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Ripetizioni di vita

Finalmente vado via dalla città, è arrivato il giorno in cui raggiungo una coppia di amici sposati e con un figlio di diciotto anni appena compiuti da un mese; mi hanno invitato nella loro casa al mare dove ci raggiungerà mio marito, che è già da venti giorni fuori per lavoro.
Ci siamo appena sentiti per telefono, è tutto apposto eccetto che per il figlio che è stato rimandato in ragioneria, dovranno trovargli sul posto un insegnante che gli faccia ripetizioni; visto il mio titolo di studio, ragioniera, ed il fatto che ho una discreta preparazione in quella materia visti i miei trascorsi lavorativi, mi offro io. Dopo un estenuante tira e molla, perché non volevano che mi disturbassi, cedono…. Decidiamo di discutere i dettagli al mio arrivo.
Sono le quattro del pomeriggio del giorno dopo, sono appena arrivata a destinazione, il villaggio e molto carino e ben curato la loro casa incantevole, la casa è circondata da un giardino bellissimo con amache e loggiati dove poter prendere il sole. Dopo i soliti convenevoli ci accomodiamo a tavola per spiluccare qualche cosa, il figlio è decisamente un bel ragazzo, dimostra sicuramente più dell’età che ha anche se per me rimane sempre un ragazzino. Chiacchieriamo del più e del meno e rivolgendomi a lui gli dico: – Certo che questa estate ti andrà male con le ragazze, visto che devi studiare, un bel ragazzo come te sicuramente avrà in spiaggia più di una ragazzina, guardandomi in maniera alquanto strana mi risponde: -Non credere, sono molto timido. – Rido di gusto, e facendogli un gesto come chi non ci crede riprendo a chiacchierare con i genitori. è strano più chiacchiero più mi assale una strana sensazione, è come se qualcuno mi stesse scrutando millimetro per millimetro, mi giro e vedo il ragazzo che mi fissa con insistenza, scrollo di dosso l’imbarazzo dicendo che se non dispiaceva mi sarei sistemata in camera e mi sarei fatta una doccia, certo rispose la mia amica, vieni ti accompagno.
La casa è molto carina ed ha una vista sul mare da mozzafiato, la mia camera si trova per ultima in fondo al corridoio al piano di sopra affianco al bagno, con di fronte quella del ragazzo e dal lato opposto del corridoio quella dei miei amici con il bagno in camera. Dopo la visita al piano finalmente riesco ad entrare nella mia camera, c’è un terrazzino con una vista sul mare da mozzafiato, libero le valige e mi infilo sotto la doccia.
Dopo aver passato una serata rilassante ci ritroviamo tutti e quattro per cena, discutiamo del più e del meno fino ad affrontare il discorso delle ripetizioni e dell’orario, stabiliamo per il primo pomeriggio visto che entrambi non abbiamo l’abitudine di riposare, durante tutto il tempo della conversazione non riesco a scrollarmi di dosso la sensazione di essere scrutata. Dopo cenato andiamo a letto, entro in bagno per ultima, quando esco noto che la porta della sua camera è socchiusa, intravedo i suoi piedi, entro velocemente nella mia e chiudo la porta a chiave.
