è una giornata di Agosto piuttosto afosa. Miriam è seduta su una poltrona sventolandosi con un quaderno. Aveva indosso soltanto mutandine e reggiseno. ” Cosa faccio” pensa. “Mi faccio la terza doccia della giornata? ” Così dicendo si abbassa le mutandine rosse. “No! ” Alzandosi repentinamente. “Vado a mare! “. Passeggiando accarezzandosi le labbra con un mano e con l’altra tirandosi l’elastico del reggiseno “ma con chi! Siamo in agosto sono tutti partiti! Forse Salvo, è disponibile. è un caro ragazzo, forse un po’ ingenuo ma dolcissimo, provo a telefonargli. ” Intanto Salvo a casa sua pensava a Miriam ai suoi capelli neri, al suo seno da maggiorata. “Se mi telefonasse per venire a mare con me. ” In quel momento squilla il telefono…
è arrivato Salvo, Miriam esce dal portone, Salvo dentro di se sente il cuore battergli forsennatamente, anche se fuori cerca di mostrare tranquillità. Dà un bacio sulla guancia ma nell’incertezza della guancia da baciare sfiora le labbra. Sente l’odore della sua bocca, si è lavata i denti da poco, che dentifricio usa? Forse pepsodent” Accende il motore lei si siede dietro stringendo le sue braccia sul petto di Salvo. Lui sente l’odore dei suoi capelli ondeggianti. Sfiora inavvertitamente le sue mani e parte.
Mille fantasie gli turbinano nella mente. Perché ha scelto lui forse perché.. Lei interrompe i suoi pensieri “andiamo nella tua cabina? ”
Il mare è liscio come una tavola, l’acqua è pulita di un colore verde, simile alla cassatina che aveva mangiato Salvo prima di giungere da Miriam. Vorrebbe spogliarsi assieme a lei, afferrarla, baciarla; ma cavallerescamente le cede il posto. Lei entra sculettando, o almeno così sembra a lui. Chiude la cabina e comincia a spogliarsi. Lui intravede, o immagina l’operazione. Quando esce sembra la Venere di Botticelli. In particolare lei non ha indossato bene il costume ed esce un piccolo ciuffetto nero. Salvo comincia ad accarezzarsi i capelli, per smorzare la tensione interrompe il silenzio: “se vuoi tuffati io mi spoglio e vengo. ”
In acqua giocano come dei bambini, si schizzano acqua fanno le gare, ma lui si comporta da signore. Non la tocca, non l’abbraccia ma pensa sempre a quel ciuffo. Ogni tanto fa immersioni ma lei si è aggiustato il costume. “Perché? ”
Tornano a casa lui resta ossessionato. Prende il vizio di toccarsi i capelli. Guarda il mocio per pulire a terra e senza pensarci comincia a toccare e a baciarsi le dita. Va nel salotto dove c’è una tovaglia che termina con dei peli. E comincia… Si incupisce desiderando.
Miriam intanto a casa: “Pensavo che a Salvo gli piacessi, invece non ci ha tentato, comunque è simpatico qualche altra volta uscirò con lui”.
Salvo quella notte dorme male: Miriam era in piedi, gigantesca sopra di lui, le gambe aperte facevano uscire una calda e acida pipì. Lui cercava di arrivare alla fonte, ma il fiotto provocava una corrente contraria troppo forte. Mentre stava soccombendo vede un ciuffo di peli, si aggrappa arrampicandosi…
La sveglia suona implacabilmente, si alza repentinamente per andare in bagno, i denti gli prudono per il bisogno, con un sospiro di sollievo si libera.
La vita riprende a scorrere e Salvo non vede più Miriam, lui cresce nello spirito e nella carne, possiede tante donne e tante donne hanno lui. Da ogni donna pretende un pegno di amore: un ciuffo.
Un giorno stava recandosi col motorino a mare, c’è l’aveva col mondo si era litigato con Vanessa. “Devo essere più forte con le donne, non devo cedere, loro devono cedere. Ancora non ho il suo ciuffo chissa se me lo darà mai bigotta com’è. Anche se devo dire che ha un culo. Questo non vuol dire che… Ma che fa quella ragazza? “. Salvo pianta i freni, cercando di non investirla, ma cade.
