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Ambrogio

Mi chiamo Ambrogio, e faccio l’autista per le famiglie ricche da ben otto anni, il mio l’ultimo incarico era ed è tutto ora per il sig. Johns e la sua signora; il sig. Johns ha cinquant’anni superati e ha un impero vastissimo di attività, e quindi è sempre in giro per gli affare, e spesso lascia un po’ troppo spesso in solitudine la giovane moglietina di ventiseienne, che oltre è nel fior di età, ha accumulato con questi solitudini un forte senso di desiderio e calore.
E dunque perché mi hanno assunto, I due autisti prima di me che lavoravano per portare Jeina (nome della signora) a spasso per shopping e altre attività che appartengono solo ai ricchi, sono morti d’infarto, tutte due, la causa è tuttora sconosciuta. Ed io mi presentai alla castello del sig. Johns, quella mattina, la porta è stata aperta da una serva giovane e mi indicò la strada per lo studio, entrai nello studio, e vide dietro la scrivania una giovane, bellissima donna, leggermente scollata, e con un trucco perfettamente adatto al visino angionesco che mi sorride, e mi disse di accomodarmi. Dai pochi minuti di conversazione più o meni importante, notai che I suoi occhi a color verde non aveva smesso di guardarmi dal cima dei cappelli al punta dei piedi, e si vide chiaramente che dentro quei occhi bruciava il desiderio di possesso, e quindi immaginate facilmente che sono stato assunto senza ulteriore complicazione.
La vita di Jeina, cosi voleva che si facesse chiamare, era talmente monotona che anche una signora di età avanzata impazzirebbe, per non dire che ne ha soltanto ventisei. Allora le suggerii un paio di posti che mi facevano portare I miei ex datore di lavoro, che oltre erano molto divertente, erano fatto apposto per le gente ricchi e giovani, e Jeina, per riconoscersi le sue gratitudine, spesso mi chiede di accompagnarla, e questo mi rende molto orgoglioso, perché accompagnare una donna di tale bellezza in club privati di quei generi, e la massima soddisfazione per un uomo.
Ma la situazione precipita un giorno, meno che mi aspettavo.
Pioveva quel giorno di primavera, e stavamo tornando a casa con la dorata Rolls, era da quasi un mese che sig. Johns non ritornava, e con lo specchietto retrovisore, vide che Jeina guardava fuori dal finestrino, un po’ perso nel pensiero, e poi, due lacrime come due perle che le scivolava giù sulla vellutata pelle del viso. Allora mi fermai, e le chiese se c’è qualcosa che mi va, lei accorse del proprio pianto, un po’ imbarazzato, mi chiese di venir dietro per consolarla, obbiedi, e entrai, e sedai nel sedile posteriore della macchina accanto a lei, e lei improvvisamente, si buttò nel mio abbraccio, accostando la faccia sul mio petto e cominciò un fortissimo e tristissimo pianto. Senza una parola, restai in silenzio, e solo con una mano le carezzai delicatamente I cappelli dorati, e lunghissimi. Dopo circa cinque minuti di sfogo totale, si smette di piangere, e alzandosi la testa, sorridi un po’ imbarazzata, e poi, ringraziandomi porgendo le labbra sul mio viso per un bacio. !

