“Beh, anche tu hai delle fantasie con la tua donna, no? Perché non mettiamo in pratica le nostre fantasie? Ho capito, sai, che la desideri. Facciamo una prova no? Stasera dopo cena io proporrò di andarcene a letto, tu farai finta di andartene a dormire nella stanza dove hai dormito l’altra volta, ed io lascio la porta della nostra camera socchiusa. Una volta a letto cominceremo a fare l’amore; tu nel frattempo ti avvicinerai alla nostra porta e quando ti accorgerai che stiamo scopando e che lei avrà cominciato, diciamo così, a riscaldarsi, tu entrerai piano senza far rumore e poi si vedrà… E se lei proprio non ci starà vuol dire che un giorno mi inviterai a casa tua in città per provare la stessa cosa con la tua compagna. É la tua fantasia, no? ok? ? ? Ci metteremo il preservativo, però. ”
Mi guardò con un sorrisetto a mezza bocca. Non si oppose ma non seppe dire nemmeno di si.
Ritornammo a casa con lui tutto frastornato, evidentemente al pensiero di quello che avrebbe potuto succedere quella sera stessa. Cenammo in allegria noi tre da soli mentre i figli erano fuori, ospiti di amici per il fine-settimana. Una cena leggera semplice ma gustosa, preparata dalla mia M. Trapper alla quale, prima di uscire per andare a pesca, avevo raccomandato, sorridendo, di non stancarsi perché avrei voluto vederla serena e luminosa come sempre. Trascorremmo la serata scherzando ed invitai lui, ma sempre per riderci sopra, a raccontarci di quando all’università si prese la cotta per mia moglie. Titubante all’inizio, poi cominciò a raccontare che la cosa che per prima lo colpi all’epoca furono le gambe, quelle rare volte che non portava i jeans, e poi le forme ed il modo di camminare. Mentre lui diceva queste cose anche ammiccando, con qualche particolare, notavo mia moglie compiaciuta e contenta dei complimenti, fino a quando le venne spontaneo dire ” Eh, una volta! Adesso a quarant’anni queste cose belle non ci sono più”. E lui di rimando insistette con i complimenti, spingendosi anche oltre, dicendo che non era poi cambiata molto, neanche dopo vent’anni circa, e che continuava avere le movenze intriganti ed eccitanti di una volta, il bel culo e le belle tette di quando era ragazza.
A sentir queste parole io capii che lui stava accettando il gioco e vidi mia moglie un po’ confusa ma sorridente e felice di quest’altro complimento, anche se poteva sembrare pesante.
Mi chiesi se queste parole l’avessero eccitata un pochino, e con la mia fantasia avrei voluto toccarle la fica per vedere se avesse cominciato a bagnarsi. Perché, se così era, allora forse non si sarebbe tirata indietro, più tardi, al momento opportuno. Ma non potevo certo ficcarle la mano sotto, così, all’improvviso, per verificare. Bisognava avere pazienza. Lui ricordò anche che lei non lo degnava di molta attenzione e che era tutta presa dallo studio, e le attenzioni semmai le rivolgeva a un altro con cui passava piacevolmente i pomeriggi in una comitiva di compagni.
Ed io non ho mai saputo nulla di quest’altro, lei non ne aveva mai parlato, ma io feci finta di sapere tutto cosi che lui poteva continuare a parlare. Vidi mia moglie che cominciava a turbarsi e a guardarmi. Ma io le sorrisi, le presi la mano un po’ sudata e gliela strinsi veramente con molto affetto; Gliel’ho tenuta stretta, a lungo, mentre lui parlava e raccontava i suoi ricordi di quando, in piena cotta, vedeva lei baciare quell’altro, stretti corpo a corpo, mentre lui soffriva a vedere e a pensare che tutto quel ben di dio non poteva essere suo, che non poteva toccarla, stringerla, pomiciarla e, perché no, magari anche scoparla.
A queste ultime parole, così esplicite, mia moglie ebbe un piccolo sussulto di evidente disagio, almeno iniziale, ma poi non dimostrò di dispiacersene; mi guardò e sorrise. Che voleva dire? Che non avrebbe protestato più tardi (anche se non sapeva nulla del nostro progetto) o anzi che forse avrebbe desiderato magari solo provare…… ? Ed adesso, più di prima, avrei voluto toccarle la sua dolce fichetta per vedere se si fosse bagnata almeno un pochino! Ma mi trattenni pensando che sarebbe stata più bella l’improvvisata che l’aspettava più tardi.
Si stava facendo tardi e cosi proposi di andare a dormire per rivederci l’indomani a colazione.
Lui, per salutarla le si avvicinò e prendendole una mano le disse che era ancora bella e desiderabile, e con le labbra sfiorò la sua guancia per darle un bacio delicato ma sensuale. E lei ricambiò con la stessa delicatezza e, mi è sembrato, anche con la stessa sensualità.
