massacra le palle di Schwarzy ), proprio a me stava succedendo una cosa simile. Bofonchiai un arrochito ‘fate di me quel che voletè che già il piede di Stella si schiacciò sul mio stomaco facendomi risollevare come per automatismo così che Edy mi prese per i capelli, tirandomi indietro la testa e schioccandomi un bacio sulle labbra mi disse ‘ Ho sempre sognato di avere un uomo schiavetto sul quale sfogarmi e devo dire che il fatto che sia proprio tu mi fa godere ancora di più; non perché ce l’abbia con te ma al contrario perché so che quello che ti faremo piacerà anche a te. ‘
E sempre tirandomi per i capelli mi trascinò per la stanza fino a raggiungere il divano dove si sedette sul bordo mentre Stella mi intimò di girarmi e di cominciare a baciarla partendo dai piedi. Mi buttai voracemente sul collo di un piede e poi sulla caviglia dell’altro. Era fantastico sentire la lycra sotto la lingua; risalivo piano lungo i polpacci di Edy mentre sentivo Stella che da dietro mi slacciava i pantaloni e me li toglieva; ero arrivato al livello del ginocchio quando mi sentii colpire la schiena da una frustata. Con la mia cintura Stella mi affibbiò un altro colpo ordinandomi ‘Anche le scarpe schiavetto. Leccale le scarpe. ‘ Allora Edy sollevò un piede e me lo appoggiò sul muso cosicché la mia lingua percorse tutta la sua suola fino ad arrivare al tacco che voracemente iniziai a succhiare. ‘ Ma bravo schiavetto. Questo è il tuo ruolo: il succhiatacchì fece Stella colpendomi ancora con la cintura.
Ma Edy ormai era troppo eccitata dalla situazione e tolta la scarpa dalla mia bocca mi riprese per i capelli e mi spostò la testa all’interno delle cosce. ‘Questa storia mi eccita troppo, adesso leccamela, su da bravo. ‘ Così la mia lingua s’insinuò nei suoi inguini e poi sopra le mutandine ma ormai Edy aveva troppa voglia, fece un cenno a Stella che mi prese per i capelli sollevandomi e con un movimento fulmineo si sfilò le mutandine e mi mise le gambe sopra le spalle, poi Stella mi ricacciò giù. Edy era davvero eccitata, il clitoride gonfio e le labbra bagnate aspettavano solo la mia lingua che voracissima iniziò a fare il suo dovere; ogni tanto aveva un sussulto che le faceva stringere con forza le ginocchia sulle mie tempie e spingere i tacchi sulla schiena che nonostante la maglia sentivo ormai graffiata.
Ma questo non faceva altro che eccitarmi ancora di più e infatti Stella si accorse della mia erezione e con la mano cominciò a tastarmelo da dietro seppur sopra i boxer. Probabilmente sarei venuto se Edy non mi avesse preceduto e mentre da sola ancora si toccava con le mani, Stella mi fece alzare, mi girò verso di lei e mi diede un calcio nelle palle. Non riuscii neanche a piegarmi su me stesso che doppiò immediatamente il colpo con una ginocchiata nello stomaco. Mi accasciai come un sacco vuoto e sentii Edy che con un filo di voce le diceva di non esagerare troppo ma Stella era ormai davvero padrona della situazione. ‘Non preoccupartì –rispose- ‘per lui questo è solo piacere.
Vero schiavetto? ‘ ma io non ero ancora in grado di connettere appieno cosicché mi presi un altro calcio nello stomaco. ‘Ho detto, vero schiavetto? e quando la tua padrona ti fa una domanda tu rispondi se non vuoi che ti massacri le pallè; ma nel frattempo il suo piede sinistro si era spostato sul mio viso e con l’aiuto di Edy teneva sollevato l’altro così da schiacciarmi il naso e la bocca dall’alto dei suoi 178 cm. per 66 kg. splendidamente portati : non certo una libellula, ma una perfetta copia di una scultura rinascimentale. Soffocavo, sentivo i polmoni contrarsi alla disperata ricerca di aria ma il dolore allo sterno provocatomi dall’ultimo calcio mi procurava nel frattempo dei conati di tosse che non riuscendo ad espettorare stante la mia padrona ancora sopra di me, mi rendevano ormai paonazzo.
Fu Edy, probabilmente la più lucida fra di noi, che accortasi del mio stato lasciò Stella che perso l’appoggio e l’equilibrio liberò il mio viso e finalmente aria, aria, colpi di tosse, aria, tosse, aria. Riuscii piano a risollevarmi appoggiandomi con la schiena al divano e cercai di controllare la respirazione per ritornare in me, mentre le ragazze in piedi si preoccupavano che tutto fosse regolare e che stessi bene. ‘Mai stato megliò risposi. ‘Allora schiavetto adesso ti senti pronto per il godimento vero ? ‘ fece Edy mentre dolcemente appoggiava la suola del suo décolleté nero sul mio scroto. Immediatamente sentii la pulsione del sangue che si trasmette al muscolo mentre il suo piede si muoveva piano su di me. ‘ Adesso basta ! ‘ la voce di Stella che era uscita dal mio campo visivo mi arrivò come una pugnalata; pensai che probabilmente volesse darmene ancora una razione e invece mi si parò dinanzi ancora con la sua splendida sottoveste bianca e con un preservativo in mano; spostò Edy e chinatasi continuò a massaggiarmi il pisello che aveva ormai raggiunto una discreta erezione, infilò la plastica e poi infilò direttamente dentro di lei la mia verga inorgoglita .
‘Cerca di resistere un po’ schiavetto, che io già sono eccitata da tutta questa storia , ma se non mi fai godere sono disposta a prenderti a calci tutta nottè. Per fortuna che era davvero già calda e non ebbe bisogno di cavalcarmi troppo, mentre io usavo anche le mani per solleticarle il clitoride ed accelerare la sua venuta, ché nell’attimo del suo orgasmo venni violentemente anch’io liberandomi di tutto quel carico di sperma accumulato in quella meravigliosa notte. FINE
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