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Benedetta batte per strada

Benedetta come molto altre ragazze vuole sfondare in televisione a tutti i costi. Ma questo a volte porta a fare grossi sacrifici.. .. .

è costretta dalle circostanze del lavoro, per fare un nuovo programma, a sottostare ai desideri di un gruppo di superiori arrapati, che vuole vederla battere per strada, come una puttana, vestita da letterina.

Arriva il giorno e lei è così vestita: reggiseno giallo, rosso e blu di tre misure più piccolo della sua, che le strizza e le tiene su le tette in maniera pazzesca, slip neri molto stretti e gonnellino cortissimo, trasparente.

Viene portata in una strada semi deserta e scaricata in strada. La macchina con i funzionari si ferma qualche metro più in là, dall’altra parte della strada, nascosta da un albero, e riprendono tutto con una telecamera nascosta.

Benedetta comincia a passeggiare, come da istruzioni. è molto brava a farlo.. . Arriva la prima macchina e subito si ferma. Il guidatore abbassa il finestrino e lei si appoggia alla macchina. è un vecchiaccio bavoso che subito le guarda le tette e chiede: “Quanto? “. Lei fa: “50 euro”. “Va bene. Dove andiamo? “. “In un boschetto qui vicino”. In quel boschetto c’è uno spiazzo dove c’è pure una telecamera nascosta.

Il vecchio segue Benedetta e quando lei è voltata guarda il suo culo e si tocca il cazzo, arrapatissimo all’idea di farsela. “Voglio il tuo culo” dice. “Puoi fare quello che vuoi” dice Benedetta.

Arrivano allo spiazzo e dalla macchina i funzionari vedono tutti. Il vecchio comincia a palparla ovunque, strizzando le tette, sembra impazzito, di fronte a quel corpo non sa trattenersi e la volta, la sbatte a terra, le salta addosso con violenza e solleva la gonna. Tira giù velocemente gli slip e infila un uccello ancora abbastanza duro nel suo culo, che lo accoglie con un urlo. Pochi secondi di su e giù furiosi poi lui viene strillando.

Si riveste e la paga, dicendole che è stata bravissima.

Lui se ne va e Benedetta torna sulla strada, toccandosi il sedere dolorante. Riprende a passeggiare e i funzionari a guardare, soddisfatti di quello che hanno visto fino ad ora.

Arriva un’altra macchina e subito si vede che sono in quattro. Si fermano e chiedono il prezzo e quando lei dice di andare nel boschetto uno dei quattro giovani arrapatissimi dice: “No, no, tu vieni dove diciamo noi! “. Lei esita, ma scendono in due e la acchiappano per i capelli. “Hai capito? ” le dice uno e la sbatte in macchina.

I funzionari si incazzano, ma la macchina riparte con lei sopra.

Durante il “viaggio” Benedetta chiede: “Dove mi portate? ”

“In un bel casolare abbandonato” risponde quello che guida. “Staremo più comodi”.

Benedetta tace e aspetta di arrivare sul posto, un vecchio casolare molto isolato.

Viene fatta scendere a forza e portata dentro, dove dopo che accendono la luce scopre tantissimi strumenti di tortura.

Prima che possa urlare o scappare, viene presa e legata al soffitto con due manette. Le viene strappato il reggiseno, tolta la gonna e gli slip. Ora la sua peluria, i suoi capezzoli e le sue chiappe sono totalmente alla mercé dei quattro giovani, che cominciano a prendere vari strumenti di tortura.

Il primo che si avvicina ha una catenella con due pinzette a vite. Più si gira la vite più le pinze si stringono. Applica le due pinzette ai due capezzoli di Benedetta, stringendo tantissimo e provocando urli. Tirando la catenella, inoltre, i capezzoli vengono tirati e strizzati.

Il secondo si avvicina alla fica di Benedetta con un accendino. Accende il fuoco e lo avvicina ai peli, bruciandone un po’, uno per uno.

Il terzo ha una frusta in mano e comincia a frustrarci il culo e la schiena di Benedetta, che urla come una pazza!

Arriva a piangere, ma lui non si ferma, fino a che non ha raggiunto le 50 scudisciate, lasciando segni evidenti e facendo colare un po’ di sangue.

“Me ne posso andare? Vi siete divertiti abbastanza? ” chiede lei piangente.

“Prima devi soddisfarci, puttana! ” le dicono.

La slegano. Uno la fa inginocchiare e glielo sbatte in bocca senza complimenti. Un altro va dietro e la sodomizza con violenza, su quel culo pieno di frustate. Terminato di sborrare quelli arrivano gli altri due e quello che glielo ha messo in bocca sborra talmente che ne cola tantissimo sulle tette.

Lei si riveste in fretta, terminato quel rituale e dopo aver preso i soldi esce dal casolare, decisa a trovare un mezzo di trasporto per tornare a casa.

Ma all’uscita c’è la macchina dei funzionari e appena la vedono la prendono e la sbattono in macchina. La portano in uno spiazzo isolato e la buttano a terra, dicendole che non doveva andare con quelli, incazzatissimi. A nulla servono le sue giustificazioni, dicendo che era stata costretta, loro vogliono punirla. E lo fanno nel modo più perverso.

Uno la tiene ferma a terra con le braccia alzate, un altro le toglie il reggiseno, rimesso alla meglio dopo che era stato strappato dai quattro ragazzi, e un altro le avvicina la punta infuocata di una sigaretta accesa al capezzolo sinistro. Lei vede e non fa in tempo a protestare che la sigaretta le viene spenta sul capezzolo, con grandi urli di lei e godimento da parte dei funzionari, che si tirano fuori gli uccelli e le sborrano e pisciano su tutto il corpo.

La carriera di Benedetta sarà sicuramente sfolgorante.. .. ! ! ! ! FINE

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Un commento

  1. Mmmmm che fortuna quella Benedetta, vorrei esserci io a Battere per dei papponi,
    Però io li preferirei nigeriani o rumeni, mi danno più l’impressione di veri uomini che sanno trattarmi per ciò che veramente sono:
    Una trav da marciapiede……

  2. L’ultima volta che sono stato con una escort si lamentava che mettevo le mani dappertutto. E dove le dovevo mettere? In tasca?

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