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Bollenti spiriti

Tutto è cominciato in una caldissima notte di maggio. Ero alla festa di compleanno di Paola, mia amica fin dall’infanzia. Marco, il mio fidanzato, era fuori Milano per lavoro. Io ero su di giri e accaldata, c’erano almeno trentadue gradi e avevo sbevazzato qualsiasi cosa mi capitasse a tiro. Paola mi aveva fatto cenno di seguirla in bagno, e io l’avevo raggiunta, voleva parlarmi di Giovanni, un mio collega che la tampinava già da un po’ e con cui aveva deciso di passare la serata per concludere i festeggiamenti. Tra un commento e l’altro mi sono accorta che avevamo bevuto un po’ troppo, mi sentivo addosso un senso di leggerezza e di euforia come ai tempi delle gite scolastiche, o delle prime feste da adolescenti, e mi piaceva. Quella sera ero proprio in forma, notavo diversi sguardi posarsi senza pudore su di me, spogliarmi letteralmente, compreso quello di Andrea che era forse il più intrigante. Andrea è il fratello minore di Marco, il mio uomo, ci siamo sempre stati simpatici, è sempre stato molto galante con me, ma fino a quella sera non mi aveva mai guardata così. Ero turbata, ma devo confessare che mi sentivo lusingata da quegli sguardi complici e sensuali, d’altra parte Andrea è sempre stato di gusti difficili… non avrei mai creduto di essere il suo tipo. Comunque tutto si limitò agli sguardi, avevo bevuto troppo e dopo poco andai via approfittando del passaggio di Rita. Ero eccitatissima e brilla. Non so spiegare cosa mi fosse capitato quella sera, ma avevo una terribile voglia di sesso. Arrivata a casa feci una cosa che non avevo mai fatto: aprii il frigorifero, tirai fuori il pacchetto con le zucchine, ne scelsi una e la pelai un po’. Poi infilai due dita nel panetto di burro e corsi in camera da letto. Lì, davanti agli specchi dell’armadio, feci scivolare quelle due dita nella mia rosellina. Avevo una voglia matta di prendermelo in culo, e così dopo molto poco sostituii le dita con la zucchina e cominciai a stantuffarmelo mentre mi sgrillettavo specchiandomi. Stavo cominciando a venire, quando vidi Andrea sullo stipite della porta. Ero imbarazzatissima. Lui disse secco “sei scappata, credevo stessi male per la sbornia, ti chiamavo al cellulare ma non mi rispondevi, allora ho usato il mazzo di chiavi d’emergenza… invece vedo che ti dai da fare con gli ortaggi… bella questa! forse dovrei raccontare al fratellone come la dolce fidanzata si ficchi su per il culo qualsiasi ortaggio quando smania… “per favore Andrea, non fare lo stronzo”Mentre ci dicevamo queste cose mi si era avvicinato, mi aveva sfilato la zucchina dal culo, e aveva preso a massaggiarmi le chiappe”ma… che fai adesso? “”faccio quello che vuoi tu, bimba, sto per ficcartelo in culo come piace a te”Fu velocissimo a sfilarsi i pantaloni e a penetrarmi senza che potessi reagire in nessun modo… e comunque mi piaceva, aveva ragione lui, ero fradicia e mi sentivo piena e mi piaceva l’idea di farmi spaccare il culo dal fratello di Marco nel nostro letto. “ti piace troia? ti piace farti chiavare in culo dal cognatuccio? lo sapevo che eri troia, dimmelo anche tu””sono una troia, mi piace il cazzo in culo, godo ad essere sbattuta come una troia… vengo… siii… ancora, sto per venire… “Mi assestò ancora qualche bel colpo, e poi godemmo entrambi. E pensare che a Marco non piaceva per niente l’idea di prendermi il culo… infatti non lo avevamo mai fatto in quattro anni… invece Andrea sembrava aver scopato culi dalla nascita! Quando ci staccammo io colavo sborra in quantità industriale, e lui mi guardava compiaciuto offrendomi il suo cazzo da ripulire. Lo pulii ben bene, tanto bene che gli ridiventò duro mentre praticamente lo spompinavo. “brava maddi, così, siii, sei stupenda, sei una porca magnifica, voglio sborrarti dentro, voglio impalarti bene… “Detto questo si sdraiò e mi fece montare a cavalcioni. Aveva un uccello perfetto e duro come il marmo che cavalcai come in stato di incoscienza finchè non sentii l’onda dell’orgasmo avvolgermi una, due, tre volte, mentre il suo sperma caldo mi riempiva di nuovo… Quella notte Andrea dormì al posto di Marco, e io al mattino mi svegliai godendo con la sua testa tra le cosce. Fu uno tra i più bei risvegli della mia vita. FINE

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