Tutti questi giochi di parole , di intese e di sguardi mi stavano sfinendo dall’eccitazione, soprattutto al pensiero che anche nella testolina di mia moglie potevano esserci pensieri maliziosi. Che forse voleva farmi ingelosire?
Lui cominciò ad andare verso la camera che gli avevamo offerto e lei lo seguì con lo guardo mentre si allontanava.
Andò in bagno a struccarsi e quando ne uscì, la vidi con la vestaglietta di cotone leggero. Era stupenda: senza reggiseno e senza mutandine ma con quella vestaglietta di cotone risaltava la sua pelle scura. Le tette mantenevano uno stato di indurimento che non sarebbe mai servito il reggiseno. Le cosce scure finivano dentro quel bianco risaltante e semplice, al di sotto del quale non c’ era nulla.
Il fatto che baciarla e stringerla potesse muovere quella vestaglietta corta, scoprendo inavvertitamente le sue forme, mi eccitava. Mi eccitava baciarla ed allo stesso tempo guardarci allo specchio. Mi sentivo in un film. Mentre la stringevo accarezzavo il cotone al di sotto del quale sentivo le sue forme. Se le stringevo i fianchi, il gonnellino da notte si arcuava mostrando la parte bassa del suo sedere. La presi da dietro, mordicchiandole l’orecchio ed il collo e adesso scoprivo a tratti la sua fichetta depilata guardando la scena allo specchio davanti a noi. Anche lei si guardava allo specchio, e nel profondo dei suoi occhi e dalla sua espressione lessi il fatto che fosse realmente troia: come mi piaceva a me.
Le toccavo le tette, da sopra al cotone, e le si scopriva la fica. Era uno spettacolo sensualissimo. Peccato che non fosse un’abbronzatura integrale. Sapevo che da qualche parte il nostro amico stava spiando. Poi lei si voltò verso di me e nei suoi occhi colsi il desiderio, si alzò in punta di piedi e mi baciò intensamente muovendo la sua lingua dentro la mia bocca.
Un bacio che durò a lungo, ad ogni movimento della sua lingua sentivo accrescere anche la sua eccitazione mentre, serrando le gambe, si stringeva la fica tra le cosce.
Poi, improvvisamente si abbassò, mi tolse pantaloni e mutande, impugnò il mio cazzo che era già duro da un pezzo e se lo infilò in bocca, molto vogliosa.
Abbassavo gli occhi e vedevo il suo labbro superiore che si gustava il mio cazzo superduro dall’ emozione. Si era accovacciata sulle ginocchia e quasi vedevo spuntare il culetto dal vestitino da notte bianco. Poi si alzò e, come ormai di consueto, volle che le leccassi la fica.
Ma questa volta non era come le altre, questa volta stavamo per uscire fuori dal consueto.
C’era qualcuno là con noi!
E poi quel vestitino…… , non l’avevo mai leccata senza denudarla completamente.
Mi sdraiai di schiena, e lei si pose sulla mia bocca. Il vestitino mi accarezzava la fronte mentre lei assecondava con brevi e lenti movimenti del bacino, la mia lingua sul suo grilletto.
Si toccava i fianchi e poi prese le mie mani e se le mise sulle tette. La sdraiai sul letto e con la mia lingua la percorsi tutta soffermandomi a succhiarle i capezzoli.
Era eccitata e gemeva.
Le stringevo forte le chiappe mentre ci rotolavamo sul letto.
Mi staccai da lei per mettermi il preservativo ma lei mi disse subito di no, io insistetti anche perché sapevo che le sue cose erano finite appena da alcuni giorni. Lei mi rispose che non ce ne era bisogno, che le era tanto piaciuto quella sera …. senza preservativo, che era andata a farsi mettere la spirale!
Oh, la mia troiona! La mia dolce troiona! Certo, così, senza preservativo, piace di più anche a me anche se, tutto sommato, non è tutto questo fastidio; forse si rimane più puliti e non c’è bisogno di asciugarsi dopo. Ma così era senz’altro meglio! E lei si era studiata questo particolare per godere meglio. A questo pensiero, che lei aveva cominciato a studiare su come infoiarsi di più e a liberarsi delle sue vecchie catene per abbandonarsi alle emozioni, cose pensate e calcolate anche a freddo, fuori dall’eccitazione di una scopata in corso, io mi eccitai ancora di più e presi a scoparla prima piano, poi forte, poi ancora piano e poi più forte, avanti e indietro.
