Io e mia sorella

Io e mia sorella siamo sempre stati molto legati. Tra noi c’è sempre stato un rapporto di complicità che negli anni successivi a quest’esperienza non ho più ritrovato con nessuna ragazza.
Lei ha un anno meno di me ed è sempre stata una bella ragazza, con i suoi capelli nerissimi, lisci e lunghi, il fisico snello, il seno non troppo abbondante.
I nostri genitori hanno divorziato quando noi due avevamo 14 e 13 anni, e da allora la nostra complicità è aumentata ancora di più. Lei mi raccontava tutto ed io facevo altrettanto: le prime cotte estive, le prime esperienze imbarazzanti e poi i primi ragazzini che le correvano dietro.
Col tempo le confidenze si facevano sempre più dettagliate: io avevo già avuto un rapporto sessuale completo a 15 anni, con una ragazza più grande di me. Ero un bel ragazzo, e non era raro che mi attirassi le attenzioni di ragazze più grandi di me, soprattutto perché facevo di tutto per nascondere la mia vera età, e grazie anche al fatto che non sembravo affatto un quindicenne. Lei invece, a parte qualche limonata superficiale, era ancora vergine… ma non perdeva occasione di raccontarmi le prime dita che si erano infilate nella sua fighetta ed i primi membri di compagni di scuola che aveva toccato, limitandosi però solo a quello. Le sue confidenze mi eccitavano, la immaginavo in balia di ragazzi inesperti suoi coetanei che non sapevano esattamente cosa fare di quel corpo bellissimo ed acerbo che avevano di fronte… Iniziavo a provare anche un po’ di gelosia e col tempo cominciai ad essere un po’ protettivo nei suoi confronti, arrivando a selezionare, per quanto riuscissi a farlo, influenzandola un po’, i ragazzi con cui usciva.
Nel corso dei mesi, le nostre confidenze si facevano sempre più intime e particolareggiate, fino a quando, a 18 anni, lei conobbe un ragazzo di 5 anni più grande con cui iniziò una storia. Io e lui diventammo buoni amici e spesso uscivamo insieme in tre. Mia sorella un giorno mi confidò che con questo ragazzo le cose erano andate un po’ oltre la pomiciatina innocente, lui l’aveva toccata facendole provare il primo orgasmo della sua vita, e lei aveva fatto altrettanto, menandogli il cazzo a lungo, fino fare conoscenza con il suo seme che abbondante schizzò fuori dal suo uccello. Mi disse anche che tutto quello a lei piaceva e, all’occasione, sarebbe potuta andare ancora oltre, ma la sua inesperienza la bloccava: aveva paura di deludere il ragazzo più grande di lei e già padrone della situazione… Allora mi chiese consigli che io prontamente le diedi. Un pomeriggio eravamo soli in casa e lei mi disse che, probabilmente, quella sera avrebbe fatto qualcosa in più con il suo ragazzo e mi chiese: “Te lo hanno mai succhiato? ”
“Certo” risposi io.
“E come si fa? Voglio dire, come devo muovermi? !
Io allora cercai di spiegarglielo a parole, ma lei non capiva… Allora presi le sue dita, indice e medio, e infilandomele in bocca simulai un pompino. Poi le dissi: “Hai capito? Vuoi provare tu? ”
Lei prese le mie dita e cominciò a succhiarle come un lecca lecca:
“Vado bene cosi? ”
“Brava”, risposi io, “Hai capito perfettamente… ”
Mi accorsi come se in un momento non fossi presente ma vedessi la situazione come da uno schermo che lei non lasciava le mie dita, anzi continuava a succhiarle e leccarle… Una strana eccitazione allora cominciò ad impadronirsi di me, ero turbato dal suo lavoro di bocca sulle mie dita e pensavo a quel ragazzo fortunato che quella sera si sarebbe beato del suo pompino: il primo pompino della mia sorellina! Tolsi le dita dalla sua bocca con un gesto repentino forse da lei inatteso…
“Basta così” le dissi.
