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L’amica di mia madre

L’amica di mia madre era ancora una bella donna , un po’ andata forse, ma ancora eccitante.
Aveva capelli neri ed enormi occhi scurissimi su un viso costantemente abbronzato leggermente ma fittamente punteggiato di efelidi.
Aveva anche una bella bocca carnosa accuratamente dipinta con rossetti dai colori brillanti (rosso acceso o rosa).
Un po’ pesante di fianchi, aveva un seno veramente degno di nota, abbondante, alto e dalle carni fresche all’apparenza.
Ne mostrava una buona parte attraverso generose scollature od altrettanto opportune sbottonature di camicette che mettevano in evidenza il collo tornito e liscio, straordinariamente bello per una donna non più giovane, e l’attaccatura del seno abbondante.
A vent’anni ci vuol poco ad eccitarsi.
Così quando l’amica di mia madre veniva a trovarla e andavo a salutarla, il profumo che emanava dai suoi capelli freschi di parrucchiere e la vista di tutta quella abbondanza di carni mi provocavano istantaneamente imbarazzanti erezioni, oltretutto difficili da dissimulare con i jeans stretti.
Lei se ne accorgeva, credo, perchè guardava rapidamente da quella parte e poi mi fissava negli occhi con un sorriso tra il divertito e il compiaciuto che mi costringeva ad abbassare gli occhi.
Quando ritornavo in camera mia mi sentivo imbecille ma non potevo fare a meno di masturbarmi furiosamente.
Un giorno mia madre mi chiese se potevo farle un favore.
La sua amica aveva un’ angoliera antica che non si adattava più al suo arredamento e l’aveva offerta a mia madre.
Siccome si trattava di un mobile di piccole dimensioni mi chiese se potevo andare io a ritirarlo a casa dell’amica con la station wagon.
Partii volentieri, naturalmente, e tutto eccitato all’idea di vedere la sua amica da sola.
Quando arrivai a casa sua indossava un abito estivo con le spalline sottili che scendeva dritto fino ai piedi, legato sulla vita da una cintura.
Erano naturalmente a vista larghe porzioni del suo generoso seno evidentemente libero da alcun tipo di legame ma comunque sorprendentemente solido e rialzato.
Inutile dire l’effetto che mi fece la sua vista, cosa di cui lei si sincerò subito con un rapido sguardo, poi visibilmente compiaciuta mi invitò a sedere in salotto.
Mentre si sedeva e accavallava le gambe mi parve di notare, come in un lampo, mentre il vestito si sollevava e subito si riaccomodava sulle gambe, che non portava biancheria.
La sola idea mi procurò un lancinante dolore ai testicoli.
Non so come iniziasse la conversazione di esordio, ma so che durò poco, perchè quasi subito lei fu in ginocchio davanti a me, mi sbottonò i calzoni, mi tirò fuori il cazzo, lo estrasse con dolcezza dai viluppi dei boxer, mi abbassò i calzoni per liberare anche i testicoli e carezzando questi ultimi con la mano si mise in bocca la cappella guardandomi negli occhi.
Era straordinariamente eccitante vedere la sua bocca accuratamente pitturata di rosa stringersi sopra il mio cazzo.
Mi bastò sentire la sua lingua girare due volte sulla cappella per venire subito inondandola di sperma.
Lei si ritrasse sporcandosi le labbra ed il mento. Rimase per un po’ fissa a guardarmi poi si alzò e corse via, per recarsi in bagno, credo.
Mentre ero da solo cercai di ripulirmi alla meglio con la camicia e di rivestirmi.
Quando lei ritornò dopo pochi minuti era di nuovo accuratamente truccata e sorridente.
Mi prese per mano e mi portò in camera sua.
Mi fece sdraiare sul letto dove aveva steso un grande asciugamano e cominciò a spogliarmi.
Mentre lo faceva non smetteva di ricoprirmi dappertutto di piccoli baci. Sentivo fortissimo il profumo dei suoi capelli ed il sapore del suo rossetto.
Mi tolse la camicia, le scarpe, le calze e i calzoni, infine mi sfilò i boxer, osservò con soddisfazione che ero nuovamente in erezione e mi pulì accuratamente il membro con una salvietta.
Poi si alzò in piedi e fece cadere a terra il vestito. Come avevo già intuito sotto era nuda.
Alzò le braccia dalle ascelle accuratamente depilate incrociando le mani sopra la nuca. In quella posa il seno era più splendido che mai, così rialzato con i grossi capezzoli neri con le punte increspate rivolte verso l’alto.
Mi alzai per baciarla sprofondando in quell’abbondanza di carni calde e profumate.
Finimmo a rotolare sul letto.
Mentre continuavo a rovistare tra i suoi seni sentii che mi spingeva la testa con la mano verso il basso.
Scivolai come mi veniva richiesto sul folto tosone di peli neri.
Mi misi in ginocchio tra le sue gambe aperte e le contemplai il sesso, ; non lo avevo mai visto prima così da vicino.
Ne separai le labbra contemplandone l’interno di colore rosso acceso dove si poteva distinguere un granellino bianco in alto e due escrescenze di carne più piccole che racchiudevano la fessura.
Mi chinai a leccare strappandole un grido soffocato. Aveva un odore acre e dolciastro e un sapore salato e amaro.
Le feci scivolare un dito nella vagina.
Dopo un mi tirò via la testa con la mano perchè stava per venire.
Mi chiese di montarla.
Lo feci.
Aveva un’apertura stretta e aderente.
Quando entrai dentro di lei emise un piccolo grido.
Intanto ci baciavamo sulla bocca.
Lei mi succhiava avidamente le labbra e la lingua quasi come se volesse riprendersi i suoi umori più intimi.
Mi muovevo dentro di lei lentamente. rallentando quando la sentivo venire. Inarcai la schiena per guardarla negli occhi mentre veniva.
Aveva il rossetto tutto sbavato sul viso. FINE

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