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La fine

Parlava sottovoce. “Tieniti sollevato sulle braccia. Si, così. “Divaricò le gambe, prese il fallo con le mani e lo poggiò in un punto caldo, morbido, umido “La soglia dell’Eden”, pensai, ed ero naturalmente portato a spingere. Le sue mani sembravano quasi volermi trattenere. “Pianissimo… bravo, così… ancora… ancora. Dio, che meraviglia, che sensazione. Si amore, entra… entra nella tua Ela che ti vuole, ti aspetta da sempre… così… , che bello… entra ancora, cerca di entrare tutto… così… fino in fondo… bravo… muoviti piano… bravo… ” Sentii il suo bacino venirmi incontro e poi allontanarsi. Ancora… Lentamente, poi più celermente. Aveva gli occhi aperti, le pupille scomparse verso l’alto, la bocca dischiusa, un suono fioco sortiva dalle sue labbra. Incrociò le gambe dietro la mia schiena. “Amore, amore, mio… mio… docem… docem… eccomi… eccomi… “Si muoveva quasi con furia. Si fermava un istante, vibrando come la corda di un’arpa, portava la mano alla bocca a soffocare il grido che stava per sfuggirle, gorgogliava ancora… docem… docem… e riprendeva la sua danza voluttuosa. “Ti sento, amore, sento quello che non immaginavo poter provare. Sento che sei mio, così… ecco… , tesoro, si… , dissetami… “Mi strinse più forte con le gambe, inarcò la schiena. Giacqui su lei, ancora in lei. Sentivo il mio sesso pulsare e la sua deliziosa risposta. Era la mia prima volta. I nostri respiri si univano. Bocca sulla bocca. Sussurrai: “Posso restare così? ” “Per sempre, amore, per sempre. Uvijek… Sento tutto il tuo vigore, potente, prepotente, incantevole. “Aveva sciolto le sue gambe, giaceva supina, ansante. Mi poggiai sui gomiti, per guardare quell’espressione che non avrei mai dimenticato, i capelli sparsi, sul cuscino, sul seno. Mi venne spontaneo muovermi un po’. Una piccola spinta dei reni. “Giorgio, ancora? Opet?” Senza rispondere, ripresi a spingermi in lei. Lentamente. Come se volessi uscire e rientrarvi immediatamente. “Mi fai impazzire. Sei meravigliosamente instancabile. Sei… Giorgio, ti amo… Sto naufragando di nuovo, in un mare di piacere… voglio suggerti completamente… Giorgio… Giorgio… “E riprese il suo ondeggiare, il suo mugolare, le brevi interruzioni, in un abbandono sempre crescente, fino al fremito del mio insuperabile godimento. Mi misi su di un fianco, scivolando fuori da lei, mentre le sue unghie si configgevano nella mia schiena. Mi prese il volto tra le mani. Restò così. La carezzavo dolcemente. Imprimevo nella mente le sue forme perfette. Sentivo il suo respiro sul mio petto. Ricambiò la carezza, indugiò tra le gambe. Fermò la mano. “Ma Giorgio, per te non è accaduto nulla! ” E fu come prima, più bello di prima. Ricordi un po’ confusi, d’una notte di sogno. Guardai la sveglia sul comodino. Era ora d’alzarmi. Mi mossi piano, per non destarla. Dormiva abbracciata a me, come una bambina che ha bisogno di protezione. Dovevo alzarmi. Il bosco e la pattuglia mi attendevano. Si svegliò lentamente. Si guardò intorno, come se non sapesse dov’era. Mi vide, sorrise. Si strinse a me, con un brivido. ” Devi alzarti? ” “Si, devo uscire presto. ” “La pattuglia, vero? Vorrei riposare ancora tra le tue braccia. Dopo la tua voluttuosa esuberanza me lo devi. Una notte così non si spera neppure sognarla. Ma tu me l’hai fatta vivere, amore. è stato meraviglioso, e per te? ” “Sei bellissima. Non credevo che esistesse ciò che mi hai donato. Di poterlo avere. Grazie…” “Sono io immensamente grata a te. Ti adoro come un idolo, l’idolo incantatore della tua regina. Perché è tua, Giorgio. Non immaginavo che ti avrebbe accolto, ma l’amore non conosce ostacoli.

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