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Visita agli amici

Quando Stefano mi fa entrare nella stanza, vedo subito Germana, ed il cuore ha un tonfo: lei è lì, distesa sul letto, i polsi e le caviglie legati alle spalliere, coperta da uno slippino bianco e da una maglietta che lascia indovinare i seni sottostanti.
I capelli sono sciolti, e gli occhioni sbarrati a guardarmi, mentre fissandola – un po’ imbarazzato – mi avvicino.
Non può parlare: un bavaglio (una sfera di gomma nera, legata attorno alla testa da una striscia di cuoio) le impedisce di emettere altro che sospiri affannati e gemiti silenziosi.
è eccitata ed impaurita allo stesso tempo, le sue mani si aprono e chiudono, tese, e le unghie graffiano le lenzuola.
Mi siedo accanto a lei, sul bordo del letto.
è eccitante, così offerta.
Ma non voglio abbia paura.
Le accarezzo il volto: glielo sfioro con la punta delle dita.
Dapprima si ritrae, ma i bracciali la fissano nella sua posizione e non può scappare. Le mie carezze gentili la tranquillizzano un po’.
Sono carezze dolci, amichevoli: gioco con la punta dell’indice a disegnarle le ciglia, a correre sul suo nasino, a massaggiarle le tempie …
Germana chiude gli occhi, ed il suo respiro si fa più lento.
Guardo Stefano e ci sorridiamo.
Mi fa cenno di continuare.
Le mie dita si fanno più audaci, ed inizio ad accarezzarle le orecchie, la nuca, a grattarla fra i capelli.
Le sfioro la pelle del volto con le labbra, dalla fronte fino al collo, lentamente.
Germana si lascia andare, ed il suo respiro si fa più profondo.
Le mormoro dolci parole all’orecchio, e le viene la pelle d’oca sul collo …
Glielo bacio, dapprima castamente, poi sempre più appassionato.
Cerco di sentire, di capire dove vuole che vadano le mie mani e la mia bocca, per accontentarla.
Di tanto in tanto il suo corpo è attraversato da brividi, e gemiti le scappano da sotto il bavaglio.
Le sue labbra si gonfiano e si socchiudono.
I capezzoli sembrano voler trafiggere la maglietta, che inizia ad essere bagnata di sudore e non riesce ormai più a nascondere il tesoro sottostante che la modella con le sue morbide forme.
La mia mano scende su quei seni, ed inizia ad accarezzarli da sopra il tessuto.
Li palpo, li massaggio, ma senza toccarle i capezzoli, che si gonfiano sempre più.
Mi avvicino ad essi, con movimenti circolari, per allontanarmi all’ultimo momento.
Germana si eccita e cerca di muoversi per avvicinare i capezzoli alle mie dita, per riuscire a farseli finalmente accarezzare, ma io non l’accontento.
Ora è anche la mia bocca che si muove su quelle morbide colline, ma il gioco è lo stesso.
Germana apre gli occhi e mi fissa, implorandomi di baciarle quei bottoni così duri ed eccitati, forse anche di strignerli fra le mie dita o persino fra i denti, pur di alleviarle la tensione, ma io invece mi muovo verso il suo ventre.
Le sollevo la maglietta, per baciarle l’ombelico, infilandoci la lingua, come fosse una piccola vagina, o il buchetto del suo fondoschiena.
E poi scendo.
E le bacio le gambe, e le lecco l’interno delle cosce, le succhio le dita dei piedi, giocandoci con la lingua …
E faccio col suo sesso lo stesso gioco che ho fatto con i suoi capezzoli.
A lungo. Per minuti, forse anche ore.
Germana trema ed ansima, e le mutandine sono ormai zuppe di miele.
Gliele annuso, e premo col naso sul suo clitoride, gonfio ed eretto.
Germana tenta di strofinarselo sul mio volto, ma mi ritraggo, tra gemiti di disperazione …
Se le lecco il seno da sopra la maglietta, od il sesso da sopra le mutandine, è solo un gesto fugace, per rubarle i suoi sapori migliori, un gesto che le provoca scariche elettriche che la eccitano ancora di più …
Stefano mi fa un cenno, ed allora inizio a strapparle la maglietta.
Le mie mani, la mia bocca si attaccano finalmente al collo di Germana, ai suoi seni, ai suoi fianchi, non per lasciarli dopo un attimo, ma per gustarli a fondo.
Germana muove il bacino, alla ricerca di un amplesso liberatorio.
Le strappo gli slip.
Il suo ciuffo è bellissimo.
Glielo bacio a lungo.
Poi con un dito inizio a giocare col suo clitoride, simulando un inizio di penetrazione, per poi ritirarmi quando Germana è sull’orlo dell’orgasmo.
Il suo sesso è completamente lucido per il miele che le cola copioso sulle cosce.
Uso questo succo per lubrificarmi bene un dito, ed inizio ad accarezzarle il buchetto posteriore.
Germana non capisce più nulla, e farebbe qualunque cosa pur di venire.
Muove il bacino più che può, geme, le sue mani graffiano l’aria …
Il mio dito affonda nel suo culo senza difficoltà, poi un altro …
Stefano mi passa un vibratore.
Gli faccio prendere il posto delle mie dita, poi lo accendo …
Germana è pronta: il vibratore acceso nel suo buchetto posteriorele regala vibrazioni continue e travolgenti.
Il suo sesso è aperto, grondante.
E Stefano è nudo, in attesa.
Inizia a penetrarla, quando io le slego le caviglie, e Germana subito abbraccia Stefano con le gambe, e lo attira e lo “lega” a sè, in una stretta che non mollerà più.
Le tolgo il bavaglio, ma dalla sua gola ormai non possono che uscire gorgoglii indistinti e singulti.
Quando infine le slego i polsi, una mano corre a graffiare la schiena di Stefano, a stringerlo ancora di più a sè.
E l’altra ?
L’altra improvvisa (ed inaspettata) si aggrappa fra le mie gambe .. ed è l’inizio di una notte indimenticabile. FINE

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