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Ex compagno di studi

Accadde, poi, tutto all’improvviso.

Un giorno capitò nel nostro paese un suo ex compagno di università, Vito, che faceva il rappresentante ed era venuto a trovare i genitori ormai in pensione. Io già lo conoscevo perché in una stessa occasione di alcuni anni fa la mia Molly Trapper me l’aveva presentato. Arrivò in paese da solo e, dopo un paio di giorni, ci venne a trovare per volerci salutare.
Sapevo da tempo che lui si era preso una magnifica cotta per mia moglie, ai tempi dell’università, quando ancora non ci conoscevamo, e che lei non aveva mai mostrato alcun interesse per lui, oltre quello dell’amicizia: era solo un collega, punto e basta.
Non so bene perché, ma iniziammo subito ad avere un’intesa particolare. Lui mi disse che conviveva in città con una ragazza e confessò più volte di essere felice di averla trovata esuberante di spirito oltre che ben fatta . Carinissima, bionda con gli occhi azzurri, un visetto da madonnina, ma troia fino in fondo nell’anima. E dire troia è un complimento, essenzialmente positivo, con l’evocazione del godimento estremo espresso liberamente, sinceramente e con tutta la forza possibile, del corpo, dei nostri liquidi caldi, della voce e della mente.
Mi disse che come rappresentante aveva avuto moltissime occasioni e di avere scopato molte donne e che quelle che ci stavano di più erano per lo più sposate, che erano poi quelle che si dimostravano più calde e focose. A sentire questo cominciai quasi a provare invidia; il mio lavoro mi costringeva chiuso in ufficio davanti a una scrivania, a rispondere a telefono e, si e no, vedevo qualche femmina una volta ogni due giorni.
Mi disse poi alla fine che nelle sue fantasie c’era quella di farla scopare da uno sconosciuto, e di poterla spiare senza partecipare; e il massimo era poterla spiare addirittura senza che lei e lui lo sapessero. Non capii che gusto ci fosse a desiderare un cosa del genere, ma questa era una sua fantasia A sentire questi discorsi, però, non potei fare a meno di pensare alla mia situazione. Ma lei non voleva farlo perché “era fedele”; del resto era anche un po’ più giovane di lui, era insicura e sicuramente giudicava l’esperienza ad un livello troppo alto e spinto di trasgressione.

Uno di quei giorni eravamo al mare. E questo amico Vito, venuto per trovare i suoi genitori, finì per trovare più piacevole la nostra compagnia, e la cosa era ricambiata, e finì anche per passare gran parte del suo tempo con noi, tanto che era diventato difficile trovare un attimo di intimità per me e mia moglie.
Una volta facemmo tardi a casa nostra, dopo cena, per vederci un film un po’ malizioso ma non porno, e cosi sfidando tutto e tutti (la mentalità del paese) lo facemmo dormire da noi sistemandolo nella stanza dei figli che erano andati al campeggio. E quella notte mi infuocai dalla fantasia di fare un triangolo. Sapevo che mia moglie non aveva mai provato interesse per lui almeno in gioventù, ma ora ? Ora che ci stavamo frequentando cosi spesso?
Facemmo all’amore e io le ripetevo il nome dell’amico, all’orecchio, descrivendo fantasie di coinvolgimento di Vito e lei, ad un certo punto, mi disse che si infastidiva e che sentiva venir meno l’eccitazione, e che non dovevo prendere alla lettera un certo suo discorso fatto qualche tempo prima, perché quello era solo pura teoria per contrastare le mie fantasie da egoista; ma, prima di tale sentenza, io sentivo invece che si eccitava al pensiero della trasgressione di essere posseduta da lui e chissà forse da entrambi; e lo sentivo dal suo ansimare, dal suo corpo che reagiva alle mie carezze, dalla sua fica che si bagnava copiosamente.
Ma continuai a dirle: “Senti le sue mani sulle tette mentre io ti chiavo … Adesso mentre me lo succhi, immagina che lui ti tocchi la fica e ti lecchi queste meravigliose tette da troia…… Continuai così per diversi lunghi minuti portandola sempre molto vicino all’orgasmo, ma trattenendomi per voler far durare la cosa più a lungo; volevo quasi sfinirla dal piacere continuo………. !
Ed improvvisamente lei iniziò a dire: “Siiii sono la tua troia e voglio scopare con due cazzi …. “.
Proseguimmo così tutta la sera finché venimmo abbondantemente con grida di piacere anche da parte sua al punto che non capii se si era dimenticata che c’era Vito nell’altra stanza oppure che lo sapeva benissimo e voleva fare arrivare pure a lui il senso di piacere e di felicità che stava provando.
E questo fatto aumentò il mio stesso piacere mentre me ne venivo dentro di lei. Provai a chiederglielo dopo qualche minuto ma non rispose, si stava massaggiando il pube, evidentemente per le forti contrazioni che aveva avuto e questo, quasi, mi faceva venire di nuovo voglia di entrarle dentro.

