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Ragazza con capelli neri e camicia

No, nel culo no

Mi chiamo Fulvio, ho 36 anni e sono impiegato in una ditta di Impianti Elettrici Industriali. Quando arriva un ordine, sono io che faccio i sopralluoghi e la lista del materiale, poi viene l’addetto per il preventivo e tempi di consegna. Per il mio lavoro sono quasi sempre fuori dalla ditta, il lavoro mi piace perché mi permette di girare come voglio, e sfrutto molto bene le occasioni.

Avevo finito di scrivere una lista di materiali, e mi accingevo a bighellonare per il grosso magazzino, la mia attenzione venne catturata da una bellissima signora, una donna di circa 35 anni, alta e ben fatta, elegante nel suo completo da mattina, capelli neri sulle spalle, viso ovale stupendo, una bocca carnosa che invitava a baciarla, un seno quarta misura superbo, fianchi stretti e un culo favoloso che era il completo per due gambe perfette, vicino a lei camminava un ragazzo, che appuravo essere il figlio.

Mi erano passati vicino e stavano parlando, lui quasi adirato le diceva, “Ti ho detto adesso mamma, e deve essere adesso” la vedevo che affrettava il passo e si dirigeva insieme al figlio verso i bagni, la seguivo per l’enorme curiosità che provavo per questa donna bellissima.

Li vedevo entrare nello stesso bagno insieme, adesso la curiosità diventava ossessiva, entravo nel bagno adiacente cercando di sentire quello che dicevano, era sempre il ragazzo che le diceva: “Ma insomma ti sbrighi o mi devo incazzare, te lo avevo detto mamma, che se non fai tutto quello che ti ordino, a Papà le racconto tutto, e adesso datti da fare che ho bisogno di sborrare subito”. Salivo sul sanitario del bagno, e con un po’ di sforzo riuscivo ad arrivare sul bordo del muro di divisione, potevo vedere il ragazzo con un bel randello dritto fuori dei pantaloni, e la madre leggermente piegata lo stava masturbando molto bene, dopo poco il ragazzo faceva una sborrata copiosa e le diceva: “Brava, credo che fino a questa sera ci arrivo senza problemi”.

Questa storia mi aveva conquistato al punto che li seguivo, volevo sapere dove abitava questa figa bellissima, e se lo menava così bene ci poteva scappare qualcosa in più per me.

Fuori nell’ampio parcheggio li vedevo salire in auto e partire, li seguivo facendo molta attenzione a non farmi notare, ma soprattutto a non perderli di vista, dopo circa venti minuti di strada, eravamo in un quartiere in della città, con la sua Mercedes la signora entrava direttamente nel garage sottostante, per poi prendere l’ascensore per il suo piano, dal display dei piani leggevo il quinto, una volta vuoto lo richiamavo per vedere la disposizione degli appartamenti, e infatti ad ogni piano cera un solo appartamento con la porta di servizio, mi annotavo il cognome e andavo via, poi tramite Internet riuscivo a sapere il numero di telefono della bella signora.

Era passata una settimana da quando l’avevo vista, e adesso sapevo tutto di lei, il marito era un Funzionario di una Ambasciata, e lei come occupazione faceva la signora, e quel ragazzo non era suo figlio, ma lo avevano adottato che aveva cinque anni, e la signora si era fatta pizzicare dal ragazzo, in teneri atteggiamenti con l’autista del marito, infatti li avevo sorpresi anche io a scopare in macchina nel garage.

Si era fatto il momento che uscissi allo scoperto, il giorno dopo lei usciva sola e andava in un negozio di abbigliamento femminile, rimaneva oltre un’ora a provare i diversi capi che lei chiedeva, ma quando risaliva nella sua auto trovava me ad aspettarla, stava per urlare avendomi scambiato per un poco di buono, ma la zittivo dicendole quasi incazzato, adesso metti in moto e vai dove ti dico io, altrimenti per te finisce male, tenevo una mano in tasca simulando di avere un’arma con me, la facevo andare in una zona frequentata solo da coppiette, poi le intimavo di fermarsi, e dopo aver tirato fuori l’uccello le dicevo: “Adesso fammi sentire come lo succhi, perché le seghe le fai bene, ti ho vista al Supermercato al bagno con tuo figlio, come ti ho vista in garage a scopare con l’autista di tuo marito, ma se lo succhi bene per come tiri le pippe allora ci sai fare”.

