Il mio nome è Pasquale, sono uomo di 32 anni, sposato da tre e senza figli, mia moglie si chiama Angela, e mia coetanea, abitiamo in una casa alla periferia della nostra città, Formia, grande piaga del sud, se sei senza lavoro, sono guai diventando difficile poterne trovare dell’altro, pertanto visto che la situazione, stava divenendo alquanto pesante qualunque lavoro per me andava bene, non fidandomi dell’ufficio di collocamento, ricorrevo ad annunci fatti da me su giornali locali, o rispondevo a quelli che leggevo sui vari giornalini.. Non lavoravo ormai da circa sei mesi, e le risorse economiche, erano quasi arrivate alla fine, Angela cercava di darmi coraggio, dicendomi che lei era disposta ad andar a servizio da qualche famiglia. Quando una sera eravamo davanti la tv per annoiare il tempo e non distruggerci il cervello, squillò il telefono, Angela si precipitò a rispondere, era una voce femminile che cercava della persona che aveva messo quell’annuncio, Angela mi passò la persona, che si presentò come l’amministratrice di uno stabile, e se ero interessato potevo andare il giorno successivo a conferire con lei per sapere se ero interessato all’offerta di lavoro, concordammo per il giorno successivo ci saremmo incontrati presso il suo studio, e mi avrebbe enunciato le condizioni, appena chiuso il telefono abbracciai Angela , sussurrandole all’orecchio che i nostri problemi erano finiti, ma lei mi riportò con i piedi a terra, dicendomi che: -Il maiale si scuoia solamente dopo morto, pertanto avremmo dovuto aspettare il giorno successivo. IO gia fantasticavo, ero come se qualcosa nel mio io mi dicesse che quel lavoro era mio. Nel pomeriggio, mi lavai e mi profumai come se stessi andando ad un appuntamento con una donna, e mi avviai verso il luogo dove mi attendeva la signora. Appena arrivai, il portiere mi chiesi chi cercassi, appena dissi il cognome mi guardò e mi disse se ero io che avessi dovuto sostituirlo, gli risposi che non sapevo nulla, di cosa doveva propormi la signora, lui mi disse di mostrare subito le unghia, altrimenti sarei diventato succube della signora, aggiungendo ancora che era una tiranna, lo salutai ringraziando per i suggerimenti datomi, e mi avviai verso l’ascensore, mi chiusi all’interno e pigiai il pulsante del piano. Appena l’ascensore si fermò aprii le portine uscii fuori, e suonai alla porta, attesi qualche minuto e mi venne ad aprire una signora sui 50 anni ben vestita con una carnagione color latte, e capelli brizzolati, mi presentai , lei mi fece accomodare, la prima cosa che mi disse e che gli sembravo troppo giovane per il tipo di lavoro, ma la dissuasi dicendo che quel lavoro mi interessava, e che non ero un ragazzino che ha la testa tra le nuvole, per sintetizzare l’incontro con la signora, mi diede quel lavoro, per 1400. 000 al mese alloggio, 13 mensilità e le regalie che i condomini mi davano, io avrei dovuto lavare le scale una volta la settimana, scoparla due volte e ogni giorno scopare la portineria, e stare attento a chi entrava. Avrei dovuto collaborare per una settimana col vecchio portiere, per conoscere i condomini, e dopo avrei continuato da solo sino a che non avessi fatto il periodo di prova, e infine mi sarei potuto anche trasferire con la mia famiglia. Salutai la signora dicendole che il giorno successivo sarei arrivato alle 0800 del mattino, per conoscere le abitudini dei condomini Così feci al mattino successivo alle otto del mattino ero già sul posto di lavoro, e iniziai a conoscere tutte le persone che abitavano nel palazzo che conta 7 piani con 14 appartamenti, alle apparenze tutta gente molto gentile, e comprensiva, quando vedevo arrivare qualcuno con dei sacchetti della spesa mi avvicinavo a loro per toglierli dalle mani e metterli nell’ascensore, o se capitava chiamavo l’ascensore in modo che non stessero li ad aspettare, quella che mi colpì più di tutti, era la signora Claudia del 5 piano una donna sui 28 anni con un espressione molto triste, il vecchio portiere mi riferì che si era separata dal marito da un anno circa, e da allora non aveva visto più il sorriso sulle sue labbra. Dopo la signora Anna del secondo piano che mi sembrava un orso, sempre con la testa china, e mai che salutasse. Passo anche il periodo di prova quando l’amministratrice, rientrando da fare la spesa mi disse di salire da lei nell’intervallo pomeridiano che mi avrebbe voluto parlare. All’incirca alle 14, 45 andai dall’amministratrice, che mi ricevette nel suo studio, e volle comunicarmi