Ultimi racconti erotici pubblicati

La fine

Katia cominciò a mettere un po’ d’ordine. Ela restò seduta di fronte a me, coi gomiti sul tavolo. Muovendo appena le labbra sussurrò: “Non chiudere il balcone con la maniglia. ” Si alzò e si mise ad aiutare la madre. “Domani uscirò più tardi -dissi- grazie per l’ottima cena e scusatemi se vado subito a riposare.” “Laku noc.” Rispose Katia. Ela non disse nulla. Tornato in camera, chiusi bene le ante del balcone e mi assicurai che non potessero aprirsi, che gli scuri fossero al loro posto. Mi spogliai, indossai il pigiama, scoprii il letto. Lenzuola di bucato, profumate. Accesi il lume sul comodino, spensi la luce centrale. Mi misi a letto. Iniziai a leggere il giornale. Dopo poco mi alzai, andai al balcone, girai la maniglia, lo lasciai appena socchiuso. Tornai a letto e ripresi a leggere. Credo che mi addormentai subito, di colpo, pesantemente, forse russando. Non avevo udito alcun rumore, né m’ero accorto di essermi voltato su un fianco, con la schiena al muro. I capelli mi solleticavano il viso. Ma com’era possibile? Sono così corti. Nel mettermi supino mi accorsi che il letto era molto stretto. Mi riassopii. Solo per qualche istante. I capelli mi erano sempre sul viso e qualcosa premeva sulla parte destra del mio petto. Allungai la mano. Era calda, tenera e soda nel contempo, vellutata, viva. L’altra mia mano era lungo il fianco, aperta, col palmo verso l’alto, e le dita affondavano in una matassa morbida e tiepida. Sulla mia gamba un’altra gamba. Il mio sesso era accolto in una deliziosa e lieve stretta che cedeva a mano a mano che ne sentiva l’eccitazione che andava sapientemente provocando. Ela aveva la bocca vicino al mio orecchio. “Ti ho svegliato, amore, non volevo. Scusami. Ma non ho saputo resistere al desiderio di carezzarti. Scusami. Sei stanco dopo la difficile giornata che hai vissuto. Ma ora ti lascio dormire. Resto accanto a te senza muovermi, buona buona. ” Ero nudo! Senza farmi accorgere di nulla mi aveva tolto il pigiama! Anche lei era completamente nuda, coi capelli lunghi sul mio viso. La mia destra affondata tra le sue gambe. Poggiata sul gomito mi guardava al fioco chiarore del lume che aveva di nuovo velato con la camicia da notte. Si chinò e sfiorò la mia bocca con le sue labbra. “Dormi tesoro, dormi. ” Seguitava a carezzarmi, a strofinarsi sulla mia mano. Tornò a baciarmi, insistentemente, passandomi la lingua tra le labbra. Si spostò. Il seno sul mio petto, la sua gamba sulle mie. Sentivo il premere del suo pube. “Dormi, tesoro, dormi.” Lo ripeteva come una cantilena. Mi tirò lentamente verso di sé, facendomi allontanare dal muro. S’inginocchiò su di me, con le gambe aperte. Il busto eretto, i seni protesi. Si mise il mio sesso eretto tra le gambe, lo tenne fermo, e incominciò ad accoglierlo lentamente. La testa lievemente rovesciata indietro. “Voglio tutto… tutto… ” Spinse in avanti il bacino, cercando di farlo penetrare il più possibile. Aveva iniziato ad ondeggiare dolcemente. Aveva divaricato al massimo le cosce, arcuata la schiena poggiandosi, dietro, sulle mani aperte, e aveva proteso il pube. Sentivo, in lei, il suo palpitare, il suo sussultare, il suo volermi suggere fino all’ultima goccia. Mi guardò estatica. Si spostò in avanti. Con la mano portò un capezzolo alle mia bocca e quando lo accolsi tra le labbra, stringendolo dolcemente, sentii che il suo grembo mi avvolgeva con maggior vigore. Era una lunga cavalcata d’amore verso più oasi di voluttà. Sempre più veloce. “Adesso, amore… adesso… con me… ” Era quasi un gorgogliare confuso, soffocato, che finiva in un roco suono inarticolato. “Adesso, amore… o sì, grazie… è meraviglioso… ” E si gettò su di me, esausta, ripetendo: “Dormi, amore, dormi.” Ma volle fare ancora l’amore, e ancora, prima di voltarsi e accucciarsi sulle mie ginocchia, stringendo una mia mano sul seno e l’altra tra le gambe. Voltando il capo per un bacio mi guardò trasognata. “Sei indistruttibile amore. Ti sento ancora. Tanto. Entra in me e fammi dormire così. ” Restammo come lei voleva, fino a quando Roberto non la fece fuggire, seminuda, con la vestaglia sul braccio, attraverso i balconi socchiusi delle nostre camere. Ormai temevo -si, lo temevo- che le cose sarebbero andate avanti, più o meno, sempre così.

About A luci rosse

Mi piace scrivere racconti erotici perché esprimo i miei desideri, le storie vissute e quelle che vorrei vivere. Condivido le mie esperienze erotiche e le mie fantasie... a luci rosse! Aiuta il sito chattando con le ragazze cliccando QUI. Iscrizione gratuita!

Leggi anche

Scopatina

Mi ricordo.. . mi ricordo la prima volta che ti ho visto, a casa di …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *