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Dopo la sveltina

Dopo la sveltina con Gino sono rimasta amareggiata e arrapata. Devo assolutamente sfogare la mia troiaggine. Sono le 22, 30 il mio bar di fiducia chide alle 24.
Qui mi conoscono come Lia (la puttana) ma mi hanno sempre visto prima delle 20, dopo l’ufficio.
C’è un sacco di gente, al banco c’è solo un posto libero e mi siedo sullo sgabellone. Mi sono addobbata da troiona, camicetta semitrasparente, gonna lunga con spacco fino alla vita, trucco pesante. Niente mutande e figa ancora bagnata dalla sborra di Gino.
Non ho mai visto nessuno degli avventori in massima parte uomini sui 35-40, in ogni caso il barista, che non si fa mai i fatti suoi, comincia a confabulare con un paio ammiccando ripetutamente nella mia direzione. Ad un certo punto un tizio in fondo al banco mi fa un segno strofinando pollice ed indice: vuol sapere quanto voglio. In modo discreto faccio segno 100. Lui indica il suo vicino e se stesso: sono in due, promette bene. Allora faccio segno 300.
Fa un cenno di assenso e indica la porta, paga ed i due escono. Attendo un attimo e faccio lo stesso.
Mi aspettano con la vettura in moto salgo dietro e partiamo.
“Dove andiamo? Noi siamo di fuori e non conosciamo Milano.
“Accidenti in tre non ci danno una camera in albergo, possiamo solo andare in un club privee, però mi date i soldi prima.
Ne scelgo uno dove non sono mai stata.
Arriviamo che e mezzanotte passata, c’e molta gente. Troviamo una specie di separè libero e comincio subito a darmi da fare, ho voglia di maialate in abbondanza, ho due uomini prestanti a disposizione ed ho visto anche che nel locale ci sono parecchi uomini soli. Per cui forza… Lia fai la troia, hai appena incassato 300. 000 lire.
“Dai tirate fuori i cazzi, fatemeli vedere, vi faccio vedere io di cosa sono capace. Chi scopa con me ci ritorna.
Detto fatto mi ritrovo seduta a gambe larghe, un cazzo in ogni mano e le mani dei due che mi ravanano figa e tette. Il nostro movimento ha suscitato interesse, vedo di fronte a me un giovanotto in piedi che si tiene il cazzo in mano e guarda fissamente le seghe che sto facendo. Mi piace arrapare la gente e soprattutto gli spettatori.
“Adesso facciamo una cosa che non sognate neanche, dico ai due “Clienti”, vi voglio uno nella figa ed uno nel culo..
Senza fatica mi siedo sul cazzo di uno dei due infilandomelo nel culo, alzando la gonna e spalancando la figa con le dita per dimostrare all’altro che non scherzo.
“Dai tu adesso mettimi il cazzo in figa e sbattetemi insieme.
Detto fatto iniziano a muovere i loro cazzi dentro di me, mentre vedo che gli spettatori sono aumentati, ce ne sono almeno quattro in piedi e col cazzo in mano. Sottovoce sussurro ai due che mi stanno pompando:
“Voi avete pagato e voi decidete: che ne direste se facessimo una ammucchiata con tutti quelli? (nel frattempo si era aggiunta una coppia la cui lei stava facendo una sega al marito ed una ad un vicino).
“Va bene, nessun problema fai vedere cosa sai fare.
Con un gesto invito uno a venire vicino e a mettermi il cazzo in bocca, mentre i due mi pompano faccio un pompino al terzo a pochi centimetri dalle loro teste, gli faccio vedere come succhio e come lecco la cappella.
“Adesso state attenti che lo faccio sborrare e mi bevo tutta la sborra.
Apro la bocca tenendola a qualche centimetro dalla cappella e con la mano accelero il ritmo fino a quando sento il cazzo pulsare ed ingrossarsi.
Sempre in un sussurro:
“Adesso, guardate bene.
Dò un colpo secco con la mano e la fermo, apro la bocca ed un getto bianco spruzza dal cazzo centrandomi le labbra, lo succhio rumorosamente facendo sentire il rumore dell’ingoio e nello stesso attimo sento due vampate bollenti nell’utero e nell’intestino: mi stanno lavando figa e culo, mentre gli schizzi in bocca continuano a ripetizione. Naturalmente in tutto questo casino ho goduto anch’io a ripetizione.
