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Dietro al cassonetto

Francesco stava imprecando come mai prima nella sua vita, con tutti i posti in cui la sua macchina si poteva guastare si era fermata proprio nella zona più malfamata della città. Francesco aveva da poco preso la patente e non passava volentieri in quella strada e mai di notte, ma quel giorno il treno che lo aveva riportato in città era enormemente in ritardo ed era arrivato che era già buio e per andare a casa doveva per forza attraversare un quartiere che di notte era solo popolato da puttane, viados e spacciatori. Per di più il suo telefonino era scarico e non poteva farsi venire a prendere dal padre. Doveva per forza scendere dalla macchina e andare alla ricerca di una cabina telefonica, impresa già di per sé difficile, ma anche se l’avesse trovata dubitava che i vandali non l’avessero sfasciata.
Quella notte non c’era la luna e i pochi lamponi illuminavano male la strada e Francesco faceva fatica a proseguire, ma in lontananza, aveva visto l’insegna di un bar e sperava di trovare un telefono.
Quando si accorse di che tipo di bar si trattava era troppo tardi per tornare indietro, era un locale per incontri gay, in cui tra l’altro era in corso uno spettacolo di spogliarello maschile, proprio una sfiga pazzesca pensò Francesco, come faccio ad entrare senza che a qualcuno vengano in testa strane idee?
Si era già girato per andarsene quando due tipi vestiti di pelle e dalle facce molto poco rassicuranti gli si fecero incontro e gli dissero come mai non lo avessero mai visto prima da quelle parti. Era chiaro che quei due volevano abbordarlo e lui non ci teneva affatto, fece per andarsene ma uno lo prese per un braccio e lo costrinse a voltarsi “dove credi di andare bel fighetto? Se sei venuto qui è perché cercavi della carne buona” e dicendo quelle parole si era portato una mano all’inguine, stringendo un pacco di dimensioni molto generose. L’altro nel frattempo si era portato dietro a Francesco e cingendolo con le braccia muscolose gli accostò il pacco semiduro al culo in maniera molto esplicita.
Poi serrò la presa più forte e l’altro prese di tasca un fazzoletto e lo infilò in bocca a Francesco che era stato preso alla sprovvista e non aveva avuto il tempo di gridare e ora era troppo tardi, cercava di liberarsi ma quello che lo teneva aveva una forza mostruosa e senza fatica lo tirò in un vicolo dietro a dei cassonetti della spazzatura.
Mentre lo teneva sempre stretto l’altro gli sbottonò i jeans e glieli abbassò e poi dopo aver dato una bella stretta alle sue palle coperte solo dalle mutande, gli tolse anche quelle.
Ora aveva l’uccello nudo ed era completamente impotente, a quel punto quello che lo stava tenendo, si mise una mano in tasca e fece scattare un coltello a serramanico che portò alla gola di Francesco “Se non fai il bravo ti ammazzo gli disse”, Francesco fece di sì con la testa, allora lo lasciò e gli tolse il fazzoletto di bocca, “Se cerchi di scappare o di gridare, giuro che ti sgozzo come un agnello, chiaro? ” Era fin troppo chiaro che quei due facevano sul serio e per salvare la pelle Francesco era disposto a dargli quello che volevano: il suo sesso.
Intanto l’altro aveva cominciato a segare l’uccello di Francesco che era ormai diventato duro e la sua misura di 19 cm era evidentemente gradita dai suoi assalitori che facevano commenti sconci.
A quel punto anche loro si spogliarono, svelando dei cazzi di dimensioni enormi, dovevano essere almeno 10 cm più lunghi di quello di Francesco. Quello dal coltello allora ordinò a Francesco di inginocchiarsi e di prenderglielo in bocca perché voleva un pompino, Francesco si fece coraggio e lo ingoiò, era la prima volta che sentiva la carne di un altro uomo dentro la sua bocca e credeva di provare disgusto e invece la cosa inaspettatamente gli piaceva, ma non se ne fece accorgere, quello gli dava il ritmo con la mano lui obbediva passivamente. Dopo un periodo che sembrò non finire mai quell’uomo venne e riversò un litro di sborra bollente nella gola di Francesco che fece per sputarla, ma quello lo obbedì ad ingoiarla. Pensava che il peggio fosse passato, ma invece era il turno dell’altro di essere soddisfatto e lui non si accontentò di un bocchino, ma lo volle infilare nel culo a Francesco e per precauzione gli rimise il fazzoletto in bocca perché altrimenti tutto il quartiere avrebbe sentito le urla di un ragazzo dal culetto ancora vergine che veniva fottuto brutalmente senza nessun lubrificante da un energumeno dal cazzo enorme, dietro un cassonetto della spazzatura. FINE

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