Al che lei mi chiese: “Che ne dici, dovrei mettermi qualcosa di particolare per eccitarlo di più? ”
“Non saprei”, dissi, “Che intendi dire? ”
“Mah”, rispose mia sorella, “Forse della biancheria un po’ più eccitante del solito… Cosa ne pensi? Metti che lui mi spogli o voglia leccarmela o toccarmi come al solito… Insomma, vorrei eccitarlo un po’… ”
Allora le diedi il mio consiglio: “Metti un paio di mutandine da donna, anziché quelle bianche normali che usi di solito… un po’ di pizzo, magari nere, non quelle mutandine da bambina che metti tutti i giorni! ”
“E dove le prendo? “, mi disse lei… “Ho solo quelle bianche o rosa, o al massimo quelle a fiorellini, ma roba sexy proprio non ne ho… ”
Allora ebbi un’idea: nostra madre era una gran bella donna e sebbene dopo la separazione da mio padre non aveva più avuto nessuna altra storia, era ancora molto piacente e si attirava le simpatie di numerosi maschi, inclusi alcuni miei compagni di scuola che si ammazzavano di seghe pensando a lei… Insomma, dissi a mia sorella: “Prendi un paio di mutandine della mamma, tanto avete la stessa misura! ”
Lei allora aprì il cassetto della biancheria di nostra madre e cominciò a rovistare fra mutandine e reggiseni, valutandole attentamente. In quel momento, fra pizzi e trasparenze, il mio uccello diventò durissimo, peraltro già provato dalla bocca di mia sorella sulle mie dita… Inoltre lei mi chiedeva: ! Secondo te queste vanno bene”
“Non saprei”, dicevo io.
“Adesso le provo e poi mi dirai”, rispose mia sorella.
Andò in bagno, indossò un paio di mutandine succinte della mamma ed uscì.
“Che ne dici? ”
Il mio cazzo era sempre più duro, dovetti fare uno sforzo per non saltarle addosso, strapparle le mutandine e penetrarla con tutta la furia dei miei 19 anni… Cercai di celare il mio eccitamento e le risposi:
“Non saprei… Forse sono troppo da signora… prova qualcos’altro”.
Le prove di mutandine andarono avanti per 20 minuti buoni, tuttavia non si mostrava mai nuda. Potevo vedere il pelo nero della sua giovane fica, peraltro già abbondante, fare capolino dai bordi di mutandine ridotte o dalle trasparenze di cotone e pizzi che solitamente ricoprivano la fica di una donna di 40 anni, mia madre… Questo contrasto fra il suo corpo da ingenua e quelle mutandine da donna navigata e smaliziata, aumentavano a dismisura la mia eccitazione… Il mio cazzo ormai era al massimo della sua durezza e la sua forma s’intuiva sotto la mia tuta da ginnastica. Cercavo di coprire la mia erezione tirandomi giù la maglia, ma mia sorella se ne accorse e mi disse: “Ma che hai? “, ridendo… “Ti stai eccitando? Con me? ”
Cambiai discorso non senza imbarazzo, ed alla fine lei scelse un paio di mutandine nere molto semplici, senza trasparenze ma con un bordo di pizzo che contrastava con il bianco della sua pelle e si intonava perfettamente con il nero dei suoi capelli e del pelo riccio della sua giovane fica.