ufficialmente che da quel giorno io ero assunto definitivamente, e che se volevo avrei potuto trasferire la mia famiglia in maniera di essere più disponibile per tutti, si intendeva che gli straordinari erano a parte, e se qualche condomino avrebbe avuto di bisogno di qualche lavoretto extra, dipendeva dalla mia disponibilità, ma che durante le ore di servizio la portineria non fosse mai abbandonata, altra cosa molto importante i miei eventuali figli non avrebbero dovuto giocare in portineria o fare schiamazzi nelle scale, rassicurai la signora dicendo che mia moglie non poteva avere figli e pertanto non avrebbero corso questo rischio, la signora a quella risposta, non ebbe il coraggio di aggiungere altro, e si scusò e mi congedò. La sera tornai a casa e diedi la bellissima notizia ad Angela, che decidemmo di andare a cena fuori per festeggiare. Quando tornammo a casa eravamo un po’ brilli, chiesi a Angela di aprire una bottiglia di spumante e brindammo ancora dopo andammo nella camera da letto, e facemmo l’amore, e ci addormentammo. Quello che voi dovete sapere e che con mia moglie il sesso e davvero tabù, con il fatto che lei non possa avere figli, lo ha considerato un castigo, dovete sapere che a me piacerebbe moltissimo fare sesso con lei in mille modi, ma devo contentarmi di averla nel modo classico e senza alcuna variante, comprenderete benissimo che a lungo andare mangiare solo pane e formaggio, e solo pane e formaggio ci si stanca. Il giorno dopo mi svegliai presto, e mi recai al mio posto di lavoro, erano circa le 10 del mattino che Angela mi raggiunse, per iniziare le pulizie della casa. Angela faceva le pulizie, io ero nella guardiola, quando si accese la luce del citofono che era il citofono dell’amministratrice risposi chiedendo cosa avesse di bisogno, lei mi rispose che se potevo salire da lei con la massima urgenza era scattato l’interruttore della luce e non riusciva a riaccenderlo, chiamai Angela le chiesi di rimanere un pochino nella guardiola che mi aveva chiamato l’amministratrice. salii al quarto piano, e trovai la porta aperta chiesi se potevo entrare, sentii la voce della signora che mi invitava ad entrare, cosa che feci seguendo la voce raggiunsi la signora in cucina, era con una vestaglia leggera, che in controluce lasciava intravedere le sue cosce, che dovevano essere davvero belle, due fianchi e la vita spezzata da un cintino, salendo ancora vidi che l’ampia scollatura lasciava intravedere dei seni davvero grandi, e dei capezzoli che premevano contro la stoffa, so di certo che non avesse il reggiseno, superato l’attimo di meraviglia chiesi alla signora dove si trovasse il quadretto elettrico, lei mi accompagno all’ingresso principale e mi indico l’interruttore, al primo tentativo non si attaccò pero capii, che il guasto era sul circuito dell’illuminazione, dissi alla signora che sicuramente si trattava di qualche lampadario che aveva fatto cortocircuito, lei mi rispose che aveva pulito quello della stanza da letto e quello della stanza della figlia, chiesi alla signora di accompagnarmi, nella stanza da letto, c’era ancora la scala, la signora mi disse che lo stava spolverando quando era successo l’imprevisto, salendo sulla scala, cerco di mostrarmi quello che aveva fatto, sulla scala aveva i piedi su due gradini, la sua vestaglia, mi permise di vedere le sue gambe, erano davvero belle come le avevo immaginate, lei non si scompose minimamente sulle sue labbra era spuntato un abbozzo di sorriso, mi avvicinai e la invitai a scendere per poter salire io ma non mi allontanai dalla scala, lei scese e mi ritrovai il suo corpo a contatto con il mio non disse nulla sentivo il calore del suo corpo i suoi capezzoli che puntavano contro il mio petto, feci per baciarla lei non si ritrasse, lascio che le mie labbra toccassero le sue, schiuse la sua bocca e la mia lingua andò a cercare la sua il mio corpo aderiva al suo , il mio sesso prese consistenza e premeva contro la sua pancia, ad un tratto si staccò da me dicendomi che io avevo frainteso e non avrei dovuto farlo più altrimenti avrebbe detto tutto a suo marito, e fatto in maniera che mi cacciassero via. Chiesi scusa alla signora se avevo frainteso la situazione, ma non era mia abitudine, incappare in situazioni simili, e pertanto lo sarebbe più successo, quindi non era il caso di far sapere l’accaduto al marito. Salii sulla scala sistemai i fili e ripristinai l’interruttore, tutto andò per il verso giusto, mi scusai ancora con la signora e