L’indomani andiamo al mare è una giornata splendida, molto afosa, dopo aver preso un po’ di sole decido di fare un bagno, Lui mi segue dicendomi allegramente: – Vengo anch’io e l’ultimo che arriva paga pegno. – Corriamo verso l’acqua, è molto atletico, mi distanzia di parecchio, si tuffa, lo seguo e mi tuffo anch’io, riemergo quasi vicino a Lui e come lo faccio una sua mano mi ributta giù, riemergo e dice: – Non è questo il pegno che devi pagare-, noto che mi sta guardando i seni, i capezzoli turgidi per l’acqua mi segnano il costume, sei molto bella dice, ed io di rimando: – Finiscila pensa alle ragazzine, potrei essere tua madre -, e allo stesso tempo lo schizzai, di rimando mi prende un braccio per buttarmi in acqua, cerco di divincolarmi, ma acchiappandomi anche l’altro e tirandomi a se mi solleva, sento nettamente il suo membro sfregare sulla mia schiena sento il suo calore che contrasta con l’acqua fresca, non so se lo sta facendo apposta, non faccio in tempo a finire il pensiero che mi ritrovo a volare ed a ricadere di schiena in acqua, mi risollevo, ride, noto che è eccitato. Esco con la scusa che incomincio ad avere freddo, Lui si ferma ancora un po’, probabilmente a sbollire. Mi sdraio e mi metto a chiacchierare con la madre, sai mi dice, sono contenta che tu sia qui perché vedo che mio figlio si trova bene con te, non ti prendeva in giro ieri quando ti diceva che è molto timido, anzi non ti nascondo che la cosa un po’ mi preoccupa, non lo ho mai visto con una ragazzina ma più di una volta lo ho sorpreso che si masturbava. Istintivamente rido e con tono allegro gli rispondo: – Non preoccuparti vedrai che tutto avverrà naturalmente, è nell’età critica e poi non credo avrà difficoltà visto che è un bel ragazzo. – Terminato il discorso ci avviamo verso casa. Fatta la doccia e mangiato cominciamo la prima lezione, è si carente ma non troppo è sicuramente recuperabile. Mentre sto spiegando la partita doppia ho di nuovo la sensazione dei suoi occhi su di me, come se mi spogliassero mi giro verso di Lui e ne ho la conferma, lo vedo arrossire, è eccitato, noto chiaramente i contorni del suo membro. Lo aggredisco dicendogli che doveva prestare attenzione a quello che spiegavo, che non poteva stare con la testa tra le nuvole se no non avrebbe imparato niente, vedo aumentare il suo rossore, proseguiamo la lezione senza ulteriori incidenti. Esce dalla mia camera, è li che facciamo lezione, che sono quasi le diciassette sento i suoi genitori che si alzano mi trattengo in camera riflettendo su quello che è accaduto, ormai è chiaro il ragazzo mostra più interesse per me che per la lezione. Mi sdraio, mi torna in mente il gonfiore del pantaloncino, il suo membro che struscia lungo la mia schiena, lo ha ben sviluppato, sarà che non vedo mio marito da quasi un mese, sarà che sentirsi desiderata da un ragazzino mi inorgoglisce e mi eccita allo stesso tempo, che la mia mano senza più controllo si dirige lentamente verso il pube rigonfio di desiderio. Placata la mia reazione incontrollata mi preoccupo, so bene quanto sono debole da quel lato e quanto mi piacciano e mi eccitino le situazioni insolite, ma allo stesso tempo so quanto è fervida la mia fantasia in materia, e così pensando mi tranquillizzo. Dopo una rilassante passeggiata serale ci accomodiamo per cenare, mangiamo e beviamo allegramente, sento sempre il suo sguardo su di me, come se mi scrutasse centimetro per centimetro, ma l’allegria della conversazione non mi fa badare più di tanto, ad un certo punto i miei amici decidono di andare a letto ed io dico: – Se non vi dispiace mi fermo ancora un po’, è una bella serata, vorrei stare fuori in giardino -, certo risponde la mia amica, non c’è bisogno che lo chieda, devi fare come se fossi a casa tua, sorridendo mi avvicinai all’uscio. È una di quelle notti limpide e stellate viene quasi voglia di dormire fuori, passano una decina di minuti in cui mi rilasso completamente beandomi di quella pace all’improvviso un rumore dietro di me mi fa trasalire, mi giro spaventatissima, è Lui, scusa non volevo spaventarti volevo darti la buonanotte, e così dicendo mi prende una mano, la solleva, e portandola verso il suo petto mi bacia prima una e poi l’altra guancia contemporaneamente mi avvicina talmente a Lui che con il dorso della mano mi sfrega leggermente i seni, lo guardo imbarazzata, mi rendo conto che i capezzoli si sono inturgiditi gli bofonchio buonanotte e mi risiedo nello sdraio, sento che si allontana.