Le indossò e cominciò a guardarsi allo specchio vestita solo di quelle mutandine della mamma ed un reggiseno bianco da ragazzina che conteneva le sue tette dure e con i capezzoli rosa e dritti da poterci appendere un quadro. Immaginai quello che sarebbe successo quella sera e provai invidia ancora una volta per quel ragazzo che quella sera avrebbe goduto di tutto quel ben di Dio. Pensai di andare in camera mia a farmi una sega per sfogare tutta l’eccitazione di quel pomeriggio, ma mia sorella mi bloccò dicendomi: “Bene, le mutandine le abbiamo scelte, ma continuo a non essere sicura di come comportarmi… ”
“In che senso? ” risposi io, sempre più turbato… “Che dubbi hai? ”
“Beh, metti che lui inizi a toccarmi fra le gambe, che devo fare? ”
“Non mi dirai che non lo hai mai fatto” risposi io, “Dovresti saperlo ormai.. ”
“Si, ma se poi la cosa va oltre? ” disse mia sorella, sedendosi accanto a me, sul letto di mia madre…
“Non vorrei dare l’impressione né di una ragazzina ingenua e nemmeno di una puttanella… che dici? ”
Non sapevo cosa dire… vedere la mia sorellina, la mia complice e confidente, la mia compagna di tanti giochi innocenti seduta accanto a me vestita solo di un paio di mutandine nere da donna vera, mi provocava uno stato d’animo strano. Mi prese la mano e mi disse: “Ti prego, insegnami come fare, come muovermi… ” e portò la mia mano sulla sua fichetta, coperta a malapena da quelle mutandine nere della mamma…
“Toccamela, e dimmi se vado bene… facciamo finta che tu sia lui… ”
E cosi dicendo premeva la mia mano sul suo basso ventre. Sentivo chiaramente le pulsazioni della sua vagina, mentre il mio cazzo sembrava esplodere da un momento all’altro. Lei socchiuse gli occhi ed io cominciai a massaggiarle la fica da sopra le mutandine. Le sue gambe erano ancora semichiuse, come per vergogna o paura…
“Devi allargare le gambe.. ” Dissi io, ancora incredulo e un po’ sbigottito per quello che stava succedendo… Lei aprì leggermente le sue gambe slanciate e magre ed io constatai il calore che la sua fica emanava.
Continuai ancora per qualche minuto a carezzarle la fica, poi mia sorella si sdraiò sul letto aprendo ancora le gambe.
“Toccami come farebbe lui, ti prego… ” Mi disse ansimando.
La sua eccitazione aumentava, mentre io ancora non avevo realizzato completamente quello che stava succedendo. Scostai delicatamente le mutandine ormai fradice ed iniziai ad accarezzarle la fighetta, senza però penetrarla con le dita… Sentivo che si bagnava sempre più ed il suo respiro era sempre più corto, mentre lei era rossa in volto. Quando i suoi liquidi aumentarono di intensità, iniziai ad infilare un dito nella sua fica nera e rossa. Il suo profumo di femmina in calore mi inebriava, salendomi direttamente nel cervello ed annebbiandomi completamente. Ero sorpreso nello scoprire che anche la mia sorellina era una donna ormai fatta ed il profumo degli umori della sua passerina inesperta me ne dava la conferma.
Cominciai a stantuffare il mio dito medio nella sua fica ormai lubrificata dai suoi abbondanti umori, prima piano e poi sempre più veloce. Lei ogni tanto provava un leggero dolore, ma non voleva che mi fermassi… e venne. Si bagnò tantissimo, ansimando e dicendo: “Che bello, che bello, ancora, ancora, che bello… ”
Rimase immobile per qualche secondo, poi, ripresasi dal suo orgasmo, si mise seduta sul letto, mi guardò e disse: “Che bello… è stato bellissimo… ma ora voglio che tu mi dica se ho imparato la lezione di prima. ”
Lentamente posò le sue manine sul rigonfiamento della mia tuta da ginnastica, iniziando a massaggiarmi il membro teso allo spasimo… Ebbi appena il tempo di dire: “Ma che fai… ”
Lei, incurante del mio imbarazzo, mi abbassò la tuta e gli slip facendo uscire fuori il mio cazzo con uno scatto che mi fece venire in mente quello dei pupazzi che sbucano fuori dalle scatole-scherzo.
“Ehi… non lo ricordavo cosi grande.. ” Mi disse.
Mi aveva già visto nudo, una volta mi sorprese anche in erezione mentre mi masturbavo nel letto, tre anni prima, ma era ancora ingenua e non capiva, o almeno così credevo… Iniziò ad accarezzarmi l’uccello, avvicinandosi come per baciarlo, ma ritraendosi all’ultimo momento…
“Bello… ” Diceva: “Che bello il tuo cazzo… ”
Io ansimavo, non mi sembrava vero che la mia sorellina mi desse tutti quei brividi di piacere. Fu allora che lei avvicinò la sua faccia al mio cazzo e lo baciò… poi rise e disse:
“Ho paura di sbagliare… come devo fare adesso? ”
Mi venne un idea, era meglio faglielo prima vedere e poi semmai… Quindi la scostai, andai in camera mia e presi un fotoromanzo pornografico che mi aveva passato un mio compagno di classe e su cui avevo versato già notevoli quantità di sborra… Aprii una pagina con una foto di una donna con la faccia inondata di sperma dopo un pompino e gliela mostrai…
“Che schifo!! “, disse mia sorella.