andai a dare il cambio a Angela nella guardiola. La mia mente tornava nuovamente sull’accaduto, avevo davvero frainteso la situazione? o la signora si era messa paura? Quanti interrogativi nella mia mente, nonni accorsi che dinnanzi a me c’era una persona, chiesi chi cercasse mi rispose l’amministratrice, le dissi di attendere un momentino per vedere se la signora era disponibile, la chiamai al citofono e gli annunciai che c’era una persona che cercava di lei e mi fece chiedere se avesse dovuto lasciare qualcosa poteva lasciarla a me, il signore mi lasciò una busta, e andò via tornai a chiamare la signora e mi disse che avrei potuto salirgliela durante l’intervallo. Angela aveva finito di pulire, e mi disse che lei sarebbe tornata a casa, mi aspettava per il pranzo, gli dissi che avrei dovuto spazzare e mi sarei comprato un panino, e la sera avremmo cenato assieme, lei mi guardò in cagnesco e dopo aggiunse che non aspettava altro che stabilirsi li così non avremmo avuto questi problemi, mi salutò e andò via. Quando si fecero le tredici chiusi la portineria, in tutta fretta iniziai la scopatura della scala, e appena concluso il servizio salii dall’amministratrice e bussai alla sua porta, venne ad aprirmi lei era vestita ancora come la mattina, mi fece accomodare in cucina e mi offri da bere, cosa che gradii moltissimo quando lei si sedette fronte a me la vestaglia lasciava intravedere gran parte delle sue gambe, io non l’ascoltavo la mia mente correva ad un tratto lei mi richiamò all’attenzione, dicendomi che si scusava per prima aveva paura che arrivasse la figlia, ora non aveva questo problema l’aveva avvisata che non sarebbe venuta a pranzo. Si alzo e mi disse di seguirla voleva mostrarmi un interruttore guasto nella lavanderia e se lo potevo sostituire, alla mia affermazione mi precedette in lavanderia, per mostrarmi l’interruttore da sostituire, le chiesi dove avrei trovato gli attrezzi e il pezzo di ricambio lei si avvicino ad un armadietto e si abbasso per prendere delle cose, le sue gambe le cosce erano a nudo quando mi avvicinai a lei sentii il suo respiro che era più concitato, mi accosciai accanto a lei e allungai una mano e le carezzai la coscia, lei non si ritrasse, la alzai per le ascelle e incollai la mia bocca sulla sua, e con le mani finalmente potei toccare i suoi seni erano grandi e duri con dei capezzoli scuri e grandi, con le mani cercai di metterli a nudo, avvicinai la mia bocca e iniziai a leccarli sentivo il suo corpo fremere le slacciai completamente la vestaglia e la lasciai cadere ai suoi piedi non portava alcun tipo di slip era rasata il suo pube era nudo, le sue mani presero la mia testa e l’accompagnarono al suo sesso che si schiuse come un ostrica, poggiai la mia bocca su quel sesso che profumava di un profumo inebriante, mi buttai su quel sesso a capo fitto, con la mia lingua cercavo ogni angolo entravo e uscivo la lingua dal suo buco, risalivo verso il clitoride in maniera forse goffa e incontrollata, stavo leccando il sesso di una donna, l’eccitazione era grande che dico grande era grandissima dopo sette anni stavo leccando una fica, non giudicatemi male ma vista la situazione che ero con mia moglie non volevo ferirla iniziando un rapporto con un’altra donna. Si la signora era tutto un vibrare, ad un tratto mi alzo la testa, avvicino la sua bocca alla mia, e dopo con le mani libere cercò di levarmi la camicia e slacciarmi la cinta per liberarmi dai pantaloni, lasciò la mia bocca e scese verso il mio sesso, lo sentivo che stavo per esplodere non riuscivo a controllare la mia eccitazione la signora si stava avvicinando con la sua bocca al mio sesso, le sue mani liberarono il mio sesso che si presentò davanti al suo viso come un obelisco, lei chinò la sua bocca sul mio sesso e cercando di infilarselo in bocca cosa che non vi riuscì per la sua lunghezza, sentii le sue tonsille, quando inizio a succhiarlo e movendo la sua testa con movimenti sia rotatori che sussultori era qualcosa di davvero incredibile le dissi che non riuscivo a controllarmi e che gli stavo donando il, mio piacere dentro la sua bocca, lo tirò fuori e con le mani inizio a menarlo davanti al suo viso, quando un brivido mi percorse la schiena ed esplosi il mio piacere su di lei , getti copiosi e lunghi stavano inondando il suo viso la sua bocca, con la lingua cercava di raccogliere ogni goccia di quel succo, si aiutava anche con le mani, il mio stato di erezione era rimasto invariato, la piegai e mi misi alle sue spalle, e