Ultimi racconti erotici pubblicati

Donatella

Questa storia è accaduta realmente ed è iniziata per caso diverso tempo fa, quando la migliore amica di mia moglie, che per l’occasione chiamerò Donatella, si trovava con mia moglie, appunto, a casa mia per un pomeriggio di confidenze, come ogni tanto fra loro capita.
Io, a loro insaputa, stavo rientrando in anticipo dal lavoro, e rientrando a casa non mi avevano sentito aprire e chiudere la porta.
Sentendo parlare Donatella, per curiosità continuai a non far rumore ed iniziai ad origliare.
Così scoprii Donatella che diceva:
“Sai, con mio marito non va affatto bene, è premuroso, gentile, affettuoso, ma non ce la fa più a scoparmi, e io sto soffrendo le pene dell’inferno perché a 37 anni la voglia di sesso è tanta e non so proprio come fare”.
è andata avanti così per un po’, e io non potevo restare lì in eterno, quindi feci finta di rientrare in quel momento e i discorsi si interruppero.
La cosa sembrava morta lì quando pochi giorni fa suona il campanello, vado ad aprire e mi trovo davanti Donatella:
“Ciao, che fai da queste parti? “.
Era venuta per incontrarsi con mia moglie ma lei non c’era.
Le dissi che sarebbe tornata di lì a un’ora e decise di aspettarla.
Parlammo un po’ delle prossime vacanze, anche se notavo in lei uno strano senso come di disagio mentre mi rispondeva.
Dopo un po’ si alzò per andare in bagno e un lampo di libidine mi attraversò: dopo tutto Donatella è comunque una gran figa con un fisico che nonostante due maternità fa ancora invidia a più di qualche ventenne. In silenzio arrivai dietro la porta del bagno e cominciai a guardare nel buco della serratura:
Era seduta sulla tazza proprio di fronte alla porta e a meno di due metri.
Sentii scrosciare la sua pipì e un attimo dopo, anziché rivestirsi, la vidi appoggiarsi con la schiena al muro, infilarsi una mano dentro la camicetta aperta e aprire lentamente le cosce.
A meno di due metri da me si apriva una figa con un impertinente triangolo di peli neri che arrivava fino al clitoride, e con le grandi labbra completamente rasate.
Io mi misi più comodo e afferrai il cazzo che intanto era diventato di marmo.
Lei intanto aveva raggiunto la figa con la mano libera e iniziava a massaggiare lentamente le grandi labbra ormai gonfie.
Le dita scendevano sempre di più, e la punta del medio cominciava ad entrare nella vagina uscendone grondante di umori.
Aveva gli occhi chiusi e sentivo il suo respiro diventare sempre più affannoso.
Ad un tratto anche l’altra mano scese tra le cosce andando a spalancare oscenamente la figa.
Rivoli di umori cominciavano a colare giù verso il buco del culo che si intravedeva tra le chiappe.
Con due dita cominciò a scoparsi dapprima lentamente poi sempre più forte, poi aggiungendone un terzo le infilò sempre più in profondità estraendole sempre più colanti di sborra.
Continuò così per un po’ fino a che, estraendole, le portò alla bocca leccandole e succhiandole avidamente. Intanto la mia mano scorreva su e giù sul cazzo ormai di ghisa in una sega estenuante.
Continuai a guardare lo spettacolo e ad un tratto sospettai che lei avesse visto qualcosa attraverso il buco della serratura, ma comunque continuò il suo solitario.
Non ancora soddisfatta, sempre seduta sul cesso, tirò su le gambe fino a toccare le tette con le ginocchia e spalancando in primo piano figa e buco di culo, ormai grondanti e lucidi.
Abbassò una mano e cominciò a solleticare il forellino posteriore che, dai racconti fatti a mia moglie, sapevo non più vergine.
Con l’altra prese da una mensola uno stick di deodorante col tappo arrotondato e cominciò ad infilarselo in figa.
La penetrazione diventava ad ogni colpo più profonda, fino a che lo stick non scomparì completamente dentro.
Il suo respiro era ormai corto e affannoso, ma non era ancora abbastanza: secondo me mi aveva visto e stava godendo alla faccia mia.
Mentre stantuffava su e giù col deodorante, con due dita iniziò a penetrarsi l’ano, lentamente e con decisione; poi le dita diventarono tre, poi quattro fino ad allargarsi completamente lo sfintere: a quel punto sentii un grido strozzato in gola e capii che aveva goduto.
Le dita si sfilarono dall’ano ormai paonazzo e il deodorante uscì dalla figa, mentre i suoi occhi si posarono sul buco della serratura.
Colto di sorpresa mi mossi di scatto sbattendo contro la maniglia: se avesse avuto anche un solo dubbio ormai era diventato una certezza.
Come avrebbe reagito uscendo dal bagno?
Non avrei dovuto aspettare molto per scoprirlo…..
Certo che l’urto contro la maniglia proprio non ci voleva.
