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La casa al mare

Da qualche tempo stavo con una ragazza di nome Michela la quale aveva una sorella, Cinzia, che stava con un ragazzo di nome Claudio.
Tutti avevamo 24 anni a parte Cinzia che era più piccola di due anni.
Spesso uscivamo tutti e quattro insieme e in quei momenti non potevo fare a meno di notare la bellezza di Claudio.
Aveva occhi azzurri scuro che, a seconda della luce, si coloravano di un blu intenso.
Teneva i corti capelli biondi pettinati con la riga in mezzo senza però fissarli con gel, così che ad ogni movimento ondeggiavano per poi riadagiarsi lentamente.
La sua espressione era sempre sorridente ed il suo sguardo magnetico.
Nonostante io sia bisex non potevo fargli presente la mia attrazione poiché ero sicuro che lui fosse etero.
Se glielo avessi chiesto non sarebbe più uscito con noi ed avrei perso la possibilità di guardare quello splendore.
A Giugno decidemmo di andare per qualche giorno tutti insieme nella mia casa al mare, per rilassarci e sfogare i nostri desideri col proprio partner.
Claudio ed Io partimmo con la mia macchina, mentre Michela e Cinzia sarebbero arrivate insieme dopo qualche ora, perché avevano un impegno.
Quando eravamo quasi arrivati il cellulare di Claudio suonò: era Cinzia che lo avvertiva che non sarebbero potute venire a causa di un contrattempo.
Eravamo entrambi dispiaciuti; avevamo progettato questa piccola vacanza da tempo e un ostacolo improvviso stava distruggendo tutti i nostri preparativi.
Poiché mancava poco alla meta decidemmo di non tornare indietro.
Cenammo in un ristorante e terminammo la serata bevendo qualcosa in un Pub.
Tornati a casa sistemai Claudio in una stanza con letto matrimoniale e gli diedi la buonanotte.
Dopo essermi spogliato fino a rimanere solo in boxer, mi guardai allo specchio appoggiato ad una parete della mia stanza.
Avevo un corpo muscoloso, grazie al Body-Building, ma non troppo grosso come quello dei professionisti, dei peli sul possente petto mi rendevano ancora più virile, mentre nei miei boxer si nascondeva un vero gioiello per dimensioni e capacità.
Con dei movimenti precisi gonfiai bicipiti e pettorali guardando la mia maschia immagine riflessa, non potevo dare torto a tutti quelli che mi dicevano che ero molto bello e sexy.
Dopo ciò mi misi a letto.
Passarono i minuti ma non riuscivo ad addormentarmi a causa del caldo, così mi alzai, aprii la finestra ed uscii sul balcone.
Mi godetti il venticello rinfrescante pensando a quello che avrei fatto se Michela fosse potuta venire, e questo in parte mi eccitò.
Passato un po’ di tempo sentii dei gemiti soffocati provenire dalla camera di Claudio.
Senza pensarci due volte, raggiunsi la finestra semiaperta della sua stanza e, nascondendomi, guardai dentro.
Lo vidi muoversi convulsamente sotto il lenzuolo, con una mano si strusciava il torso scoperto, mentre con l’altra si faceva una sega.
Il suo uccello era nascosto dalle coperte, mentre il suo petto, visibile, aveva i muscoli abbastanza pronunciati.
Il tutto era molto eccitante tanto che il mio membro cominciò ad ingrossarsi e a premere sui boxer.
La sega aumentò di ritmo e il cazzo di Claudio uscì dalla protezione delle coperte: era di dimensioni poco superiori al normale ma aveva due coglioni enormi, che sicuramente avrebbero prodotto un’inondazione di sborra.
La mia stima si mostrò veritiera quando raggiunse l’orgasmo, il seme salì verso l’alto e poi cadde sul suo petto e sulle coperte, mentre gli ultimi colpi di sega si spegnevano.
Vidi la mano che accarezzava in precedenza il petto raccogliere dello sperma e portarlo alla bocca.
Ero eccitatissimo, il mio uccellone combatteva con i boxer per uscire allo scoperto, mentre uno stupendo uomo aveva appena “fecondato” le mie coperte.
Partii anch’io in una masturbazione incurante del fatto che Claudio potesse sentirmi e, dopo alcuni minuti, tenendo entrambe le mani sul mio cazzo sborrai, gettando il mio seme giù nel mio giardino come fosse una pioggia.
