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Vieni bambina e godi…

Marco le guarda, mentre si toccano: indecentemente.
Davvero non credeva che fossero lesbiche.
Ma, si accorge, due lesbiche istintive alla prima esperienza.
Si vede che non conoscono i trucchi.
Li scoprono per intuizione, abbandonandosi alle voglie che galoppano a briglia sciolta.
I due corpi (Inge, la più vecchia, vent’anni, Lisetta diciassette) sono avvinghiati in un amplesso che muta nella forma secondo le sollecitazioni dell’istinto.
Per una lunghissima sequenza di minuti, Inge e Lisetta si contentano di succhiarsi avidamente le labbra.
Tutta la forza erotica che le divora sembra concentrata nelle bocche fameliche, con la saliva che cola.
Le lingue vorticano nelle cavità orali, mozzano il fiato e i rantoli del piacere.
Schioccano, grondanti saliva.
Quasi non danno importanza alle mani. Marco guarda come allucinato: nei respiri e nei gemiti coglie sensazioni struggenti.
Solo le loro labbra sembrano vive.
Succhiano, bevono reciprocamente la saliva, si leccano e si suggono.
“Maledette lesbiche”, mormora fra sè‚ Marco eccitato, con la voglia di tirarsi fuori il cazzo e di menarselo.
Ma non osa.
Gli hanno permesso solo di guardare.
Il laido bacio sembra protrarsi all’infinito.
Improvvisamente le schiene delle due donne si inarcano: contemporaneamente.
Marco intuisce il perché.
Inge e Lisetta stanno per accogliere nel ventre l’esplosione dell’orgasmo.
E infatti è così: dalle labbra impastate di schiuma biancastra esce simile a un coltello un gemito acuto, straziante.
Un suono strano, che nasce da modulazioni profonde per assumere tonalità simili allo stridere di un corpo metallico su una banda d’acciaio.
Un verso irreale, che sembra un oggetto e che va a conficcarsi nel petto del malcapitato maschio spettatore, gli scava dentro, gli torce le viscere.
L’urlo del piacere raggiunto con il semplice contatto delle labbra sulle labbra, scuote le due donne come fili di paglia nel vortice di una tempesta.
Gridano insieme e la voce si fonde in un gemito unico, lunghissimo, che accompagna lo scorrere impetuoso, a intermittenze, del succo d’amore lungo le cosce divaricate sulla immacolata coltre del letto.
Improvvisamente, così come avevano incominciato a godere, Inge e Lisetta si districano dalla stretta delle braccia e con gli occhi vitrei, privi di espressione, cambiano posizione e vanno a cercare con le lingue infuocate l’una il sesso dell’altra.
Si leccano avidamente.
La testa di Inge affonda tra le cosce tremanti di Lisetta, e la testa di Lisetta scompare fra le gambe spalancate di Inge.
Marco sente il rumore schioccante delle lingue, poi il suggere impetuoso delle labbra strette attorno alle clitoridi.
Quello è il momento più feroce.
Succhiando la clitoride di Inge, Lisetta è convinta di godere con quella, perché‚ la scarica di piacere che proviene dal suo bottoncino, tormentato dalla bocca dell’amica, si fonde come in un circuito unico con la sensazione che la sconquassa sotto le vibrazioni impazzite del pezzetto di carne viva inturgidito che le preme, con inconfondibile sapore di pipì, contro la punta della lingua.
La colata degli umori è incessante, ma poche gocce finiscono sulle gambe o sulle lenzuola.
Il rivolo caldo ed odoroso scende direttamente nelle gole delle due troiette, che lo ingoiano con gemiti ululanti.
Marco non resiste più.
Inge gli gira la schiena, inginocchiata con le gambe larghe intorno al corpo di Lisetta.
Il culo sodo di Inge freme, e Lisetta che le è sdraiata sotto deve alzare la testa per arrivare a succhiarle la figa bagnata.
Il culo di Inge ossessiona Marco.
