Che giornata e, soprattutto, che serata!
Mi sentivo ancora il membro tutto indolenzito a forza di scopare a destra e a manca eppure, beh, mi sentivo stranamente vitale e un altro rapporto, più calmo e rilassato, l’avrei sostenuto volentieri… specialmente con Julienne, chissà perché la bella e riottosa biondina continuava a tornarmi in mente, specialmente le parole mormorate a fior di labbra mentre il mio amico Carlo, il suo fidanzato, riusciva finalmente a riempirle lo sfintere enfiato… ” ti amo” mi aveva detto e stranamente, ripensandoci, queste parole mi gonfiavano il cuore.
La Julienne distinta, elegante e raffinata che conoscevo era scomparsa, quella bellezza classica e diafana, smorfiosa e con la puzza sotto il naso… ora la ricordavo con uno sbaffo di sperma, sotto il naso, era stata Jasmine a pulirla con un colpo di lingua voluttuoso e lento che si era interrotto solo nella bocca di Julienne, allacciando le lingue sinuose in un intreccio indissolubile ma, prima di concedersi a quel bacio saffico la biondina aveva cercato il mio sguardo, quasi a chiedermi il permesso di lasciarsi andare fra le braccia della negra, unica rimasta in grado di soddisfare le ultime voglie che Julienne poteva ancora avere.
Ecco, l’avrei voluta ancora così Julienne, spossata e sfatta dal piacere, abbandonata fra i cuscini languida e docile, rispondere ai miei baci e alle mie carezze lente e stanche; sapevo che, malgrado le fatiche della serata, avrei ripreso abbastanza le forze con lei e per lei, per poterla amare ancora, questa volta con lenta e voluttuosa efficacia, continuando senza soluzione di continuità a baciarla e possederla… si, sarebbe durato a lungo!
Sapevo che ci sarei riuscito, già solo al pensiero avvertivo rimescolarmi il sangue e gonfiarmi il membro ma, ormai, se n’erano andati tutti quanti e a quell’ora, quasi mezzanotte, non potevo rimediare nessun altra anche se non volevo un’altra, volevo lei.
Non appena gli amici m’avevano lasciato, mi ero ristorato sotto il getto della doccia per una decina di minuti e poi mi ero infilato a letto, ma il sonno tardava ad arrivare, la testa talmente piena di pensieri ed emozioni da impedirmi di dormire; tornai in cucina per bere un bicchiere d’acqua, in terra c’era uno straccetto bianco… il tanga di Julienne!
Lo presi e lo portai alle labbra, era intriso del suo profumo misto agli umori che aveva sprigionato, copiosi, all’inizio della serata… Julienne, l’eterea ragazza del mio amico Carlo, questa sera, aveva abbandonato le arie da piccola borghese, snob e… beh, a dire il vero l’avevamo costretta a lasciarle ma, poi, si era rivelata un autentica porcella dimostrando anche una certa predisposizione nei miei confronti e pensare che, fino allora, ci eravamo sempre visti come il fumo negli occhi!
Da domani, ne ero certo, tutto sarebbe continuato come prima… forse anche peggio, dopo quello che era successo fra queste mura difficilmente lei avrebbe voluto ancora che ci frequentassimo e, probabilmente, anche la sua storia con Carlo non sarebbe durata a lungo dopo che lui si era così spudoratamente adoperato per piegarla ai propri piaceri e, pur di riuscirci, non aveva avuto remore a sbatterla fra le braccia di altri uomini, me compreso… se la storia finiva a Carlo non sarebbe importato molto!
Sapevo bene che usciva con Juli proprio perché era bella, raffinata e faceva “facciata”, per uno come lui era importante avere una donna di “rappresentanza”, le era affezionato ma non l’amava e adesso poi, che si era tolto tutti gli sfizi immaginabili con quel corpo sottile, avrebbe avuto ancora meno problemi se lei, come probabile, l’avesse scaricato!
Per me era diverso e me ne rendevo conto solo ora, se Julienne e Carlo si fossero davvero separati io non avrei avuto più modo né motivo per rivederla e, stranamente, ciò mi addolorava fin d’ora… cavolo, Juli mi mancava già adesso!
Forse sognavo o… ma no, suonavano alla porta, chi poteva mai essere a quest’ora?
* Diego? Sono Julienne… aprimi per favore, ho scordato una cosa! – disse la sua voce al citofono, arrogante ed autoritaria come al solito; quante storie per un paio di mutandine!
* Ciao, cercavi queste? – domandai, ironico, appena scese dall’ascensore, l’aspettavo sulla porta facendo dondolare il tanga bianco sul dito… secondo lo standard della Julienne che conoscevo avrebbe afferrato lo straccetto e se ne sarebbe andata senza proferir parola, gelandomi con un occhiata ma… beh, la solita Julienne non avrebbe fatto neppure due metri di giorno per una cosa simile e ora aveva percorso una decina di chilometri… a notte fonda!
* No, avevo scordato questo e volevo te! – replicò lei decisa inchiodandomi allo stipite con tutto il peso del suo corpo e incollando la bocca alla mia… ero tramortito!
Non mi resi neppure conto d’averla fatta entrare, mi trovai sdraiato sotto di lei, sul divano a ricambiare baci e carezze… notai che si era cambiata d’abito ma, per fortuna, non quella espressione sbarazzina e sensuale con cui se n’era andata poche ore prima.
Adesso, malgrado il caldo, si era messa decisamente in “tiro” e il semplice fatto che lo avesse fatto per me m’inorgogliva straordinariamente.
* Senti Julienne… io non vorrei… – cominciai a dire, per sottrarmi all’assalto, dopo tutto lei rimaneva la fidanzata del mio migliore amico e il fatto d’averla inculata, con l’approvazione e l’istigazione di Carlo, non cambiava lo stato delle cose, anzi…
* Non resistevo un ora di più, dovevo averti… – disse lei, continuando a darmi una serie di baci e carezze del tutto inaspettate, soprattutto da un tipo così algido.
* Senti Julienne, lo so che mi odierai per questo ma… voglio essere onesto con te fino in fondo! – riuscii a dire, finalmente, interrompendo il suo impeto.
* Ho sempre ammirato la tua schiettezza. – replicò lei, senza scomporsi.
* Beh, se è vero… non me lo hai mai dimostrato molto! –
* Mi piaci da impazzire fin dalla prima volta che ti ho visto. – ammise Julienne baciandomi.
* Io? Senti, a che gioco stai giocando… ? –
* Non potevo dirtelo, fartelo notare, sapevo bene che, appena t’avessi confidato questo mio segreto non avresti più voluto vedermi. Tu e Carlo siete amici da tempo e poi… –
* E poi… ? – domandai incredulo.
* Poi so di esser stata una gran rompiballe! Ho compreso tardi che quello non era il modo giusto per piacerti e, subito dopo, mi sono resa conto che era anche il modo migliore, l’unico, per non “cadere in tentazione”… – confidò, baciandomi sul collo, si era messa a cavalcioni su di me e m’accarezzava in volto, la gonna corta le era risalita sulle cosce rivelando il bordo di pizzo delle calze autoreggenti.
* Vuoi farmi credere che mi detestavi per non far capire che ti piacevo? –
* No, mi piaci e fingevo di detestarti! –
* è una novità, piacevole ma… però non cambia nulla, sei la donna di Carlo e, poi… –
* Vuoi dirmi che avete combinato tutto per potermi prendere e possedere di sorpresa? –
* A grandi linee si, è proprio così ma… tu come lo sai? –
* Appena usciti di qui ho detto a Carlo che lo lasciavo! –
* Lo avevo avvertito che sarebbe finita! – dissi scuotendo la testa, davvero amareggiato.
* Mi ha detto anche questo e ti ho apprezzato ancora di più. –
* Julienne, io mi sono prestato a tutta questa sporca storia… che poi le cose non siano andate come previsto, ed ora ne sia pentito, non mi solleva dalle mie responsabilità! –
* Ho capito tutto sai, tu lo hai fatto per me, per farmi soffrire il meno possibile e te ne sono grata. – non era proprio così ma, dopo tutto, se lo pensava non aveva senso disilluderla!
* Comunque non è stato del tutto indolore… – obiettai.
* No, è vero, ma credevo peggio e… è stato un ben misero pegno da pagare per tutte le nuove prospettive che mi si aprono ora! – disse, ambigua.
* Non ti facevo così… così… –
* Puttana? Guarda che non sono come credi, con me puoi parlare liberamente e in tutta schiettezza, se mi merito di essere chiamata puttana ebbene, chiamami a quel modo ed anche se mi merito di prendere un cazzo nel culo, allora… –
* Già fatto, grazie! – sorrisi.
* No, grazie a te… sei stato favoloso. –
* Più del tuo caro Henri? – domandai, un po’ carogna.