Quello del pompino se ne va mentre mi sfilo dai due cazzi e mi siedo sul divano colando abbondantemente tutto l’abbondanza che mi hanno schizzato dentro.
Davanti a noi non è cambiato molto, ci sono tre col cazzo in mano e la signora che ora si fa chiavare in piedi da dietro e continua a fare una sega al marito. Sussurro di nuovo:
“Cosa facciamo adesso?
“Fatti tutti e cinque così noi ci facciamo la signora.
E così sia. I cinque non aspettavano altro. Per agevolare i miei clienti mi fiondo sul cazzo del marito accucciandomi e prendendolo in bocca. Parlo con la bocca piena:
“Adesso vi voglio tutti a turno uno in bocca e uno da dietro nel culo o in figa a vostra scelta.
A queste parole il poveretto davanti a me tira un urlo e comincia a spruzzare con getti lunghi, cadenzati, affondando il cazzo nella mia gola, mentre già il primo mi sta inculando con un cazzo penso piccolo perche lo sento appena.
La signora è rimasta abbandonata ed a questo punto sapete cosa fanno i due “clienti”?
Uno si sdraia e se la fa infilare sopra e l’altro comincia a pastrugnarle il culo con la signora che non vuole. Chiama il marito in soccorso ma lui è andato a lavarsi, gli altri non le fanno caso e così:
“no non voglio, non l’ho mai preso nel culo, mi fate male.
Quello sotto di lei che la sta chiamando le tappa la bocca con la mano ed in quel momento quello dietro le spacca il culo con un colpo secco.
“Tieni vaccona, adesso lo hai preso nel culo, vedrai che ti piacerà
La signora non protesta più, si lascia sbattere come in trance, dopo un po’ comincia anche ad assecondare i colpi dei due. In quel momento rientra il marito:
“Tesoro, mi stanno inculando, mi sento tutta rotta , ma è bello, mi sento piena con due cazzi.
Io, con un cazzo in bocca ed un altro nel culo osservo il marito: diventa paonazzo di rabbia, ma abbassando lo sguardo vedo che gli si sta alzando il cazzo: il porco è arrapato avedere la moglie sverginata nel culo. Mi tolgo momentaneamente il cazzo dalla bocca:
“Non te la prendere, piuttosto perché non te la inculi anche tu, dopo?
Poi mi concentro sulle cose che mi interessano direttamente
“Dai maiali datevi da fare, pompatemi la bocca, voglio berla tutta la sborra che avete nelle palle.
Intanto il mio culo faceva rumori osceni sotto le spinte del terzo cazzo che prendeva: tre cazzi, tre sborrate, figuratevi che lago e che rumore.
A quel punto il clou della serata: io non avevo visto quelli che mi stavano dietro, gustavo i cazzi in bocca e percepivo quelli dietro (chissà perché tutti nel culo). Ebbene dopo il sue bello schizzo uno estrae il cazzo dal mio culo e subito sento una altra cappella appoggiarsi al buco che immagino oscenamente spalancato. Aiutata dai miei umori e da tanta sborra assecondo l’entrata e spingo indietro.
Tiro un urlo disumano: mi è entrato nel culo il cazzo di un gigante con un diametro che mi spacca quello che ancora si piu spaccare e che entra, entra, sembra non finire mai.
Riesco a sfilarmi, lo voglio vedere:
“ma tu hai un cazzo mostruoso, fammelo toccare, per farti una sega ci vogliono due mani.
La signora è stata riempita nella figa e nel culo e si avvicina traballante, accucciandosi per vedere meglio.
“Vieni, sorella, ce nè per tutti e due. Se tu lo meni io lo lecco. Prenderlo in bocca è impossibile ma se lo fai sborrare posso provare a berla.
Lei si mette di lena estasiata di fronte a tanta abbondanza senza neppure protestate quando il marito imbufalito la incula nel buco in fiamme.
Tiene il cazzone gigante menandolo a due mani mentre io tengo la bocca pronta. Ad un certo punto il padrone del cazzo:
“Adesso, più forte sto per schizzare.
Sapete cosa fa la troia inculata dal marito? Sposta la cappella all’ultimo monento e si beve tutto lo schizzo potente.
“Se vuoi adesso puoi leccare le ultime goccie.
Preferisco chiudere qui per non dover riferire cosa le ho detto. FINE

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