Un pomeriggio mentre eravamo tutti e tre sul lungomare in una passeggiata io presi sottobraccio il nostro amico Vito che aveva mantenuto un debole per la mia donna, se non altro il desiderio fisico mai soddisfatto. Parlando, riuscii a portarlo su un piano estremamente confidenziale e mi confessò di tanto suo desiderio proprio durante la passeggiata, mentre lei, davanti a noi, era ferma a conversare con una sua amica.
Avevamo qualcosa in comune: il desiderio per la stessa donna, il mio desiderio forte fisico, celebrale e d’amore del marito per la moglie, e lui il desiderio fisico per la sua vecchia cotta.
Chiesi a me stesso, per l’ennesima volta, se dovevo essere geloso di questo, o se erano solo le convenzioni della moralità bigotta di paese a farmi venire questo dubbio. Questi pensieri mi accompagnarono durante tutta la nostra passeggiata mentre notavo che lui la guardava sempre più spesso, mentre lei camminava davanti a noi con l’amica, quasi che volesse frugare sotto i vestiti nella sua intimità. La mia lei una volta si voltò per chiederci se volevamo prendere un gelato e non poté fare a meno di notare gli sguardi attenti di lui, pieni di desiderio, e dopo una frazione di secondo, di smarrimento, guardò me che le dissi “si” per il gelato e si voltò subito; e dopo qualche secondo riprese a parlare con l’amica. E non capii cosa provò veramente quando si accorse che l’amico la guardava con occhi pieni di desiderio. Né si poteva capire dalla sua faccia che non diventa mai rossa essendo di pelle un po’ scura.
Quella sera a casa, noi due da soli, facemmo all’amore ed io ero pieno di tutti i pensieri del pomeriggio ed avevo una carica di tensione mista di grandissima eccitazione ma anche di ansia perché il mio desiderio del triangolo forse poteva realizzarsi ma, nella realtà, non sapevo come l’avrebbe presa la mia Molly Trapper.
Però, successe una cosa strana: mi disse di non mettermi il preservativo perché era l’ultimo giorno delle cose sue e perciò non c’era rischio. Mi disse che voleva riprovare certe sensazioni dei primi anni di matrimonio quando non avevamo figli e scopavamo in completa libertà e voleva sentire di nuovo lo sperma che l’avrebbe inondata dentro e che poi le sarebbe uscito dalla vagina colando verso il buchetto del culo bagnando anche le cosce. A sentirla parlare così, quasi quasi me ne stavo venendo senza ancora averla penetrata. Mi trattenni con grandissima fatica e pensai ad altre cose per distrarre la mia mente ed abbassare il livello di eccitazione. Poco dopo ripresi il controllo della situazione e le entrai dentro, guardandola in faccia, baciandola, leccandole il collo e le orecchie e riprendendo le fantasie di scopare in tre.
Mi rispondeva come l’ultima volta “Siiii sono la tua troia e voglio scopare con due cazzi …. ” Ma questa volta aggiunse: “Voglio sentire il tuo cazzo dentro la bocca e l’altro cazzo che scivola avanti e indietro dentro la mia fica tutta bagnata…… Voglio sentire il tuo sperma caldo che mi schizza sulla lingua e poi invece di inghiottirlo me lo faccio uscire fuori dalle labbra per bagnarmi le guance…….. Voglio sentire lo sperma dell’altro cazzo che mi riempie la fica e che esce per bagnarmi il buco del culo……… E tu con il dito me lo massaggerai infilandomelo dentro umido dello sperma dell’altro cazzo”.
Non ne potevo più e cominciavano a farmi male le palle per la tensione.
Mi tolsi da quella posizione per entrarle in fica da dietro e poterla stantuffare senza sentirle dire altre cose cosi eccitanti, sentirla mugolare soltanto e poterle accarezzare i due capezzoli in sintonia con i movimenti delle sue natiche appoggiate sul mio pube. E cosi ce ne venimmo con grande intensità e sembrava di volare, con la testa tutta leggera.
Che troia magnifica che stava diventando, imparando a scoprirsi e guardarsi dentro.
Ci guardammo subito dopo sorridendo pieni di amore e notai che la sua mano scivolò verso la fica con un dito in mezzo alle labbra, poi si mise il dito in bocca succhiandoselo mentre mi guardava in faccia. Si mise di nuovo il dito in mezzo alla fica e bagnandolo del mio sperma scivolò giù e comiciò a massaggiarsi il buco del culo. Capii subito e le offrii il mio dito che era anche più grosso del suo, lo bagnai prima ficcandolo dentro la sua fica e poi delicatamente glielo infilai nel culo.
Lei chiuse gli occhi, si strinse tutta, rannicchiandosi, ed accompagnò i miei movimenti con delle spinte ritmiche. Notai che le faceva piacere quando con il dito infilato tutto dentro toccavo la parete della vagina ed allora continuai così fino a sentirla venire.
Questa volta però, invece di assecondare le contrazioni dell’orgasmo cominciò a spingere ed in questo modo sentii che si allargava il buco del culo quasi che volesse inghiottire il mio dito, glielo spinsi dentro fino in fondo, proprio quando mi accorsi che lei era al massimo del godimento.
Le lasciai il dito dentro per qualche minuto e lei era ferma e immobile e capivo che le piaceva sentirlo ancora dentro. Ed ogni tanto stringeva il buco del culo come se volesse assicurarsi di avere il mio dito ancora dentro. Poi si volle voltare, io mi tolsi, lei visibilmente stanca mi sorrise, mi ringraziò e mi baciò con la sua lingua forte e nervosa dentro la mia bocca. Poi mi spinse giù sul letto, si prese il mio cazzo in bocca e me ne fece venire alla grande. E vidi il mio sperma che le colava dalla bocca semichiusa bagnandole il mento. Si portò più giù e cominciò a strofinare le sue labbra bagnate di sperma sulle mie palle massaggiandole con la lingua e con le guance. Alla fine ci addormentammo sfiniti.