* Oh ti ha detto anche quello? Ebbene si, dopo avervi provati entrambi posso dire che sei meglio tu, molto meglio… prima mi piacevi, ora ti amo! – disse fissandomi negli occhi.
* Julienne, sei ancora sconvolta e non sai cosa dici. –
* Mi hai rotto il culo, non la testa! Sono confusa davvero, ma non come pensi… eppure la soluzione era così semplice che mi sorprende non esserci arrivata da sola tutti ci saremmo risparmiati problemi e tensioni e, se anche tu lo volevi, stare insieme già da tempo! –
* Mi sorprendi sempre di più, perché proprio io? –
* Non lo hai ancora capito? Ti ho già detto in più guise che ti amo, vuoi una dichiarazione d’amore? Va bene io ti amo e voglio solo te! – disse e nel dirlo s’inginocchiò prendendomi la mano come, naturalmente a parti rovesciate, fra gli innamorati dell’800!
Qualunque altra donna sarebbe parsa ridicola e patetica ma lei con quegli occhi fieri ed orgogliosi era solo estremamente sexy e… mi lusingava ed eccitava terribilmente, mi alzai cominciando a slacciarmi i calzoni notando, soddisfatto, il lampo eccitato che le attraversava lo sguardo prima di dedicarsi completamente al mio membro.
* Devo ritenerla una risposta affermativa? – chiese, ironica e gioiosa, prima d’imboccarlo fino ai testicoli con evidente soddisfazione… figuriamoci la mia!
Andò avanti così per diverso tempo, le sue labbra s’avvitavano sul cazzo in una danza ora lenta, ora frenetica… mi aveva messo una mano sulle natiche per attirarmi meglio dentro di se e intanto, con l’altra mano, mi accarezzava e palpava lo scroto.
Carlo non m’aveva detto quanto fosse abile in quel gioco ma, dalle confessioni fattemi, probabilmente non lo sapeva neppure, dovevano essere molte le cose che il mio amico non sapeva della sua donna… pardon, la sua ex donna!
Mi spogliai senza che lei smettesse di pompare, mi fece sdraiare sul divano vellicandomi e succhiando golosa i coglioni, scese fino a saggiare la consistenza dell’ano con la lingua.
* Questo dove l’hai imparato, dalle suore? – dissi, in un gemito, sapendo che gran parte della sua formazione scolastica era avvenuta in collegi ed istituti privati.
* Anche ma, soprattutto, sono autodidatta! – mormorò, insistendo sullo scroto e risalendo lungo l’asta fino ad imboccare nuovamente il glande e farselo affondare in gola.
* Non deve esserti mancata la materia prima con cui… allenarti! –
* Ho cominciato succhiando i vibratori, per avere i fondamentali… ma un vero cazzo di carne è decisamente più duttile e gustoso. – ci sapeva fare davvero.
* Sei una splendida troia! – mugolai, spingendo avanti il bacino in alcune spinte coitali.
* Adesso, credo, ho trovato tutto quello che volevo; voglio essere la tua donna! –
* Non ti sembra di correre un po’ troppo? –
* Forse, ma so bene cosa voglio e tu sei ciò che rappresenta i miei sogni, solo che… –
* Dai, spara… –
* Non so se vorrai o meno dividermi, come stasera, con altri uomini e altre donne. –
* Tu cosa desideri? – domandai, curioso.
* Voglio essere la donna che tu vuoi, ma… anche una femmina che si gode ogni gioia del sesso, anche le più trasgressive però, voglio farlo alla luce del giorno, insieme al mio uomo! –
* Questo Carlo non lo ammetteva vero? – dissi, amareggiato, molte cose si chiarivano ora e i tasselli del puzzle andavano a posto, lentamente.
* No, affatto! –
* Come mai ti sei messa con uno così? –
* Cosa vuoi che ti dica, all’inizio mi piaceva essere tenuta così tanto in considerazione, sul piedistallo come una dea, era divertente e, conoscendo le mie vere tendenze, ero certa che ben presto avremmo potuto divertirci davvero, insieme… –
* Ma non è andata così! –
* No, quelle poche volte che ha tentato di prendermi da dietro non c’è riuscito, il suo malsano perbenismo non glielo concedeva, con le puttane si ma con me, la sua donna, no… ma invece di risolvere insieme il problema, ha preferito addossami tutta la colpa. –
* Avevo capito che non eri vergine, dietro, fin da quando ti ho presa! –
* Oh, ma io ero davvero vergine, tu sei stato il primo uomo a prendermi il culo, prima mi ero “fatta”, o fatta fare, solo con un vibratore! – confessò la porcella, maliziosa.
* Fatta fare? –
* Avrai anche capito, credo, che non era la prima volta che avevo rapporti saffici, dopo tutto Jasmine se n’è accorta subito dopo il primo bacio! –
* Non sono abbastanza esperto in questo per essermi fatto un idea ma… beh, mi ero accorto che qualcosa non era come voleva sembrare, questo si! – dissi.
* Carlo mi raccontava le tue avventure e non mi pareva vero che il tuo modo di essere coincidesse così bene con le mie voglie… vicino ma lontanissimo e tutto a causa di Carlo! –
* Potevi mollarlo prima! –
* Significava, probabilmente, perdere anche te! , Senza contare che ora godo di una certa libertà grazie a lui e al nostro rapporto, i miei lo conoscono e si fidano anche se non sono stupidi e capiscono che qualcosa non funziona per il meglio fra noi! – confessò Julienne.
* Hai genitori perspicaci… – li conoscevo anch’io, il padre era un tipo aperto ed espansivo, gli piaceva stare con i giovani e essere coinvolto da loro; la madre… beh, madame Monique era un pezzo di gnocca che non finiva più e, benché vicina ai cinquanta, nel fisico dava dei punti a parecchie ragazze assai più giovani di lei; contrariamente alla figlia aveva un corpo statuario, modellato a pane, burro e marmellata… non era molto alta ma con le rotondità ai punti giusti che “tenevano ancora bene”, aveva lo stesso portamento altero della figlia ma, adesso che avevo visto “in azione” la vera Julienne, avevo compreso anche molti sguardi e molti atteggiamenti della madre!
* Stai pensando a mia madre vero? Scommetto che te la faresti! – sorrise la ragazza.
* Sai leggere anche nel pensiero? – ammisi, sincero.
* Era evidente e… lui è un eccellente termometro. – disse, strizzandomi il cazzo.
* Voglio scoparti. – dissi, tanto per vedere come reagiva.
* Sono venuta apposta… mi sarei sentita vuota senza averti potuto accogliere in me, nel modo tradizionale, intendo. – ammise lei e, incoraggiato, le passai la mano sulle cosce…
* No, aspetta… resta giù! – disse, poi si alzò gettandomi uno sguardo languido e torbido, si mise sul tappeto in mezzo alla sala, fra i suoi piedi s’intravedeva ancora la macchia scura di champagne dove avevo masturbato Jenny con la bottiglia… era un posto fortunato!
Ondeggiò sui tacchi alti seguendo la musica dello stereo, cominciò a sbottonare la gonna corta e stretta, si passò le mani sui fianchi facendola scivolare a terra e, voltandomi le spalle, mi lasciò ammirare le natiche tonde e lisce che avevo violato solo poco prima, adesso erano evidenziate dal pizzo viola delle mutande, intonato alle calze di seta scure, con la riga dietro, sensuale esempio di un epoca passata ma sempre eccitante ed ambigua… due righe dritte che portavano lo sguardo a perdersi nei globi lascivi che ammiccavano da sotto la camicetta che Julienne sollevò, voltandosi, prese a massaggiarsi il ventre piatto esibendo le mutandine di pizzo così intarsiato da far intravedere il pelo biondo e ben curato del pube, si muoveva bene, sensuale ed eccitante; cominciai a masturbarmi piano e questo la eccitò moltissimo.
Pian piano slacciò la camicia mostrando il pizzo, anch’esso viola del piccolo reggiseno che lasciva liberi i capezzoli, lunghi e preziosi, che tanto mi avevano colpito in precedenza.
Sempre danzando mi si avvicinò sfiorandomi il naso e le labbra con quei bottoni turgidi e prorompenti, invitandomi a leccarglieli e poi sottrarli alla mia portata, mai mi sarei aspettato una Julienne simile… dimostrava di conoscere molto bene voglie e reazioni sia del proprio corpo che di quello del maschio e riusciva a trarre la massima eccitazione da entrambi.
Si allontanò un poco e abbassò le mutandine a mezza coscia poi piroettò su se stessa scalciandole lontano, quindi mi voltò le spalle, lentamente si chinò fino a sfiorarsi le gambe, appena divaricate, con la fronte… la sua vagina gonfia e lucida di umori era vicinissima al mio viso e, senza pensarci due volte, affondai la lingua in quel nido caldo ed accogliente.