Tornai quindi a letto immaginando che il mio amico si fosse fatto una sega per compensare in parte la mancanza di Cinzia.
La mattinata seguente la passammo piacevolmente girando per il paesino.
Notai che lo sguardo di Claudio si soffermava spesso sul mio corpo e sul mio pacco pronunciato, tanto che cominciai a nutrire qualche speranza che lui fosse gay.
Gli tesi allora una sorta di trappola: dopo pranzo gli dissi che avrei fatto un sonnellino e che ero molto stanco, quindi di non preoccuparsi se avessi dormito a lungo.
Rimasi nuovamente in boxer e mi sdraiai a letto.
Dopo mezzora sentii la mia porta aprirsi e Claudio entrare. Io feci finta di dormire profondamente.
Lui si avvicinò e guardò per diverso tempo il mio forte petto, per poi allungare una mano verso i boxer.
Con molta delicatezza li alzò e guardò la mia lunga verga ora moscia.
Quindi si tolse i pantaloni e attaccò a masturbarsi.
Per evitare che notasse la mia eccitazione, mi voltai pancia in giù tenendo però gli occhi semiaperti su di lui.
Vedendo che non mi ero svegliato continuò la sega fino a venire nella sua mano messa a conca.
Alcune gocce dell’abbondante seme caddero sul pavimento mentre lui ingoiava il succo del suo godimento.
Appena uscì dalla stanza raccolsi con un dito le gocce e me le bevvi.
Ormai ero sicuro che fosse bisex come me e nella mente pensavo a come sfruttare la notte che sarebbe arrivata.
Il pomeriggio passò in fretta, cenammo in casa e bevemmo una birra.
Dopo aver visto un film andammo a letto.
Aspettai un po’ in modo che si addormentasse, quindi scesi in cucina.
Montai della panna in uno di quei recipienti ad aria compressa ed entrai nella stanza del mio ospite.
Lui dormiva coperto dal lenzuolo, mi infilai sotto quest’ultimo dal fondo del letto e mi feci strada tra le sue gambe aperte.
Scostai leggermente i boxer e glielo presi in bocca.
Sentivo l’odore tipico del maschio e quel pezzo di carne caldo gonfiarsi lentamente.
Quando era al massimo dei suoi 20 centimetri Claudio si svegliò e, capito il mio intento, mi prese la testa attraverso la coperta e mi aiutò nel pompino.
Quando sentii che stava per venire, feci scivolare il suo cazzo fuori della mia bocca e presi a leccargli le enormi palle!.
Quando pensai di averlo eccitato abbastanza, gettai via il lenzuolo e mi sedetti sulle sue gambe con il mio boa di 30 cm srotolato sul suo ventre.
Vedevo la mia immagine di uomo grande, grosso, maschio e virile nei suoi occhi magnetici, incorniciati dal viso bellissimo.
Molte donne ci avrebbero desiderati ma in quel momento eravamo solo l’uno dell’altro.
Cercò di toccare il mio cazzone ma io mi scostai, presi il contenitore con la panna e mi misi di fianco a lui con il mio uccello smisurato che attraversava trasversalmente il suo torso muscoloso e glabro.
Con la mano sinistra gli presi il cazzo e lo mossi
su e giù lentamente, mentre con la destra facevo uscire sul suo petto la panna che spargevo muovendo il mio cazzo a destra e a sinistra.
La sua minchia era caldissima nelle mie mani ed io godevo nel sentire il caldo del mio protetto rinfrescarsi nella panna montata.
Lasciai la presa e raccolsi della panna che cominciai a strusciare sui miei muscoli sviluppati seguendo i contorni scolpiti di pettorali e addominali.
Claudio stava letteralmente impazzendo, così decisi di porre fine ai suoi tormenti finendo la sega prima cominciata.
La mia mano sporca di panna scivolava sulla su asta bollente e il pochi colpi rilasciò il suo ricco tesoro sul mio busto marmoreo.
Lui ansimava per il godimento ed io gli lascia l’uccello gocciolante e mi sdraiai accanto a lui.
Dopo qualche istante si alzò e prese a leccarmi dal torso la sborra mista a panna, a volte raccoglieva su un dito quel voluttuoso cocktail e me lo faceva mangiare: ero estasiato.
Il mio uccellone svettava alto davanti a me e Claudio ripulitomi completamente cominciò un pompino.
La sua lingua sporca avviluppava il mio tronco mentre la panna dal suo corpo cadeva sulle lenzuola fra le mie gambe muscolose.