Salgo in camera dopo una mezz’oretta, vado in bagno, come esco noto che anche oggi la sua camera ha la porta socchiusa, ma questa volta un po’più aperta, come passo affianco spontaneamente guardo dentro, rimango di sasso, si stà masturbando. Rimango lì inebetita a guardare, quasi ipnotizzata, nel punto in cui sono Lui non mi può vedere, la sua mano scivola lentamente lungo l’asta fino alla base dei testicoli, il suo glande grosso e tumido si inchina verso il vuoto, sento le mie labbra inumidirsi un formicolio sempre più intenso mi pervade in mezzo alle gambe, si lo sto guardando vogliosa talmente tanto da non rendermi conto che Lui piegandosi leggermente in avanti vede la mia ombra che la luce della notte proietta all’interno della camera, di sfuggita lo vedo sorridere, presa dal panico mi dirigo velocemente in camera mia chiudendo la porta a chiave, lo faccio talmente veloce che Lui non può non sentirmi. Passo decisamente male la notte, mi rivedo a spiare un ragazzino che si masturba, certo non sembra un ragazzino, sia fisicamente che sessualmente, ma è sempre il figlio dei miei amici. L’indomani fu una giornata normalissima anzi le sue attenzioni erano diminuite, quasi nulle, facemmo lezione tranquillamente e Lui si comportò come il più bravo dei ragazzini, non so come spiegarlo ma il suo disinteresse mi creò un senso di delusione. La notte a cena si uniscono a noi dei comuni amici che stanno in vacanza in una località vicina, mangiamo ma soprattutto beviamo più del solito, ridiamo e ci divertiamo come pazzi, il vino ha sicuramente fatto il suo effetto, finita la cena e congedati gli amici ci ritiriamo, come al solito vado per ultima in bagno, quando esco la sua porta è socchiusa, la luce è spenta, mi avvio un po’ barcollando verso camera mia, d’un tratto mi balena in testa un’idea, con un sorrisino decido di socchiudere anch’io la porta. Non passa più di un minuto che ho la netta sensazione di essere spiata, mi dirigo verso la porta a vetri del terrazzo per socchiuderla controllo con la coda dell’occhio, non mi sbaglio Lui è li che guarda. Nel mio cervello sfilano una miriade di idee, le scarto, la cosa mi intriga moltissimo, faccio finta di niente e mi dirigo verso lo specchio, da lì può vedere la mia immagine riflessa, mi raccolgo lentamente i capelli, sfilo la maglietta e molto lentamente tolgo il reggiseno, prendo la crema la apro e riempiendone le mani incomincio a massaggiarmi i seni, circolarmente, fino ad arrivare al contorno dei capezzoli che stringendoli leggermente immediatamente si drizzano, improvvisamente sento un rumore continuo e quasi impercettibile, si ne sono certa si sta masturbando. Sono ormai completamente coinvolta dalla situazione, sono al massimo dell’eccitazione, sbottono i pantaloni, li tolgo, abbasso leggermente le mutandine mi fermo e faccio in modo che Lui possa vedere la mia peluria, le faccio scivolare per terra ancheggiando, le mie mani accarezzano la pancia fino a sfiorare i contorni del mio sesso ed allo stesso tempo con i polpastrelli sollevo ed abbasso la pelle, riflessa nello specchio la mia vulva si apre e si chiude mostrandosi ai suoi occhi. Mi giro, le mie natiche rotonde si riflettono nello specchio, raccolgo un altro po’ di crema mi inchino, comincio a massaggiarmi le natiche raccolgo le mani nel contorno del solco, lo allargo, la visione dei miei buchi si riflette nello specchio, all’improvviso sento un rumore mi avvicino chiedendomi cosa potesse essere successo, chiudo la porta, il mio sguardo va verso il muro, un fiotto bianco cola verso terra, ha goduto, un sorriso mi si stampa in viso allungo una mano e con un dito raccolgo la goccia che scivola lentamente verso terra, porto il polpastrello alla bocca succhiandolo, ha un buon sapore. Mi corico.