Lei accolse con un lungo sospiro l’omaggio che facevo e si offrì maggiormente, senza cambiare posizione, lasciandosi leccare; quindi con uno scatto improvviso si voltò coi lunghi capelli che le coprivano il viso, si lanciò sul divano e, quasi in un unico, naturale movimento, venne ad impalarsi sul membro ritto e turgido che la stava aspettando!
L’azione fu tanto inattesa e repentina da strappare un ruggito di piacere dal profondo del mio essere, non appena mi resi conto che la sua figa calda e fradicia aderiva al mio cazzo come una guaina, il mio colpo di reni tanto istintivo e potente, mandò le nostre pelvi ad un rude e violento contatto, Julienne rovesciò la testa e s’abbandonò a quell’affondo gemendo piano… solo quando tornò a guardarmi compresi che aveva raggiunto l’orgasmo!
Le presi il viso fra le mani e l’attirai a me, la baciai sulle palpebre, sulle guance, sul naso, sulla gola… infine lei m’impose le labbra carnose e l’agile linguetta saettò rapida e sinuosa ad intrecciarsi con la mia, da veloce toccata e fuga, il contatto si trasformò in un voluttuoso ed appassionato bacio fra due persone che si perdono l’una nell’altra.
Ci separammo senza fiato, fissandoci negli occhi, il desiderio era palese in entrambi e non aveva senso attendere ancora, pian piano il suo ventre iniziò a danzare avanti e indietro contro il mio, all’unisono cominciai a colpirla in fondo alla vulva, la tenevo stretta per i fianchi e lei, inarcata all’indietro, mi cingeva il collo accarezzandomi la nuca, ben presto i nostri movimenti divennero rapidi e profondi, il suo corpo agile teneva testa alla potenza del mio, aumentammo il ritmo mentre i nostri corpi intrecciati si coprivano di sudore… avevo avuto il tempo di riprendermi dall’orgia di sensazioni di poco prima ma non ero al massimo, eppure sentivo l’eccitazione montare insieme con la sua, quasi palpabile, ancora pochi istanti e… lei arrivò prima e s’abbandonò su di me, baciandomi, col ventre che palpitava impazzito.
Restammo immobili godendoci quell’unione intensa e profonda, poi lei si sfilò piano dal cazzo ancora duro e lo prese fra le labbra leccandolo tutto, golosa dei nostri umori mischiati.
* Vieni, andiamo a letto, ora voglio far godere anche te! – mi disse, alzandosi e aiutandomi a raggiungerla, sulla soglia ebbi una felice intuizione e la presi in braccio… subito notai la gioia sprizzarle negli occhi mentre mi cercava, nuovamente, per intrecciare un altro bacio.
La deposi sul giaciglio sfatto e lei vi si rotolò per farmi spazio.
* Ti voglio ancora! – disse Julienne e, bloccandomi sul bordo del letto, aprì le cosce e si masturbò piano con le dita dalle lunghe unghie laccate di rosso, le sfilai piano le scarpe dai tacchi altissimi e m’inginocchiai fra le sue gambe, con lentezza esasperante lei le sollevò, piegandole a sfiorarsi i seni con le cosce, col dito sempre affondato nella vulva rorida.
Vi accostai il glande gonfio e lei seguitò a lisciarsi il clitoride con mosse languide, non si interruppe neppure quando tutta la mia asta le affondò nel ventre, cominciai a muovermi con ritmo ma il moto dei soli fianchi non bastava a farle sentire tutto il desiderio che provavo, mi lasciai andare su di lei con tutto il peso scopandola profondamente ed energicamente, anche stavolta lei mi precedette sulla vetta del piacere e, ancora una volta, riuscii a fermarmi prima di venire, non sapevo che ne sarebbe stato di lei, di noi, ma volevo che quel giorno restasse per sempre inciso nella sua mente così come lo sarebbe stato, indelebile, nel suo culo.
Julienne voleva concedersi con tutta se stessa, si divincolò mettendosi carponi, le spalle sui cuscini e il sedere ben in alto, sollevato ed aperto, anche in quella posizione non perse l’occasione di stuzzicarmi la fantasia, affondando le dita fra le labbra sia sotto che sopra!
