La spiaggia nascosta

Un caldo pomeriggio d’estate con altri tre miei amici, Luca, Fabio e Marco, ci recammo con una barca in una piccola spiaggia raggiungibile solo via mare e da un tortuoso e lungo sentiero che scoraggia chi la vuole raggiungere a piedi.
Come al solito eravamo soli e ci godevamo la pace di quei momenti ed il silenzio rotto solo dal mare quando tra la boscaglia, dal piccolo sentiero sentiamo un fruscio che annunciava l’arrivo di qualche altra persona.
Incuriositi ed un po’ scocciati ci voltammo per vedere chi era che stava arrivando a rompere la nostra quiete.
Con nostra grande sorpresa ci apparve un stupenda ragazza mora che chissà come aveva trovato il nostro piccolo angolo di paradiso.
Anche lei si mostrò stupita di trovare qualche persona lì ed il fatto che fossimo quattro ragazzi sembrava preoccuparla un pochino.
Nonostante questo sistemò il suo asciugamano nel punto più distante da noi ed incominciò a spogliarsi sotto il nostro sguardo attento, restando con un costume intero nero che le fasciava il corpo evidenziando le sue curve perfette, quindi si sdraiò per prendere il sole.
Dopo aver apprezzato quella visione, decidemmo che era un peccato lasciarsi sfuggire una così buona occasione e decidemmo che il minimo che potevamo fare era provarci per vedere chi fosse riuscito a farle accettare almeno l’invito per uscire la sera a bere qualcosa.
A sorte decidemmo chi doveva essere il primo a provarci e guarda caso fui proprio io il prescelto dalla sorte.
Mi apprestai ad avvicinarmi per rompere il ghiaccio ma non ebbì neanche il tempo di raggiungerla che già lei intuì le nostre intenzioni ed in malo modo mi fece capire di non romperle le scatole.
Tra le risate generali tornai mestamente nel gruppo e dopo i rituali sfottò fu la volta di Luca ad avvicinarla.
Stessa scena, con la variante che questa volta ci riempì di insulti dicendoci che degli “sfigati” come noi lei non li considerava nemmeno.
La cosa ci inizialmente ci spiazzò ma poi, una volta assorbito il colpo, decidemmo che non poteva permettersi di trattarci così e decidemmo di prenderci una rivincita.
Ci alzammo tutti e quattro contemporaneamente, la avvicinammo e prima che lei potesse rendersene conto le fummo sopra con fare minaccioso.
Lei cercò di alzarsi ma non ne ebbe il tempo che subito la bloccammo a terra tenendole gambe e braccia ferme,
A quel punto era in nostra balia ed anche lei se ne rese subito conto cercando di convincerci a lasciarla stare.
A quel punto non capimmo più niente e le nostre mani incominciarono a palparla ovunque, a scostarle i costume permettere in mostra il seno, fino ad arrivare a strapparglielo di dosso lasciandola a terra completamente nuda e alla nostra mercè.
Subito le nostre dita incominciarono ad esplorare la sua fica, una due tre alla volta fino a farla urlare per il terrore ed il dolore.
Ci abassammo tutti e quattro i costumi porgendoli i nostri cazzi davanti alla bocca per invitarla a leccarli uno ad uno ma lei cercando di divincolarsi si rivoltò a pancia sotto mettendo involontariamente in mostra un culo perfetto che fu subito oggetto delle nostre attenzioni.
Le natiche erano bianche, sode e ti invitavano a violare quel buchetto che faceva capolino allargandole leggermente.
A quel punto l’unica cosa che dovevamo decidere era chi doveva essere il primo ad incominciare a divertirsi e subito escludemmo Luca perché aveva un cazzo fuori dal normale e se fosse passato lui per primo, non sarebbe rimasto niente per noi.
Fu Fabio ad aprire le danze e mentre noi bloccavamo la ragazza, lui le tappò il naso costringendola ad aprire la bocca per infilarle in cazzo fino in gola.
Poiché lei non collaborava molto con la lingua (fortunatamente non usava neppure i denti), decise di andare subito al sodo e mentre noi la tenevamo con le gambe ben aperte, avvicinò il suo cazzo alle labbra di quella fica sublime e la penetrò non senza fatica poiché era completamente asciutta.
Incomincio a fare su e giù su quel magnifico corpo mentre noi osservavamo pregustando il nostro turno, uscendo solo al momento di sborrare, imbrattandole la pancia e seni col suo seme.
Venne quindi il mio turno e poi quello di Marco fino a quello di Luca che la penetrò per ultimo.
Quando Luca le sborrò sul viso lei si sentì quasi sollevata pensando che ormai fosse tutto finito, invece decidemmo che non potevamo farci sfuggire un’occasione del genere e decidemmo di farle anche il culo.
A fatica la facemmo girare a pancia sotto mentre lei si dimenava avendo intuito le nostre intenzioni e ci supplicava di lasciarla stare, che lì non lo aveva mai preso e promise che se la smettevamo non avrebbe raccontato niente a nessuno.
Il dimenarsi di quel fantastico culetto sotto i nostri occhi ci eccitava all’inverosimile e dopo averlo insalivato ben bene provammo a penetrarla.
Fui io ad avere l’onore di provarci per primo, ma nonostante la saliva non riuscivo a sfondare quel buco così stretto.
Per facilitare la cosa usai il suo olio abbronzante spargendoglielo intorno al buchetto e spingendoglielo dentro prima con un dito e poi, piano piano con due aprendomi leggermente la strada.
Una volta “lubrificata” a dovere puntai ancora la mia cappella sul suo buchetto e questa volta le operazioni andarono a buon fine tra le sue lacrime di dolore il mio godimento.
Dopo qualche minuto di dolce su e giù mi svuotai dentro di lei godendo come mai avevo fatto prima.
Mi seguirono Marco e Fabio, ma il momento che tutti attendevamo con curiosità (tranne lei), era quello in cui il cazzo enorme di Luca doveva entrare nel culetto della ragazza.
Mentre la tenevamo ferma ci supplicava di smettere ma ciò non faceva altro che aumentare la nostra eccitazione, quindi Fabio posizionò il suo attrezzo tra le chiappe della ragazza e nonostante l’olio ed i residui delle precedenti sborrate la penetrò a fatica straziandole quel povero orifizio.
Incominciò a pompare su e giù tra le lacrime e le grida di dolore della ragazza ma lui invece di sborrarle dentro, al momento di godere uscì fuori e si portò davanti al suo viso costringendola ad aprire la bocca per farle bere tutto il suo seme, quindi, non contento, obbligandola a restare con la bocca aperta le versò il gola anche un’interminabile pisciata obbligandola a bere anche la sua urina.
Quando tutto finì, la ragazza stremata rimase sdraiata a terra senza proferire parola, mentre noi, una volta risaliti in barca le dicemmo che se si era divertita e voleva ripetere l’esperienza, poteva tornare anche i giorni seguenti e ci avrebbe trovati lì ad aspettarla. FINE

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