L’indomani mi alzo con un grosso mal di testa, il vino aveva devastato il mio cervello, sotto la doccia ricordo della notte prima, un po’ preoccupata torno in camera, una leggera macchiolina sul muro mi da la conferma di quello che era successo la notte prima. Riflettendoci propendo per il fatto che non è dimostrabile che l’abbia fatto apposta e che quindi la cosa non poteva assolutamente recarmi danno, almeno fino a quando si manteneva su quei livelli. Come al solito la giornata era bellissima, al mare si stava d’incanto, non so sarà stata una mia impressione ma il ragazzo mi sembrava più intraprendente. Cominciamo la lezione alle quattordici e trenta, siamo come al solito in camera mia seduti sul letto, sto leggendo il libro, sollevo lo sguardo, ha una canottiera ed un paio di pantaloncini larghi, ad un certo punto mi blocco, da un lato dei pantaloncini fa capolino il suo membro adagiato sulla coscia, penso di essere diventata viola, mi alzo e bofonchio : – Fammi un paio di esercizi di calcolo-, vado verso il terrazzo mi appoggio alla balaustra guardando il mare, ho bisogno di prendere aria. Non passa un minuto che sotto il mio camicione bianco sento intrufolarsi le sue mani che si poggiano sulle mie natiche, per un attimo rimango immobile impietrita, le sue mani cominciano ad accarezzarmi, mi giro di scatto e furibonda gli dico: – Come ti permetti-, nel suo volto si dipinge il panico i suoi occhi si inumidiscono, sto per continuare la sfuriata quando mi rendo conto che sta per scoppiare a piangere, solo adesso mi rendo conto che dopo tutto è solo un ragazzino, mi calmo. Prendendolo per mano lo faccio sedere nel letto e con voce calma gli dico: – Sei impazzito se lo racconto a tua madre ti ammazza. – Quasi piangente mi racconta delle sue difficoltà con le ragazze e del fatto che invece con me tutte le sue timidezze svanivano, che gli piaccio moltissimo. Compiaciuta gli rispondo: – È naturale per uno della tua età innamorarsi di una ragazza più grande presto vedrai ti passerà-, ormai tranquillizzato dal tono confidenziale che aveva preso la discussione mi risponde : – No, non sono innamorato di te, mi piaci sessualmente, ogni volta che ti vedo devo fare una fatica enorme per non eccitarmi, ormai ne sono certo tu e solo tu puoi insegnarmi come si da e si riceve piacere, la conferma l’ho avuta quando ti sei fermata a spiarmi mentre mi toccavo e quando il giorno dopo hai fatto in modo che potessi guardarti mentre ti spogliavi, accarezzandoti voluttuosamente, sei splendida hai fatto in modo che potessi guardarti millimetro per millimetro, sono certo che anche tu hai notato che non ho potuto trattenere il piacere che ho provato e così dicendo si gira verso il muro, sento il mio volto arrossire, il suo ragionamento mi lascia di stucco non lascia adito ad interpretazioni, e non sembra certo fatto da un ragazzino ma da una persona esperta. Va bene gli rispondo, hai ragione tu, in quel momento il suo membro fa di nuovo capolino dal pantaloncino, lo guardo quasi ipnotizzata, è in stato di semi erezione, mi riprendo e continuo : – La notte scorsa ho bevuto troppo e poi è stato un gioco e basta -, così dicendo in un gesto incontrollato gli prendo il sesso in mano e glielo sistemo dentro i pantaloncini rido e gli dico: – L’ho visto ed è anche notevole però tienilo al suo posto- ride anche Lui. Oltre ad averlo molto bello èanche molto caldo e tra la temperatura esterna e quella mia interna sto decisamente per fondere. Ormai un cosa è certa, non lo vedo più come un ragazzino, lo guardo sorridendo e gli dico: – Quindi tu vorresti che io ti facessi da nave scuola-, ridiamo; – No, vorrei che mi sbloccassi da questa situazione sono certo che sei l’unica che può farlo, sei splendida, con te sono certo di non avere problemi. -Mi sento lusingata dalle sue parole, noto che si sta eccitando, il suo membro si muove rifà capolino dal pantaloncino, ridendo lo prendo in mano, non faccio in tempo a fare nessun altro movimento che la sua mano blocca la mia e con occhi imploranti mi dice: – Ti prego non lasciarlo. – Anche se avessi voluto non avrei potuto, la sua mano stringeva talmente la mia che gli dissi: – Mi stai facendo male-, mollò la presa, guardandolo negli occhi cominciai lentamente ad accarezzarlo sento il suo membro crescere nella mia mano, diventare