Così offerta, malgrado la penombra, era impossibile non notare lo sfintere arrossato e gonfio, lo umettai con la lingua e lei, senza protestare, si dispose meglio per accogliermi nel retto… non volevo certo infierire ulteriormente su quel punto martoriato del suo corpo, ma ugualmente vi appoggiai sopra il glande, stuzzicandolo e pressandolo con forza.
Julienne aveva imparato in fretta la lezione e prese ad aprire e chiudere lo sfintere con ritmo, “baciandomi” la punta del glande, malgrado tutto ciò che aveva passato era pronta e palpitante, però non me la sentivo di infierire sul suo muscolo, così scivolai poco più in basso affondandole nell’accogliente fessura della vulva… lei mugolò sorpresa e soddisfatta.
* Potevi farmelo, se volevi! – mi disse Julienne, arrendevole come non la conoscevo.
* Ti desidero molto anche così… senti! – replicai, tenendole i fianchi, iniziando una danza veloce e cadenzata cui lei cercava, invano, di contrapporre il vorticoso ruotare del bacino e delle natiche, la foga del desiderio mi aveva scatenato, l’ondeggiare dei miei fianchi era troppo veloce e profondo perché lei, spossata, potesse contrastarlo, se ne rese conto e, con un sospiro, si rilassò e malgrado il temperamento indomabile, si rassegnò passivamente a subire i miei assalti… beh, non troppo passivamente, le sue natiche continuavano a roteare lentamente permettendomi di penetrarla fino in fondo e, inoltre, non cessò un solo attimo di gemere ed incitarmi, anche in modo estremamente volgare, a darglielo tutto.
Malgrado non la conoscessi ancora molto bene, almeno sessualmente, m’accorsi senza tema di sbagliare dell’istante esatto in cui Julienne raggiunse l’ennesimo orgasmo, il modo in cui offriva le natiche era inconfondibile e, un istante dopo, era talmente presa dal godimento da bloccarsi di colpo… questa volta non mi fermai neppure un istante, seguitai ad affondare velocemente in lei tenendola per i fianchi sottili, le mani strette a quella pelle vellutata… non era più possibile giocare, ormai era questioni di attimi, ero talmente eccitato da non rendermi quasi conto che lei aveva ripreso a mulinare vorticosamente i fianchi per aiutarmi e per farmi godere di più, ce la stava davvero mettendo tutta per compiacermi!
* Sto per venire di nuovo! – mi disse, sorprendendomi, in un gemito roco.
* Si, anch’io, ci sono quasi… dai vacca, resisti! – mugolai senza rallentare il ritmo.
* Mi sento una giumenta alla monta, dai, voglio godere di nuovo, questa volta insieme a te… oh, non so se riesco a resistere, sta montando fortissimo. –
* Aspettami puttana. – le intimai aumentando al parossismo la cadenza dei mie fianchi.
* Ce la sto mettendo davvero tutta ma sei troppo… troppo… strizzami i capezzoli, fammi male… – urlò quasi, mentre le mie mani correvano a strapazzarle le mammelle durissime.
Subito prima dell’attimo cruciale provai a sfilarmi da lei, per sborrarle sulla schiena…
* Nooo! Godi dentro di me… sto godendo anch’io! – mi bloccò lei, imperiosa, mentre la voce le si rompeva in gola, soffocata da un gemito prolungato che le forti contrazioni interne modularono in una sorta di lamento.
Non riuscivo più a parlare, m’abbandonai sulla sua schiena senza sfilarne neppure un centimetro e le eiaculai sul collo dell’utero, malgrado avessi già goduto più volte poco tempo prima, rimasi sorpreso dalla quantità e dalla consistenza delle secrezioni che iniettai, a fiotti lenti e potenti, nella vulva di Julienne.
* Diego, Diego ti amo… oh, ti amo! – mugolò lei, si accasciò sul letto prima che avessi del tutto finito, consapevole di ciò lei si voltò di scatto facendomi appoggiare il cazzo pulsante sul pancino piatto, dove ricevette gli ultimi schizzi… si contorse ancora per raggiungermi il membro con le labbra e lo succhiò avida poi, lentamente, mi munse l’asta con la mano, dai testicoli al glande, facendo colare le ultime stille sulla lingua golosa ripulendomi del tutto.
* Credevo che non ti piacesse… ! – dissi, piacevolmente stupito.
Lei sorrise e, come risposta, raccolse il denso liquido che le avevo asperso sul ventre col dito e poi lo succhiò con un gesto sensuale, mi sdraiai al suo fianco baciandola sulla bocca e, avvinghiati, ci addormentammo esausti. FINE