La prendevo per la testa, e la spingevo verso il cazzo che ormai mi scoppiava dal desiderio, le vedevo scendere le lacrime sulle guance, ma ero troppo eccitato per muovermi a compassione, e con una spinta maggiore mi imboccava il bastone iniziando a succhiarlo, era un bocchino da premio Nobel quello che mi stava facendo, nessuna me lo aveva mai succhiato così bene, non arrivavo a durare un minuto, e la sborrata che seguiva era fantastica, sentivo che schizzavo e lei continuava a succhiarmi la cappella, mi faceva sborrare il doppio con quella bocca da favola, ingoiava tutto senza problemi, e poco prima di togliersi la sentivo fremere, credo che avesse sborrato anche lei con me.

Si era rialzata con uno sguardo di fuoco, mi avrebbe incenerito se avesse potuto, ma lei mi piaceva troppo per valutare altri argomenti che mi avrebbero distratto, la riprendevo per la testa piegandola di nuovo verso il mio bastone, e questa volta facendomi vedere incazzato le dicevo: “Ma non lo senti che è ancora dritto? Che aspetti a succhiarmelo ancora”. E così ricominciava di nuovo e la sentivo molto spaventata questa volta, infatti si toglieva con la bocca e me lo segava divinamente, e poi mi disse: “Ti faccio tutto quello che vuoi, ma ti prego non farmi del male, se ti va sentimi il seno, ho due belle mammelle e sentirai che capezzoli lunghi e duri che ho”. Infilavo una mano dentro al vestito, mi ritrovavo in mano una zinna favolosamente compatta e dura, e il capezzolo era veramente enorme, lo prendevo con due dita e la sentivo che stava godendo di nuovo.

Ormai era tempo di sentire il culo favoloso che aveva, le dicevo brutalmente: “Piegati di più e tira su la gonna, voglio sentirti il buco del culo”. Come lo faceva, in un attimo mi infilavo con la mano nelle mutandine e scivolavo in mezzo alle chiappe, le sentivo appena il buchetto ma scivolavo ancora verso la fica, sotto era un lago di umori, aveva le mutandine fradice completamente, ritornavo di nuovo indietro con il dito bagnato, e dopo aver sentito per bene tutto il buchetto lo infilavo dentro al culo, aveva un sobbalzo di piacere e si allargava leggermente, ed io iniziavo di nuovo a riempirle la bocca con una miriade di schizzi.

Adesso diciamo che sono soddisfatto le dicevo, ma non credere che sia finita così, ci dobbiamo mettere d’accordo per quando vieni a casa mia, ormai l’ho sentito il tuo buchetto del culo, e non vedo l’ora di incularti, ma con calma e comodo, questo scordalo mi diceva lei infuriata, gia è molto se ci hai messo il dito, quello non me l’ha mai toccato nessuno, compreso mio marito, e non sarà un figlio di puttana e ricattatore come te a convincermi del contrario, d’accordo le rispondevo, questa sera telefono a tuo marito, e le dico di tuo figlio e dell’autista, iniziava a piangere disperata dicendomi, se vuoi ti faccio scopare, ti faccio tutti i bocchini che vuoi, te lo tiro come io sola so fare, ma non chiedermi quello che non voglio, il culo mio è sano e tale deve rimanere, io come stanno le cose te l’ho detto, domani vieni a casa mia e ti inculo come piace a me, altrimenti chiudiamo qui questa storia che gia mi hai rotto il cazzo, mi facevo riaccompagnare alla mia macchina, senza più parlare scendevo, ma prima di allontanarmi le davo il mio biglietto da visita dicendole, hai tempo fino alle 20 per pensarci, dopo lascia stare perché non mi servi più, sbattevo lo sportello e mi allontanavo da lei.

Rientravo a casa mia molto prima del previsto, ero veramente in fibrillazione per questa stupenda fica, ma essendo solamente le 18 non mi rimaneva che aspettare, cercavo tutti i pretesti per perdere tempo, ma la mia mente e il mio sguardo erano fissi sul telefono che taceva, si erano fatte le 19:45 ma lo squillo tanto atteso non arrivava, stavo perdendo le speranze, ma d’altronde non avrei mai chiamato il marito, non sarei stato così vigliacco da fare una cosa simile, ma improvvisamente alle 19:55 il telefono squillava più forte del solito, almeno a me sembrava così, rispondevo con il cuore in gola, dissi un pronto con una voce flebile quasi afona, era lei, solo tre parole, domani alle sedici e chiudeva la conversazione, feci un balzo che quasi toccavo il soffitto, e poi mi premiai da solo quella sera, mi invitai al mio ristorante preferito, di rimanere a casa non se ne parlava, ero euforico dalla contentezza di averla spuntata, e ci mancava poco che mi congratulassi con me stesso, ma dentro di me lo feci più volte.