Iniziai con le solite fantasie: “Cosa vorresti che ti facessi ….. ? ”
“Continua a scoparmi cosi, dai ….. ti prego continua a sfregarmi il tuo cazzo dentro la fica, che me la sento già gonfia, fottimi ….. ”
“Cosa vorresti? ”
“adesso ……. un altro cazzo, vorrei avere il tuo in bocca mentre un altro mi sbatte dentro con il suo cazzo nella mia fica…. “.
“Perché non il contrario, io che ti scopo nella fica mentre tu ti succhi l’altro cazzo? ”
E lei mi rispose subito sottovoce gemendo, con la voce tremolante e ansimandomi in faccia: “Dopo, dopo. Prima voglio provare l’altro cazzo in fica, bello duro, che entra e esce umido della mia fica bagnata, prenderò in bocca il tuo sperma e senza farlo uscire mi riempirei la bocca anche dello sperma dell’altro, mischiarli insieme visto che mi scopate insieme, e poi con i vostri sperma bagnarmi le dita e massaggiarmi il buco del culo che mi piace tanto……. ”
Porca puttana! Non si può resistere a tanto e dovetti fare sforzi sovrumani per trattenermi dal venirmene, sentendo cose cosi eccitanti. Anche perché lui era là vicino, sulla porta della camera da letto, anche se lei non se ne era accorta, e lui aveva sentito tutto, e temevo che se se ne veniva subito per l’eccitazione, si rovinava subito tutta la festa!
Mi tolsi da sopra, mi misi di schiena sul letto in parallelo ai guanciali, lei scese dal letto, mise i piedi per terra e si piegò ad angolo per farmi un bocchino. Mentre lei me lo succhiava, era a pecorina col culo verso di lui e in questa posizione aveva praticamente le natiche allargate e credo che le si vedesse sia il buchetto del culo che la fica, già aperta dai nostri preliminari.
Pensai che era venuto il momento di fare cenno a Vito di avvicinarsi con la sua asta già pronta.
Dopotutto, mi dissi, è solo uno sfregamento di carne, non lascia nessuna ferita. Non lascia nessuna ferita se fatto con la consapevolezza che il cuore non deve essere toccato. Un gioco e basta, senza sentimenti particolari e nessuna progettualità, solo sesso puro! Lui del resto era innamorato della sua donna, e non avrebbe pensato alla mia.
Le toccavo a malapena le cosce mentre lei mi succhiava il cazzo e dietro c’ era lui.
La fioca luce della lampada nascosta opportunamente illuminava le gambe scure della mia bella troia. Erano divaricate.
Io le sfilai la vestaglietta e mostrai cosi la fica al vuoto, e il nostro amico si toccò.
Poi le dissi: ” Immagina che ci sia qui il nostro amico…….. ” Il suo petto prese ad ansimare con un ritmo più alto, soffocato dalla presenza del mio cazzo in bocca. “Pensa che bello se ci fosse lui dietro di te …… e che ti si avvicinasse toccandoti la fica mentre mi succhi il cazzo …… ” Era allo spasimo. “Immagina intensamente che lui si stia avvicinando, dietro di te……. ”
Ansimava come non mai. Ma fece un cenno positivo col capo, come per dirmi che se lo stava immaginando, e mi diede un succhio più forte.
A quelle parole, e a un cenno della mia mano, V. fece il primo passo, e si avvicinò, da dietro, toccando le cosce e le chiappe di lei che ebbe un sobbalzo, sgranò gli occhi e mi guardò intensamente, con lo sguardo di chi non sapeva decidersi se ribellarsi o, piuttosto, accettare di provare quella nuova situazione. Io le accarezzai il viso con dolcezza, le feci un sorriso rassicurante per incoraggiarla a continuare……..
Anche lui era in gamba, la accarezzava soltanto. Se io avessi visto la sua donna con la fica aperta, l’avrei subito scopata.
Poi lei guardò nel vuoto e socchiuse gli occhi per poter ascoltare tutte le sensazioni di un altro sulla sua pelle.
Io le accarezzavo le spalle ed il collo. Lui scese sotto le ascelle ed arrivò alle tette. Le sue tette, meta ambita da moltissimi, se le palpava quasi fossero le uniche cose che cercasse.
A lei piaceva, ma ancora non aveva allentato la tensione della sorpresa. Poi si addolcì alle sue sempre più pressanti mani e si riprese in bocca il mio randello che aveva poco prima abbandonato.
Lui a questo punto si inginocchiò e io capii che stava cominciando a leccarle la fica e a succhiarla.
Vidi la mia M. T. che si accorse che non erano più le dita a toccarla ma la lingua di V. e notai con mio grande piacere, che le piaceva.
Trovai il modo di farle vedere un preservativo perché lei mi facesse capire se farglielo indossare, oppure no, e lei con la testa mi fece cenno di no.
La mia troiona! Voleva fare proprio tutto quello che aveva detto e godere come voleva lei.
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