La ragazza lo soccorre, si avvicina a Salvo che sta lanciando un urlo che già prima aveva in gola per colpa di Vanessa, ma…. “Tu sei Miriam! Non ti ricordi di me sono Salvo” Lei si mette a ridere “Salvooo ah ah ah, sei sempre lo stesso imbranato”. “Lasciamo perdere prima attraversi col rosso, per evitarti cado e in più mi dici questo? , Cornuto e bastonato! ” “Hai ragione scusami vieni ti offro qualcosa al bar”. “No grazie Miriam stavo andando a mare, preferisco non mangiare niente: Inoltre non voglio bere niente per motivi che non voglio spiegarti. Tu che stavi facendo, sei libera? Vuoi venire con me? Ho una piccola villetta. ” ” Ma sai Salvo mi piacerebbe, ma non ho il costume, devo passare da casa e ti farei perdere tempo; un’altra volta. ” “Mi dispiace ma non ammetto repliche”….
Tutte e due sono sul motore, Salvo non può fare a meno di ricordare di quella volta. Lei è sempre la stessa il tempo non è passato… solo che il seno sembra più prosperoso, lo sente premere sulle spalle, il viso è più affusolato, i capelli nero mogano ancora più lunghi. Prima quando lei si era avvicinata per soccorrerlo ne aveva sentito l’odore carezzargli il viso, lui mentre guida cerca di fissare quel momento. Ogni tanto però sente la vescica scoppiargli, pur tuttavia quando arrivano a casa di evita di chiedergli l’uso del bagno. Lei contrariamente al solito impiega poco.
Arrivano al villino, lui scende dal motore le apre la porta e scappa in bagno, appena torna lei è divertita e lo prende in giro, lui la mette tacere facendole notare che ha messo la camicetta a rovescio.
Tutti e due in costume sulla spiaggia davanti al mare un po’ mosso. L’acqua è un po’ torbida i cavalloni avevano sollevato la sabbia, qua e là si vede qualche alga, “l’alga assassina” pensa lui. Sul giornale due giorni fa ne aveva letto la presenza nel mare mediterraneo. Salvo prende la mano di Miriam e insieme corrono bagnandosi con i schizzi provocati dai piedi, alla fine buttandosi. Sorridendo dice a Miriam “se qualcuno ci ha visti avrà pensato che è caduta una bomba”. “In effetti sei ingrassato” afferma Miriam.
In acqua Salvo gioca con Miriam, questa volta in maniera meno innocente. Le sue mani ‘casualmentè esplorano il corpo di lei provocando il suo sdegno ipocrita. Lui giustifica il suo comportamento “non lo faccio apposta scusami, tu sei troppo bella il tuo corpo fa desiderare troppo, mentre le mie mani si devono accontentare di qualche fugace carezza, carpita facendo finta di giocare innocentemente con te”.
Lei gli da uno schiaffo uscendo dall’acqua furiosa, o almeno tale vorrebbe apparire ma in realtà la risposta insolente di Salvo l’ha turbata ancora di più, desidera che Salvo entri nella sua carne. Mentre si allontana non tanto velocemente, pensa di levarsi il costume, di stare seduta sulla spiaggia con le gambe spalancate, girando come fa la terra in attesa che un razzo colpisca il suo suolo. Nell’aria intanto lei sente la musica dell’eurovisione. Spera che Salvo le chieda scusa, anzi no spera che l’afferri violentandola. “Ma che fa mi fa andare via? , quel fesso neanche adesso vuole impalarmi? “. Sta andando verso il villino, ma la porta è chiusa e le chiavi li ha Salvo. “Oddio lo devo aspettare”.
Sono passati dieci minuti Salvo è arrivato: “Cosa fai qui non te ne sei andata? ”
Miriam con un tono piuttosto alterco risponde: “Come facevo se ho le cose dentro la villa che è chiusa a chiave? ” Sarcasticamente Salvo “Ma se la porta è aperta? ” e così dicendo apre girando semplicemente la maniglia.