Adesso mi sarei beccato del porco guardone e segaiolo: dopo tutto me l’ero cercata.
Faccio il possibile per allontanarmi, quando la porta del bagno si apre e sento Donatella dire:
“Piaciuto lo spettacolo? O preferisci qualcosa di diverso? “.
Mi volto verso di lei per tentare una giustificazione, ma il rigonfio dei pantaloni è inequivocabile.
Lei si avvicina e senza neanche farmi parlare mi mette una mano dietro il collo, una sulla patta e mi infila la lingua in bocca: a questo punto non ci sono dubbi, la voglia di cazzo è più forte dell’amicizia verso mia moglie.
La afferro per le chiappe e la tiro a me facendole sentire la mia verga attraverso la stoffa dei pantaloni, poi le dico in un orecchio:
“Sei una vera vaccona, una troia in calore, mi hai fatto scoppiare l’uccello; adesso pareggiamo i conti! “.
La riporto nel bagno, le tolgo la camicetta e la gonna lasciandola con le scarpe e le mutandine.
Lei si abbassa, mi apre la patta e con un sospiro liberatorio afferra l’uccello ormai enorme e se lo mette in bocca facendolo scivolare fino in gola.
Io intanto infilo una mano sotto le sue mutandine incontrando il buco del culo e la figa rasata ancora grondanti delle sue sborrate sul cesso.
Lei succhia avida, quasi volesse portarmi via anche le palle.
La faccio fermare, le levo le mutandine, finisco di spogliarmi e la stendo sul bordo della vasca cominciando a leccarle figa e culo lentamente e profondamente.
Donatella sbrodola sempre di più, colando umori come una fontana.
Io ne approfitto e le infilo due dita nel culo, facendola dimenare.
Ad un tratto mi guarda fissa e mi dice:
“Mettilo dentro, mettilo tutto dentro, non ce la faccio più! “.
Afferro il cazzo ormai viola per l’eccitazione e lentamente lo appoggio sulle grandi labbra cominciando ad entrare lentamente, ma lei mi afferra per i fianchi e se lo tira di colpo tutto dentro:
“Fottimi, fottimi forte, spaccami tutta, è più di un anno che non prendo un cazzo vero! “.
Allora comincio a pompare come un maglio dando colpi fortissimi; sento la cappella urtare contro il collo dell’utero scivolando dentro la vagina fradicia e rovente.
L’eccitazione è al massimo, sento che sto per venire, lei se ne accorge, si sfila da sotto e imbocca tutto l’uccello fino alla radice, cominciando a pompare come una forsennata.
Mentre pompa si infila due dita nel culo; io non mi trattengo più e sento un torrente di sborra salire su dai coglioni e riversarsi a ondate nella sua bocca.
Lei non si stacca un attimo e beve tutto quello che esce fino a prosciugarlo completamente.
La libidine e la voglia sono talmente forti che il cazzo non si ammoscia, e allora la faccio girare e inginocchiare sul tappetino del bagno, con le tette che toccano terra in modo che il culo sia perfettamente esposto e aperto.
Mi accuccio e comincio a leccarglielo infilando di tanto in tanto la lingua dentro il forellino ormai bagnatissimo ed invitante.
Lei con le mani si dilata le chiappe al massimo: a questo punto mi alzo dietro di lei, ponto la cappella sul buco, ruotandola per farle sentire la mia presenza, poi di colpo le pianto tutto l’uccello nel culo, fino alla radice, andando a sbattere con le palle sulla figa fradicia.
Lei reprime un urlo, ma il culo è capiente, e sopporta benissimo i colpi sempre più potenti.
La fotto così, in culo, per un po’, poi comincio ad alternare un colpo in figa e uno in culo, entrando ed uscendo senza sosta, agevolato da una lubrificazione torrenziale.
Sento che ormai sto per venire una seconda volta, allora le allargo le chiappe con le mani e sfilo il cazzo dal culo lentamente in modo che resti completamente aperto, ci infilo indice e medio di tutte e due le mani tenendo il buco completamente dilatato, poi di forza le rinfilo anche il cazzo.
Lei caccia un urlo, appena soffocato dal tappeto.
Si sente aperta e squartata come mai, trema tutta in preda ad un orgasmo pazzesco e in quel momento le scarico nell’intestino una sborrata colossale, che mi lascia svuotato e senza fiato.
Ormai appagato le sfilo il cazzo dal culo e lei per gratitudine me lo lecca tutto fino a pulirlo perfettamente, dopo di che ci ricomponiamo.
Dopo quella volta non è mai più successo niente. FINE

About Hard stories

Scrivo racconti erotici per hobby, perché mi piace. Perché quando scrivo mi sento in un'altra domensione. Arriva all'improvviso una carica incredibile da scaricare sulla tastiera. E' così che nasce un racconto erotico. Aiuta il sito chattando con le ragazze cliccando QUI. Iscrizione gratuita!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *