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Tu non lo sai

Tu non lo sai,
Ma quando parliamo di Petrarca e Dante
E mi appassiono,
Io ti immagino tutta virente,
Come D’Annunzio Ermione,
Nuda sotto la pioggia che ti scioglie,
I tuoi capelli lunghissimi e intrisi,
Il viso grondante d’acqua sui lineamenti divini,
Gocce sui tuoi seni pesanti
E la ragione mi porta via la curva dei tuoi fianchi,
La perfezione del tuo ombelico che trema,
Gemma preziosa,
Al centro della tua pancia infreddolita.

Tu non lo sai,
Eppure ogni volta che mi saluti e te ne vai,
Io ti guardo di spalle allontanarti
E il tuo sedere sogno,
Stupendo,
Un cuore morbido che si muove a ogni passo,
Da un lato all’altro ondeggiando,
Rotondo.

Tu non lo sai che ti amo,
Né tutto quel che ti farei,
Se i desideri tuoi fossero i miei.

Chissà se il tuo fidanzato lo sa
Quanto benigna fu la congiunzione del fato
Che a lui concesse d’esser da te amato.

Ma non m’importa,
Ché per fortuna io non sono Dante,
Né tu Beatrice.
E se il mio membro si tende tra le gambe,
Quando ti penso non farò di te una madonnina,
Né una qualunque meretrice,
Perché nell’anima mia le incarni entrambe.

Sarai Olimpia incatenata allo scoglio,
Mentre dall’orca ti salvo.
Sarai una delle adorabili donne che il vate nelle terzine deplorava,
Perché in Firenze andavano a spasso mostrando i seni al vento.

Io sarò Paolo Malatesta
E scoprirò perché dei lussuriosi la sorte ora mi tocca
Quando vedrò te, la mia Francesca,
In ginocchio a deliziarmi d’amore con la bocca.

Parlami ancora di Leopardi,
Infervorata e commossa.
Mi piace come mi guardi.
I sette anni di studio,
La voce di Teresa che canta
E lo scrittoio sotto la finestra.

Ma Recanati scompare,
E appare un bosco.
Già ti rivedo,
Diana nuda,
Ti riconosco,
Nel fiume con le tue ancelle a fare il bagno,
Rapito come Atteone,
Dalla bellezza del tuo corpo,
Mentre mi sbranano i cani della mia passione.

Mi scorgi presto,
I tuoi occhi dardeggiano turbati.
Ti tocchi il seno
Con un cenno nell’acqua mi inviti
Con un altro le ancelle congedi verso le verdi ombre
Mentre discendo nella corrente
E perdo la foglia di fico.

Ci baciamo in piedi,
Ninfa e sàtiro,
Il mio fiore sbocciato,
Il gambo teso,
La tua mano accarezza ed estenua.
Sulla riva ti porto di peso,
Sopra l’erba soffice ti adagio.
Schiudi le gambe e sei stupenda,
Con la mano lambisco l’ovale che si imperla,
La mia erezione tra le tue cosce calde che mi prendono,
Scivolo piano, poi forte,
Dentro di te che gridi e ti contorci
Nel bosco l’eco della nostra copula felice,
La danza beata delle reni,
Un canto di fenice
Mentre ti dimeni.

About Antonio

Antonio è un poeta di poesie erotiche. Scrive poesie molto coinvolgenti, è praticamente impossibile interrompere la lettura se non arrivati alla fine della poesia. E quando si arriva alla fine, ci si guarda intorno alla ricerca di un seguito.

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