Hanno fatto pace, Salvo con diplomazia ha giustificato il perdono di Miriam, le offre una bibita fredda e sorseggiando ricordano i tempi passati.. Il discorso vira verso l’ultimo incontro, quando in una mattina di Agosto assieme erano stati a mare. Il cervello di Salvo era come quando si guida in macchina attraverso la nebbia ed improvvisamente si sbuca fuori, così lui si ricorda del ciuffo e lo racconta a lei: “Quella volta quando uscisti dalla cabina avevi il costume leggermente calato e si intravedeva un ciuffo di peli. Io da allora sviluppai una mania per i peli pubici. Quando avevo una ragazza di fronte io non vedevo, né la gonna, nè le mutande, ma direttamente i peli pubici . Poco tempo dopo lessi sul giornale di una maniaco che ammazzava le donne, rubandone dal corpo i peli. Ebbi una ingiustificata paura di essere io il mostro che incoscientemente faceva questo. E non mi tranquillizzai fino a quando non fu scoperto l’autore dei delitti. Dopo qualche anno ebbi la mia prima storia con una donna. Ero al bar che prendevo un caffè, accanto a me una bionda procace che ne ordina un altro. Nel suo caffè vi era un pelo… Io presi le difese di Rita, così si chiamava, facemmo amicizia e poi… Come la canzone di Mina, non so se la conosci. ” E Salvo comincia a cantare la canzone gesticolando ed accarezzandole il viso: “Adesso arriva lui, apre piano la porta poi si butta sul letto.. e poi e poi e poi…”Alzandosi in piedi continua: “Come pegno di amore da lei ho voluto un ciuffetto dei suoi peli pubici e così da tutte le altre mie ragazze. Ecco questo è l’album con la raccolta dei peli pubici”.
Aveva preso un album di fotografie, Miriam intanto era un po’ spaventata ma soprattutto affascinata dal racconto. Stentava a credere che era stata lei la causa di questa mania, si sentiva lusingata. Immaginò di trovarsi in un luna park: “Venghino, venghino signori. Venite ad ammirare i ciuffi più belli del mondo: alla vostra sinistra il ciuffo di Rita alla destra quello di Rosa, più avanti quello di Veronica, continuando quello di Daniela. ” Intanto Salvo mostrava l’album con i peli. Esso emanava ancora l’odore dell’alveo femminile. Questo penetrava le narici di Salvo e contribuiva notevolmente ad aumentare l’eccitazione che prorompeva abbondantemente dal costume. Salvo mentre continua a raccontare su Lina si mette il ciuffo vicino la bocca simulando un paio di baffi, leccandoli come se avesse finito di mangiare in quel momento qualche succulenta leccornia. Miriam lo interruppe: “Hai mostrato a tutte le donne questa collezione? ” Salvo guardandola intensamente negli occhi con voce calda e suadente: “Mi credi se ti dico di no. Mi sarei sentito un maniaco, e forse mi sarei aspettato uno schiaffo. Forse a te lo mostrata perchè sei tu la causa di questa collezione. Nelle altre donne ho desiderato un poco te, dopo quella volta a mare non realizzata. ”
La stanza comincia a sprofondare in un silenzio. Si guardano… Salvo dà un bacio. Aspetta un attimo voglio farti sentire una musica straordinaria. Si alza ed inserisce un compact disk ‘il concerto per 2 violini e orchestra d’archi in re minore BWV 1043 di J. S. Bach’. I violini volano nella stanza col primo tempo ‘il vivacè. Miriam ricambia con ardore ancora più prolungato di quello di Salvo. è la 69° battuta, il viso di Salvo si è circondato di una folta peluria che lecca, succhia avidamente inebriandolo di succhi dolci ed asprigni. Ormai Miriam ha perso ogni senso del pudore, lo vuole per se, lo vuole dentro di se. Si accarezzano, si sfiorano. I contatti diventano sempre più unificanti. Sono sudati ma gli odori e i liquidi che si scambiano li fanno impazzire. Nel secondo tempo il ‘Largo ma non tantò l’armonia diventa totale. I due violini si scambiano le melodie sembrano intrecciarsi, contorcersi unirsi. Salvo sente Miriam che lo tiene a se stringe la fonte della sua potenza e virilità. Le corde e le onde armoniche vibrano intensamente legate in una vorticosa ed appassionata danza. I violini penetrano fino al fondo dell’anima. Il manico di Salvo entra dentro la cassa armonica di Miriam. Ecco sembrano due matrioske. Se uno apre un violino trova dentro il secondo. ‘L’allegrò l’ultimo tempo trova i due amanti che riempiono tutta la stanza. Si muovono stanno sopra il divano, ma in realtà occupano l’universo, sono l’universo. Quando la musica finisce il liquido di Salvo riempie, inonda l’interno di Miriam. Il ciuffo cresce lega come una corda Salvo che rimane attaccato come una ventosa al corpo di lei. Il ciuffo si è trasformato in una giungla con tanti frutti. Ne cade uno in testa a Salvo. No è Miram che si vuole alzare e ha dato un piccolo pugno a Salvo. Guardano l’ora sono stati mezz’ora in quella posizione, dopo che col tubo Salvo ha innaffiato i semi dentro il vaso di Miriam…. FINE
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