Non so perché avessimo accettato quell’invito per quel fine settimana, ma Susanna, mia moglie si era sentita cosi orgogliosa di essere annoverata tra le più alte cariche della sua azienda, che non avevamo potuto rifiutare.
Eravamo sposati da più di vent’anni e ci ritenevamo una famiglia felice. Da quasi sei anni lei lavorava in quell’azienda farmaceutica e quell’invito, quasi certamente era da preludio ad una sua promozione. Il suo boss, che tra l’altro a me era anche antipatico, perché lo ritenevo un po’ troppo interessato alla mia signora, nell’organizzare quel week-end nel suo castello tra le colline umbre, aveva chiesto ai suoi collaboratori che potevano essere accompagnati da una persona di loro scelta.
Comunque decisi di trascorrere quei tre giorni, godendomeli fino in fondo e se loro dovevano anche un pò lavorare, io avrei certamente trovato qualcosa da fare. Quando Luca ci accolse ci accolse nell’atrio della sua dimora, fu subito affabile e gentilissimo. Era il venerdì mattina ed insieme a lui c’era una signora sulla trentina, bellissima, anche se non ci fu subito chiaro il suo ruolo, ed il suo vice Paolo, bell’uomo sulla trentina, all’apparenza senza accompagnatrice.
Mentre due domestici si occupavano dei nostri bagagli, Luca, Paolo e la signora ci fecero accomodare all’interno del castello, accompagnandoci in un ampio salone, pieno di divani, poltrone e tavoli, dove già erano presenti due coppie. Una collega di Susanna, Angela con il marito e due uomini che lavoravano nell’azienda, che erano venuti da soli. Venimmo serviti di un caffè fumante ed iniziammo a familiarizzare con gli altri. Angela sembrava un po’ freddina, ma Giulio, suo marito, mi fu subito simpatico. Gli altri due, Maurizio e Silvio furono subito molto interessati a Laura, la bionda che ci aveva accolti insieme a Luca. Dopo una mezz’ora arrivarono ancora due macchine: Luciano, 40enne con sua moglie Elvira e Samantha, graziosa 25enne bionda col fidanzato Alberto.
Dopo averci accolto, fatto conoscere, Luca decise di iniziare il lavoro. Ci indicò le stanze che ci aveva riservato, dicendoci a noi che non dovevamo lavorare, che potevamo fare tutto ciò che volevamo, dopodichè andò a rinchiudersi, con Paolo, Susanna, Angela, Samantha, Luciano, Maurizio e Silvio nella sala riservata al loro lavoro.
Scoprii molto presto, che nel parco del castello c’era una piscina, un campo da tennis e all’interno, invece trovai un tavolo da biliardo, uno da ping-pong, oltre ad una fornitissima biblioteca. Insomma c’era da svagarsi veramente. Dopo aver sistemato i bagagli, uscii all’esterno e mi misi a curiosare. Laura ed Elvira erano in bikini in piscina e sembrava che già si conoscessero da tempo. Incontrai Giulio, il marito della fredda Angela e iniziammo a parlare camminando per il parco. Mi disse che quella era la terza volta che partecipava a quei raduni lavorativi e che le altre due volte si era sempre divertito moltissimo. Mi disse anche che i vari componenti dell’azienda, avrebbero dovuto lavorare moltissimo ma che avrebbero anche avuto molto tempo da dedicare agli svaghi.. Insomma per loro era un week-end di lavoro produttivo, mentre per noi era un totale fine settimana di svago. Vagammo nel parco continuando a parlare, poi tornammo alla casa e ci sfidammo in una partita di biliardo. Nella sala trovammo Alberto, il fidanzato di Samantha, che però preferì rimanere in disparte a leggere un libro. Con Giulio fu subito feeling, cosi il tempo in sua compagnia volò. A ora di pranzo, il team si presentò al completo, affamato e di ottimo umore. A Tavola la compagnia fu allegra e piacevole. Certo mi dispiaceva per Susanna che doveva lavorare, ma d’altronde questo si sapeva ed era importantissimo per la sua carriera. Dopo pranzo ci ritirammo ognuno nella propria stanza per un riposo. Susanna mi chiese cosa pensassi di quella situazione. Le risposi che io stavo benone ma che mi dispiaceva per lei che doveva lavorare:
“Però saperti qui vicino a me è bello. – mi rispose
Nel pomeriggio intorno alle 16 e 30 Susanna dovette fare ritorno nella stanza da lavoro, mentre io venni agganciato, nel salone da Luca, il loro capo.
“Che fai, i tuoi subalterni lavorano e tu te ne vai a spasso? –
Gli dissi ridendo.
“il capo è il capo – mi rispose lui scherzoso. – e poi loro sanno cosa fare.
Mi portò nel suo studio e mi offrì un campari:
“Allora come ti trovi qui con noi?”
“Direi bene, il posto è bellissimo e poi penso sia una bella idea.”
“già, è molto innovativa nel suo genere. Forse solo in America usano questi metodi. E’ proprio lì che ho preso lo spunto,”
“Ma riuscite a lavorare bene?”
“Si, l’ambiente è rilassato e poi in queste occasioni facciamo solo dei bilanci consuntivi dell’attività e gettiamo le basi per il lavoro futuro. Ma ora basta parlare di lavoro. Oggi ho il pomeriggio libero e vorrei divertirmi.”
“Con me!?” gli chiesi sorpreso
“Hai Laura…”
“Laura per divertirmi? No per farlo io avrei pensato proprio a te.”
In quel preciso istante compresi quello che Luca voleva. Rimasi sconcertato da quella palese proposta.
Lui mi si avvicinò:
“Se per te è un problema…”
“Veramente non so cosa pensare. Io non l’ho mai…..”
“Non sei mai stato con uomo?”
