Il professor Marchi

Ho 48 anni e la prima volta che ho avuto tentazioni con una persona del mio stesso sesso è stato circa 6 anni fa. Per un congresso di teologia ero all’estero e alloggiavo in un grande appartamento che dovevo condividere con un collega straniero molto giovane (lui aveva 24 anni). Mi aveva colpito fin dall’inizio il fatto che avesse due occhi profondissimi e un po’ orientali, una corporatura estremamente magra e acerba, e mani lunghe e affusolate. Avevo passato parecchie notti a domandarmi come avrebbe reagito se io avessi provato a fare qualcosa: d’altra parte il suo modo di fare aggraziato mi faceva pensare che potesse essere gay, ma non potevo certo domandarglielo. Stavo rinunciando a ogni iniziativa quando una mattina, mentre andavo a fare la doccia, lo incrocio in corridoio, proprio mentre usciva anche lui dalla doccia, coperto da un accappatoio bianco. Una parola di circostanza, uno sguardo, un sorriso: non so cosa sia successo ma mi sono ritrovato a spingerlo sul muro, a slacciargli l’accappatoio, a baciargli una spalla, a carezzargli con una mano il petto e con l’altra infilata fra le sue cosce. Il ragazzo per fortuna sembrava sorpreso ma tutt’altro che dispiaciuto: aveva piegato leggermente indietro la testa sospirando forte e cominciando a gemere un po’ più forte quando con la mano gli ho afferrato il sesso che era piccolo e tenero, ma nel palmo prendeva pian piano consistenza. Quando il suo cazzo è diventato un po’ più duro ho preso a massaggiarlo con più insistenza e a masturbarlo, senza smettere di leccarlo sulla pelle profumata delle spalle e del torace. I suoi mugolii mi stimolavano a non fermarmi e poco dopo il ragazzo sentì attraverso la pressione del mio corpo sul suo che anche la mia eccitazione aveva preso una consistenza ragguardevole. Si lasciò quindi cadere in ginocchio e abbassati i miei pantaloncini assorbì fra le labbra il mio cazzo in tensione, succhiandolo con estrema abilità, inghiottendolo dolcemente fino in fondo e leccandolo con dolcezza. Affondai le mani nei suoi capelli carezzandogli la nuca mentre lui sembrava gradire le mie parole di apprezzamento che gli rivolgevo per mostrargli quanto apprezzassi le lue leccate e soprattutto per segnalargli in quali punti ero più sensibile a quel delizioso pompino. Quando sentì che stavo per venire si sfilò il cazzo dalla bocca e continuò a carezzarmelo tenendolo premuto sulla sua guancia così che io gli schizzassi il mio piacere sul viso. Con lui ho abitato ancora per qualche altro giorno, e solo un paio di volte abbiamo avuto occasione di stare ancora insieme. Ma questa esperienza mi ha ovviamente aperto un nuovo orizzonte dal punto di vista sessuale. In questa città così piccola dove vivo è bene tenere nascosta questa mia tendenza: non cerco mai rapporti con gli studenti e mi accontento di qualche sporadico incontro con il giardiniere della scuola, un africano di nome Abdul, o con qualche persona di fuori, qualche turista di passaggio. Spero perciò di riuscire a mantenere sempre questo segreto, perché se la Preside della scuola dove insegno venisse a sapere qualcosa credo proprio che perderei il posto. FINE

About Hard stories

Scrivo racconti erotici per hobby, perché mi piace. Perché quando scrivo mi sento in un'altra domensione. Arriva all'improvviso una carica incredibile da scaricare sulla tastiera. E' così che nasce un racconto erotico.

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