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Sesso al centro commerciale

Al centro commerciale

Non so a voi ma a me piacciono tanto i grandi megacentri commerciali e non solo per lo shopping…

Il mio lui invece non sopporta le giornate intere passate a fare spese e così cerco di rendergli la cosa più piacevole. Indosso una dei miei vestiti della serie “stimoliamo l’immaginazione”, in maglina attillata che aderiscono alle mie curve abbondanti e rendono sinuosi i movimenti, sempre dotati di una generosa scollatura.

Quei vestiti che ti fanno sentire nuda e che devi per forza indossare senza niente sotto per evitare cose antiestetiche come che si veda il segno dello slip o del reggiseno sotto. Una seconda pelle che si può togliere in mezzo minuto, senza cerniere, bottoni e impicci vari, se non è freddo sotto non indosso assolutamente niente, altrimenti devo rassegnarmi a mettere le calze, ovviamente quelle che lasciano scoperta la patatina e le natiche così passo da un negozio all’altro, scelgo qualcosa da provare e mi infilo in un camerino, e con l’aria più innocente del mondo dico: “Tesoro puoi venire un’attimo dentro a vedere come mi sta?”.

Il doppiosenso è assolutamente casuale eh eh nei camerini c’e lo specchio, a volte in quelli un po’ più spaziosi c’è anche uno sgabellino e generalmente sono chiusi in maniera un po’ approssimativa ma tanto chi fa caso a quello che ci succede?

Così gli faccio vedere come mi sta il vestito, mi giro più volte per fargli osservare tutti i particolari e poi paff lo tolgo per provarne un altro. Non che non mi abbia mai vista nuda, ma gli fa sempre un certo effetto…

Poi visto che lo spazio a disposizione non è mai moltissimo sono “costretta” a strofinarmi su di lui per prendere un abito, appenderne un altro o magari se è seduto sullo sgabellino faccio cadere un appendino e per raccoglierlo gli piazzo le natiche sulla faccia. Non si può però stare dentro un eternità e così bisogna un po’ limitarsi, qualche leccatina, un inizio di pompino insomma giusto un assaggino che negozio dopo negozio fa salire la tensione erotica.

Quest’estate all’ennesimo negozio quando me l’ha leccata di nuovo credevo di svenire, lo volevo lì e subito e mi ha dovuto tappare la bocca con la mano perché non riuscivo a non mugolare, con l’unico risultato che mi ha fatto eccitare ancora di più. Poi, mentre stavo appoggiata allo specchio, me l’ha infilato senza tanti complimenti, ma dovevamo essere dentro da un po’ troppo perchè la commessa ha detto da fuori: “Allora signora come le sta?”.

Ricomporsi è stato davvero arduo comunque lui si è tolto, io mi sono rimessa il vestito e siamo usciti (da quella rompicoglioni non comprerò mai più niente) con la faccia rossa, di eccitazione e non di vergogna, lo sguardo assatanato e i capelli per aria per tutto quel metti e togli vestiti e altro dovevo essere proprio buffa, perchè lui mi ha detto ridendo: “fatti un break vieni a bere qualcosa”.

L’aria era elettrica, stava per scoppiare un temporale, uno di quei bellissimi e violenti temporali estivi e noi eravamo ancora più elettrizzati, così continuavamo a guardarci negli occhi seduti al tavolino del bar che si trova sul tetto del centro commerciale.

Quello che leggevo nel suo sguardo mi faceva sentire delle vampate calde e umide tra le gambe, che ormai erano così molli da dubitare che mi avrebbero tenuto in piedi. Poi è arrivata la pioggia con tanto di lampi e tuoni e noi siamo rimasti lì fuori in piedi vicino al cornicione per ripararci abbracciandoci e baciandoci mentre gli altri clienti si rifugiavano all’interno, stava diventando buio e il tetto era deserto.

In un angolo la scala antincendio scendeva verso il basso, pochi gradini ci avrebbero nascosto alla vista di chi poteva affacciarsi sulla terrazza per vedere il temporale. Da sotto con quel tempo e la notte che stava scendendo chi avrebbe potuto vederci?

Così appoggiata al corrimano, e pensare che soffro anche di vertigini, lui mi ha alzato la gonna e con una rapidità inconsueta con pochi colpi violenti abbiamo finalmente sfogato la tensione che era ormai diventata insostenibile. Poi un po’ fradici ma felici siamo rientrati e galleggiando nella nostra beatitudine ci siamo avviati verso la macchina. Adesso lo shopping piace anche a lui.

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