la penetrai in profondità, e mi fermai qualche attimo, e dopo iniziai a muovermi dentro di lei con movimenti lunghi e costanti sentivo lei che con i muscoli del suo utero si contraevano, legando il mio membro in una morsa per poi rilasciarlo libero dalla sua bocca iniziarono ad uscire dei lamenti , rantoli , parole non comprensibili, sentivo il mio membro che affondava come in un liquido per poi essere risucchiato si sentiva lo sciaqquettio del suo piacere che aumentava sempre più addirittura lo sentivo anche scorrere verso le mie gambe, ad un tratto mi disse con voce roca di prenderla dietro si voleva che la possedessi nel suo didietro. Ma continuavo sempre a pomparla, a quel punto uscii da dentro di lei, la feci girare, e la feci inginocchiare, avevo voglia di farmi succhiare ancora, lei lo prese a due mani e inizio a succhiarlo, facendo si che io non affondassi troppo il mio membro dentro la sua bocca, non so per quanto tempo, si stacco da me e mi disse che voleva essere penetrata dietro lo desiderava e io non potevo toglierle questo piacere, si girò offrendomi il suo posteriore, bagnai il mio dito dentro di lei e dopo la penetrai, non offriva tanta resistenza, uscii il dito e ne bagnai due sempre dentro il suo sesso che era fracido di umori, questa volta ne entrai due ad ogni spinta delle dita che entravano dentro di lei, era un gemito di piacere che usciva dalla sua bocca, allora mi decisi a penetrarla, prima affondai il mio sesso nel suo in maniera che si bagnasse, le davo dei colpi sino a quando il mio sesso non si affondasse deltutto dentro di lei, quando lo giudicai ben lubrificato lo uscii dal suo sesso, con una mano le allargai le chiappe per vedere il suo buchetto, e vi puntai il mio membro e iniziai a fare pressione per vincere quella resistenza che il suo buchetto mi offriva, sentivo che lei soffriva iniziò a dirmi di fare piano, sentiva dolore, dovevo fare entrare almeno la cappella, dopo mi sarei fermato, ma lei ad un tratto si svincolo non sopportava il dolore, le chiesi se avesse delle creme dell’olio in maniera che l’avrei lubrificato meglio e non avrebbe sentiti molto dolore, mi disse, che aveva dell’olio di vasellina, le risposi che quello era l’ideale, si alzò andò credo in cucina e torno con una bottiglietta , svitai il tappo, e ne feci scorrere un po’ nelle mie mani, e mi massaggiai il mio fallo, che divenne lucido per effetto dell’olio, dopo di ciò con le dita intrise di olio cercai di penetrarla effettivamente ora scivolavano anche meglio per non avere altri inconvenienti, mentre con le dita le ficcavo il culo dalla bottiglia lasciai cadere altre gocce in maniera da lubrificare ancora di più l’interno, estrassi le dita, e vi poggiai nuovamente il mio membro, e iniziai a forzare l’ingresso, vedevo la sua carne, che si spingeva verso l’interno, lei stava per allontanarsi nuovamente, fui più rapido di lei l’afferrai per i fianchi e la tirai a me, questo movimento le fu fatale, la cappella era dentro di lei non mi mossi per qualche minuto, avevo paura di rovinare tutto se fossi stato meno paziente, sentii che lei allento la morsa e diedi un’altra piccola spinta, lei non disse nulla e continuai a affondare in lei sino a quando ne entrai dentro almeno la metà, mi rifermai per un altro po’ di tempo, e decisi di muovermi dentro di lei, cosa che lei gradì moltissimo, faceva in modo che lei sincronizzasse il mio movimento con il suo ad un tratto diede un colpo all’indietro e io fui tutto dentro di lei il mio movimento ora era più lento arrivavo ad uscire quasi tutto il mio membro da dentro lei per poi affondarlo nuovamente tutto, si mi muovevo dentro di lei di un movimento lento ma stressante, io aspettavo solamente che lei mi chiedesse di aumentare il ritmo, devo confessarvi una cosa vedere il proprio fallo che entra ed esce dal posteriore di una donna e davvero qualcosa di eccitantissimo, lei mi chiese di aumentare il ritmo voleva sentirlo sino in pancia, si le risposi io che le avrei fatto sentire i miei schizzi sino in gola e continuando a pompare dentro di lei sino a quando no gli schizzai tutto il mio piacere dentro di lei , furono dei fiottilunghissimi come se stessi scaricando dentro di lei tutte le mie risorse, conservate sino a quel momento. Mi disse che se io avessi voluto, di quei momenti ne avremmo potuto trascorrere tanti, e che gli straordinari li avrei potuti fare molto tranquillamente, e mi ricordo che da quel momento lei era la signora Elena e non la signora amministratrice. FINE