La mattina dopo mi recai al lavoro con uno spirito diverso dal solito, già sapevo che alle 15 sarei andato via per prepararmi a ricevere lei, non ero nella pelle per l’emozione, alle 15:00 in punto ero a casa mia, il tempo di fare una doccia e preparare dei pasticcini.

Puntuale come un orologio svizzero suonava il citofono alle 16:00, mi affrettavo ad aprire e lei scendeva dall’ascensore, era ancora più bella del giorno prima, entrava in fretta dentro casa, forse il timore di essere vista era più forte di lei, non era elegante come al solito, ma indossava una tuta da ginnastica e portava la borsa, una volta che avevo chiuso la porta mi veniva vicino quasi a toccarmi, e poi guardandomi negli occhi mi disse senza un filo di paura, ricordati bene quello che ti ho detto ieri, ti faccio tutto quello che vuoi, ma il culo scordatelo adesso e per sempre, mi sono spiegata?

Non lo so che cosa mi ha preso in quel momento, ma le ho dato un ceffone che ha risuonato per tutta la casa, e poi ho aggiunto gridando, adesso ti spogli completamente e me lo succhi come ieri, e poi ti metti sdraiata supina con le gambe alzate, e io ti inculo mentre ti guardo in faccia, così capisci una volta per tutte chi è che da gli ordini qui, e chi li esegue alla lettera senza fiatare.

Con le lacrime agli occhi iniziava a spogliarsi, il solo vederla con le mutandine e il reggiseno mi eccitava da morire, ero io che l’aiutavo a sfilarsi gli slip, era una visione l’apparire di questa fica nera e piena di peli, le si era accorta della mia gradita sorpresa nel vederla, e mi diceva, la vedi come è bella e vogliosa? Adesso te la faccio vedere aperta, cosi ti convinci che è molto meglio del culo.

Si sdraiava sul letto e apriva le gambe, era veramente un’opera d’arte questa fica meravigliosa, la clitoride le spuntava fuori dritta e orgogliosa di esserci, mi tuffavo con il viso in mezzo a quella meraviglia, e iniziavo a leccarla con tutta la passione possibile, per l’accesa discussione di prima, e l’emozione subita dopo non mi ero ancora denudato, ma a tirarmi fuori l’uccello ci pensava lei con le sue dolci mani, e con un contorsionismo da professionista, si impossessava del mio bastone imboccandolo con tanta dolcezza, adesso stavo veramente impazzendo, la sua figa saporitissima che stavo leccando, e quella bocca che mi faceva impazzire, le regalavo una sborrata copiosissima, sentivo che non mi fermavo di schizzare in quella bocca fantastica, e contemporaneamente mi faceva una scolata di umori che sembrava una fontana.

Stavamo sdraiati vicini e silenti, lei aveva acquistato una leggera fiducia sulla salvezza del culo, ma non aveva fatto i conti con il mio bastone, che continuava a svettare imperioso e prepotente, me lo teneva con la mano e lo segava leggermente, poi mi saliva sopra e aperte le gambe, si infilava da sola iniziando a scoparmi, la vedevo dall’espressione del viso che le piaceva moltissimo, io mi tiravo rimanendo teso con il cazzo durissimo, e lei continuava a goderselo senza fine, sborrava tre volte prima di dirmi, ma ti non ti piace come ti sto scopando?

Si tesoro le rispondevo, infatti manca pochissimo e ti riempio la figa della mia sborra, allora accelero il tempo perché sto per venire di nuovo mi rispondeva, e poco dopo le invadevo la figa con una serie di getti che la riempivano completamente, mi crollava sopra ansante e sudata, la vedevo rilassata come non lo era mai stata, e improvvisamente mi diceva, ma lo sai che ti stai scopando Giorgia, io mi chiamo così, è la quarta volta che sborri da quando mi conosci, ma non sapevi come mi chiamavo, io le allungavo la mano dicendogli, il piacere è tutto il mio Giorgia, io mi chiamo Fulvio, e il piacere è ancora più grande, perché ho una voglia pazza di incularti, il sorriso le si spegneva sulle labbra, mi guardava incazzatissima e mi diceva, sei proprio un bastardo figlio di mignotta, io credevo che ormai ci avessi rinunciato, non puoi farmi questo non voglio mi faresti troppo male, e piangeva di nuovo, le rispondevo, guarda che le tue lacrime non mi commuovono, mi piace il culo che hai e adesso ti inculo, lo farò con molta delicatezza perché non voglio farti del male, ma io in quel bellissimo culo ci debbo entrare che tu lo voglia o no, e adesso sdraiati e guarda quello che faccio.