durissimo e caldissimo, si sdraia, mi inchino e gli bacio la pancia fino ad arrivare all’elastico dei pantaloncini, lentamente glieli abbasso e come si scopre un centimetro di pelle gliela bacio fino ad arrivare al suo sesso ormai gonfissimo, lo accolgo dentro la mia bocca, dopo un primo assaggio lo lascio con le labbra gli stuzzico i testicoli, lentamente con la punta della lingua arrivo fino all’ano delimitandoglielo, sento che si arcua, risalgo lentamente fino ad arrivare alla base del suo sesso, lo prendo in mano è bellissimo. Risalgo con le labbra fino al glande, lo inghiotto, per un attimo rimango ferma serrandolo con le mascelle, assaporandolo, comincio a succhiarlo sempre più avidamente, perdo il controllo aumento il ritmo, un orgasmo violentissimo gli sconquassa il corpo, bevo fino all’ultima goccia del suo seme. Mi sollevo completamente sconvolta, mi rendo conto di averlo fatto con gusto animalesco, quasi anch’io non vedessi l’ora che capitasse. Lui ha gli occhi sbarrati, rosso in viso ed immobile, per un attimo ho paura, si solleva e baciandomi sulle labbra mi dice: – Grazie – . Rido e gli rispondo: – Fine prima lezione, rincominciamo a studiare e vediamo di mettere a profitto questi ultimi minuti che ci rimangono. – Si ricompone, riprendiamo, non passano neanche cinque minuti che noto che è di nuovo eccitato, interrompo la lettura e gli dico: – Alt, forse per oggi è meglio smettere, torna in camera tua -, è così dicendo glielo stringo meravigliata per la sua pronta ripresa. Lui allunga le mani, mi stringe i seni, lo guardo e gli dico: – Non così più delicato, accarezzali lentamente e dolcemente, così bravo. – La sua morsa era diminuita, adesso le sue mani scivolavano lentamente sui miei seni provocandomi un piacere crescente, -adesso vai sui capezzoli prendili con due dita e stringili -, le sue dita si dirigono prontamente su di essi stringendoli, piano gli dico, un po’ meno, i suoi movimenti diventano perfetti ed il mio piacere aumenta sempre più. D’improvviso molla la presa, mi solleva la maglietta ed al colmo dell’eccitazione si butta sui miei seni baciandoli avidamente, prendo il suo viso tra le mani lo bacio sulla bocca e gli dico: – Le cose fatte in fretta riescono sempre male, devi essere più dolce e delicato- e sempre tenendolo per il viso lo riavvicino ai miei seni, sento le sue labbra avvolgere dolcemente il capezzolo, le ginocchia mi si piegano, gli accarezzo i capelli lo tiro su e gli dico: – Adesso vattene è meglio. – Ripensando a tutto ciò mi viene da ridere, sto istruendo un ragazzino al sesso, è incredibile ed allo stesso tempo pericoloso, e se i genitori scoprissero tutto ?
Il solo pensiero mi fa rabbrividire. La preoccupazione mi rimane addosso tutta la sera, tant’è che non sono di buonumore, anche se il fatto che si possano rendere conto che c’è qualche cosa che mi preoccupa mi fa propendere per il non pensarci più, mi torna l’allegria pensando che in qualche modo avrei risolto la cosa. La sera a cena chiacchieriamo del più e del meno, Lui è seduto a fianco a me, gli cade il tovagliolo si inchina per raccoglierlo, come si risolleva sento la sua mano sul mio polpaccio risalire lentamente fermandosi all’interno della mia coscia, faccio fatica a star ferma il panico mi assale, i suoi polpastrelli scostano leggermente l’elastico delle mutandine fino a lambire il mio sesso, toglie la mano mi guarda e sorride. Continuo la conversazione ma non per molto, decido di andare a letto. Questa volta chiudo bene a chiave. Mi giro e mi rigiro nel letto, tra il caldo e la preoccupazione per la piega che aveva preso la cosa, non riesco a dormire, decido di alzarmi e di andare giù in giardino a prendere un po’ d’aria. Esco lentamente stando attenta a non fare rumore, la sua porta è chiusa stanno tutti dormendo, scendo più tranquilla. Esco fuori e respiro profondamente, indosso una vestaglia lunga leggerissima e sotto non ho niente, l’aria della notte si intrufola accarezzandomi la pelle, è una sensazione bellissima. – Contavo venissi-, Lui è coricato sullo sdraio, sei meravigliosa non so cosa ammirare di più la luna o le tue forme controluce, no, la luna in confronto a te si oscura. Sorrido ma voglio chiarire assolutamente la cosa e lo attacco dicendo: – Dobbiamo dimenticare quello che è successo, non voglio più