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La vacanza dei sogni

Playa de Rocha , O Algarve (Portogallo), la seconda settimana delle mi agognate vacanze. Ero da solo, cercando di trascorrere le giornate in assoluto relax. Faceva molto caldo e me ne andavo in spiaggia tutte le mattine. Molte ragazze e molte donne, belle come modelle si esibivano con i loro topless. Una di loro, accompagnata da un ragazzo piuttosto muscoloso, era come un sogno. Le sue chiappe rotonde sfidavano la perfezione di due sfere concentriche. La osservavo mentre il suo amico le spalmava la crema solare e mi immaginavo di esplorare le sue cavità con la mia lingua. Il mio pene era continuamente in erezione, e si metteva in evidenza sotto il costume da bagno.
Quel giorno, al ritorno dalla spiaggia, mi fermai un momento in un bar a prendermi una birra fresca ed a fumarmi una sigaretta in pace. Iniziai una partita a bigliardo con un altro cliente. Ad un certo punto, mentre io ero appoggiato sul tavolo da bigliardo per realizzare un tiro lungo, una ragazza si sedette ad un tavolo sviando la mia attenzione. Cercai di concentrarmi sul colpo che stavo per eseguire, quando il mio rivale si avvicinò alla donna sedendole accanto e mettendo le mani sotto la gonna. Potevo intravedere una parte della sua coscia, mentre la sua mano avanzava. Mi girai e mi resi conto che anche lei mi stava osservando. Effettuai il colpo con troppa precipitazione e sbagliai. In quel momento entrarono altri due ragazzi. Lei gli fece un segnale con la mano ed entrambi si avvicinarono alla coppia. Osservai che tutti e quattro iniziarono una conversazione molto accesa. Fu allora quando uno dei tipi che erano appena arrivati venne verso di me e mi disse: “Il mio amico non ha più voglia di giocare. Adesso gioco io al posto suo”. Durante la partita scoprii i loro nomi. Quello con cui stavo giocando, un ragazzo alto e slanciato con due baffetti molto stretti si chiamava Paulo, L’altro era Marcus, e il nome del grassottello, il mio rivale era troppo difficile da pronunciare, così che gli affibbiai il soprannome di Ciccio, cosa che non gli dispiacque. La ragazza si chiamava Maria.
La serata continuava, bevemmo della birra, ed io iniziai a fare amicizia con gli uomini. Però Maria rimaneva sempre ad una certa distanza. Verso mezzanotte Ciccio quasi non rimaneva più in piedi. Aveva bevuto molto più di noialtri, ed aveva deciso che era arrivato il momento di tornarsene a casa. Io presi le mie cose e mi accinsi a salutare. Maria mi afferrò per un braccio e mi disse qualcosa mentre Paulo me la traduceva: “Andiamo a prendere l’ultimo bicchiere della serata”. Uscimmo tutti insieme dal bar per dirigerci nella casa dove vivevano Ciccio e Maria.
Seduto nel loro salotto aspettai fino a che gli altri misero Ciccio a letto (era svenuto proprio mentre entrava in casa). Passeggiai poi un po’ per la stanza, curiosando qua e là ed osservando la libreria. Presi uno dei libri, incuriosito dalla vivace rilegatura, lo scorsi un poco, notando che era in portoghese e lo rimisi al suo posto. Ne presi un altro, che sembrava un album di raccolta fotografico. Lo aprii proprio nel momento mentre entravano gli altri tre nella stanza. “Ormai dorme” disse Paulo. “Sembrava averne proprio bisogno”, commentai. Quando mi cadde la vista sul libro vidi la fotografia di una ragazza con un pene in bocca. Imbarazzato chiusi il libro e vidi dalla copertina che era una famosa raccolta di foto Pornografiche, stampata in rilegatura. Con la fretta per rimetterlo in libreria mi cadde dalle mani e si aprì in una pagina che mostrava ora un’altra ragazza seduta sul cazzo di un altro ragazzo mentre un altro la penetrava da dietro, mentre un terzo uomo stava per venire sulla sua lingua lussuriosa. Mi chinai per raccogliere il libro e per chiuderne le pagine, ma, quando lo avevo quasi tra le mani, sentii un’altra meno che mi fermava.
Quando alzai lo sguardo vidi Maria mentre faceva il primo sorriso della serata.
I trenta minuti seguenti trascorsero come se stessi sognando.
