Le case della notte

Dedicato ancora alla mia Lara. Una volta ti ho scritto: “Anche se sono un po’ maiale dentro mi vuoi bene lo stesso?”. E tu mi hai risposto divinamente: “Che cosa hai contro i maiali? Pensa un panino senza prosciutto!”

Ferma, ti prego,
Non andare.
Non mi privare della tua immagine che adoro.

Sii la regina,
Resta così
Porpora a tingerti le gote,
Silenziosa,
I capelli d’oro sulle spalle,
Lunghi e fluenti,
Il naso senza spigoli,
Sopracciglia lambiscono perle lucenti di lago
Labbra curvate in un sorriso
In cui m’è dolce perdermi.

Sei bellissima.
Resta così,
Non farmi niente.
Tu sei la dea che mi ha preso il cuore
E mi ha rapito.

Ora resta immobile,
Seduta a gambe incrociate sulla terra,
E guardami.

Guardami mentre mi tocco
E mi offro in piedi al tuo cospetto.
Ti prego,
Mangiami con gli occhi,.
Le mie spalle maestose ti appartengono,
Il torace ampio e scosceso,
I pettorali scolpiti e la mia mente,
Di cui sei pensiero costante.
Prendi anche quella
perché io sono cosa tua, sono l’amante.

Ti prego,
Stavolta tu non farmi niente,
Ma guardami ancora tra le gambe aperte,
Il triangolo delle mie cosce e le ginocchia,
Tronchi di faggio le mie tibie
E le radici affondate nella terra,
I piedi saldi e nudi.

Guardami ancora e non smettere,
Fammi tuo frugandomi l’anima con gli occhi,
Mentre mi tocco dietro lo scroto
E la mia mano scorre lentissima più volte,
Avanza dolce e dolce retrocede,
Serrata attorno all’erezione
Che la tua malizia mi vede.

Guardami l’arco che si tende.
Eros ha già incoccato la sua freccia
E io sospiro,
Nella prima fitta che arriva godo del tuo sguardo.

Come sei bella,
Ritirata in te stessa,
Un eremo in mezzo alla foresta,
Inerme e offerta anche tu
Ad attendere la mia e la tua sorte.

Le tue palpebre scorgo,
Chiuse come le case della notte,,
Il volto agglutinato,
Fili tremanti tra i tuoi capelli e le guance,
Una maschera bianca ti ricopre,
Cola dal mento sui seni
A celebrare le nostre sporche opre.