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Due troie a confronto

Ero in fila sulla tangenziale per tornare a casa dal lavoro; non vedevo l’ora di rilassarmi nella vasca da bagno per riprendermi da quella giornata di lavoro piuttosto stressante.
Ero assorta nel traffico quando il trillo del cellulare mi fece quasi trasalire; guardai il display, era Marco, mio marito.
“Ciao Viviana, dove sei? ” mi chiese dopo aver aperto la comunicazione.
“Sto nel solito traffico della tangenziale” risposi e poi chiesi a mia volta “e tu? ”
“Sto per uscire dall’ufficio. Senti, so che non eri preparata, ma stasera io e te abbiamo un impegno; ti dirò i dettagli a casa ma devi prepararti per una serata fuori” mi dice rapidamente.
Altre volte era successo che avessimo preparato una serata all’ultimo momento ma, quella sera, non mi sentivo di fare una cosa del genere, pensavo che ce ne saremmo stati a casa per affari nostri; tuttavia il tono di Marco mi sembrava piuttosto eccitato, per cui non volli creare difficoltà.
“Va bene” dissi ” per che ora devo essere pronta? ” chiesi.
“Per le nove dovremmo essere fuori di casa”
“Ok, a dopo allora” e riagganciai.
Guardai l’ora e mentalmente calcolai di avere abbastanza tempo per fare il bagno che mi ero ripromessa per cui mi rilassai e seguii la fila di auto che avanzava.
Avevo appena finito di asciugarmi dopo il bagno che arrivò Marco.
“Ciao” disse schioccandomi un bacio sulle labbra.
“Allora, vuoi dirmi di che si tratta? ” domandai mentre nuda mi guardavo allo specchio; l’immagine che il vetro mi rimandava mi piaceva: a trentasei anni il mio corpo si difendeva più che bene; le mie misure erano molto vicine alle classiche 90-60-90, l’altezza era ben proporzionata e le lunghe gambe facevano sempre la loro figura sotto le minigonne che spesso portavo.
Marco mi si avvicinò da dietro, mi prese il seno con le mani e aderendo con la patta dei pantaloni al mio sedere mi fece sentire il suo desiderio di me; spinsi indietro il bacino e cominciai a strusciarmi contro di lui che, intanto, mi stava baciando sul collo e dietro la nuca.
Sentivo che mi stavo bagnando ma non sapendo se c’era tempo per scopare, aspettai le sue mosse.
Si staccò da me e disse “Oggi è arrivato da Milano il presidente dell’azienda dove lavoro, con tanto di moglie al seguito; all’intervallo di pranzo siamo capitati a chiacchierare molto amichevolmente e ad un certo punto mi ha detto che lui e la moglie si tratterranno fino a domenica e mi ha confessato che stasera volevano andare in qualche locale particolare; dopo un po’ ho capito che il locale di cui parlava era un club privè. Così ho pensato di portarli in quello dove siamo stati due mesi fa. Che ne dici? ”
Il locale a cui si riferiva Marco mi era ben noto; in una sera un po’ particolare, con degli amici avevamo pensato di fare una cosa trasgressiva ed eravamo andati in un club privè, più per ridere che per altro; infatti non era accaduto niente, ci eravamo limitati ad osservare quello che facevano le altre coppie presenti. Tuttavia non nascondo che l’atmosfera mi aveva concupito e non mi era sembrato strano quando, all’uscita, mentre mi dirigevo verso la macchina, mi ero sentita la fica umida.
Nelle settimane seguenti, ogni tanto ripensavo a quell’esperienza e puntualmente mi bagnavo.
“Dico che hai fatto benissimo” dissi mentre mi cominciavo a sentire piuttosto su di giri “Adesso vai a sistemarti” aggiunsi “così riesco a vestirmi e possiamo andare”.
Lo spinsi fuori dalla camera e cominciai a pensare a cosa indossare; la volta precedente non era previsto che andassimo in quel locale per cui il mio abbigliamento non era per niente provocante ma ora…
Dopo aver rovistato nell’armadio decisi che avrei indossato delle calze rosse con reggicalze in tinta, mutandine e reggiseno di pizzo nero e, sopra, gonna un po’ sopra il ginocchio e un golf non particolarmente scollato; volevo che il “sopra” nascondesse il “sotto” fino al momento di… entrare in scena.
La serata cominciò in un ristorante dove cenammo e dove feci conoscenza con il presidente della società di Marco e la moglie; per quella sera mio marito aveva fatto in modo che non ci fossero altri colleghi visto anche che il presidente aveva chiesto una certa discrezione.
La moglie del presidente, Sara, era una graziosa brunetta poco più che quarantenne, con un bel fisico di tipo mediterraneo nonostante avesse detto di essere nata a Londra. “Ho del sangue francese, nelle vene” disse in risposta alle mie considerazioni; era persona simpatica e molto alla mano.