“Non è necessario fare così… “, dissi.
Le mostrai una foto della stessa ragazza mentre lo ciucciava e le detti un’idea di come doveva comportarsi. Lei afferrò il mio membro durissimo e con un po’ d’imbarazzo, iniziò a baciarlo piano. Ogni tanto la sua lingua sbucava fuori dalle sue labbra chiuse e dava un leggero colpetto alla mia cappella, come se fosse un gelato troppo freddo. Alzava gli occhi e mi guardava, sperando di incrociare un mio cenno d’assenso, ma l’espressione del mio volto tradiva un piacere grandissimo ed un’eccitazione ancora maggiore. Lei capì, si fece coraggio e aprì la sua giovane bocca ancora inviolata, ingoiando il mio cazzo. Un colpo di tosse evidenziò la sua inesperienza, rise e mi chiese scusa. Io la guardai con amore e lei riprese a succhiare il mio cazzo, sbavando, leccando e succhiando in modo scoordinato. Poi prese un certo ritmo e cominciò ad alternare la lingua alla bocca, portandomi all’estasi e vicinissimo ad un orgasmo devastante. Stavo quasi per esplodere il mio seme nella sua bocca, quando lei alzò la testa e si scostò dal mio membro rosso e pulsante. Vedevo i suoi occhioni verdi spalancati, il suo viso con le guance rosse, i capelli neri di seta che lo incorniciavano, la sua bocca aperta in un sorriso e bagnata dalla sua stessa saliva. Sorridendo mi disse:
“Adesso insegnami qualcos’altro… ”
Si stese sul letto, si sfilò quelle mutandine nere della mamma e spalancò le sue cosce da ragazzina, mostrandomi la sua fichetta dal pelo nero e non ancora violentato da depilazioni varie. Io stavo lì e la guardavo…
“Leccamela… “, mi disse. “Lui non lo ha ancora fatto ed io nemmeno e non voglio essere impreparata al momento… ”
Nemmeno io avevo mai leccato una fica, ma non lo dissi. Mi tuffai in quel cespuglio profumato e bagnatissimo, leccando maldestramente le grandi labbra e l’esterno della sua passerina. Lei, con mia grande sorpresa, si rese conto della mia incapacità… chissà come aveva imparato certe cose, forse confidandosi con qualche sua compagna di scuola, o chissà… Sta di fatto che si apri la figa con due dita della mano sinistra e con la destra mi
indicò il clitoride e la zona circostante:
“Qui… “, mi disse “Leccami qui… ”
Iniziai a leccarla, un po’ umiliato da quella sua improvvisa sicurezza e sapienza, ma dopo poco questo stato d’animo mi spinse a leccarla con il massimo impegno che potevo, soffermandomi sul suo bottoncino duro o rovistando nel suo buchetto da cui uscivano fiotti di liquido saporito ed appiccicoso. Non dimenticherò mai il sapore della fichetta della mia sorellina: sapeva di mela verde, aspro e denso, ma buonissimo. Dopo un po’ lei venne: iniziò a tremare e ad ansimare senza ritegno, spingendo la mia testa contro la sua fica sempre più bagnata ed arrossata. Sentivo il cazzo che mi faceva quasi male fra le gambe. Dopo il suo orgasmo presi a leccarle l’interno delle cosce, poi il ventre piatto fino ai suoi capezzoli turgidi. La sua pelle si riempi di brividi e lei mostrava di gradire parecchio, specie quando mi soffermavo sulle sue tettine dure e sode.
Senza volerlo, il mio cazzo si ritrovò a premere contro la sua fica bagnata, mentre le baciavo il collo. Ci fermammo un attimo e ci guardammo ansimanti per istanti che sembrarono interminabili. Lei allargò ancora un po’ le gambe, quasi leggendo nei miei pensieri, ed il mio cazzo durissimo entrò da solo nella sua fica fradicia. Mi guardò impaurita e mi disse: “Non farmi male, ti prego… fai piano… ”
Non parlai, ma iniziai a muovermi con tutta la dolcezza che potevo. Nonostante l’ingresso nella sua passerina fosse stato facile, il movimento era alquanto difficoltoso: lei era stretta e tesa, era la prima volta che un membro entrava in lei, ma non volevo sverginarla… volevo solo farle provare una sorta di assaggio.