che accada, pensa se lo venissero a scoprire i tuoi genitori, bella figura farei, e poi non dimenticarti che io sono sposata e tra una settimana mio marito è qui, tutto questo mi uscì di getto senza prendere fiato, si alza dallo sdraio e mettendosi di fronte a me mi dice: – Come pensi che possano venirlo a sapere, io non posso che esserti grato per quello che hai fatto e per quello che vorrai fare e mai potrei farti del male, prima mi ammazzerei. – Tutto ciò lo disse con una forza tale che mi fece tranquillizzare ed incalzando riprende: – Sento ancora su di me il sapore della tua bocca e dei tuoi seni, sei stata ed è stata una cosa meravigliosa -, si avvicina al mio collo baciandolo, un brivido mi percorre lungo tutta la schiena, i peli mi si drizzano, le sue mani si poggiano sulle mie cosce risalendo fino all’inguine, mi tocca, sono bagnatissima, il suo movimento è scomposto gli blocco la mano con la mia, fai piano e segnane i contorni, così, accompagno il suo dito, mi penetra leggermente, lo lascio, ecco così piano, piano, lo aiuto muovendo leggermente il bacino, si così la mia voce si fa roca e tremula, muoviti lentamente senti i miei umori sono tutta bagnata, stai diventando bravo impari in fretta, di botto infila il dito fino in fondo facendolo uscire lentamente, butto la testa all’indietro sto per godere, lo fermo. Lo prendo per mano e lo porto verso lo sdraio: – Coricati-, si corica, gli sfilo i pantaloncini, mi inchino e glielo bacio è eccitatissimo. Sollevo la vestaglia fino alla vita, alzo una gamba e lo scavalco. La mia vagina è proprio sopra il suo membro eretto, mi piego sulle ginocchia lo afferro con una mano e comincio a sfregarlo, sento i miei umori colare, lo infilo lentamente fino a coprire il glande, lo sento distintamente fremere fra le mie pareti, mi chino leggermente in avanti e spostando il bacino all’indietro mi faccio penetrare completamente, rizzo la schiena, una miriade di sensazioni mi invadono il cervello, stringo violentemente i miei seni. La sua grossezza mi riempie completamente, da quanto è caldo mi sembra di bruciare, ogni volta che mi lascio ricadere su di Lui si accendono tutte le luci dell’universo, sto godendo come da tanto non mi capitava, l’orgasmo ci travolge violentissimo mi accascio su di Lui priva di forze. Rimango immobile su di Lui per un paio di minuti, mi sollevo e lo guardo, la sua faccia è estasiata, lo bacio. Improvvisamente sento qualche cosa muoversi tra le mie gambe, mi alzo incredula, si stava rizzando di nuovo. Senza pensare mi inchino e lo prendo in bocca, lo succhio avidamente ancora pieno dei miei umori, sono presa da una frenesia completa. Mi sollevo, lo faccio alzare prendendolo per mano tenendomi allo sdraio mi piego, e sollevandomi la vestaglia gli offro la vista del mio sedere, mi giro e vedendolo un po’ perplesso gli dico: – Avvicinati-, mi scosto leggermente di fianco, gli prendo il membro e lo punto verso la mia vagina, spingi leggermente, obbedisce, fai piano così bravo, sento il suo membro scavarmi millimetro per millimetro, il suo ritmo diventa regolare il mio piacere sempre più grande, ormai la testa mi scoppia il mio cervello non comanda più il corpo, agito il bacino seguendo il suo ritmo sempre più veloce, vengo travolta da un’ondata di piacere incredibile quasi doloroso, le gambe mi si piegano, cado in ginocchio. Mi giro, mi guarda smarrito, lo ha ancora dritto non è venuto, sorrido nella posizione in cui sono ho il suo membro di fronte, con la mano gli accarezzo i testicoli fino a far scivolare un dito allo sfintere e nello stesso tempo mi inchino e lo accolgo dentro la mia bocca, non passa un minuto che un fremito gli percorre tutto il corpo, ingoio tutto avidamente. Ci accucciamo sullo sdraio, mi guarda e mi dice: – Tra una settimana arriva tuo marito, io diventerò solo ed esclusivamente il ragazzino al quale tu fai ripetizioni di ragioneria ma sempre disposto, solo se tu vorrai a farlo ancora ma solo ed esclusivamente se tu lo vorrai se no per me sarà come se niente sia successo, comunque sia grazie, sei la professoressa più brava che abbia mai incontrato e dopo te non credo che nessuna possa farmi più paura, ne sono certo. – Lo bacio, guardo l’ora e gli dico: – A nanna tra un po’ fa luce e se continuiamo così i tuoi genitori ci trovano qui. –