L’indomani mattina, al risveglio, la vidi nervosa e mi confessò di essere in crisi per essere stata tanto troia (come dicevo io) la sera prima e si vergognava. E io le dissi “magari fosse sempre cosi”, lei sorrise e mi disse che era stato bellissimo senza preservativo, poi preparò la colazione, che consumammo insieme, e poi ognuno andò via al proprio lavoro.
Nei giorni successivi facemmo l’amore qualche volta, ci vedemmo anche con Vito per stare insieme a giocare a carte o andare al cinema, e la mia lei era più disinvolta anche perché con la frequentazione era aumentata la confidenza tra noi tre e cominciava ad essere quasi normale per lei farsi vedere in vestaglia, anche leggera, da lui che comunque continuava a guardarla, e lei se ne accorgeva. E mi piaceva la sensazione che provavo io stesso guardando lui, poi lei ed immaginando i pensieri maliziosi che le potevano passare per la testa proprio sapendo delle mie fantasie ricorrenti.
Il pomeriggio di un sabato decidiamo io e lui di andare a pesca in un laghetto artificiale vicino al paese, anche perché a pesca normalmente ci si va la mattina presto e solo in un laghetto si può andare a trote (allevate) nel pomeriggio. Ci fu cosi la possibilità di stare insieme a parlare da soli. Gli chiesi se aveva notizie della sua compagna rimasta in città e mi rispose che stava lavorando.
Trovai il coraggio per intavolare un discorso; la presi molto alla larga per poi riuscire a dirgli:
“Mi piacerebbe fare una cosa………. un gioco particolare con mia moglie e con te……. ”
Mi guardò allibito.

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