La voglia lo attanaglia, comincia a toccarsi sopra i pantaloni.
Lisetta tiene stretta tra le labbra la clitoride di Inge, e non sembra disposta ad abbandonare la presa.
Gli occhi di Marco sono inchiodati sul bottoncno violaceo al centro della scanalatura delle chiappe, e la voglia si scatena incontenibile.
Il giovane raccoglie in bocca tutta la saliva che gli riesce di recuperare nella cavità arsa da una specie di febbre, e la depone con la punta della lingua nel bottoncino scuro venato da rosee grinze vellutate.
Inge intuisce, nonostante gli orgasmi a ripetizione, le intenzioni del maschio che le sta alle spalle.
Nella sua schiena si materializza il terrore, e dalla sua bocca impegnata ossessivamente sulla clyto di Lisetta esce un urlo disumano.
Un urlo disarticolato, perché‚ le labbra non vogliono schiudersi dalla clitoride vibrante dell’amica.
Restano strette, le belle labbra umide di piacere, e l’urlo contro la violenza esce dagli angoli, appena contratti.
è un “Nooo! ” lacerante, sibilato, come l’ultimo rantolo di un condannato a morte che sente già nella carne la scarica di piombo che lo devasta.
Marco coglie quel messaggio disperato, e si prodiga con esaltazione attorno ai bordi palpitanti del bottoncino, umettandoli con la saliva, accarezzandoli con le punta delle dita.
Lentamente il dito indice incomincia a scavare in profondità per irrorare di saliva le pareti interne dell’osceno pertugio.
Marco, infoiato come non mai, lo sente dilatarsi sotto la pressione dei polpastrelli.
Le natiche di Inge si allargano, come se due mani invisibili le stessero crudelmente lacerando.
Sono le contrazioni interne, la voglia e il terrore a compiere una specie di miracolo fisiologico.
Le chiappe sode tremano come ali di farfalle, e la scanalatura che le divide si contrae coinvolgendo nei palpiti profondi anche il buchetto che assume improvvisamente l’aspetto di una piccola bocca socchiusa.
In quella bocca carnosa e proibita, Marco depone anche la saliva, la accarezza al centro e sui bordi, strappando alle labbra di Inge versi sguaiati, da bestia scannata, che urla come in punto di morte.
Piano piano, Marco si mette in posizione dietro le spalle di Inge, in ginocchio, ed accompagna con le mani tremanti la punta dura del suo cazzo contro il bottoncino segreto che sta ora palpitando oscenamente.
L’uomo afferra alle spalle la giovane femmina che attende, in un delirio dei sensi, di essere spietatamente impalata.
Lo scatto delle reni è crudele.
L’asta enorme affonda d’impeto nell’intestino di Inge, lacerando tutti gli ostacoli, carne e membrane che sembrano dissolversi sotto la veemenza dell’intrusione.
Le labbra di Inge si serrano come una morsa sulla clitoride di Lisetta, e la stanza sembra rintronare sotto il rimbombo di un triplice urlo.
Lisetta, dalla sua posizione vede il cazzo ormai enorme di Marco nell’attimo in cui compie lo scempio, e sente la reazione di Inge che la morsica disperata sulla clyto.
Lisetta è come impazzita, stravolta dal dolore e dal piacere, e raddoppia i movimenti delle labbra nella figa dell’amica, dalla quale le colano sul viso fiotti caldi di umore vischioso.
“Muoio! “, grida Inge senza abbandonare la clitoride dell’amica.
“Crepa! “, geme Lisetta morsicandola nella tenera carne viva.
“Sì, crepa, troia! ” ripete Marco affondando la sua asta durissima nel retto della malcapitata.
Improvvisamente Inge è percorsa da un tremito incessante, e si abbandona sul corpo dell’amica.
Marco raggiunge l’orgasmo in quell’attimo, scaricandosi nel culo, mentre anche Lisetta viene urlando in modo convulso.
Inge, impalata, perde invece i sensi. FINE

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