Maria allungò le braccia, avvicinò le sue labbra alle mie e cercò la mia lingua con la sua. Dopo si rimise in piedi e, ballando, si diresse in un angolo della stanza, dove iniziò a togliersi la camicetta, Paolo e Marcus sorridevano con malizia, e ciò mi lasciava perplesso, in quanto non sapevo se erano partecipi delle insinuazioni di Maria. Non portava il reggiseno ed i suoi capezzoli erano ben turgidi. Mi buttò la camicetta sulla testa e quando io riuscii a togliermela finalmente di dosso, lei si era già tolta anche la gonna. La sua sorca mi stava chiamando con insistenza come se fosse una grande pesca succosa completamente rasata (ideale per essere assaporata! ). Tutto ad un tratto si trovava inginocchiata davanti a Marcus. Gli aveva tirato giù la cerniera dei pantaloni e si era presa il suo cazzo in bocca. Dopo si dedicò a Paulo, e, succhiandoglielo con forza glielo fece diventare duro come una stanga. A me non c’era bisogno che me lo succhiasse , quando me lo sprigionò era gia duro come la roccia. Nel frattempo Maria si avvicendava con gli altri due, leccando il cazzo a uno o ingollandosi quello dell’altro fino in gola. Gemeva e respirava con affanno e con forza. Vidi come si introduceva due dita nella figa per dopo avvicinarle alla bocca per leccarle. Mi buttò sul sofà, mi afferrò la mia verga e se la inchiodò fino in fondo, emettendo un forte sospiro. Io chiusi gli occhi e pensai: “Non è possibile che stia succedendo a me”. Quando aprii di nuovo gli occhi, avevo un paio di coglioni che stavano dondolando davanti a me. Marcus stava mettendo il suo cazzo in bocca a Maria. Alzai gli occhi e vidi che Paulo si stava avvicinando, aveva in mano qualcosa: un barattolo di miele con il quale si stava spalmando tutto il cazzo. Marcus si scostò da un lato, con il cazzo brillante della saliva di Maria, e Paulo prese il suo posto, introducendole il suo fino alle profondità della gola. Lei gemette di piacere, non però per quello che stava facendo Paulo, ma per il lavoro di Marcus. Era accovacciato dietro di lei, con la faccia affondata tra le sue chiappe e, probabilmente, con la lingua stava esplorando (almeno questo sembrava) l’ano di Maria. Dopo sentii come un dito che si muoveva e la stava penetrando, mentre mi faceva il solletico attraverso la sottile parete.
“Tienila ferma! “, mi ordinò. La afferrai per le natiche e le separai. Lui si mise dietro di lei, con il cazzo in mano. Io percepivo tutto il suo corpo teso, mentre la sua cappella cercava di entrare a tentoni. Improvvisamente, facendo un grande sforzo, lei si rilassò e lui la penetrò come se niente fosse, Sentivo il suo cazzo che scivolava lungo il mio, riempiendo il suo ano contemporaneamente al mio che le occupava la figa. Maria tremava tutta di piacere, mentre non smetteva di emettere dei gemiti. Mi sembrava di scoppiare. Quando alzai lo sguardo vidi che Paulo le toglieva il cazzo di bocca proprio nel momento culminante. Grandi concentrazioni di sborra precipitarono copiosamente dalla cappella del suo cazzo, per andare a finire sulla lingua viziosa di quella femmina. Chiuse la bocca per inghiottire, quando un’altra scarica le arrivò sulle labbra. Con destrezza se le pulì con la lingua. Questo per me era ormai il colmo. Afferrandomi a lei, mi inarcai in su, spruzzandole il mio sperma fin in fondo alle viscere, stupito vedendo che, separando le labbra, le usciva dalla bocca. Contemporaneamente emettemmo un forte gemito all’unisono. Dopodiché Maria attaccò le sue labbra alle mie, e sentii in bocca il sapore dell’anice e del sale e realizzai che, evidentemente, non si trattava del mio sperma, ma bensì quello di Paulo. Però lei se lo era già leccato e se lo stava ingollando. Rimasi schifato dell’accaduto, ed il mio pene si rammollì. In quell’istante sentii la forza della sborrata di Marcus ed il mio pene ebbe uno spasmo di simpatia. Maria si lasciò cadere su di me ansimando e singhiozzando di puro piacere. Poco dopo si scostò da me ed io, stravolto, mi addormentai…
… e mi svegliai, il mattino dopo, con il pene vibrante, mentre eiaculavo tra le lenzuola, rendendomi conto che si trattava solo di un meraviglioso sogno. FINE

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