E li, che è successo quello che non mi aspettavo, forse le sue labbra erano talmente invitante che senza accorgermi, avevo posato le mie labbra sulle sue, sentendo un fremito nel corpo, e un calore ardente sulle sue labbra. Solo per un tempo brevissimo, le nostre labbra erano in contato, ma poi mi sono subito accorto del mio eccesso consolazione, arrosandomi, le chiesa affrettatamente le scuse. Ma lei, che da un po’ che era desideroso di sentire qualche affetto, non mi molla l’impresa, e mi si salta letteralmente di dosso, e cominciò un lungo e appassionatissimo bacio, quello con la lingua che si scivola da per tutto. E da allora che non ho più scelta, e francamente dicendo, non mi volevo neanche perdere quell’occasione.
Ci baciamo per un tempo lunghissimo, e nello stesso tempo affrettammo di toglierci entrami di dosso I vestiti più in fretta che si può, fin che ci rimanemmo quasi senza niente addosso. E li che Jeina, con una voce ormai eccitatissima, dolcemente mi disse come erano morti le sue due autisti. Un corpo di cuore mentre stavano godendo un favoloso pompino da Jeina, una ninfomane assettato di sesso e di desiderio, che con un lungo e goloso pompino, e alla fine un stratosferico ingoio, manda al creatore con un sorriso soddisfatto ancora presente sulla faccia. Mi disse che era preoccupato se anch’io potesse subire la stessa fine, e quindi non ero obbligato a continuare. Ma come si fa in quel momento a fermarsi, davanti a una donna bellissima, tutta nuda, e pieno di desiderio, nessun uomo ci riuscirebbe, e neanch’io. Quindi, senza dire niente, le sorrise, e la abbraccio per dirle che correrò questo rischio.
Lei, naturalmente, era felicissimo che io continuasse la danza, ormai affamatissima, mi spinse con la forza le spalle verso i sedile, facendomi poggiare comodamente, e poi, si scivolò giù tra le mie gambe, e alzando gli occhi, mi sorride, e mi disse di guardarla mentre comincia a esibire un show da far risvegliare anche I morti. Avevo ancora addosso il box, ma aveva una forma che somigliasse a una tenda con mezzo un palo drittissimo, ero eccito da sentirsi il morbido corpo di Jeina che mi strofinava a dosso mentre baciavamo. Lei, non affrettando di togliermelo, si carezza con la faccia la punta del palo, e nello stesso tempo inumidirlo con la lingua, poi, si sale, e la lingua mi si scivola sulla pancia e sull’umbilico, lasciando una scia luminosa di saliva che splende. E io intanto godendo questa panorama erotica, non smetto con le mani di carezzarla da per tutto, specialmente sui seni, che erano di tale morbidezza che sembra impastare. E con un corpo secco, mi tolse le mutande, lasciando solo e soletta sul palo che sventola davanti a suo naso che stava aspirando affannosamente. E qui che comincia la vera opera d’arte della sua bravura, e dedicazione al raffinare ogni singolo tocco, e senza movimenti bruschi, concatenando vari movimenti della bocca e della lingua in un unico flusso di gesti altamente erotici e goduttissimi, come un artista che si cerca di migliorare sempre il proprio arte, lei si era talmente concentrato a lavorare con la lingua, le labbra e la bocca che non si accorse che era arrivano al orgasmo, e per ben due volte di seguito. A parte le favolosissime sensazione che mi arrivano dal organo per ogni contato con la sua ormai umidissima bocca, rimanevo stupito da come una donna potesse perfezionare cosi raffinato la propria arte del pompino, che senza altro, questo è il miglior pompino che abbia mai ricevuto in vari occasione della mia vita passata. Mentre immergevo in questa sensazione che mi sta facendo girare perfino la testa, un’altra sensazione ancora più forte mi trasalii di corpo dalla punta del palo. Jeina, l’artista del sesso, mi sta introducendo intero organo dentro la bocca, arrivando cosi profondo che si sente otturasse la sua gola che un momento fa gemeva ancora di piacere, le sue labbra ormai mi toccano la base dello tronco. Questa è una vera mossa da professionista, non tutte le donne ci riuscirebbe, perché o hanno una bocca troppo piccola, o si sentono la voglia del vomito con un affare cosi grosso piazzato nella gola, ma lei non è ancora contento, prova perfino un immenso aspirazione con la bocca ormai riempita del mio carne, che per un attimo si era quasi soffocata, e poi lentamente lo lascia scivolare fuori fino al solo contato con la punta della lingua, riposando per incirca mezzo secondo, e poi di nuovo, mi ingoia intero palo, se la poteste vedere come si diverte, era paragonabile con una bambina che gioca con un ghiacciolo, senza pudore e timidezza.
Il gioco del gole profonde durai circa una centinaia di introduzione, ormai esausta e più assettata che mai, si sente bisogno del appagamento della sua fatica, cosi, accelerando il ritmo del pompaggio, e mi prende perfino le mani e metterli sulla sua testina, e mi indica di aiutarlo con la spinta che fa avvicinare la sua testa ancora più vicino, e con medesimo gesto mi sento anche una vaga soddisfazione di possedere almeno per questo istante, la mia padrona come la mia serva.
Ad un tratto, sento un flusso di energia potentissima che mi esplode dentro, e avvisai jeina che sto per esplodere, felicissima di sentire questa notizia, cambio di corpo la tattica. Per qualche ragione oscura, non vuole perdere neanche un goccio del mio orgasmo che spesso alle donne non piacciono neanche sentire con la lingua, lei invece, vuole tenere tutto dentro, cosi, si concentro, e per ennesima volta, mi ingoia tutto lo tronco fino ad arrivare alla sua gola, e quasi instante dopo, I liquidi caldissimi schizzarono sulle pareti della sua gola, e poi scivolo giù direttamente nello suo stomaco, per poter ricevere fino alla ultima goccia, lei si era trattenuto il respiro, e vedendo che la gola continuando il movimento del ingoiare fiotti e fiotti e liquidi, il viso si fiori una rosa di soddisfazione e un malizioso sorriso che ad un tratto mi sento stringere il cuore, e come se mi stesse tirando fuori con quel contatto anche la mia vita. Ma in quel istante, l’avrei dato anche la mia vita senza pensare una seconda volta, e capi la sensazione che provava I due poveri autisti prima di me, poco prima della morte.
E finalmente lei si smette di succhiarmi, si trascina su di me, petto a petto, tutte due esausto e soddisfatto. Allora mi sorride, sussurrandomi nelle orecchio che finalmente ha trovato uomo che riesce a contentarla, riempiendola di sperma senza dover fare un giro sul paradiso, e quindi, sono stato assunto a vita, a servirla, che inoltre lei conosce ancora moltissimi posizione che vorrebbe provare con me, e quando il sig. Johns morirà, essendo senza figli, lascerà tutto a lei, e lei, per cambio del mio servizio, si dividerà con me la ricchezza.
Ma a me non mi importava un granché di soldi, più che altro per poter stare accanto ad una donna cosi bella e disponibile, nello stesso tempo focosa e nobile, eccitante e ammirevole. Che ogni volta che sento dal sedile posteriore mentre guidavo, una dolce voce che pronuncia:
“Ambrogio, ho un certo angolino, non è che avessi niente per stuzzicarmi? “

FINE

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