Mentre mi spompinava cominciai ad emettere mugolii di godimento che sarebbero aumentati fino all’orgasmo riempiendo di suono quella stanza, tana del nostro sesso.
Il mio cuore batteva forte ed il mio petto maestoso saliva e scendeva ad ogni rapido respiro.
Infine sborrai gemendo negli spasmi, Claudio inizialmente tentò di bere il mio succo ma poi dovette desistere data l’abbondanza e lo fece cadere sul lenzuolo ormai ricettacolo del nostro godimento.
Dopo questi primi orgasmi entrammo nella doccia per sciacquare dai nostri corpi ancora caldi la panna e il seme rimanenti.
Eravamo l’uno di fronte all’altro e con le mani ci pulivamo vicendevolmente. Improvvisamente ebbi l’irrefrenabile desiderio di baciarlo e, senza dire niente, lo feci.
Le nostre lingue scivolavano l’una sull’altra riaccendendo la passione, la saliva si mescolava portando nella bocca del partner sapori eccitanti.
Uscimmo dalla doccia senza smettere di limonare, con il mio petto voluminoso che si appoggiava al suo affannato dalla respirazione.
Il nostro desiderio non era ancora calato ed io mi feci trasportare dalle idee di Claudio.
Uscimmo nel giardino buio e ci sdraiammo per terra sotto un grande albero, poi Claudio entrò in cucina e tornò con una bottiglia di olio.
Si mise a cavalcioni sulle mie gambe e mi bagnò dal collo all’inguine di olio.
Con le mani distribuì la sostanza vischiosa spalmandola anche sulle mie braccia.
Indugiava spesso sul mio uccello che mi trasmetteva godimento ad ogni passaggio delle sue mani.
Lubrificai bene anche il suo corpo ed il suo cazzo.
La scarsa luce rimbalzava dolcemente sui nostri corpi nudi e li rendeva ancora più sensuali, mentre il fresco della notte ci avvolgeva.
Si stese su di me e ricominciò a baciarmi.
L’olio faceva scivolare i nostri corpi che strusciavano l’uno sull’altro rendendo più piacevole la situazione.
Infine mi chiese di infilare la mia enorme verga nel suo culo, che dovevo prima allargare con una banana.
Feci per sbucciarla ma Claudio mi fermò dicendomi che non l’avrebbe allargato abbastanza per il mio uccellone.
Lubrificai nell’olio la banana intera e cominciai a premerla sul suo buchetto.
Notai che entrava con meno difficoltà di quanto pensassi, segno che si faceva inculare spesso. Io non me lo ero mai fatto fare, mentre ero bravo a farlo.
Quante volte Michela e chi prima di lei si era fatta slargare il didietro dal mio scettro.
Quando ritenni che bastasse tolsi il frutto e appoggiai il mio cetriolone.
Spinsi lentamente e vidi sprofondare il mio cazzone nel suo fondoschiena e sentii Claudio che cominciava a mugulare e ad incitarmi.
Con dei colpetti decisi lo inserii fino a dove potetti, una parte del mio uccello rimase fuori.
Quindi presi a stantuffarlo prima dolcemente e poi violentemente, mentre appoggiavo il mio torace ardente sulla sua schiena.
Il godimento saliva dentro di me e, preso dalla voglia di sesso, presi a masturbare Claudio.
Apprese con gioia quella nuova situazione e aumentò i gridolini.
Avrebbero potuto sentirci ma non mi importava, così unii i miei mugolii ai suoi mentre l’orgasmo si avvicinava.
Ogni tanto la suo testa girava e le nostre lingue si rincontravano aumentando la potenza dell’amplesso che sarebbe arrivato.
Dopo diversi minuti sborrammo quasi contemporaneamente.
Le grida raggiunsero il massimo e versai nel suo intestino un fiume di bollente sperma, con la potenza dell’orgasmo diedi gli ultimi colpi di sega e venne anche lui.
Sfilai il mio cazzo che lentamente si ammosciava dal suo culo, mentre lui raccoglieva nella mia mano le ultime gocce del suo godimento.
Se le portò alla bocca e le mangiò, ma invece di ingoiarle me le passò con un ultimo intensissimo bacio.
Eravamo stravolti anche perché era una cosa inattesa, ci lavammo nuovamente e dormimmo insieme nel mio letto che sarebbe rimasto pulito fino alla notte successiva…

FINE

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