Come le avevo detto prima la facevo sdraiare supina, le alzavo le gambe e le dicevo di reggersele, le riempivo il culo di Vasellina Borica, e come le toccavo il buco del culo con il dito si irrigidiva, ma con il dito bastava spingerlo e le entrava, poi lo facevo con due e notavo che si rilassava leggermente, vederle quella figa favolosa spalancata era una favola, era anche eccitata perché la clitoride era completamente fuori dal suo alveolo e dura, le puntavo la cappella sul buco ma lei resisteva, con la mano cominciavo a masturbarle la clitoride, e poco dopo mi regalava un rivolo di umori notevole, stava sborrando come una cagna in calore, era un attimo, spingevo più forte il cazzo sul buchetto che cedeva improvvisamente, adesso ero dentro per dieci centimetri, lei aveva urlato ma solo per la paura, infatti ancora non sentiva un dolore eccessivo, rimanevo fermo dentro di lei per farla abituare, poi ritornavo leggermente indietro, era il momento buono che si rilassava di nuovo, spingevo improvvisamente, e le andavo fino in fondo al retto, adesso le toccavo le chiappe con il mio pube, aveva di nuovo strillato ma ormai ero dentro di lei fino in fondo, il movimento del cazzo che le pulsava dentro però la eccitava, mi guardava sorpresa e sempre spaventata, ma cominciava a piacerle, adesso mi muovevo leggermente dentro di lei, e vedevo la figa che ricominciava a dare i suoi frutti, infatti colava di nuovo e il rivolo finiva sopra al mio bastone.

Adesso le veniva da ridere, e dopo avermi guardato fisso negli occhi mi diceva, perché non ti muovi un po più svelto? A me sembra assurdo, però comincia a piacermi e non poco, dai muoviti e spingilo bene dentro, le vedevo di nuovo la figa colare i suoi frutti in abbondanza, e Giorgia adesso aveva l’affanno, stava godendo veramente molto, e improvvisamente mi dice, io adesso mi giro, ma tu non lo sfilare ti prego, se mi devi inculare voglio che lo fai nella maniera giusta e tradizionale, da vera contorsionista si girava, facendo molta attenzione a non farmi sfilare da lei, e una volta che era a pecorina mi diceva, dai bello stallone, adesso dacci dentro che mi piace, io cominciavo a incularla sempre più svelto e la pompavo molto bene, sentivo che il cazzo le scorreva magnificamente dentro al quel retto favoloso, e Giorgia se lo stava veramente godendo, poi cominciava a lamentarsi sempre più forte, e mentre godeva mi dice dai prendimi il seno e massaggiamelo forte, mi piace troppo sentirmelo nel culo, adesso faccio di meglio, dai Fulvio inculami ancora che intanto io me la sto menando, oddio quanto mi piace adesso, ecco si mi infilo due dita nella fica e ti sento quando entri, ecco così dai spingi, adesso mi sono presa il grilletto e lo sto martoriando, continua così dai che sto sborrando ancora, oddio mio che mi sono persa in tutti questi anni, ma sentilo quanto è bello quando entra nel culo, e quando lo sfili mi sento vuota, e non vedo l’ora che mi riempi di nuovo, adesso ero io che cominciavo a lamentarmi e non reggevo più, infatti facevo appena in tempo a dirle, sentimi Giorgia ti sto riempiendo il culo del mio amore, e cominciavo a schizzarle sperma nel culo come una fontana.

Eravamo crollati sul letto stando ancora attaccati, io non mi ero sfilato da lei, avevo il cazzo non completamente moscio ma lo tenevo al caldo, Giorgia mi carezzava le mani che tenevo sul suo seno, e poi con un filo di voce mi dice, mi levi una curiosità Fulvio, ma se io fossi stata inflessibile nella mia determinazione a non cederti, tu cosa avresti fatto? Niente mia bella signora le rispondevo, mi devi scusare per il ceffone che ti ho dato, ma è stata una reazione a una paura di aver sbagliato tutto, non sono mai stato una persona manesca, e per questo mi scuso di nuovo, e Giorgia, mi sbaglio o qui sotto sento qualcosa che si sta ingrossando di nuovo? Io mi muovevo leggermente e lo sentivo che scivolava dentro che era un piacere.

Giorgia allargava una gamba, e mettendosi una mano in mezzo alla fica mi diceva, adesso me la meno leggermente, ma è solo per farle capire che l’inquilino del piano di sotto ha di nuovo voglia di muoversi, e mentre lei ricominciava a menarsi la figa con tanto gusto, io avevo di nuovo iniziato a incularmela, avevo ragione, il culo di Giorgia era veramente una cosa rara e preziosa, andava trattato molto bene e spinto come si deve. La prescrizione? Era la seguente, prima dopo e… “durante i pasti” ma sempre accompagnato da spinte forti e profonde.

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