Ma lei non la pensava cosi.
Iniziò a muovere il bacino cercando di venire incontro al mio stantuffare, mettendo cosi a rischio la sua sacra membrana: “Ma che fai… sei pazza? ” le dissi.
“Ti prego, fammi sentire una donna vera… voglio che sia tu a prendermi per primo!! ”
La guardai teneramente… la mia sorellina, compagna di tanti momenti, era una donna e forse io non me ne ero mai accorto. Mi trovavo li con il mio membro duro appena dentro la sua fighetta giovane ed acerba, con i suoi occhi dentro i miei e le sue unghia piantate nella mia schiena. Strinse le sue gambe intorno al mio bacino, come una tenaglia, spostò il suo ventre verso il mio in modo deciso, mi baciò con passione e tremò per un attimo, con una smorfia di dolore. Dai suoi occhi spuntarono due lacrime che io mi affrettai a leccare, ma dopo qualche secondo di rigidezza ricominciò a muoversi sempre più velocemente e sempre tenendo le sue gambe avvinghiate al mio corpo.
“Bello, bello, si, dammene ancora… dammelo fino alle palle… ”
Il suo linguaggio mi sorprendeva e mi eccitava. Stantuffavo nella sua fica bagnata e bollente, lei venne parecchie volte, poi si girò di spalle mettendosi a quattro zampe sul lettone, con le gambe leggermente divaricate, in modo che potessi vedere il nero e rosso della sua fica in tutto il suo splendore:
“Prendimi cosi… Infilamelo tutto… ”
Non me lo feci ripetere due volte. Era la prima volta che lo facevo alla pecorina. Fino a quel momento lo avevo visto fare sui giornalini. Ripresi a penetrarla con forza, tenendole un seno con le mani e baciandole la schiena. Mia sorella ansimava sempre più intensamente, spingeva il suo culetto perfetto e sodo contro di me inarcando la schiena in modo quasi osceno.
Venne ancora.
Si staccò da me e mi guardò soddisfatta. Eravamo seduti uno di fronte all’altra, nudi e sudati. Il mio membro svettava da in mezzo alle gambe. Lei si chinò verso di me, inginocchiandosi e riprendendo ad accarezzare quel bastone di carne durissimo, prima piano poi iniziando una sega vera e propria. Questo sapeva farlo, e bene. Accostò la bocca alla punta e ricominciò a leccare e succhiare. Bastò pochissimo di quel trattamento, lei ebbe giusto il tempo di allontanare un po’ la sua testa dalla cappella, continuando a menarlo con le mani; un solo, ultimo colpo di lingua e il mio cazzo esplose in una sborrata lunghissima ed abbondante. “Spruzza, spruzza fratellone” mi disse nel momento per me più intenso. La sborra usciva incontrollata e contemporaneamente, anche per le sue parole inattese godetti in modo sconvolgente, mai avevo goduto cosi prima d’ora. La mia sborra bagnò i suoi capelli ed il suo seno, lei fece in modo di non ricevere niente in bocca, forse per un po’ di schifo.
E cosi, ansimanti ci guardammo sorridendo, come a chiederci: “Ma che abbiamo fatto? ”
La mia sborra iniziava a colare dal suo petto. Mia sorella si alzò, andò in bagno, io rimasi steso sul letto, pensando a niente… sentii il rumore dell’acqua che scorreva. Lei tornò da me, con indosso solo le mutandine della mamma e mi disse:
“Allora? Ho imparato qualcosa? Posso andare tranquilla? ”
Non so che mi prese, ma una gelosia assurda s’impadronì di me. Iniziai ad odiare la persona che quella sera l’avrebbe avuta tutta per sé… Riuscii solo a dire:
“Sei fantastica. Grazie di avermi fatto essere il primo uomo della tua vita. Sei fantastica… ”
Lei capi quello che stavo provando, mi baciò e mi disse: “Non preoccuparti… Lui stasera non la vedrà; per ora sarà solo tua… fratellone”. FINE

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