“No.”
“Ma qualche volta ci avrai pensato?”
La sua voce era suadente, i suoi modi gentili e affabili, il suo sguardo fisso nel mio.
“Beh…”
“Vedi, prima o poi tutti ci pensiamo….”
Io rimasi in silenzio. Lui continuò:
“Hai mai tradito Susanna?”
“No mai, almeno dopo sposati.”
“E lei pensa che lo abbia fatto?”
Io pensavo che Luca avesse avuto delle mire su mia moglie, ed invece….
“Penso di no, almeno credo.”
“Ora dimmi la verità. Il pensiero t’ingelosirebbe, oppure al contrario ti ecciterebbe?
Non sapevo dove voleva andare a parare, ma quell’uomo stava scavando nel mio intimo, come nessun’altro aveva mai fatto. Ma lo faceva in maniera diretta, molto discreta e che non m’infastidiva. Effettivamente molte volte avevo pensato alla scena di mia moglie scopata da un altro uomo e la cosa mi aveva sempre eccitato molto
“Vedo dal tuo sguardo che ci hai pensato. Sai è una cosa normale negli uomini sposati. Lo sono stato anche io e provavo le tue stesse sensazioni.”
Continuai a rimanere in silenzio. Ero confuso , ma allo stesso tempo attratto da Luca dalle sue parole, da quello che mi stava prospettando. Forse quel week-end si stava rivelando più interessante del previsto.
“Vieni con me.” mi disse.
Salimmo al secondo piano ed entrammo in una delle numerose stanze.
“Quello che ora ti farò vedere non dipende da me, non ne sono responsabile, anche se non ho fatto nulla per evitarlo, ma penso che ti piacerà.
Io lo guardai interrogativamente.
“Sei Pronto?”
Io annui, ormai fatalmente incuriosito dalla piega che stava prendendo tutta quella situazione. Luca premette un pulsante sul muro ed un pannello della parete si spostò ritraendosi su se stessa, scoprendo una grande apertura con un vetro che mostrava la stanza affianco. Nella stanza c’era un grande letto a due piazze sul quale due persone stavano facendo del sesso.
L’uomo che era sopra e impalava la donna con colpi ritmati, era Paolo, il vice di Luca. La donna che, a gambe larghe assecondava i movimenti dell’uomo e che si stava facendo sbattere furiosamente era Susanna, mia moglie.
Rimasi a guardarli stupefatto. Il primo impulso di rabbia fu subito sostituito da una sensazione strana, libidinosa, che mi secco la gola provocandomi un erezione istantanea. Vedere Susanna, la mia Susanna fare sesso con un altro uomo, gemere di piacere, stringerlo con le cosce, mi eccitò tantissimo. Poi i due cambiarono posizione. Susanna si mise in ginocchio, mentre l’0altro la prese da dietro iniziando a pomparla con foga.
Luca era rimasto in silenzio, ma si era avvicinato. Posò la sua mano sulla mia patta gonfia:
“Vedo che la cosa ti fa effetto.” mi sussurrò all’orecchio.
“ti spiace se ti tocco?”
“no.” gli risposi con voce rauca.
Mi slacciò la cinta e la lampo e mi tirò fuori l’uccello ormai duro, iniziando a menarmelo. Era una situazione strana. Da un lato mia moglie, scopata e sbattuta da uno dei suoi superiori, dall’altro il capo di mia moglie che aveva il mio uccello in mano. Ma ormai la libidine aveva preso il sopravvento e non intendevo perdermi quella doppia occasione.
Luca si mise in ginocchio davanti a me e iniziò a succhiarmelo per bene. Era bravissimo. In poco tempo fummo nudi sul letto, dal quale comunque, potevamo continuare a vedere quello che accadeva nell’altra stanza, dove Paolo e Susanna continuavano a scopare. Ora Paolo era passato ad un abile lavoro di lingua sulla fica di Susanna, che sembrava apprezzare molto. Poi Luca, prese la mia mano e se la porto sull’uccello:
“dai prova,” mi disse
“vedrai, è bellissimo.” Strinsi quel muscolo. Era caldo e vivo.
“ora bacialo.”
Avvicinai le labbra alla cappella gonfia e ce le appoggiai, ma ormai preso completamente, le dischiusi facendo scivolare il cazzo dell’uomo in bocca. Era la prima volta che facevo una cosa del genere, ma compresi subito che era una cosa che volevo fare da molto tempo. Persi completamente il senso di dove mi trovavo e del tempo che scorreva. Luca ci sapeva fare veramente. Continuo a succhiarmelo ed a farselo succhiare, a dare e a prendere piacere, finche il suo fiotto caldo di sperma, non m’inondò completamente la bocca. Farmi sborrare in bocca, fu l’epilogo naturale di quel momento magico e culminante. Anche i due nell’altra stanza avevano finito ed ora stavano sdraiati sul letto a riprendere fiato. Quindi ci rivestimmo e scendemmo di sotto.
“Se la cosa ti è piaciuta,” mi disse l’uomo
“domani potremo ripetere, magari apportando qualche variante.
Io lo guardai, chiedendomi cosa volesse dire.
“Fidati” mi rassicurò.
“Ok” gli dissi soltanto.
Susanna tornò in camera, quando io ero appena uscito dalla doccia. Mi salutò con un fuggevole bacio, poi corse a farsi anche lei la doccia.
“Beh, com’è andata oggi?” le chiesi
“E’ una palla lavorare, sapendo che tu sei qui.”
“Stanca?”
“Un pochino. Oggi ho lavorato con Paolo che è molto esigente.”
Lo so bene, pensai.
“E tu cosa hai fatto?”
“A zonzo, biliardo, una camminata nel parco, ping-pong.”
“Ah, che vita la tua!” disse ridendo.
FINE