L’indomani mi alzo tardissimo, scendo giù che la mia amica sta per finire di preparare il pranzo come mi vede mi dice: – Ben svegliata hai dormito moltissimo oggi, sembra che in casa ci sia un’epidemia ho faticato a svegliare anche mio figlio, sul mio viso si stampa un sorriso malizioso. Dopo pranzato cominciamo la lezione, dal suo sguardo capisco che vuole fare tutt’altro, lo rimprovero dicendo: – Prima il dovere poi il piacere, non dimenticare che devi dare un esame se eventualmente dopo ci fosse rimasto tempo vaglieremo l’ipotesi. – Dopo una mezz’oretta che Lui leggeva guardandolo mi rendo conto di essere anch’io follemente attratta da Lui, all’improvviso un’idea mi folgora il cervello, mi alzo, e mentre continua diligentemente a leggere, mi spoglio, lo chiamo, si gira e mi guarda inebetito, mi avvicino lo faccio alzare e gli dico: – Adesso ti insegno come si da piacere ad una donna senza fare l’amore-, così dicendo mi siedo nel letto e allargando le gambe gli dico: – Baciamela. – Si mette in ginocchio e la bacia succhiandola, adesso tira fuori la lingua e lecca come se fosse un gelato, obbedisce, lo sento avvinghiare le pareti lentamente, ad un certo punto si ferma si solleva e guardandomi mi dice: – Tutto sempre molto lentamente, sorrido e gli dico: – Sei un bravo alunno-, allungo le mani sul mio ventre e tirando all’insù la pelle gli dico: – Lo vedi questo bottoncino è il clitoride, va succhiato molto delicatamente quasi fosse di cristallo provaci-, le sue labbra lo avvinghiano, stringendolo in una tenera morsa, dalla mia bocca esce un gemito, ho una voglia pazza di sentire il suo membro. Lo faccio alzare e coricare sul letto, gli sfilo i pantaloncini, salgo su di Lui riempiendogli la faccia col mio sedere, continua, gli dico, ed inchinandomi glielo prendo in bocca. La settimana seguente sono più le lezioni di sesso che quelle di ragioneria, sarà come dice Lui che sono una brava insegnante ma ormai è una furia della natura, decisamente una bomba, sono io che lo cerco, ma sia ben chiaro con sua estrema felicità. Arriva mio marito, tutto fila liscio, come promesso diventa il più bravo dei ragazzini eccetto qualche volta che, durante la lezione, mi rendo conto che è eccitato, allora lo guardo con rimprovero Lui allarga le braccia, glielo stringo ed accarezzandolo continuiamo la lezione. Ormai fa strage di ragazzine, mi racconta sempre quello che fa, mi sento quasi orgogliosa di averglielo insegnato. Un pomeriggio mentre mi racconta dell’ultima sua avventura mi dice: – Sai però non sono mai completamente soddisfatto, con te è stato un’altra cosa, sai cosa vuoi e cosa dare ad un uomo; – gli ribatto, non pensare che sia sempre così a volte capita di fare incontri soddisfacenti, ma non è una regola la vita è diversa non è sempre piacere ed è per questo che quando capita, ovviamente sicuri di chi si ha di fronte, bisogna approfittarne così come è capitato tra me e te. Queste cose sono uniche ed oggi mi rendo conto che per quanto tu sia un ragazzino, ti ho desiderato, ed ancora ti desidero, ma bisogna stare attenti, ognuno ha il suo ruolo e bisogna saperlo mantenere; sono contenta che tu l’abbia fatto vuol dire che non mi sono sbagliata, non pensare che io tradisca regolarmente mio marito, con te è stata una eccezione, è stato bello ma adesso è tutto finito, qui di fronte c’è Lui che dorme, si sente distintamente il suo russare, mentre dico queste parole il suo membro fa capolino dai pantaloncini, sorrido e gli dico: – Sempre il vecchio trucco eh, contemporaneamente lo prendo in mano, mi si drizza tra le dita, e mentre glielo accarezzo Lui mi dice: – Ti ricordi quando correndo in acqua ti dissi l’ultimo che arriva paga pegno? – Si rispondo, – Adesso è venuto il momento di pagare-, e così dicendo allunga la mano accarezzandomi la coscia, scosto leggermente le gambe, si infila e con un dito comincia ad accarezzarmi, tra me e me penso, è proprio diventato bravo. Lo incalzo, -guarda che qui di fronte c’è mio marito, senti come russa-, – Sarà più eccitante – risponde Lui, più per te che per me e così dicendo mi riempie la bocca con la sua lingua, accelerando allo stesso tempo il movimento del dito. Ripensandoci a posteriori aveva ragione Lui, penso che non dimenticherò mai quel pomeriggio. FINE

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