“Tu sei già stata nel posto dove andremo? ” mi chiese ad un certo punto.
“Sì, ma in quella occasione non abbiamo fatto niente; stasera, chissà…” risposi facendole l’occhiolino; lei mi rispose con un sorriso strizzando l’occhio a sua volta.
Verso mezzanotte decidemmo di muoverci e ci avviammo verso la nostra meta.
Entrammo dopo aver pagato la solita quota; le luci erano soffuse e qualche coppia si stava già dando da fare: qua e là si vedeva qualche signora intenta a sbocchinare il partner, mentre un altro paio di coppie si stavano “massaggiando” su un canapè.
Ci sedemmo da una parte; Sara mi venne vicino “Mi sento eccitata” disse “ho voglia di fare qualcosa ma non so da dove cominciare”; Marco, intanto, stava un po’ distante con Giulio, il marito di Sara, intenti ad ammirare un superbo pompino che una bionda stava tirando ad un tizio.
Sentivo che la mia fica non rimaneva insensibile a quello che stavo vedendo; guardai Sara al mio fianco; notai che aveva una minigonna con un piccolo spacco; per il fatto che si era continuamente mossa sulla poltroncina dov’era seduta, la gonna era risalita e ora si intravedeva la parte più scura delle calze.
Alzai lo sguardo dalle sue gambe e incrociai il suo che analizzava il mio corpo; ci guardammo intensamente, poi allungai una mano a carezzarle le gambe; lei chiuse gli occhi e si lasciò andare alle mie carezze. Indossava delle autoreggenti così, spingendomi con la mano sempre più su potei toccare la pelle vellutata delle sue cosce; senza ostacoli salii ancora con la mano fino a sentire i peli della sua fica, “Non ho le mutandine” disse rispondendo alla mia muta domanda.
A quel punto mi avvicinai di più a lei, le infilai due dita nella vagina fradicia di umori e cominciai a stantuffarla mentre con due dite dell’altra mano le massaggiavo il clitoride; cominciò a mugolare come una cagna in calore; intanto, con gli occhi cercavo i nostri mariti; li vidi mentre erano intenti a farsi fare un pompino da due gnocche. Con Marco non c’erano problemi a vivere una sessualità senza inibizioni, ovviamente legata alla circostanza in cui ci trovavamo; mai l’uno avrebbe tradito l’altra nella vita quotidiana; non sapevo se anche tra Sara e Giulio le cose andavano allo stesso modo.
I gemiti sempre più forti di Sara che stavo masturbando mi riportarono verso di lei; era ormai arrivata al culmine; un altro paio di affondi con le mie dita e urlò il suo orgasmo con lunghi e modulati urletti; poi, mentre mi guardava con occhi lucidi e il suo respiro cominciava a ritornare normale, mi passai più volte in bocca le dita della mia mano imbevute del suo succo. Poi mi si avvicinò e mi baciò avviluppandomi con la sua lingua mentre pastrugnava le mie tette; io rispondevo continuando a ispezionare la sua fica.
“Che ne dici se andiamo a ispezionare cosa c’è da quella parte? ” le proposi ad un certo punto indicando un corridoio che si apriva alla nostra destra; fece cenno di sì e ci alzammo; diedi un’occhiata in giro per vedere se trovavo Marco ma era scomparso chissà dove trascinandosi dietro Giulio; Sara non mostrava di dolersene per cui ci avviammo decisamente verso il corridoio.
C’erano varie stanze, alcune già con dentro qualcuno, altre ancora libere; ci fermammo davanti ad una con dentro un tizio, nudo, sdraiato sul letto, con un discreto affare tra le gambe; non era completamente in tiro ma già così faceva la sua figura; mi affacciai e lui fece cenno d’entrare; così feci tirandomi dietro Sara.
Salimmo sul lettone; io mi tolsi golf e gonna restando con l’intimo nero e il reggicalze e le calze rosso fiamma; senza altro indugio mi fiondai sul suo cazzo facendolo scomparire nella mia gola; cominciai a farlo scorrere tra le mie labbra alternando succhiate a leccatine, particolarmente sui testicoli e sul buchino in cima; il nostro uomo, intanto, si dava da fare con Sara; l’aveva denudata lasciandole solo le autoreggenti e la stava leccando alternandosi tra la fica e il culo.
La mia amica non ci misi molto a trovare un altro orgasmo; a quel punto stimai che fosse anche il mio turno di godere, così slacciai il reggicalze, mi tolsi le mutandine e mi misi supina a gambe aperte con il chiaro intento di farmi chiavare; il cazzo che avevo succhiato fino a quel momento, finalmente si fece strada tra le mie grandi labbra per affondare nel mio ventre riempiendomi tutta.
Cominciò a pomparmi, aumentando gradatamente il ritmo; Sara, che nel frattempo si era ripresa, mi stava baciando e succhiando le tette e, ogni tanto, veniva a rovistarmi la bocca con la sua lingua; le palle di chi mi stava scopando sbattevano sul mio culo; me lo sentivo dentro fino all’utero e sentivo anche che il mio piacere stava montando con prepotenza fino a quando, grazie anche al sapiente lavoro di Sara, esplosi in un urlo liberatorio: stavo godendo e quel cazzo continuava a stantuffarmi senza requie, ero in pieno deliquio; Sara approfittò della mia posizione calando la sua fica sulla mia faccia e io cominciai a slinguarla mentre ancora sentivo le contrazioni dell’orgasmo che mi squassavano.
Dopo un po’, l’uomo che mi scopava sgusciò via e si avventò su Sara; la fece sdraiare accanto a me, si mise le sue gambe sulle spalle, le puntò l’uccello al buco del culo e cominciò a spingere; la zoccola non doveva essere più vergine lì perché entrò senza grossi problemi.
Mentre Sara veniva inculata io mi misi a cavalcioni della sua bocca per sentire la sua lingua nella mia caverna; era un piacere sentire la lingua della mia amica che oltre al suo normale movimento si portava dietro anche quello imposto dall’inculata.
Non ci misi molto ad avere un altro orgasmo e, quasi nello stesso momento, l’uomo che la stava inculando riversò la sua calda sborra nell’intestino di Sara che già era venuta qualche momento prima.
Lentamente ci afflosciammo sdraiandoci e giacendo in una specie di torpore ma evidentemente non era ancora finita.
Sentii qualcosa sul naso; aprii gli occhi e vidi un cazzo che mi sovrastava ma non mi sembrava quello che mi aveva scopato fino a quel momento; guardai il suo proprietario e vidi che era… Giulio, il marito di Sara.
Alzai un po’ la testa e vidi che la moglie aveva già imboccato l’uccello di Marco e lo stava spompinando con consumata maestria; non volevo essere da meno, per cui mi attaccai a quella discreta erezione e cominciai un delizioso pompino; al lavoro di bocca aggiunsi quello delle mani: con una lo masturbavo e con l’altra gli accarezzavo le palle; il mio lavoro stava dando l’effetto desiderato visto che le dimensioni di quel bel cazzo erano aumentate.
Ogni tanto lanciavo un’occhiata al viso di Giulio e vedevo che, con gli occhi chiusi, godeva del mio superpompino; anche Sara si stava dando da fare ma io stavo cercando di far durare Giulio più di Marco.
Dopo un po’ il polso cominciava a dolermi e sentivo formicolare le labbra per il gran movimento quando sentii mio marito che urlando veniva in bocca a Sara; a quel punto affrettai i miei movimenti sul cazzo di Giulio.
Sentivo che si gonfiava e diventava sempre più turgido fino a che esplose nella mia bocca; mi affrettai ad ingoiare i primi violenti fiotti di sperma ma trattenni in bocca gli ultimi; dopo averlo ripulito per bene mi rialzai giusto in tempo per incrociare Sara che subito mi avvinghiò in un lungo bacio.
Anche la troia aveva tenuto in bocca un po’ dello sperma di Marco per cui, con un veloce gioco di lingue, ce lo passammo l’una con l’altra.
Il caldo liquido ci stava sbrodolando sul mento e più giù fino alle tette; toccandoci e accarezzandoci ce lo spalmammo sul seno e ci ripulimmo le dita l’una nella bocca dell’altra.
Alla fine cademmo sul letto senza più forze.
Mi avvicinai a mio marito.
“Dov’eravate finiti? ” domandai fingendomi un po’ offesa;
“Mica sarai gelosa” fece lui di rimando “ho fatto fare un giro a Giulio” aggiunse facendomi l’occhiolino “e passando qui davanti abbiamo visto due troie che stavano chiavando di gran gusto, così ci siamo intrufolati e il resto lo conosci” finì con un largo sorriso.
Sapevo che il “giro” a cui si riferiva voleva dire che avevano scopato anche loro da qualche parte e tornando indietro avevano “approfittato” delle mogli per finire in bellezza; ma, come dicevo prima, in questo tipo di occasioni siamo una cosiddetta… coppia “aperta”.
Ci rivestimmo e ci avviammo verso l’uscita; una volta fuori Sara si avvicinò e mi disse “è stato fantastico; non pensavo che fossi così troia, Viviana”
“Beh, anche tu non scherzi” ribattei io con un malizioso sorriso sulle labbra.
Finimmo in una risata.
Al momento di salutarci baciai sia Giulio che Sara sulla bocca.
“Spero proprio che ci rivedremo” disse Sara.
“Puoi giurarci” pensai tra me “ora che ho trovato una tale zoccola non me la lascio certo scappare”. FINE

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